Buongiorno colleghi e benvenuti alla seduta odierna di Question Time. Ricordo che ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente, l'interrogante, o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto replicare per non più di due minuti. Ricordo inoltre che le interrogazioni all'ordine del giorno sono state elencate nell'ordine di presentazione. Faccio presente che l'Assessore Fulvio Bonavitacola, con nota risalente al 24 marzo, ha comunicato che per concomitanti impegni istituzionali non potrà partecipare all'odierna seduta di Question Time, pertanto, l'interrogazione a firma della Consigliera Muscarà, Reg. Gen. 136/2 è rinviata. Il Consigliere Cammarano ha chiesto di poter posticipare la discussione dell'interrogazione a sua firma, Reg. Gen. 132/2 a fine elenco. Infine, la Consigliera Patriarca, con nota del 23 marzo, ha comunicato l'impossibilità a poter discutere l'interrogazione a propria firma, Reg. Gen. 128/2.
Premesso che a) a seguito degli eventi meteorologici straordinari verificatisi nei giorni 24, 25 e 26 gennaio 2003, nel territorio della regione Campania, si verificarono frane, smottamenti, inondazioni, con ingenti danni alla viabilità, alle infrastrutture ed al patrimonio edilizio pubblico e privato e gravi difficoltà al tessuto economico e sociale delle zone interessate; b) con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in data 31 gennaio 2003 veniva dichiarato lo stato di emergenza per i suddetti eventi e con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 marzo 2003, n. 3277 adottato il piano di riparto delle risorse finanziarie autorizzate ai sensi del decreto-legge 7 febbraio 2003, n. 15; c) con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3322 del 23 ottobre 2003 il Presidente della regione Campania veniva nominato commissario delegato per gli eventi meteorologici di cui in premessa, con il compito di provvedere alla realizzazione degli interventi diretti alla rimozione delle situazioni di pericolo nonché a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi di cui sopra liquidando dei contributi economici anche a titolo di anticipazione sulla definitiva liquidazione e avvalendosi di soggetti attuatori e enti locali; d) con ordinanza commissariale n. 17/2004 veniva pubblicato avviso per la ricognizione dei danni e il relativo modello di domanda sulla cui base i Comuni interessati provvedevano ad istruire le domande approvando con appositi decreti sindacali gli elenchi dei beneficiari; e) con ordinanza commissariale n. 3/2007 l'allora commissario Bassolino approvava gli elenchi e provvedeva a liquidare il 35% del dovuto; f) con la successiva ordinanza commissariale n. 33 del 10 marzo 2008 sui 35 milioni destinati, venivano trasferite nel bilancio ordinario della Regione Campania risorse pari a circa 26 milioni; g) lo stato di emergenza di cui all'O.P.C.M. n. 3322/2003 è stato prorogato con OO.P.C.M. n. 3415/2005, n. 3506/2006 e con O.P.C.M. n. 3564/2007 è stato disposto che l'attuazione e il completamento del programma dovesse avvenire entro e non oltre il 30 giugno 2007; h) con Delibera n. 1117 del 4 luglio 2008, la Giunta regionale della Campania prendeva atto del passaggio alla Regione Campania della gestione in regime ordinario degli interventi già in capo alla gestione commissariale e affidava, in regime provvisorio, ogni connessa attività di gestione al Settore 03 Programmazione Interventi di Protezione Civile sul Territorio. Rilevato che a) dalle informazioni assunte risulta che a distanza di quasi venti anni dall'evento dannoso non tutte le somme riconosciute siano state liquidate ai beneficiari da parte della Regione Campania per cui sono stati proposti ricorsi in sede giurisdizionale, molti dei quali accolti con esito favorevole; b) in particolare, risulta all'interrogante, che in alcuni comuni del beneventano non si sia ancora giunti alla liquidazione dei beneficiari con notevoli differenze tra un comune e l'altro: mentre per i beneficiari residenti nel comune di Airola, a seguito di ottenimento di decreti ingiuntivi non opposti dalla Regione, sono state riconosciute e liquidate le somme dovute, per i beneficiari del Val Fortore le domande sono state respinte e risultano ancora in corso i procedimenti in appello; - nel Bilancio gestionale della Regione Campania per gli anni 2020-2021-2022 approvato con Delibera di Giunta n. 7 del 15 gennaio 2020, all'allegato 2 "Spesa" è riportato il capitolo di spesa per l'attuazione del programma e degli interventi ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio. Tutti questi soldi afferivano alla Direzione Generale per i lavori pubblici e la Protezione civile, con un residuo di questi soldi pari a 3 milioni 477 mila 551 euro 11 centesimi. Detto questo, interroghiamo la Giunta Regionale su qual è lo stato di attuazione del Programma di interventi disposto a seguito degli eventi meteorologici del 24, 25 e 26 gennaio 2003; quali sono le ragioni per cui, a fronte di questa disponibilità finanziaria, non è stato ancora liquidato integralmente quanto dovuto. Grazie.
