Question Time del 31 maggio 2019

Indice:
1 - Comunicazione del Presidente
2 - Piano assistenziale individuale e cure domiciliari ASL Salerno
3 - Tutela dell’esigenza abitativa campo nomade di Giugliano e progetti di inclusione sociale
4 - Ritardi nell’ambito dell’ASL Napoli 3 Sud nell’effettuazione delle visite domiciliari per l’accertamento dell’invalidità civile
5 - Impegno economico della Regione Campania per l’organizzazione delle Universiadi
6 - Patto per la Campania, Polo cantieristico stabiese
7 - Semplificazione normativa - testi unic
Comunicazione del Presidente
PRESIDENTE (Russo)

Buongiorno, signori Consiglieri. È aperta la seduta di Question Time. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente l'interrogante, o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto di replicare per non più di due minuti. Ricordo, inoltre, che le interrogazioni all'ordine del giorno dell'odierna seduta di Question Time sono state elencate nell'ordine di presentazione.

Piano assistenziale individuale e cure domiciliari ASL Salerno
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: “Piano assistenziale individuale e cure domiciliari A.S.L. Salerno” Reg. Gen. 336/2 a firma della consigliera Valeria Ciarambino (Movimento 5 Stelle), già distribuita in Aula.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Grazie Presidente. È una vicenda molto dolorosa per me da raccontare perché riguarda un bambino, oggi un ragazzino, la cui storia mi è stata sollecitata e raccontata dalla sua stessa famiglia ed è una storia cui mi auguro possiamo dare una risposta più efficace di quella che stiamo dando. Le Cure domiciliari Integrate, quelle di terzo livello, si rivolgono a persone che presentano dei bisogni con un grado di complessità assistenziale elevato. Il reclutamento in questo setting avviene tramite valutazione multidimensionale a cui segue la elaborazione del Progetto Assistenziale Personalizzato. Con riferimento a questo tema mi è stata segnalata, già da tempo, la difficile condizione di un giovane paziente assistito in regime di ADI a cura del Distretto di Agropoli poiché affetto da SMA I (atrofia spino muscolare), è ventilato meccanicamente h24, tracheotomizzato e alimentato artificialmente tramite sonda gastrostomia percutanea ed è capace di comunicare solo tramite un comunicatore ad alta tecnologia. È una persona che vive un grandissimo disagio. Le sue condizioni di vita, la necessaria compliance al piano di cura e la sua vita di relazione, purtroppo, sono notevolmente peggiorate a far data da aprile 2018, quando, in coincidenza di una rivalutazione del suo Piano assistenziale individuale, sarebbe stato arruolato in un setting diverso da quello consolidato. Fino ad aprile 2018 questo bambino aveva 10 ore giornaliere con assistenza programmata in ambito domiciliare ed extradomiciliare da parte di infermieri specializzati, questo tipo di assistenza, integrata con il supporto con le Associazioni del territorio, gli hanno consentito di avere una vita di relazione e addirittura di partecipare alle partite dell’Agropolese di cui è tifoso, quindi di poter uscire di casa nonostante la ventilazione meccanica, faceva piscina con l’ìdrokinesiterapìa e poteva essere portato al mare. All’età di 18 anni, il nuovo PAI, c’è una rivalutazione, si fa un nuovo Piano assistenziale, questo non prevede assistenza in ambito extradomiciliare, fatta eccezione per la frequenza scolastica. Negli ultimi mesi questo giovane paziente è stato costretto a rimanere per la maggior parte del tempo a casa, conseguendo anche minor profitto nelle attività scolastiche, dorme frequentemente durante il giorno e dimostra minore interesse per la vita. Si sono persi tutti quei progressi che si erano determinati negli anni. In tutte le Province della Regione Campania, in regime domiciliare, vengono assistiti giovani pazienti gravissimi affetti da SMA per i quali la sinergia di A.S.L., Ente Locale, famiglia e Fondazione è riuscita ad attuare dei progetti meritevoli di essere presi ad esempio per efficienza ed umanizzazione, cito a titolo puramente semplificativo il progetto di cura che ha consentito nel 2015 a Federica Paganelli, di cui la nota fondazione Federica porta il nome, essere ospite d’onore al Social World Film Festival durante la proiezione di un cortometraggio di cui era protagonista. Anche nella stessa A.S.L. di Salerno, che è l’A.S.L. di competenza, l’integrazione sinergica tra A.S.L., Ente Locale, Associazione, Fondazioni di pazienti affetti da SMA è una procedura acquisita e consolidata. Attraverso l’attivazione di progetti assistenziali e individuali negli scorsi anni si era potuto implementare l’organizzazione del caro conseguendo out come assolutamente positivi sia per il paziente in questione del Distretto di Agropoli che per altri pazienti. In data 21 gennaio 2019, quindi circa 5 mesi fa, la scrivente, insieme a due Senatori della Provincia di Salerno ha inviato una richiesta di chiarimenti, quindi voglio dire che l’approdo al question time rappresenta per me l’ultima ratio di un percorso che è iniziato mesi fa, quindi correttamente, proprio per anticipare un’eventuale risposta in cui mi si dica non è questa la sede per porre questa questione. Io insieme a due senatori della provincia di Salerno ho scritto, con riguardo al depotenziamento del progetto di assistenza, al commissario straordinario dell’A.S.L. di Salerno e alla direzione generale tutela della salute della Regione Campania, chiedendo anche di verificare l’opportunità di una rimodulazione del piano di cura del giovane N. P. C., quindi cito solo le iniziali, che contemplasse una progettualità basata su specifici bisogni di socialità e integrazione con i coetanei, necessari al suo benessere psicofisico. Ho riscontrato, ho sollecitato il riscontro a questa mia richiesta rimasta inevasa il 2 aprile 2019, quindi da gennaio ad aprile nessuno ha risposto, ho inviato un sollecito, il 9 maggio, quindi un mese dopo il mio sollecito alla prima nota e dopo appunto quattro mesi dalla prima nota, dopo un ulteriore accorato appello della mamma l’A.S.L. di Salerno si è limitata ad inoltrata la mia nota del gennaio 2019 all’U.O.C. competente, cure domiciliari, mettendomi per conoscenza. Ho scoperto quindi che dopo quattro mesi tutto quello che aveva fatto l’A.S.L. di Salerno era, a seguito di una mia successiva sollecitazione, trasmettere la nota. Ad oggi nessun segnale. Ecco perché appunto ho presentato questa interrogazione e non mi fermerò se neanche questa dovesse essere risolutiva. Voglio sapere quali in venti si intendano intraprendere per garantire la soddisfazione dei bisogni complessi sociali, sanitari e assistenziali di cui sono portatori i pazienti affetti da SMA, con livelli di offerta delle prestazioni uniformi su tutto il territorio regionale, perché sono a conoscenza di pazienti che insistono nella medesima A.S.L con la medesima patologia, e che per fortuna hanno mantenuto quel piano assistenziale individuale con quelle ore integrative di assistenza extra domiciliare. Dicevo, compresa l’A.S.L. di Salerno, in particolare il distretto di Agropoli e quali siano le ragioni per cui a decorrere da aprile 2018 l’offerta assistenziale per il paziente di cui trattasi sia stata depauperata in modo tanto impattante sulla qualità della vita e sulla complessiva tutela del diritto alla salute, come diritto fondamentale della persona e interesse primario della collettività. Capisco che ci possono essere tanti ordini di ragioni, ma mi rendo anche conto che non ha nessun senso risparmiare sulla vita di una persona laddove il precedente piano assistenziale aveva portato tanto beneficio. Non credo che questo sia assolutamente sfuggito ad una valutazione multidisciplinare. Grazie.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. In casi del genere non si può che esprimere condivisione e vicinanza alla famiglia, che con tanto coraggio affronta questa problematica. Quando ero direttore ho vissuto in alcune famiglie quindi so bene di che cosa parliamo. Detto questo tornando al merito dell’interrogazione, il direttore dell’unità operativa complessa cure domiciliari dell’A.S.L. di Salerno, per il tramite della nostra direzione generale ha precisato che il progetto assistenziale individuale per il giovane paziente affetto da atrofia spino – muscolare può essere declinato tenendo conto dei bisogni e delle aspettative della famiglia se viene accolto l’arruolamento nel setting livello assistenziale delle cure domiciliari tramite la valutazione multidimensionale integrata. La madre del giovane disabile rifiuta fermamente il reclutamento in cure domiciliari, poiché lo ritiene stringente e limitativo della libertà di vita dell’intero nucleo familiare. Per cui al momento anche se non è stato condiviso e sottoscritto il progetto assistenziale individuale, vengono garantite sette ore di assistenza infermieristica al giorno tra domicilio e istituto scolastico per sette giorni a settimana. In ogni caso l’A.S.L. di Salerno, come tra l’altro è stato ripetutamente confermato dall’avvocato che rappresenta le famiglie dei pazienti affetti da atrofia spino muscolare, si dichiara sempre disponibile a riconsiderare le richieste del giovane paziente disabile e della sua famiglia con tutti gli strumenti previsti dall’integrazione socio – sanitaria che regolamenta le attività dell’assistenza domiciliare integrata. Il piano di zona ha recentemente accreditato alla famiglia l’assegno di cura relativo all’ultimo trimestre dell’anno 2018 previsto dai fondi per la non autosufficienza. A breve, al raggiungimento della maggiore età del giovane, il 2 agosto prossimo venturo, il paziente potrebbe fare richiesta di fondi integrativi per la vita indipendente. In conclusione, l’ASL di Salerno ha nuovamente confermato la piena disponibilità a implementare un percorso personalizzato per il giovane paziente disabile, ferma restando la disponibilità al dialogo da parte della famiglia.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Assessore, la ringrazio per questa risposta e stigmatizzò, ahimè, il comportamento dell’ASL che mi ha costretta, nonostante le mie prerogative consiliari, ad arrivare in aula per avere una risposta dopo cinque mesi a una questione tanto urgente. Accolgo con favore la disponibilità a una rivalutazione perché non potrà sfuggire nella maniera più assoluta che questo nuovo Piano non è adeguato, tant’è che ha determinato un peggioramento, e che tre ore extra scolastiche ed extra domiciliari, che prima c’erano e che oggi non ci sono (siamo passati da dieci ore a sette) hanno determinato un peggioramento della qualità della vita. Io non credo che noi, nel prenderci cura di qualcuno, ci dobbiamo limitare a fornirgli cure sanitarie in senso stretto, ma io penso che una persona che vive una condizione di così grande disagio più di ogni altro abbia diritto a una vita di relazione e a una vita sociale nei limiti delle possibilità. Accolgo con favore la disponibilità a una rivalutazione e la prego di fornirmi il riferimento al quale potermi rivolgere, se è responsabile dell’UOC Cure domiciliari, perché intendo accompagnare la madre e la famiglia a un incontro con i responsabili competenti al fine di discutere insieme come si può aiutare questo ragazzo a vivere meglio e di quali interventi ulteriori l’ASL può fornire.