Grazie, Presidente. In ordine ai due quesiti, qual è lo stato di attuazione del programma di interventi e quali sono le ragioni per cui i contributi non sono ancora integralmente stati liquidati, la Direzione Generale per i lavori pubblici e la Protezione civile ha fornito i seguenti elementi di risposta: gli eventi meteorologici straordinari del 24, 25 e 26 gennaio 2003 sono stati preceduti dagli eventi, anch'essi alluvionali, che hanno colpito la Regione Campania nei giorni 22 agosto, 5 settembre e 14 - 15 settembre 2001. A fronte degli eventi del 2001, fu dichiarato lo stato di emergenza con decreto del Consiglio dei Ministri del 21 settembre 2001 e con ordinanza del Ministero degli Interni 3158, sempre del 2001, veniva nominato il Presidente della Regione Commissario straordinario per l'attuazione degli interventi nei territori dei Comuni colpiti, ricadenti nelle province di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno. Dopo due anni, nel 2003, straordinari fenomeni atmosferici si sono ripetuti il 24, 25 e 26 gennaio e, in conseguenza della dichiarazione dello stato di emergenza, con decreto DPCM del 31 gennaio 2003, con l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 ottobre 2003, n. 3322, venne nuovamente nominato il Presidente della Regione quale Commissario straordinario per l'attuazione degli interventi nei territori dei Comuni colpiti, ricadenti anch'essi nelle province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, ad eccezione di quella di Napoli. Nel Piano finanziario, per far fronte agli eventi del 2003, riconducibili all'ordinanza n. 3322 del 2003, fu approvato, con ordinanza n. 16 del 25 novembre 2004, rimodulato con ordinanza n. 67 del 24 ottobre 2006. Quest'ultima rimodulazione previde lo stanziamento della somma di un milione 555 mila quale contributo da destinare ai nuclei famigliari e alle attività produttive. Nel 2007, con ordinanza n. 3 del 5 ottobre, si provvide a liquidare ai nuclei famigliari e alle attività produttive un contributo pari al 35 per cento dei danni sofferti ai privati beneficiari, ai sensi degli articoli 3, 4 e 5 dell'ordinanza n. 3322 del 2003, per un totale di un milione 493 mila 422 che corrisponde alla quasi totalità della somma stanziata che, ricordiamo, era pari a un milione 555 mila. E' da evidenziare che, ai sensi dell'ordinanza richiamata n. 3322 del 2003 e, in particolare, del suo articolo 4, il contributo previsto si configura non già come ristoro dei danni, ma è volto a favorire un rapido rientro nelle unità immobiliari distrutte o danneggiate e il ritorno alle normali condizioni di vita. A tale fine, l'articolo 4 prosegue chiarendo che il Commissario delegato è autorizzato, nei limiti delle risorse assegnate, a erogare contributi a titolo di acconto fino a un massimo di 30 mila per ciascuna unità abitativa distrutta o danneggiata a seguito degli eventi meteorologici. Il commissario delegato è autorizzato altresì ad anticipare la somma fino a un massimo di 15 mila euro per la riparazione di immobili danneggiati, la cui funzionalità sia agevolmente ripristinabile, sulla base di apposita relazione tecnica, degli interventi da realizzare e dei relativi costi stimati. I contributi concessi costituiscono anticipazioni su future provvidenze a qualunque titolo previste. Alla luce di tali previsioni assunte dal limite dei fondi assegnati, dapprima pari a 400 mila euro, ordinanza commissariale n. 16 del 2004 e successivamente integrati fino a un milione 555 mila, ordinanza n. 67 del 2006 per i contributi ai privati, si è proceduto a erogare il 35 per cento del contributo spettante a tutti gli aventi diritto, fino all'esaurimento della capienza del capitolo di riferimento. Al contempo, venivano appostate, sulla stessa contabilità speciale, accesa presso la Banca d'Italia, sia le risorse destinate alla realizzazione degli interventi per far fronte agli eventi del 2001, previsti dall'ordinanza 3158 del 2001, sia le risorse destinate agli interventi previsti dall'ordinanza del Presidente del Consiglio 3322 relativi alle situazioni di emergenza del gennaio 2003. È il caso di rilevare che detta anomalia contabile, costituita dall'aver appostato inizialmente sulla stessa contabilità speciale i fondi di entrambe le strutture commissariali, confluite successivamente nel Bilancio regionale sul capitolo di spesa 1212, ha ingenerato la complicanza di dover utilizzare fondi che sebbene riuniti in un'unica cassa, erano contraddistinti da separati e diversi vincoli di destinazione, poiché destinati alla realizzazione di distinti piani di intervento. In ogni caso, attualmente, si può affermare che le risorse finanziarie