Tutela dell’esigenza abitativa campo nomade di Giugliano e progetti di inclusione sociale
PRESIDENTE (Russo)

Comunico che con nota del 30 maggio 2019 la Giunta regionale ha comunicato che, a seguito dell’interlocuzione tra l’Assessore alle politiche sociali e l’Assessore alle problematiche dei flussi migratori e alle politiche di accoglienza e integrazione, nell’interrogazione “Tutela dell’esigenza abitativa campo nomade di Giuliano e progetti di inclusione sociale” Reg. Gen. 337/2, a firma del consigliere Vincenzo Viglione (Movimento 5 Stelle) è attratta alla competenza dell’assessore Franco Roberti. La parola al consigliere Viglione per l’illustrazione dell’interrogazione.

VIGLIONE (Movimento 5 Stelle)

Buongiorno a tutti. Il tema è di stretta attualità, visto che stiamo parlando di un provvedimento che è stato adottato dal Comune di Giuliano non più tardi del 5 aprile scorso, con il quale, a seguito di un’ordinanza del Sindaco, è stato sgomberato il campo rom di Ponte Riccio nel Comune di Giuliano in assenza di una totale soluzione alternativa, generando, di conseguenza, una situazione di estrema emergenza, soprattutto perché parliamo di una comunità di circa 450 persone, di cui 130 bambini. Ci rendiamo conto della situazione di grave emergenza che si viene a creare quando non si prendono provvedimenti consequenziali e, soprattutto, alla luce delle condizioni di questo periodo di maggio. Abbiamo visto che si sono rincorse delle condizioni atmosferiche e metereologiche non proprio favorevoli e, dal momento che ci siamo ritrovati con queste persone purtroppo alla strenua ricerca di una sistemazione alternativa, anche di fortuna, più di una volta abbiamo cercato di capire quali potevano essere le soluzioni alternative. Noi sappiamo che nel quadro dell’Unione Europea, che prevede l’integrazione delle comunità rom, Sinti e Caminanti, vi sono delle misure da attuare ai diversi livelli istituzionali per poter garantire queste strategie di integrazione che si calano in un’ottica di contrasto alle situazioni di estrema povertà disagio. Sappiamo che in Regione Campania sono stati presi dei provvedimenti in passato in risposta a queste prerogative, non ultimo il Piano sociale che è stato adottato nel triennio 2016 – 2018. Vedendo questa situazione a incastrarsi esattamente in queste prerogative, la domanda che rivolgiamo alla Giunta per quello che potrebbe essere il settore di competenza e anche per quanto riguarda le condizioni di urgenza che ci stiamo portando dietro, quali possano essere le strategie che la Giunta intende mettere in campo per cercare di rispondere all’emergenza che si è venuta a creare, ma in maniera più in generale, a quelle che sono le strategie che la Regione ha già dimostrato di poter mettere in campo negli anni passati e che ci auguriamo, nel breve termine, possano essere messe in campo anche in questa fase per dare una risposta concreta di sistemazione adeguata a queste persone che – ripeto – stanno vivendo una condizione di estremo disagio e chiaramente non possiamo permetterci di trovarci in una situazione del genere. Grazie.

ROBERTI, Assessore alla Sicurezza e ai Flussi Migratori

Grazie Presidente e buongiorno a tutti. Prima riepilogo tutti i termini della vicenda e poi rispondo al quesito del consigliere Viglione sulle strategie che si intendono mettere in campo. L’emergenza per le precarie e degradate condizioni igienico sanitarie nel campo di Masseria del Pozzo, che nell’agosto 2014 ha necessità di un’ordinanza commissariale di sgombero, non effettuato nell’immediato anche per le problematiche di ordine pubblico, ha indotto nell’agosto 2015 il Presidente della Regione Campania a condividere con il Ministero dell’Interno, il Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno e il Prefetto di Napoli, la necessità di attivare, per la popolazione rom di Masseria del Pozzo, un percorso di promozione della legalità e di rispetto della convivenza civile. Tale sensibilità si è quindi sostanziata nella delibera n. 815, del 23 dicembre 2015, con la quale la Giunta regionale ha deciso di finanziare, con un contributo straordinario, il progetto di edilizia abitativa a favore della Comunità rom, dal costo complessivo di euro 900 mila. Il progetto è stato presentato nel novembre 2015 dal Sindaco del Comune di Giugliano in Campania a seguito del sequestro di 32 baracche operato nell’ottobre dall’autorità giudiziaria e del conseguente invito a provvedere ad una praticabile soluzione abitativa per le popolazioni rom presenti. Ad esso ha fatto seguito la deliberazione n. 868 del 29 dicembre 2015, con cui la Giunta ha istituito il capitolo di spesa Contributo Straordinario al Comune di Giugliano per il progetto a favore della Comunità rom, stanziando risorse finanziarie pari a 915 mila 418 euro impegnate al 30 dicembre con decreto dirigenziale n. 266. A tali risorse si sono aggiunti ulteriori euro 400 mila trasferiti dalla Prefettura di Napoli al Comune di Giugliano su disposizione del Dipartimento della Libertà Civile e Immigrazione del Ministro dell’Interno in data 4 gennaio 2016. Il progetto finanziato in sostituzione del campo nomadi prevedeva la realizzazione su circa la metà di un lotto di poco meno di 30 mila metri quadri, di proprietà comunale, e all’epoca condotto da un colono, la realizzazione di un eco villaggio di 44 moduli abitativi di alloggi unifamiliari per famiglie composte da cinque o sei unità, per un totale di circa 270 persone. Contestualmente si prevedeva la realizzazione di uno stabile destinato all’assistenza sociosanitaria, nonché la delimitazione dell’area, l’allacciamento della rete idrica, fognaria ed elettrica comunale. Il 2 febbraio 2016, la Giunta comunale di Giugliano in Campania, con deliberazione n. 10, ha approvato il progetto di inclusione sociale e sistemazione abitativa per i rom di Masseria del Pozzo con un importo complessivo di 1 milione 315 mila 418 euro, inserito nell’elenco annuale dei lavori da realizzare nel 2016 e contestualmente il protocollo d’intesa per la sua realizzazione, successivamente firmato dalla Prefettura di Napoli, Regione Campania e Comune di Giugliano. Ciò malgrado, il 29 febbraio 2016, la Giunta comunale di Giugliano, con propria deliberazione n. 23, ha conferito ai dirigenti comunali competenti la redazione dello studio di fattibilità dell’allestimento di un villaggio per la popolazione rom in Giugliano in Campania da cui è emerso un fabbisogno finanziario di euro 2 milioni 468 mila, di cui euro 1 milione 101 mila per la realizzazione dell’allestimento dell’area e euro 1 milione 367 mila per moduli abitativi prefabbricati. Il 18 maggio 2016, la Giunta comunale di Giugliano ha approvato, con deliberazione n. 64, contestualmente ha mandato a convocare la necessità di una Conferenza dei Servizi per la sottoscrizione dell’accordo di programma, indispensabile variante urbanistica al Piano Regolatore Generale vigente, avvenuta il 14 aprile 2017. Il Comune di Giugliano in Campania con nota del 21 marzo 2019 ha confermato la volontà di rimodulare gli interventi previsti, chiedendo al contempo l’autorizzazione all’utilizzo delle risorse per integrazione sociale e abitativa dei rom di Masseria del Pozzo, con lo scopo di adottare percorsi personalizzati di accompagnamento all’abitazione, basati su strategie integrali per l’inserimento nella comunità locale. In riscontro alla predetta richiesta la Regione Campania, per il tramite della direzione generale, con nota del 29 marzo 2019 rappresentava la disponibilità all’utilizzo delle risorse in questione previa acquisizione della progettazione esecutiva degli interventi. Il Comune di Giugliano in data 15 aprile 2019 ha presentato la progettazione degli interventi in coerenza con le linee guida contenute nel piano straordinario sociale regionale 2019 – 2020 al fine di attivare interventi di pronto intervento sociale a bassa soglia, mediante l’attuazione di azioni volte a supportare progetti personalizzati alloggiativi e di contrastare l’emarginazione di dette categorie fragili secondo la seguente articolazione: Azione numero uno: percorsi personalizzati di accompagnamento all’abitazione. L’azione prevede l’erogazione di un contributo di euro 3 mila per ciascun nucleo familiare per un numero complessivo di 50 famiglie, quindi siamo a euro 150 mila in tutto, finalizzati ad attivare e sostenere percorsi personalizzati per favorire l’autonomia abitativa dei destinatari. I contributi saranno erogati a seguito di una procedura di evidenza pubblica in cui si definiranno i requisiti specifici di cui dovranno essere in possesso gli istanti e i relativi criteri di valutazione delle domande pervenute. Azione numero due: inserimenti in strutture protette di minori rom o scinti. Nel caso in cui durante l’attuazione dei percorsi personalizzati di accompagnamento all’abitazione si riveli una situazione in cui il minore, questo è testuale, è moralmente o materialmente abbandonato o allevato in locali insalubri o pericolosi oppure da persone per negligenza, immoralità, ignoranza o per altri motivi incapaci di provvedere all’educazione del minore, la pubblica autorità, a mezzo degli organi di protezione dell’infanzia, lo stesso deve essere collocato – il minore – in luogo sicuro fino a quando si possa provvedere in modo definitivo alla sua protezione. Parallelamente si dovrà procedere ad attivare misure di supporto alla genitorialità e a prevedere un punteggio aggiuntivo nella procedura di cui all’azione uno per i nuclei i cui minori risultino istituzionalizzati. Infine ci esprimiamo sull’inopportunità di derubricare l’intera questione, come paventa il Consigliere Viglione, l’intera questione dell’inclusione delle etnie rom ad un mero problema logistico. L’eventuale paventata di derubricare le problematiche relative all’inclusione sociale della popolazione rom ad un mero problema logistico, o peggio di ordine pubblico, è assolutamente da escludere giacché l’attuale Giunta regionale senza soluzione di continuità con la precedente è fortemente impegnata a promuovere processi reali di integrazione e di inclusione sociale che tengano adeguatamente conto della complessità dei fenomeni trattati. La Giunta regionale condivide pertanto con convinzione la strategia di azione che l’ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull’origine etnica dell’O.N.U. ha delineato per attuare la comunicazione della Commissione Europea numero 173/2011. Secondo tale comunicazione della Commissione Europea, in conformità con le priorità dell’Agenda dell’Unione Europea 2020 per una società inclusiva è necessario che ciascun intervento settoriale sia orientato ad un approccio integrato che sia esplicito ma non esclusivo a favore dei rom, scinti e camminanti e che in prima istanza parta coordinando, monitorando e rafforzando l’intervento delle pubbliche amministrazioni, anche tenendo in considerazione opinioni e atteggiamenti delle popolazioni del proprio vissuto sociale, come risulta dalla strategia nazionale di inclusione dei rom, dei scinti e dei camminanti a pagina 31. Questa è la risposta che io ritengo che bisognerà in futuro, questa è la mia opinione personale e credo di interpretare l’opinione dell’intera Giunta, bisogna impegnarsi di più naturalmente coordinando meglio, perché il problema è anche quello del coordinamento fra le varie Istituzioni, fin quando non ci si coordina meglio poi succedono cose che ci prendono un poco alla sprovvista e ci troviamo di fonte a situazioni drammatiche, come quella dei 450 rom cacciati dal campo. Secondo me queste cose non devono più avvenire e si possono prevenire con questo coordinamento. C’è la massima disponibilità della Giunta che è stata dimostrata fin dal 2015.

VIGLIONE (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l’Assessore per la risposta. Chiedo agli uffici di poter avere copia. Come ho sottolineato in premessa, non ho messo in discussione l’impegno della Giunta, anche perché l’ho raccontato in premessa quando abbiamo detto che la Regione aveva già realizzato il piano sociale con il quale si cercava di mettere il proprio contributo al servizio di queste strategie, quindi da questo punto di vista massima vicinanza anche per quanto riguarda le strategie messe in campo, anche alla luce di quello che è stato espresso attraverso la risposta dell’assessore Roberti. Oggi il punto non è quello di focalizzare la questione sull’ordine pubblico o sulla questione di stigmatizzare l’operato della Giunta, ma è semplicemente perché, dal momento che, come lei ha raccontato, Assessore, della risposta, nel marzo del 2019 è arrivata la richiesta di rimodulazione del progetto relativo all’eco villaggio, è evidente che siamo un po’ in ritardo non solo su quella strategia che riguardava la ricollocazione dei rom che venivano da Masseria del Pozzo, ma, in più, ci ritroviamo con un’ulteriore emergenza che è legata all’ulteriore sgombero. Io sono d’accordo con lei per quanto riguarda la necessità di creare un maggiore raccordo e, quindi, efficientare la strategia nella maniera migliore possibile, ma la richiesta attuale era quella di capire se c’erano dei quali potevano essere i margini per poter trovare una sistemazione attuale alla comunità che è stata sgomberata nell’attesa di poter mettere insieme tutti i tasselli che riguardano il completamento della precedente manovra che riguardava la ricollocazione di Masseria del Pozzo attraverso l’eco villaggio e, soprattutto, cercare di dare una risposta anche alla situazione attuale. Da questo punto di vista mi auguro che possano arrivare delle risposte in tempi brevi e convocare i Sindaci che in qualche modo possono avere un ruolo. Faccio riferimento, per esempio, ai comuni in cui si sono distribuiti in questo momento, che poi sono ritornati comunque in un’area che, almeno da quello che ci riguarda e da quello che c’è stato riferito in queste ore, riguarda Giuliano, ma che potrebbero trovare una sorta di condivisione con le aree del Comune di Villa Literno vicino piuttosto che altri comuni viciniori. Da questo punto di vista mi auguro che la Giunta possa, per esempio, convocare un tavolo urgente con le prefetture e con questi Sindaci per capire quale potrebbe essere la soluzione nell’immediato per poi costruire un percorso di risistemazione e accoglienza per l’immediato futuro.

Ritardi nell’ambito dell’ASL Napoli 3 Sud nell’effettuazione delle visite domiciliari per l’accertamento dell’invalidità civile
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione “Ritardi nell’ambito dell’ASL Napoli 3 Sud nell’effettuazione delle visite domiciliari per l’accertamento delle invalidità civile” Reg. Gen. n. 338/2 a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi). La parola al consigliere Francesco Emilio Borrelli per l’illustrazione dell’interrogazione.

BORRELLI (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi)

Sintetizzo annunciando già che farò richieste del genere in tutte le procedure per quanto riguarda le liste di attesa, soprattutto quando riscontro che il numero dei controlli che sono effettuati sono relativamente bassi. In questo caso, visto che ci sono arrivate numerose segnalazioni da parte dei cittadini che sono in attesa della visita domiciliare circa i notevoli ritardi sia per l’accertamento di invalidità civile sia per il riconoscimento dell’handicap grave, ai sensi della legge 104 del 1992, che sono effettuati dalla stessa Commissione. In particolare, si segnalano notevoli ritardi nell’ambito dell’ASL 3 Sud con casi limite nell’ambito del Distretto 48 con attese di mesi oltre ai nove previsti per la conclusione dell’iter. Voglio dire, già sono previsti nove mesi, ma nove mesi ci mettono molto di più. Per questo motivo interrogo il Presidente della Giunta Regionale per conoscere per ogni singolo distretto sanitario dell’ASL Napoli 3 Sud quante richieste di visita domiciliare per l’accertamento dell’invalidità civile sono in attesa di essere effettuate dalla Commissione medica e quante visite domiciliari sono state effettuate dall’inizio del 2018 ad oggi; i tempi di attesa nei singoli Distretti Sanitari dell’ASL Napoli 3 Sud e se la situazione risulta essere più grave nell’ambito del Distretto 48 della medesima A.S.L..