programmate dai commissari delegati, sono state utilizzate per l'attuazione del programma degli interventi, mentre i fondi che attualmente risultano tra i residui passivi, pari a 3 milioni 487 mila 551, sono inevitabilmente destinati al completamento degli interventi residui sia riferiti all'ordinanza 3158 del 2001 sia riferiti all'ordinanza 3322 del 2003. Questi ultimi fondi residuali, gravati dal diverso vincolo di destinazione, non possono essere corrisposti a favore dei nuclei familiari poiché la somma stanziata in loro favore dai piani degli interventi ammonta a 1 milione 555, come già detto, ed è stata quasi per intero erogata. Ricordo a me stesso, 1 milione 493. In conclusione, per quanto rappresentato, la direzione generale Lavori Pubblici e Protezione Civile ha sottolineato che sia il commissario delegato sia l'ex settore Protezione Civile non hanno adottato alcun trattamento differenziato tra i residenti del Comune di Airola e quelli della Val Fortore, trattandosi di fondi vincolati, è stato erogato il 35 per cento del contributo spettante a tutti gli aventi diritto, fino all'esaurimento della capienza del capitolo di riferimento. Diversamente è invece avvenuto e avviene allorquando, a seguito di ricorso da parte dei privati, l'Amministrazione regionale, in caso di soccombenza, è stata o è obbligata ad elargire ulteriori somme ai privati, ma esclusivamente a seguito del contenzioso promosso in sede civile. È da sottolineare che per buona parte dei contenziosi intentati, l'Amministrazione regionale risulta vincente. Ci si richiama infatti a quanto da ultimo ha avuto modo di pronunciare il Tribunale di Benevento in occasione di una pronuncia favorevole alla Regione. Sia il commissario delegato prima che la Regione Campania dopo, erano tenuti a gestire dette attività nei limiti delle risorse disponibili e non può ritenersi sussistente in capo al privato un diritto soggettivo all'erogazione dell'intero importo del danno di cui all'atto di ricognizione del decreto sindacale, in quanto i fondi sono risultati non sufficienti. Non vi è stato altro stanziamento erogato ed appostato dallo Stato per le finalità inerenti i danni subiti dai privati e dalle attività produttive, né la Regione poteva modificare il vincolo di destinazione già impresso alle residue risorse finanziarie trasferite nel proprio bilancio con la conseguenza che la mera approvazione degli elenchi, con l'indicazione del contributo massimo ammissibile, non è atto idoneo a far sorgere il diritto vantato ed azionato con il ricorso monitorio. Così, il Tribunale di Benevento, con la sentenza 1520 del 2018.
Grazie Presidente. Premesso che con delibera n. 767 del 17.11.2021 il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Vanvitelli ha approvato un bando per un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di sei posti a tempo indeterminato per profilo di dirigente amministrativo. Questo concorso è stato pubblicato sul BURC n. 118 del 27 novembre 2021 e, successivamente, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, serie speciale "Concorsi ed esami", n. 13 del 15 febbraio del 15 febbraio 2022, con scadenza al 17 marzo 2022. Ad oggi, in Regione Campania, sono vigenti graduatorie relative alla medesima posizione messa a concorso ("dirigente amministrativo) presso l'Asl n. 1 di Napoli, l'Asl Napoli 2 Nord, l'Azienda Ospedaliera Ruggì d'Aragona di Salerno e l'Azienda ospedaliera di rilevanza nazionale di Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. Considerato che con diverse note (da ultima la nota del 26 ottobre 2021) la Direzione Generale per la Tutela della Salute ha invitato le Aziende del Sistema Sanitario Regionale a verificare, prima della richiesta di designazione dei componenti regionali (titolari e supplenti), se sulla piattaforma SINFOPERS, consultabile sul sito internet regionale, sono presenti graduatorie vigenti da utilizzare, onde evitare riscontri regionali negativi; Ritenuto che con sentenza n. 2013 del 29 marzo 2021 il TAR Campania, Ufficio di Napoli, ha chiarito il principio secondo cui è da considerarsi vincolante, come procedura di selezione, lo scorrimento di graduatoria altro ente presente nella rete del Sistema Sanitario Regionale. Chiediamo alla Giunta di sapere, con cortese sollecitudine (devo dire che la risposta è stata molto accelerata) le ragioni che hanno spinto la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Vanvitelli" a non prendere in considerazione le vigenti graduatorie per dirigenti amministrativi già presenti in altre strutture e questo espone l'Azienda stessa a potenziali ricorsi ed a connessi eventuali danni risarcitori e/o danno erariale. Grazie.