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. La direzione generale dell’A.S.L. Napoli 3 Sud, preliminarmente rappresenta che quanto riportato nella premessa dell’interrogazione non è più attuale per quel che riguarda i tempi, le modalità e gli accertamenti medico legali per invalidità civile, ex legge 104 del 1992 e ex legge 68 del 1999. Invero, quanto riferito anche in merito al procedimento per l’accertamento dell’invalidità civile, è presente sul web, ma nella versione aggiornata al 2004. Inoltre, i riferimenti richiamati sono antecedenti alla conversione in legge del decreto legge 78 del 2010 e quindi alle attuali modalità operative dell’accertamento dell’invalidità civile sia ambulatoriale sia domiciliare. Ai sensi dell’articolo 20 del decreto legge 78 del 2010, il procedimento volto all’accertamento dell’invalidità civile è stato attribuito alla competenza dell’Inps con nuove tempistiche e differenti responsabilità. A far data dal primo gennaio 2010, le domande per il riconoscimento dell’invalidità civile, dell’invalidità ex legge 104 e dell’accertamento di altre forme di diminuita integrità psicofisica, debbono essere inviate esclusivamente all’Inps che ha introdotto nuove modalità di inoltro telematico delle istanze alle Commissioni mediche integrate delle quali un componente di nomina Inps concorre a formare il numero legale. Con le nuove modalità, sono state escluse le condizioni preferenziali di convocazione a visita, citate nell’interrogazione, in particolare, la visita con somma urgenza, ed infatti la procedura della somma urgenza aveva trovato riscontro in Regione Campania successivamente a febbraio del 1992 al fine di ridurre le domande in giacenza, condividendo le necessarie difficoltà in ragione degli Stati invalidanti e del passaggio alle nuove tabelle di invalidità civile. Attualmente, le uniche condizioni che consentono il superamento del numero di protocollo della domanda Inps sono quel che rientrano nella legge 1980 del 2006, cioè quelle riferite ai cittadini che presentano patologie oncologiche in atto. Altre condizioni che possono rendere più rapido il tempo di chiamata a visita sono quelle previste dagli articoli 12 e 13 della legge 104 per il sostegno scolastico. In tutti gli altri casi, l’Inps, titolare della fase amministrativa, non consente deroghe al criterio del protocollo, accettando le domande in formato telematico nei soli giorni previsti dai calendari trimestralmente trasmessi dagli ambulatori delle A.S.L. Ovviamente, è sempre valida la possibilità di anticipare l’accertamento mediante l’inoltro della diffida regionale che consente di eseguire l’accertamento di invalidità civile in sovrannumero rispetto alle previsioni di visita già calendarizzate. Riguardo agli aspetti sollevati dall’interrogazione che coinvolgono l’attività dell’A.S.L. Napoli 3 Sud, la direzione generale ha rappresentato che l’azienda assiste un bacino d’utenza superiore al milione dei cittadini, circa 1 milione 100 e che nel suo vasto territorio operano solo 26 Commissioni che risultano appena sufficienti in virtù dell’elevato numero di domande. Nonostante ciò, i lavori della maggioranza del Commissioni risultano in linea con i tempi previsti per luglio. Tale risultato è stato raggiunto secondo la ricostruzione operata dall’azienda anche attraverso alcuni correttivi dell’organizzazione che ne hanno consentito la corretta operatività. Al contempo, la direzione dell’A.S.L. rileva che negli ultimi anni, con sempre maggiore difficoltà, sono state integrate le carenze organiche per quiescenza o trasferimenti degli specialisti in medicina legale, non risultando allo stato procedure di selezione aperte volte a reclutarne nuovi. Inoltre, la circostanza che attualmente sono in capo all’Inps, sia in prima fase amministrativa che la successiva fase della gestione delle domande, rende difficile procedere ad una ricognizione del numero complessivo delle domande in giacenza che e possa condurre successivamente a una riarticolazione e riorganizzazione territoriale, così da soddisfare più rapidamente le richieste dei cittadini. In proposito, la direzione dell’azienda precisa che le attuali condizioni di criticità della chiamata a visita, riguardano soltanto due Distretti, giacché negli altri undici Distretti i correttivi disposti dal direttore dell’Unità Operativa Complessa della Medicina Legale pubblica valutativa, hanno consentito una rapida ed efficace diminuzione dei tempi di attesa tale da ridurre il bacino delle giacenze. Altresì sottolinea che l’affidamento all’INPS di tutta la prima fase amministrativa, ed anche di quella della verifica, ha reso più difficile distinguere gli accertamenti in attesa di convocazione più impellenti per gravità di condizioni dei richiedenti. Le attuali specifiche modalità organizzative dell’istituto, infatti, non consentono a priori di distinguere le visite domiciliari in capo all’A.S.L. da quelle disposte dall’INPS per le verifiche. Per tale motivo dai dati rilevabili forniti dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale allo stato non è possibile conoscere con certezza il numero delle visite domiciliari giacenti per singolo distretto, è però possibile, in base ai dati in possesso dell’Unità operativa complessa di medicina legale, specificare che per l’anno 2018 presso l’A.S.L. Napoli 3 Sud sono stati effettuati 3 mila 953 accertamenti domiciliari che possono condurre a valutazione sia per il riconoscimento dell’invalidità civile, sia per il riconoscimento dell’invalidità ex legge 104. Ogni visita può dunque produrre due diversi riconoscimenti, è corretto affermare che se le visite sono state 3 mila 953 le valutazioni possono essere state pari quasi al doppio, pari cioè a circa 8 mila valutazioni rese in altrettanti verbali di accertamento. Le domande di invalidità civile dei cittadini dell’A.S.L. Napoli 3 Sud sono state invece circa 46 mila per l’anno 2018. Dai dati forniti dall’INPS si rivela che ad oggi l’A.S.L. Napoli 3 Sud in ambiti distrettuali, e precisamente i distretti 34, 55 e 59, risponde mediante accertamenti in tempo reale, cioè con un tempo zero dalla domanda alla visita. In altri tre distretti, 52, 57 e 58 i tempi di attesa sono tra i 3 e i 6 mesi. Nei distretti 49, 54 e 51 invece i tempi di attesa variano dai 7 agli 8 mesi, inoltre in due ambiti distrettuali la direzione comunica che l’azienda ha proceduto ad un correttivo che in tempi rapidi ha consentito di ridurre i tempi di attesa nell’ambito di un anno e che comunque allo stato si versa in una ulteriore fase di miglioramento, si tratta precisamente dei distretti 50 e 53, in particolare il distretto 53 è l’unico tra le A.S.L. di Napoli Metropolitana ad utilizzare l’inserimento cronologico manuale proposto dall’INPS ridurre la giacenza. Gli unici due ambiti distrettuali che presentano ancora criticità e per le quali l’azienda comunica di avere già previste azioni correttive sono il distretto 48 e il numero 56, che hanno una giacenza rispettivamente di 16 e 13 mesi. Da ultimo l’A.S.L. Napoli 3SUD rappresenta che l’unità operativa complessa di medicina legale ha inteso individuare specifiche modalità di riduzione delle giacenze nonostante la predetta carenza di specialisti in medicina legale sul territorio, a tal fine sono state previste commissioni straordinarie che andranno ad incidere sulle giacenze superiori ai sei mesi. Tale correttivo ha prodotto risultati positivi in tempi rapidi anche in altri ambiti distrettuali, dove per motivi diversi terminava l’attività delle commissioni.

BORRELLI (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi)

Sì, mi riservo, vista la relazione così completa ed esaustiva, anche se in un punto ovviamente contraddittorio, perché ad un certo punto sembra che non c’è nessuna responsabilità della A.S.L., poi in realtà le responsabilità della A.S.L. sono notevoli. In ogni caso poiché io ho altri dati, almeno per quanto riguarda il distretto 48, mi riservo di fornirli all’Assessore e alla Giunta in modo tale che verifichiamo se i tempi massimi sono tredici mesi o se, come risulta a me, si supera anche in diversi casi i due anni. In ogni caso ringrazio per la risposta assolutamente completa e che permette controdeduzioni precise a risposte precise.

Impegno economico della Regione Campania per l’organizzazione delle Universiadi
PRESIDENTE (Russo)

Grazie Consigliere. Passiamo all’interrogazione Registro Generale numero 339/2 avente ad oggetto: “Impegno economico della Regione Campania per l’organizzazione delle Universiadi”, a firma del Consigliere Francesco Emilio Borrelli. Prego Consigliere.