Il quesito, quindi, tende a conoscere quali sono le ragioni che hanno spinto la Direzione dell'Università Vanvitelli dell'Azienda Ospedaliera a non prendere in considerazione le graduatorie vigenti. La Direzione Generale ha acquisito gli elementi dall'Azienda Ospedaliera, che risponde in questi termini: la Direzione Generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Vanvitelli opera una ricostruzione del quadro normativo a cui deve ricondursi l'operato dell'Azienda Ospedaliera Universitaria nelle due diverse tipologie organizzative costituite dalle Aziende Ospedaliere Universitarie integrate con il sistema sanitario e dalle Aziende Ospedaliere integrate con l'Università, decreto legislativo n. 517 del 1999. Le due tipologie sono riconducibili alle aziende ospedaliere costituite in seguito alla trasformazione dei policlinici universitari a gestione diretta, denominate "Aziende Ospedaliere Universitarie Integrate con il Servizio Sanitario Nazionale" e alle Aziende Ospedaliere costituite mediante trasformazione dei presidi ospedalieri nei quali insiste la prevalenza del corso di laurea in medicina e chirurgia, anche operanti in strutture di pertinenza dell'università denominate "Aziende ospedaliere integrate con l'Università". La Direzione Generale dell'Azienda Vanvitelli si sofferma su una differenza sostanziale tra le due tipologie di aziende ospedaliere universitarie, costituita dalla circostanza che la prima si integra, ma non appartiene al Servizio Sanitario Nazionale, rimanendo ascritta al novero degli enti di istruzione e ricerca, mentre la seconda si integra, ma non fa parte dell'università, appartenente, invece, al Servizio Sanitario Nazionale. L'azienda Vanvitelli è azienda universitaria che si integra, ma non appartiene al Servizio Sanitario Nazionale, rimanendo ascritta al novero degli enti di istruzione e ricerca. Tali aziende integrate con il Servizi Sanitario Nazionale presentano una missione più complessa di assistenza integrata con didattica e ricerca, nonché una cogestione regione e università. La ricostruzione operata dall'Azienda Vanvitelli richiama il riscontro del 6 ottobre 2021 del Ministro per la Pubblica Amministrazione a un'interrogazione parlamentare in cui si afferma che il ricorso alle graduatorie vigenti mediante scorrimento degli idonei, utilmente collocati, costituisce una mera facoltà e non un obbligo. Secondo la ricostruzione operata dall'azienda il Ministro, in sede di riscontro, ha richiamato principi meritocratici nella selezione del personale, evidenziando che coloro che sono collocati in graduatoria sono idonei all'assolvimento delle funzioni dirigenziali, ma non vincitori di concorso e ha sottolineato che il ricorso alle graduatorie vigenti richiede la sovrapponibilità dei profili professionali richiesti con quelli selezionati dalle graduatorie in vigore. Riguardo quest'ultimo profilo, della sovrapponibilità delle funzioni e dei profili professionali, quale condizione del ricorso all'utilizzo di graduatorie vigenti, la direzione dell'azienda Vanvitelli rimarca le differenze che sussistono tra un'azienda ospedaliera universitaria integrata con il Servizio Sanitario Nazionale, quale essa è, e le aziende del Servizio Sanitario Nazionale. Tali differenze, inevitabilmente, ricadono sulle qualità e sul tipo delle prestazioni professionali richieste al proprio personale dall'una o dall'altra organizzazione. Una prima distinzione viene ricondotta alla diversità di comparto di contrattazione per alcuni suoi dipendenti. L'azienda, inoltre, secondo la ricostruzione operata dalla direzione generale, precisa: opera ai sensi dell'articolo 2, comma 8, del decreto legislativo 517 del 1999 secondo modalità organizzative e gestionali determinate in analogia alle disposizioni del decreto legislativo 502 del 1992 che incontrano, però, applicazioni ove il decreto legislativo 517 non disponga diversamente; svolge la propria attività istituzionale applicando specifiche norme di settore prettamente universitarie; si avvale dei beni mobili ed immobili messi a disposizione dall'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e ha una dotazione organica rappresentata per l'80 per cento da personale universitario; applica sovente specifiche norme universitarie, di comparto e di settore, che riguardano il personale docente e non docente dell'ateneo e i procedimenti amministrativi propri dell'Azienda Ospedaliera Universitaria, qual è appunto la Vanvitelli, che necessitano di conoscenze e competenze non limitate al solo sistema sanitario; presenta un'organizzazione e un funzionamento diverso da quello di un'azienda del Servizio Sanitario essendo Azienda Ospedaliera Universitaria integrata con il Sistema Sanitario Regionale; assolve provvedimenti amministrativi regolati da disposizione che riguardano sia aspetti propriamente assistenziali, sia didattici sia di ricerca; infine, la sua organizzazione, richiede profili lavorativi che necessitano di una specifica conoscenza dei processi e delle procedure che attengono al settore giuridico amministrativo delle aziende ospedaliere universitarie. Alla luce della ricostruzione operata dalla sua direzione generale, l'azienda Vanvitelli costituisce, dunque, un'azienda dell'Università integrata con il Servizio Sanitario e non può essere considerata Azienda Sanitaria del Servizio Sanitario Regionale. In merito alle problematiche sollevate dall'interrogazione, alla stregua dei peculiari tratti ordinamentali e organizzativi descritti, la direzione generale dell'azienda Vanvitelli ha ritenuto che l'utilizzo delle graduatorie degli idonei, approvate da altre Aziende Sanitarie Regionali non presuppongono profili professionali perfettamente sovrapponibili a quelli necessari a far funzionare l'azienda Luigi Vanvitelli.
Grade confusione, caos nel Sistema Sanitario Nazionale, oggi, questa risposta non fa altro che confermare questa confusione. Non so il direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria da chi viene nominato ed ho delle perplessità per quanto riguarda le cose che dice il direttore generale, che dice che l'Azienda Ospedaliera Vanvitelli è avulsa dal Sistema Sanitario Regionale. Detto questo, rimane impresso un concetto fondamentale: l'assoluta arroganza con cui i direttori generali, nominati del Presidente De Luca, esercitano la loro azione sul territorio. È vero che loro hanno un rapporto diretto con il Presidente De Luca che ne indica la strategia per quanto riguarda la tutela della salute sul territorio, ma questo non significa che vanno e possono esercitare il loro potere in maniera arrogante sul territorio, né stravolgendo alcune regole che la Regione Campania stessa dà, cosa che è successa alla Vanvitelli, cosa che sta succedendo anche all'Ospedale Civile di Benevento, dove il direttore generale si arroga il diritto di calpestare professionalità rispetto a concorsi di professionisti dando più alla politica, all'appartenenza politica, addirittura alla parentela politica, piuttosto che alla professionalità. Anni e anni di esperienza buttati al vento da parte di professionisti in ragione di compiacere il potere politico. Esistono degli interrogativi da porre alla Giunta. Il Presidente De Luca, durante la campagna elettorale che abbiamo appoggiato a piene mani, parlava di trasparenza, parlava di professionalità, parlava di tutela del territorio. Deve rivedere i rapporti con questi direttori generali. Non so il direttore generale dell'azienda Vanvitelli, conosco il direttore generale del San Pio, Mario Ferrante, a cui rivolgiamo determinati interrogativi. Purtroppo, loro non ci possono rispondere, dovrà rispondere il nostro Presidente, ma nel frattempo stiamo raccogliendo delle firme per mandare via queste persone che hanno calpestato la professionalità e la tutela della salute del territorio. Il 2 aprile faremo la festa dell'Ordine dei Medici, teniamo sia gli altri colleghi che hanno fatto 40 anni di attività sia i nuovi iscritti. Parleremo anche in quella sede di quest'arroganza da parte dei direttori generali che non rispettano né il territorio e soprattutto non rispettano chi ha deciso di metterli in quelle postazioni. Chiedo scusa, Assessore, se sono andato un po' fuori tema, ma lei è anche un collega e penso sia particolarmente sensibile a questi fatti. Credo che ognuno di noi abbia diritto alla cura nel modo migliore possibile e mi dispiacerebbe arrivare nelle mani di una persona incompetente che ha, come unico curriculum, la parentela con i Consiglieri regionali oppure con i parlamentari. Grazie.
Premesso che: 1. Garanzia Giovani è il programma europeo che favorisce l'avvicinamento dei giovani tra i 16 e i 35 anni al mercato del lavoro offrendo, determinando anche l'orientamento e la formazione oltre all'inserimento al lavoro; 2. La Regione Campania, ha aderito a tale progetto, ha portato avanti tale progettualità considerando il tirocinio come forma di politica attiva per quanto riguarda l'inserimento nel mondo del lavoro da parte dei giovani e devo dire che sono tante le aziende e soprattutto i giovani che hanno partecipato a tale misura. Questo, chiaramente, fa ben sperare per quanto riguarda le prospettive future a livello occupazionale. C'è da dire che nonostante il progetto Garanzia Giovani e i beneficiari di tale misura abbiano già, da un po' di mesi, iniziato le loro attività presso strutture pubbliche o aziende private e la stragrande maggioranza, una parte consistente, forse troppi beneficiari, ancora oggi non percepiscono l'indennità che gli spetta, determinando un ritardo notevole nel poter erogare, da parte della Regione, le indennità. Conosco benissimo la sensibilità sui temi legati ai giovani e all'inserimento nel mondo del lavoro sia da parte del Presidente De Luca sia da parte dell'Assessore Filippelli che spesso hanno dato segnali anche molto forti su questi temi, però una burocrazia incomprensibile determina ritardi inaccettabili, soprattutto nei confronti dei nostri giovani e soprattutto una Regione che rispetto al tema anche dei pagamenti, della celerità dei pagamenti, ha dimostrato di riuscire a recuperare dei gap del passato notevoli, pensiamo al comparto sanitario, pensiamo al mondo delle farmacie, dove c'è stata una risposta forte in termini anche di efficacia dei tempi per quanto riguarda i pagamenti. Proprio con i giovani oggi abbiamo questa difficoltà, ma tutto questo determina non soltanto una sfiducia proprio nei confronti dei giovani stessi, ma determina anche una sfiducia nei confronti di quelle aziende che hanno aderito al progetto di Garanzia Giovani perché ovviamente non avendo tempi certi e celeri, ovviamente, non aderiscono più alla misura di Garanzia Giovani determinando ovviamente il rischio di togliere opportunità ai giovani campani, ai giovani under 35, di poter essere inseriti nel mondo di lavoro e di poter fare quel percorso formativo particolarmente importante e utile. L'auspicio è che innanzitutto si possa procedere al più presto al pagamento di tutti i beneficiari della misura e magari, perché no, una misura che certamente è lodevole, però praticamente nell'attuazione ha dato una serie di criticità. Questo significa che, probabilmente, dobbiamo anche rivedere qualcosa, quindi l'auspicio è che attraverso un percorso di forte e incisiva sburocratizzazione e di vera semplificazione si possa arrivare a facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro da parte dei giovani campani. Grazie.