BORRELLI (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi)

Nella sostanza io vorrei capire, visto che il Governo nazionale, uno degli atti al suo insediamento è stato quello, con le dichiarazioni del Sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, che nel mese di luglio 2018, cioè dopo pochi giorni dal suo insediamento come Sottosegretario, diceva che il Governo si faceva da parte per la realizzazione dell’Universiade, addirittura suggerendo un rinvio della manifestazione di uno o due anni. Lo stesso Sottosegretario, però, sulla via di Damasco dopo un anno scopriva che le Universiadi erano una sfida vinta. La richiesta che faccio alla Giunta è di sapere (tra l’altro, stiamo seguendo anche le vicende dello Stadio Collana, che è una situazione unica all’interno della ristrutturazione di tutti gli impianti) l’entità dell’impegno finanziario sostenuto della Regione Campania per l’organizzazione della trentesima edizione estiva delle Universiadi, ivi comprese le manifestazioni culturali collegate; l’entità dello sforzo economici da parte del Governo nazionale e degli enti locali della Regione; per quanto concerne i lavori di ristrutturazione dello Stadio Arturo Collana di Napoli, l’impegno finanziario sostenuto dalla Regione, anche tramite l’ARU, e quello sostenuto dalla Società Giano e se viene rispettato da questa l’impegno economico presentato in sede di gara e che ha rappresentato uno dei parametri ai fini dell’aggiudicazione della gara stessa.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Questa risposta ha richiesto l’intervento di più direzioni. Ha risposto il Responsabile Unico del Programma operativo POC 2014 - 2020, il Commissario straordinario Direttore dell’ARU, la Direzione Generale per le politiche culturali e il turismo e la Direzione Generale per le risorse strumentali. In riferimento alle prime due domande poste dal Consigliere interrogante, il responsabile unico del POC 2014 – 2020 ha comunicato che la copertura finanziaria degli interventi della somma delle Universiadi di Napoli 2019 ammonta complessivamente a circa 271 milioni di euro, così come specificato con decreto dirigenziale n. 6 del 16 gennaio 2019 della Direzione Generale “Autorità di gestione fondi europei di sviluppo regionale” e di seguito dettagliato in base alle fonti di copertura finanziaria sia per l’importo sia per fonti. 50 milioni su Patto per il Sud, Fondo per lo sviluppo e la coesione; 100 milioni su Patto per il Sud, Programma operativo complementare; 99 milioni Programma operativo complementare e circa 22 milioni di euro su Fondo per lo sviluppo e coesione 2000 – 2006. Gli altri erano tutti 2014 – 2020. In riferimento al Patto per lo sviluppo della Regione Campania, la dotazione finanziaria comprende una quota di 50 milioni di euro a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione e 100 milioni di euro a valere sul Programma operativo complementare. Queste due risorse sono state individuate grazie alla riprogrammazione del POC Ricerca e Innovazione 2014 – 2020 a titolarità del MIUR, in favore del Programma operativo complementare 2014 – 2020 della Regione Campania, di cui alla delibera CIPE n. 56 del 10 luglio 2017. Il Responsabile unico del POC, inoltre, ha segnalato che il Fondo per lo sviluppo e la coesione concorre a finanziare gli interventi di che trattasi, anche con le risorse della programmazione 2000 – 2006 per un importo di circa 22 milioni di euro destinati all’acquisizione della licenza dell’evento e dei servizi della FISU, Federazione Internazionale Sport Universitari. Nell’ambito delle risorse a valere sul Programma operativo complementare 2014 – 2020, l’importo di 2 milioni di euro è stato destinato con delibera di Giunta regionale n. 138 del 9 aprile 2019 alla realizzazione di un programma di valorizzazione culturale e promozione turistica del territorio regionale connesso alle Universiadi allo scopo di dare piena visibilità al patrimonio paesaggistico culturale ed enogastronomico della Regione, demandando alla Direzione Generale per le politiche culturali e il turismo e alla Direzione Generale per le politiche sociali e sociosanitarie l’attuazione del programma stesso. In proposito, la Direzione per le politiche culturali ha specificato che, con nota 2178 del 22 marzo 2019, il Commissario straordinario, Direttore Generale ARU, ha comunicato al Presidente della Regione Campania la volontà espressa in cabina di coordinamento del 5 marzo di destinare i 2 milioni di euro al finanziamento del predetto Programma di valorizzazione culturale e di promozione turistica, proponendo, al contempo, l’utilizzo diretto di tali fondi da parte della Giunta regionale della Campania previo trasferimento delle relative risorse a valere sul POC complementare 2019. All’esito dell’attività istruttoria svolta dai competenti uffici, la Giunta regionale con la citata delibera del 9 aprile ha approvato il programma di interventi di valorizzazione culturale programma turistica per le Universiadi 2019 articolato in quattro azioni (A, B, C e D) il cui dettaglio, con l’indicazione degli importi per singola azione, è descritto nell’allegata tabella che si rimette a disposizione del Consigliere interrogante. Non la leggo, ma c’è. Inoltre, il responsabile unico del POC, ha rappresentato che in aggiunta ai 271 milioni di euro sopraindicati, con delibera 131 del 2 aprile, la Giunta ha programmato l’importo di 70 mila euro a valere sul programma operativo 2014-2020 per realizzare azioni di promozione Universiadi 2019 presso gli Internazionali di Tennis 2019 svoltisi a Roma nei giorni scorsi. Relativamente al secondo quesito, concernente lo sforzo economico degli Enti Locali, il responsabile unico del POC e il commissario Aru, hanno rappresentato che i Comuni i cui impianti sono stati interessati da interventi di rigenerazione, in quanto selezionati dalla Federazione Italiana Sport Universitari, tra quelli da utilizzare per la realizzazione della competizione sportiva, si faranno carico dei costi di gestione delle strutture nel periodo di svolgimento delle gare. Con riferimento al terzo dei quesiti posti, relativo all’impegno finanziario della Regione, per il tramite Aru, destinati ai lavori di ristrutturazione dello Stadio Arturo Collana, l’Aru ha rappresentato che in attuazione della delibera di Giunta regionale 914 del 28 dicembre 2018, il Piano degli interventi approvato con decreto del commissario straordinario n. 89 del 5 marzo 2019, prevede investimenti pubblici regionali per la rigenerazione dello Stadio Collana per un importo complessivo di 8 milioni 800 mila euro. Gli interventi riguardano la messa in sicurezza dell’impianto, la ristrutturazione della tribuna, lato Vico Acitillo, la rifunzionalizzazione della piscina, lato Via Rossini, il campo di calcio, la pista di atletica e le torri faro. Il dettaglio degli interventi e il loro stato di avanzamento sono contenuti nella tabella allegata e rimessa anch’essa a disposizione del Consigliere interrogante. Per quanto concerne infine l’impegno finanziario della Giano Srl, la direzione generale risorse strumentali, ha precisato che esso è fissato, come da aggiudicazione di gara, in 7 milioni di euro e ad oggi non sussistono ragioni per dubitare che la predetta società non rispetti gli impegni assunti.

BORRELLI (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi)

Mi reputo soddisfatto per la risposta e soprattutto sono soddisfatto che una volta tanto una sfida portata avanti da sola, con risorse, anche se provengono dall’Unione Europea, di Enti Locali campani è stata vinta nonostante non ci avessero creduto né il Governo centrale, né altri soggetti.

Patto per la Campania, Polo cantieristico stabiese
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: “Patto per la Campania, polo cantieristico stabiese” Reg. Gen. 340/2, a firma del consigliere Armando Cesaro (Forza Italia), già distribuita in Aula. Illustra l’interrogazione la consigliera Di Scala, prego.

DI SCALA (Forza Italia)

Grazie Presidente. Ringrazio sin da ora l’assessore Marchiello per la sua costante presenza. L’interrogazione ha ad oggetto il Polo cantieristico stabiese e le somme ad esso destinate nel Patto per la Campania. Nell’aprile 2016 veniva sottoscritto, tra il Governo e la Regione Campania il Patto per la Campania che prevedeva uno stanziamento di circa 10 milioni di euro, poco meno, per specifici settori infrastrutturali particolarmente bisognevoli di impiego di risorse. In particolare veniva stabilito uno stanziamento complessivo per i quattro principali poli dello sviluppo regionale, ossia il Polo aerospaziale, il Polo delle produzioni per autotrasporto e cantieristico, Fincantieri, il Polo della filiera agroalimentare e Polo della moda e abbigliamento, diversamente ripartite per tali settori le risorse stanziate. Nel gennaio 2018 il Patto per la Campania veniva modificato e su questi quattro assi le risorse disponibili venivano ridotte di 262 milioni di euro rispetto all’originaria previsione del 2016. In virtù della riprogrammazione del patto sottoscritto dalla Regione Campania, avvenuta di recente, il 9 aprile scorso, del 2019, le risorse disponibili effettive del patto venivano ridotte di ulteriori 2 miliardi di euro, ammontando così sull’originario stanziamento di circa 10 miliardi di euro 7 miliardi 800 mila euro più o meno. Tra queste risorse destinate dal Ministero dello sviluppo economico pari a circa 755 milioni di euro, nulla appare destinato al finanziamento di questi quattro settori strategici cui ho fatto riferimento, che sono già stati indicati nel DEFR della Regione Campania. In relazione alle necessità di sviluppo della cantieristica navale campana, ed in particolare negli stabilimenti Fincantieri di Castellammare di Stabia, sono stati assunti specifici impegni, ribaditi nello specifico protocollo d’intesa sottoscritto tra Regione Campania, Governo e Autorità Portuale, Fincantieri di Castellammare di Stabia, così come la Giunta regionale ha deliberato lo scorso 10 aprile 2018 con delibera numero 211. Su questi temi si è anche venuta lo scorso 21 marzo una seduta straordinaria di Consiglio comunale a Castellammare di Stabia, che prendendo atto delle favorevoli condizioni di mercato in ordine alle commesse ricevute da Fincantieri, che vuole investire, e dell’inadeguatezza del bacino portuale stabiese, è emersa dunque la necessità e l’urgenza di una ridefinizione del piano industriale di Fincantieri e degli investimenti a farsi. In tal senso è stato approvato uno specifico ordine del giorno. Risulta pertanto chiara ed espressa dalle pubbliche amministrazioni e dai privati la volontà di programmare gli investimenti con la contestuale partecipazione delle pubbliche amministrazioni coinvolte. Per onorare la necessità del comparto in parola gli investimenti si sostanzierebbero in un impegno di spesa di 110 milioni di euro, 40 milioni dei quali a carico della società e i restanti 70 milioni a carico di Governo, Regione Campania e Autorità Portuale. Atteso che l’attuazione degli impegni assunti dalle Istituzioni a vario titolo coinvolte per far fronte alle necessità evidenziate, appare necessario quindi non soltanto per non correre rischi e ritardi che possano vanificare questi programmi, un intervento per rafforzare nell’immediato la programmazione effettuata e provvedere con urgenza ad attuare gli interventi attraverso la massima partecipazione di tutti gli attori coinvolti, a partire appunto dalla Regione Campania. Queste urgenze si fondano anche su un fatto preoccupante, cioè la mancata conoscenza, da parte nostra, di un impegno reale del governo regionale volto a concretizzare un piano di rilancio dello stabilimento stabiese, e in particolare la mancata conoscenza di impegni finanziari in tal senso. La settimana scorsa e stata varata la nave Trieste, è stato un evento che ha avuto molta rilevanza mediatica e in quell’occasione il Ministro dello sviluppo economico ha dichiarato pubblicamente che le risorse pari a 70 milioni di euro, o ancor più per 110 milioni di euro, sarebbero già state previste nel Decreto Sblocca Cantieri. Noi questa bozza in esame ce la siamo andati a leggere e abbiamo preso visione anche degli emendamenti in discussione, non risulta alcuna traccia di somme destinate al comparto cantieristico. Di qui la domanda che ci porta all’odierna interrogazione, per quale motivo chiediamo alla Giunta regionale, sono state sottratte dal patto per la Campania risorse pari a circa 2 miliardi di euro, per quale motivo sono state azzerate quelle destinate al polo cantieristico stabiese così come originariamente impegnate e di cui al DEFR del 2016, come mai la Regione Campania non parla e tace? Non si può accontentare dei soli impegni presi ancora una volta dal Ministro dello sviluppo economico a cui non hanno fatto seguito dei fatti concreti? Grazie.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. Anche questa risposta ha chiesto l’intervento di più direzioni, lo specifico, la direzione autorità di gestione del fondo di sviluppo e coesione e la direzione sviluppo economico e attività produttive. La copertura finanziaria degli interventi strategici rientranti nel patto dello sviluppo della Regione Campania, così come assentita dalla delibera di Giunta numero 173 del 2016, oggetto di successiva riprogrammazione con delibera 280 del 2017 e 137 del 2019, oltre ad essere assicurata da risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2014 – 2020, pari a 2.780.000.000,20 euro assegnati alla Regione Campania con delibera CIPE 25 e 26 del 2016, prevede una quota di cofinanziamento a valere su altri fondi, sia nazionali sia comunitari. Nello specifico, tra le risorse disponibili vi erano quelle messe a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico per un importo complessivo di 2,4 miliardi di euro destinati, tra l’altro, al finanziamento dei quattro poli dello sviluppo regionale, tra cui rientrava anche quello stabiese. A tale proposito, nell’ultima seduta del Comitato di indirizzo e controllo per la gestione del patto per lo sviluppo della Regione, tenutasi presso gli uffici dell’Agenzia per la coesione territoriale in data 23 ottobre 2018, è stato rappresentato che le citate risorse ministeriali, all’esito del confronto tra la Regione Campania e il MISE, sono state oggetto di rimodulazione che ha condotto a una rideterminazione delle somme assegnate alla Campania pari a soli 268 milioni di euro, determinando per l’effetto una diminuzione della copertura finanziaria del patto di 2 miliardi. Alla luce della disponibilità delle predette risorse ministeriali e ferma restando l’immutata disponibilità delle risorse FSC 2014 – 2020 a titolarità della Regione, si è reso necessario, soprattutto in considerazione dei vincoli temporali per l’utilizzo delle risorse FSC 2014 – 2020 di cui alla delibera CIPE n. 25 del 2016 e sue successive modifiche, rivedere l’allocazione delle risorse del patto in coerenza con gli indirizzi degli organi di governo regionale secondo quanto previsto dalla riprogrammazione assentita con la citata delibera n. 137 del 2018. In particolare, per quanto concerne il settore dello Sviluppo economico, la Direzione Generale per lo Sviluppo Economico e attività produttive ha precisato che gli interventi previsti dal patto si riferivano ad azioni considerate strategiche e finalizzate a promuovere lo sviluppo produttivo, la crescita del sistema d’impresa e l’occupazione, attraendo investimenti sul territorio di grandi, medie imprese e società a media capitalizzazione, sostenendo le piccole e medie imprese per un rafforzamento produttivo sia in ambito nazionale sia ai fini dell’internazionalizzazione, realizzando aree produttive efficienti ed ecosostenibili e dotando le aree di insediamento industriale di banda ultra larga. Come previsto dal patto, le iniziative da attuare si dovevano collegare sinergicamente alle attività per la ricerca all’innovazione con il principale obiettivo di potenziare il sistema di impresa e le attività produttive della Regione. Nel patto, infatti, veniva precisato che il fattore di sviluppo individuale si concentrano sull’accelerazione dei fattori di competitività, la promozione dei driver e incentivazione dei sistemi e delle filiere produttive, anche attraverso lo sviluppo dell’Agenda digitale verso l’ultimo miglio per garantire banda larga e ultra larga a tutte le imprese, le università, i centri di ricerca e le strutture sanitarie. Ulteriori fattori di sviluppo sono identificabili nell’adozione del Fondo di crescita sostenibile per progetti di ricerca volti all’innovazione di processo e prodotto nei programmi specifici per le aree di crisi, nonché nell’istituzione delle zone economiche speciali. Le misure previste dalla strategia di rafforzamento dei fattori di sviluppo previste dal Patto hanno riguardato la semplificazione e la sburocratizzazione a favore dei cittadini e delle imprese, l’attrazione degli investimenti produttivi dell’area della Campania anche attraverso la realizzazione dello Sportello unico regionale per le attività produttive, il SURAP, la predisposizione di incentivi fiscali automatici per gli investimenti e l’occupazione finanziati con i fondi derivanti dal cofinanziamento delle regioni meno sviluppate e con i fondi FESR ed FSE, l’attivazione di strumenti finanziari e di credito a favore delle attività produttive. I settori di eccellenza da rilanciare sono stati poi individuati in aerospazio, agroalimentare, automotive e cantieristica, moda e abbigliamento. Nonostante la suddetta rimodulazione delle fonti di finanziamento abbia determinato la complessiva riduzione della copertura di tutti gli interventi dell’amico del settore dello Sviluppo economico nell’ambito del settore dello sviluppo economico, le risorse destinate al sostegno delle 4A sono state oggetto di programmazione coerente con gli indirizzi regionali. La Giunta regionale, infatti, con delibera n. 285 del 2017 ha approvato l’accordo di programma con il MISE, poi sottoscritto il 22 giugno, al fine di garantire il cofinanziamento dei contratti di sviluppo per un importo complessivo di 325 milioni di euro, di cui 175 milioni a carico del MISE e 150 milioni della Regione, nell’ambito del quale è stata dedicata una linea specifica proprio a sostegno dei settori auto Motiv, autotrasporto e cantieristica, aerospazio, abbigliamento, moda, agroalimentare e agroindustria, parking. Inoltre, a testimonianza del rilievo strategico dell’area stabiese e dall’importanza che l’Amministrazione regionale assegna alla vocazione settoriale del settore industriale, ivi presente, in particolare alla cantieristica navale, il Porto di Castellammare di Stabia è tra le aree selezionate nella Zes Campania istituita con DPCM dell’11 maggio 2018. Con specifico riferimento a Castellammare di Stabia, la direzione generale Sviluppo Economico segnala che nel Piano strategico della Zes Campania è stato effettuato un approfondimento per il settore della cantieristica navale che ha conosciuto una profonda crisi, ma che a partire dalla seconda metà del 2014 ha segnato, anche per una favorevole congiuntura internazionale, una forte ripresa. Tuttavia, il rapporto tra settore nautica e aree Zes, e il complessivo sistema di aiuta che essi rappresentano, registra un paradosso. Se da un lato infatti nelle aree Zes, legate alle aree portuali, le imprese di filiera trovano naturale collocazione, dall’altro, la normativa comunitaria sui regimi di aiuti non appare premiante. Il Regolamento 651 del 2014, articolo 13, lettera A, infatti esclude il settore delle costruzioni navali dai regimi di aiuto di Stato esenti dalla procedura di notifica alla Commissione. In tal senso, la Regione Campania, in seno al coordinamento delle Regioni interessate dalle opportunità Zes, e Zone Logistiche Semplificate, ha contribuito ad elaborare un documento consegnato al Ministro per il sud in cui sono rappresentate le proposte da sottoporre al vaglio del Governo volte tra l’altro ad ottenere la promozione di un tavolo di approfondimento con l’agenzia per la questione territoriale nella valutazione, in relazione ai Regolamenti comunitari del diniego di agevolazioni per alcuni settori esclusi, quali i trasporti e costruzioni navali, che presentano una significativa coerenza con le opportunità connesse alle aree portuali. Siccome questa è materia che tratto direttamente, voglio precisare che al di là di quello che hanno scritto i miei dirigenti, stiamo tentando di fare anche strade alternative, cioè oltre a quello che è stato fatto dalla Regione e dal Mise con i contratti di sviluppo, quindi Invitalia e Mise che dettano un po’ le regole e noi Regione seguiamo con le nostre lettere di endorsement, abbiamo pensato di fare un accordo di programma prettamente regionale. Ci stiamo lavorando, c’è già stata una delibera, ci siamo sentiti, abbiamo fatto un protocollo perché ritengo, nella mia qualità, che possiamo utilizzare fondi europei direttamente come Regione, senza passare per il Mise. Ci stiamo riuscendo, credo che questo mese daremo qualche risposta in più.