Grazie, Presidente. Nell'ambito del programma "Garanzia Giovani" la Direzione Generale Autorità di gestione Fondo sociale europeo e Fondo per lo sviluppo e coesione riveste la funzione di organismo intermedio (con due delibere) e, come tale, assicura il raggiungimento dei risultati attesi e la messa in opera di tutte le misure necessarie, anche di carattere organizzativo e procedurale, idonee a garantire il corretto utilizzo delle risorse finanziarie e il puntuale rispetto della normativa comunitaria e nazionale da applicare. Nel rispetto del principio di separazione delle funzioni, di cui all'articolo 72 del Regolamento Europeo n. 1303 del 2013, la responsabilità nell'attuazione delle gestioni del controllo e del monitoraggio di questo programma spetta alla Direzione Generale n. 11 "Istruzione, Formazione e Lavoro e Politiche giovanili". Per quanto concerne la misura 5 "Tirocini" del Piano attuativo PAR Campania, Garanzia Giovani, la Direzione Generale Autorità di gestione, in veste di organismo intermedio, ha acquisito il positivo parere dell'Autorità di gestione PON ANPAL, sull'avviso pubblico adottato dalla Direzione Generale n. 11, che ha individuato i soggetti ospitanti, presso i quali realizzare il tirocinio e programmato le risorse dedicate, che sono pari a complessivi 55 milioni. Questo è il primo bando. La presentazione delle istanze di partecipazione dei tirocinanti è avvenuta in via telematica e la valutazione della loro ammissibilità è stata rimessa ad un'apposita Commissione di valutazione nominata dalla Direzione Generale. Successivamente, si è provveduto a verificare l'insussistenza di procedure in corso di cassa integrazione guadagni in capo ai soggetti ospitanti e a redigere distinti piani di intervento personalizzato. Segnatamente alla tempistica di erogazione delle indennità, la Direzione Generale ha avuto modo di precisare che l'erogazione dell'indennità è effettuato direttamente dall'INPS, a seguito della trasmissione con cadenza trimestrale delle autorizzazioni di pagamento con gli elenchi degli aventi diritto, predisposti all'esito della verifica sull'apposito sistema informatico della documentazione inserita. A tale fine, non vanno sottaciute le numerose incombenze amministrative svolte dalla Direzione affinché l'INPS possa erogare l'indennità, verifica status, verifica sussistenza dichiarazione UniLav di inizio tirocinio, con allegata convenzione e progetto formativo, piano di intervento personalizzato del tirocinante che formalizza il patto di servizio stipulato tra il servizio del lavoro e il giovane all'atto della presa in carico, la scheda anagrafica professionale attestante la presa in carico del programma Garanzia Giovani e l'avvio della misura, l'attestazione di avvenuto pagamento delle indennità mensili di partecipazione a carico dell'ospitante, registro delle presenze comprovante l'effettiva partecipazione a percorso di tirocinio puntualmente compilato e sottoscritto dal datore di lavoro o dal tutor, soggetto ospitante e dal tirocinante, riepilogo mensile delle presenze con indicazione del monte ore mensile, dichiarazione dell'operatore per i servizi per il lavoro attestante l'acquisizione delle autodichiarazioni redatte ai sensi del 445 del 2000, con la quale i destinatari e il legale rappresentante del datore di lavoro dichiarano l'assenza dei vincoli parentali e affinità reciproche fino al terzo grado. E', quindi, un'istruttoria molto complessa. Attualmente, in Regione Campania risultano avviati circa 2 mila 200 tirocini, le cui richieste di liquidazione dalle relative indennità sono in corso di verifica. Allo stato, le pratiche che la Direzione Generale ha trasmesso all'INPS per il trimestre settembre - novembre 2021 (ricordiamo che la procedura è iniziata a settembre) riguardano 1016 tirocinanti, per un ammontare complessivo di 801.500,00 euro. Ad oggi, risulta che l'INPS ha provveduto a corrispondere le indennità per 841 tirocinanti, per un importo di 642.076,00. Ai fini delle autorizzazioni di pagamento trasmesse all'INPS, nonostante la complessità del procedimento dal momento dell'effettiva entrata a regime della misura, non si ravvisano significativi ritardi relativi alle procedure regionali, in considerazione del fatto che la prima data effettiva di aprile del tirocinio è stata il 2 settembre 2021. In ogni caso, si provvederà a interrogare eventualmente e sollecitare l'INPS ai fini del pagamento delle indennità dei partecipanti, per i quali la Regione ha già autorizzato il pagamento, considerato che la documentazione giustificativa risulta già completa e correttamente caricata sul sistema di monitoraggio. Questo l'ho fatto aggiungere io perché, personalmente, mi faccio carico lunedì di sentire la Direzione Regionale INPS per accelerare i pagamenti.