DI SCALA (Forza Italia)

Assessore, la ringrazio perché lei è sempre molto preciso nel leggermi i dati che le rimandano gli uffici e che riportano di fatto l’interrogazione. Avevamo ragione, il Ministro Di Maio ha sottratto 2 miliardi di euro alla Regione Campania. È un fatto di cui prendiamo amaramente atto del silenzio del Governo regionale, è un complotto in questo pacco ai danni della Regione Campania tra il Governo regionale e il Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Abbiamo 2 miliardi in meno, è inutile venirmi a raccontare come sono stati investiti gli altri soldi, non era questo il tenore dell’interrogazione, non era una critica agli investimenti che sono stati fatti con le somme residue, volevamo sapere, e adesso l’abbiamo saputo, che fine hanno fatto questi soldi e come mai la Regione tace. Adesso tutto c’è chiaro, ripeto, è un pacco ai cittadini con il concetto del complice silenzio della Regione Campania nei confronti di un’azione scellerata ai danni dei cittadini, da parte del Ministro Luigi Di Maio.

Semplificazione normativa - testi unic
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: “Semplificazione normativa – Testi Unici” Reg. Gen. 341/2 a firma della consigliera Maria Grazia Di Scala (Forza Italia), già distribuita in Aula.

DI SCALA (Forza Italia)

Grazie. La mia interrogazione fa seguito ad una serie di quesiti che ho già posto alla Giunta. Si parte dalla legge di semplificazione, costituisce la base di quest’interrogazione, in particolare la numero 11 del 2015. L’articolo 3 della norma regionale che ho richiamato stabilisce in particolare che la Giunta regionale presenta al Consiglio dei disegni di legge contenenti testi unici legislativi e regolamentari e devono raccogliere e coordinare l’intera disciplina regionale in alcune materie su cui ovviamente vi sia competenza della Regione. In particolare il comma 5 dell’articolo 3 richiamato prevede espressamente le proposte di testi unici nelle materie dell’agricoltura, attività produttive, turismo, commercio e produzione trasporto e distribuzione di energia per quanto di competenza regionale. La legge risale all’ottobre del 2015, siamo al maggio del 2019, finora io ho visto transitare, ed ancora in sottocommissione, ci tengo a dirlo, testo unico per il commercio, l’unico, non abbiamo ancora affrontato in Aula, avuto il piacere di esaminare, di emendare e poi di approvare un testo unico in queste materie, ci siamo trovati addirittura nella ridicola, devo dire, situazione in cui abbiamo esaminato in Consiglio regionale diverse proposte di legge a firma delle diverse forze politiche relative all’agricoltura, all’alimentazione, avrebbero dovuto, non potuto ma dovuto essere riunite in un testo unico come prevede la legge di semplificazione, che a questo punto devo ritenere è soltanto sulla carta e non serve a semplificare un bel niente. Peraltro questo testo unico commercio, a cui ho fatto riferimento, ho chiesto che venisse discusso anche per un solo pourparler nella Commissione che presiede, sburocratizzazione e digitalizzazione, competenze a farlo, ma ci siamo arenati perché c’erano tantissime criticità che sono state sollevate, che avrei voluto anche sottoporre al Presidente Marrazzo della III Commissione commercio, che poi ha istituito le sottocommissioni, ho fatto espressa richiesta in tal senso, sto ancora aspettando e siamo al maggio, ormai giugno del 2019. Tanto premesso chiedo di sapere, nella mia interrogazione, i motivi superi quali la Giunta non abbia dato attuazione alla normativa regionale che è così chiara e dettagliata, e se intenda presentare un apposito disegno di legge teso ad abrogare le norme previste dalla legge di semplificazione regionale rimaste inattuate, così provvedendo definitivamente ad una reale e fattiva semplificazione.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. Anche questa risposta ha chiesto l’intervento di più direzioni. La materia agricoltura ha formato oggetto di un intenso lavoro orientato al riordino delle vigenti disposizioni e all’individuazione delle numerose norme implicitamente abrogate da leggi successive, mediante la redazione di un testo unico di tipo compilativo. La ricognizione delle vigenti normi ha dato vita ad un documento ricognitivo contenente ben nove titoli, agricoltura, forestazione, utilizzo dei terreni e del consumo del suolo, fattorie didattiche e agricoltura sociale, sorveglianza fitosanitaria, territori montani, protezione della fauna selvatica e disciplina dell’attività venatoria, tutela del patrimonio ittico, caratterizzato da una marcata eterogeneità che unitamente alla corposità e alla complessità del testo, avrebbe inficiato la chiarezza normativa e il conseguimento degli obiettivi di semplificazione. Il testo proposto si componeva infatti di più di 400 articoli in ragione della vastità delle tematiche trattate e delle conseguenze elevato numero di leggi regionali che sono emerse già dalla prima fase di ricognizione, ben 42 leggi. Il copioso numero delle norme da concentrare in un unico testo ha indotto a promuovere dapprima interventi mirati di semplificazione e aggiornamento normativo, tenendo presente l’autonomia di cui godono le Regioni ed alcuni settori di intervento e al contempo la connessione di talune materie, come la tematica ambientale, si pensi alla forestazione e alla caccia, e con le prerogative statali di disciplina. In particolare le esigenze di semplificazione normativa sono state conseguite in tale contesto in primo luogo attraverso due interventi di delegificazione in materia di foreste e bonifica montana, in attuazione dell’articolo 12 della legge 20 gennaio 2017 numero 3, e del comma 40 dell’articolo 1 della legge regionale 31 marzo 2017, n. 10, sono stati approvati rispettivamente due regolamenti di delegificazione: Regolamento Regionale n. 3 del 28 settembre 2017 “Regolamento di tutela e gestione sostenibile del patrimonio forestale regionale” e Regolamento n. 11 del 12 novembre 2018 “Regolamento di tutela e gestione sostenibile dei castagneti da frutto in attualità di coltura”. In secondo luogo, si è intervenuti con una disciplina di dettaglio in tema di utilizzo di suolo agricolo attraverso il Regolamento Regionale n. 6 del 28 agosto 2018 “Disciplina della banca della terra campana”, adottato in attuazione dell’articolo 1, commi 63, 64 e 65 della legge n. 10 del 2017. La Giunta Regionale, inoltre, ha poi approvato con delibera n. 58 del 2019 lo schema di regolamento e attuazione della legge regionale 8 agosto 2014, n. 20 per il riconoscimento e la costituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità attualmente all’esame dell’VIII Commissione consiliare di cui al Registro generale n. 655. Per la disciplina del prelievo venatorio, invece, la correlazione con le tematiche ambientali e la necessità di procedere a un adeguamento normativo ancorato alle esigenze peculiari, quali l’evoluzione giurisprudenziale in materia e la ricollocazione delle competenze in sede regionale a seguito della Legge Deliro di riordino delle province, hanno palesato l’inefficacia degli interventi meramente compilativi e la necessità di un riassetto della disciplina soddisfatta dal disegno di legge “Adeguamento e modifica alla Legge regionale 9 agosto 2012, n 26 – Norme per la protezione della fauna selvatica e disciplina dell’attività venatoria Campania”, approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 767 del 2018, è attualmente all’esame dell’VIII Commissione consiliare di cui al Registro Generale n. 617. Riguardo le materie attratte al vasto insieme costituito dall’area dello sviluppo economico, la Giunta regionale ha individuato il commercio come primo settore omogeneo nel quale predisporre, in attuazione di quanto disposto dalla legge di semplificazione, un testo unico. Il testo è attualmente in esame di un’apposita Sottocommissione insediatasi nel mese di luglio 2018 che ha provveduto ad analizzare gli oltre trecento emendamenti presentati, volti non soltanto a innovare le disposizioni regionali in materia, ma anche ad ampliare ulteriormente nell’ambito di applicazione del Testo Unico, includendovi anche ambiti di attività, ad esempio in materia di somministrazione di alimenti e bevande ancora del tutto privi di una disciplina a livello regionale. Di particolare rilievo è l’adeguamento sostanziale della disciplina alle diverse fonti statali, da ultimo riformate, in particolar modo attinenti la materia del commercio sulle aree pubbliche. Attualmente sia la Direzione Generale dello sviluppo economico sia l’Ufficio legislativo supportano i lavori consiliari nelle modalità consentite. Al contempo, pur se l’ambito dell’approvando Testo Unico non si esaurisce nella disciplina degli aspetti attratti alla materia del commercio in senso stretto, ma coinvolge i profili riconducibili in senso lato allo sviluppo economico, la competente Direzione Generale evidenzia l’avvenuta stesura dei disegni di legge che hanno condotto alla promulgazione delle leggi regionali n. 16 del 2017 “Norme in materia di autorizzazione alla costruzione di esercizio di impianti elettrici non facenti parte della rete di trasmissione nazionale”, n. 37 del 2017 “Norme per l’attuazione del Piano energetico ambientale” e n. 39 del 2018 “Norme in materia di impianti termici e di certificazione energetica degli edifici”, per tale strada sono stati dunque attuate quelle esigenze di semplificazione e riordino normativo richieste dalla legge regionale n. 11 del 2015, che hanno poi trovato sistematica soddisfazione nelle leggi annuali di semplificazione che sono puntualmente seguite alla legge regionale n. 11, concorrenti in tal modo alla realizzazione del notevole programma di semplificazione normativa e amministrativa attuato e promosso dalla Giunta Regionale. Con riguardo, poi, alla recente necessità di intervento legislativo regionale settoriale nella materia dell’energia, la Direzione Generale Sviluppo economico ha comunicato che promuoverà il lavoro di sistematizzazione delle diverse norme nella forma di un Testo Unico. In materia di turismo sono state predisposte due diverse proposte, una compilativa e una innovativa. La loro formulazione è risultata particolarmente complessa, sussistendo in un elevato numero di disposizioni stratificate nel tempo e implicitamente abrogate dalle norme successive, pur senza essere mai state espressamente abrogate. Entrambe le versioni di Testo Unico, prevedono infatti ben 30 abrogazioni espresse di Testi legislativi che hanno richiesto un rilevante lavoro di coordinamento formale delle rimanenti disposizioni. In merito alla definitiva stesura del Testo Unico, la competente direzione generale per le politiche culturali e turismo interloquisce dal mese di marzo con l’ufficio legislativo nell’ambito della linea 7 del programma integrato di interventi di rafforzamento della capacità istituzionale e amministrativa della Pubblica Amministrazione. Sono all’esame le due proposte trasmesse agli uffici nella direzione per una condivisione nel merito del testo. Tale esame, già particolarmente complesso, vista la materia, è reso più delicato dall’incerta involuzione del quadro normativo nazionale. Da ultimo infatti, il recente disegno di legge di iniziativa governativa, delega al Governo in materia di turismo, all’esame della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, in sede referente, conferisce al Governo la delega di armonizzare con il diritto europeo la normativa nazionale in materia di turismo nei limiti delle competenze statali mediante, tra le altre cose, il riordino della normativa in materia di professioni turistiche e la revisione della normativa relativa alla classificazione delle strutture alberghiere con definizione degli ambiti di attività e della tassonomia delle strutture ricettive ed extra alberghiere.