Voglio ringraziare l'Assessore Marchiello perché, come sempre, dimostra puntualità e sensibilità su questi temi sociali di grande rilevanza. Lo ringrazio anche per il passaggio rispetto alla sollecitazione all'INPS, però in questa risposta è purtroppo confermata quella burocrazia che non dipende dagli uffici regionali, ci mancherebbe. Non voglio individuare delle singole responsabilità, ma voglio puntare il dito verso un sistema che oggi crea burocrazia e, d'altra parte, abbiamo visto gli adempimenti infiniti che i nostri uffici sono costretti a fare perché, altrimenti, l'INPS non procede all'erogazione dei fondi e vediamo quanti sono i meccanismi burocratici che vengono generati, a dimostrazione che nella vicenda di Garanzia Giovani, dei pagamenti rispetto a dei beneficiari che stanno attuando il loro servizio, è l'espressione massima di quella burocrazia che oggi determina rallentamenti e sfiducia perché, alla fine, il dito è puntato nei confronti della politica. Il Presidente De Luca o un singolo Consigliere regionale parlano di semplificazione o sburocratizzazione. Non è vero che non ci sono ritardi. Non ce ne sono rispetto agli adempimenti che gli uffici sono costretti a fare, ma avere giovani che dopo sette mesi non hanno ancora percepito il primo mese di tirocinio di lavoro è, secondo me, un ritardo. Se qualcuno di noi viene pagato con sette mesi di ritardo, penso che qualche manifestazione di dissenso la esprime. Non vedo perché i giovani, che fanno un tirocinio formativo, lavorativo, che vanno a fare delle ore presso un'azienda o una struttura pubblica, debbono essere pagati dopo sette mesi a causa di una burocrazia incomprensibile. Io penso che oggi la Regione Campania, che è stata tra le regioni che hanno messo al primo posto dei lavori da portare avanti quello della sburocratizzazione o della semplificazione, abbia il dovere morale nei confronti dei nostri giovani di dare delle risposte di poter fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per semplificare. Non è possibile che mettiamo in capo ai nostri uffici una abnorme condizione di lavori, carte e formalità spesso inutili che determinano sette mesi di ritardo per pagare un tirocinante. Sette mesi per alcuni perché, come giustamente diceva nell'interrogazione, su 2200 i primi che hanno avuto pochi giorni fa i primi mesi sono circa ottocento, quindi un terzo. Ci sono due terzi che non hanno ancora ricevuto neppure il primo mese del tirocinio che hanno effettuato presso strutture pubbliche o presso le aziende. Sono certo che l'Assessore Marchiello, con il Presidente De Luca e la Giunta, rispetto al tema della semplificazione e della sburocratizzazione, inseriranno il tema legato ai tirocini formativi per dare dei segnali di fiducia nei confronti della Regione e della politica da parte dei nostri giovani. Grazie.