DI SCALA (Forza Italia)

Mi dispiace Assessore, ma continuo a non ritenermi soddisfatta da queste sue risposte. Ancora una volta lei è andato fuori traccia, l’hanno fatta andare fuori traccia perché lei mi ha risposto dicendomi tutto quello che la Giunta, le direzioni, tutto quello che è stato normato nelle materie che dovrebbero essere oggetto, per espressa previsione di norma regionale, dei Testi Unici. C’è una norma, articolo 3 della legge di semplificazione 11 del 2015, si prevede che quelle materie bisogna normare con i Testi Unici? Cancelliamola, abroghiamola, togliamo di mezzo i Testi Unici perché lei di fatto mi sta dicendo che è difficile ed io me ne rendo conto perché opero in questo settore, mi rendo conto che è difficile anche per chi ha una specifica competenza tecnica andarsi a cercare una norma qua, una norma là, si impazzisce, veramente come delle biglie impazzite. È questo lo scopo dell’articolo 3 che mira ad accorpare tutto, almeno in quelle materie, nei Testi Unici. Non mi può venire a dire: abbiamo fatto questo, questo e quell’altro. Le email le leggo e leggo le Commissioni di cosa si occupano e ancora una volta mi intossico perché non è possibile che sempre nelle stesse materie non si facciano confluire le norme in un Testo Unico. Quello sarebbe, devo pensare e ne prendo constatazione, ancora una volta amaramente, soltanto sulla carta, una maniera per semplificare la vita della gente e degli operatori. Quanto alla questione della Sottocommissione per il Commercio istituita nel luglio 2018, la devo smentire ancora una volta, perché faccio parte di quella Sottocommissione, gli emendamenti che sono frettolosamente bollati come inammissibili, quindi sono ben pochi gli emendamenti che sono alla fine rimasti da discutere, comunque non attengono al merito degli argomenti che vanno a confluire e disciplinare il Testo Unico, tant’è che non si è ivi prevista la legge sull’editoria che costituisce un settore a parte, anche quella correttamente e coerentemente con l’articolo 3 della legge di semplificazione, dovrebbe rientrare nel Testo Unico sul commercio. Cosa devo pensare ancora una volta? Sono legittimi i miei dubbi quando penso che le norme che ci sono non vengono fatte rispettare, la legge di semplificazione, l’articolo 3, fa il Testo Unico, dovrebbe essere completamente abolita e cancellata perché essa stessa non mantiene gli impegni e non norma come si dovrebbe normare, si continua a fare tutto alla carlona, e lo vediamo nelle Aule del Consiglio cosa perviene. Abbiamo i Surap, che sono stati istituiti con l’articolo 19 di questa alcune, ho fatto delle audizioni nella mia Commissione ed è emerso il mancato collegamento, sempre violando l’articolo 19 stesso, che prevede che il Surap effettua l’attività di coordinamento con i Suap locali e con il monitoraggio e l’interfaccia, anche telematica, non dico quotidiana, ma settimanale o mensile. È emerso invece che i Suap sono abbandonati a loro stessi, che non c’è questo raccordo, non c’è questo monitoraggio. Le coperture finanziarie di questa legge, l’articolo 22 se ne occupa quanto al Nusar, questa entità che di fatto è l’ufficio legislativo della Giunta e del Presidente, che poi tra l’altro, se dobbiamo dirla tutta, i nomi dei membri del Nusar, di cui all’articolo 8, erano già affissi fuori la porta degli uffici di Santa Lucia o di dove stanno allocati, prima che venisse effettuata la selezione. Questo Nusar costa. Per il 2015 è stato previsto un incremento di 35 mila euro e 200 mila euro per ogni anno successivo. Alla fine è un milione di euro per cinque anni. La Regione in un click costa, 30 mila euro di incremento per il 2015 e altri 30 mila per gli anni successivi, sono 150 mila euro per 5 anni. Idem per i Surap, 95 mila euro ad anno per avere una bozza di Testo Unico per il commercio incompleto, che ancora giace nelle Sottocommissioni. È questo il risultato. La semplificazione non viene effettuata, non le votate più le leggi di semplificazione, sono chiacchiere e sono degli investimenti finanziari di non poco conto. L’articolo 3, aboliamolo, non serve a niente, non è possibile che in quattro anni e mezzo abbiamo una bozza ancora di Testo Unico che ancora giace in Sottocommissione, e questo è vergognoso.

PRESIDENTE (Russo)

La seduta è tolta.

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