Grazie, Presidente. Premesso che la Scabec S.p.A. è una società, attualmente in house della Regione Campania, istituita per la promozione e la valorizzazione dei beni culturali regionali; la società è sottoposta al controllo e alla vigilanza diretta da parte del Presidente della Giunta Regionale che con atti di Giunta, o monocratici, ha nominato i suoi organi dal 2015. Da alcune settimane questa società ha richiamato l'attenzione della stampa con una serie di eventi di grande criticità. In particolare, si denuncia un disavanzo di circa 3 milioni di euro. Questo enorme debito sarebbe stato accumulato per una serie discutibile di scelte gestionali, impressionante aumento dell'organico societario. Dai 6 dipendenti del 2015 siamo passati ai 48 di oggi, oltre a una serie infinita di collaboratori imprecisamente contrattualizzati a vario titolo; un indiscriminato ricorso a consulenze esterne per un costo, nel solo anno 2021, di 935 mila euro. L'affidamento d'incarichi e funzioni retribuite o meno a soggetti a vario titolo collegati anche con funzioni contrapposte in società facenti parte del medesimo sistema culturale regionale. Conferimento d'incarichi dirigenziali senza il rispetto della procedura di legge in assenza di requisiti di legge da parte dei beneficiari, in particolare il caso del dottor Giuseppe Ariano, assunzione ed obbligazioni contrattuali per l'acquisizione di servizi con soggetti terzi senza copertura finanziaria, in particolare un contratto con Rai Com per circa 1 milione 100 accordato per la realizzazione di servizi televisivi di non chiara funzionalità rispetto alle attività societarie. Il nuovo CDA, presieduto da un ex parlamentare insediato da novembre, di fronte a questo tale stato di cose ha disposto, con una nota al personale, di sospendere tutte le attività che comportino impegno di spesa, quindi, di fatto, ha sancito la paralisi societaria a fronte della quale, peraltro, si continuano a pagare regolarmente gli stipendi. Al tempo stesso emerge che una buona parte dell'attività di Scabec sarebbe in via di affidamento ad altre società, parlo della Fiera del Libro, parlo di Un Estate da Re, parlo delle attività per la celebrazione in onore di Caruso, parlo di Procida Capitale della Cultura, con un ulteriore depauperamento del patrimonio societario. Considerato, inoltre, che anche il nuovo CDA sembrerebbe aver adottato una serie di scelte di cui si stenta ad individuare la riconducibilità all'interesse pubblico; infatti, dopo che i nuovi amministratori hanno stabilito di ricorrere ad ulteriori consulenti esterni, in luogo dell'Avvocatura Regionale, per esempio, per operare una ricognizione della legittimità della posizione contrattuale di 46 dei 48 dipendenti di questa società, sarebbero emerse che sono in condizioni di incompatibilità con la costituzione o prosecuzione del rapporto, 37 di essi. Tuttavia, la procedura di risoluzione ha riguardato solo 16 di questi lavoratori e si stenta a capire quale sarebbe la differenza tra loro. Si è ricorso ad ulteriori professionisti esterni, nonostante la dichiarata situazione di gravissimo deficit aziendale, per ulteriori contenziosi. Si detiene un immobile di proprietà della Provincia di Salerno con ulteriori costi per sede aziendale che non si capisce a che titolo viene detenuto, non risultando neppure negli atti societari. Si sarebbe sottoscritta una transazione con la società Picomedia a fronte di presunte denunciate inadempienze contrattuali e mancata copertura finanziaria per 90 mila euro, non si sa a fronte di che cosa. Pur avendo espressamente rilevato l'assenza di copertura finanziaria, rispetto a numerose attività per molti milioni di euro, non sarebbe stata avviata alcuna attività di carattere amministrativo per individuare responsabilità e mettere in atto tale attività, soprattutto rilevato che l'Amministratore Unico che c'è stato, nell'incarico, nello scorso mese di novembre, a ridosso delle proprie dimissioni, ha fatto questa dichiarazione alla stampa: "Quando da Amministratore Unico della Scabec ho promosso l'iniziativa significa che qualcuno gli aveva chiesto di promuoverla e quel qualcuno era l'Assessore della Cultura, cioè, Vincenzo De Luca". Questa dichiarazione è restata priva di qualsiasi smentita, lascio immaginare che il Presidente della Giunta regionale, a cui appartiene il compito di controllo e d'indirizzo delle attività, ancora di più in questo caso perché l'Assessore al Ramo, mancando l'Assessore alla Cultura della Regione Campania, anche se non si volesse dar credito a queste pesantissime affermazioni, sta di fatto che non avrebbe mai rilevato queste criticità e nonostante sia stato regolarmente presentato dalla società in tutti questi anni il Bilancio con le relative relazioni di accompagnamento. Tanto premesso chiedo di conoscere e interrogo il Presidente della Giunta regionale per sapere: se corrispondono al vero le notizie riportate dalla stampa relative all'ingente passivo accumulato dalla società Scabec e tutte le irregolarità sopra riportate; le ragioni per le quali, tralasciando in questa sede le adombrate responsabilità, abbia del tutto omesso di esercitare il ruolo di controllo e vigilanza sui conti e sulle attività della società. Grazie.
Grazie Presidente. Se corrispondono alle notizie riportate sulla stampa le altre questioni che ha posto il Consigliere, sulla scorta delle relazioni acquisite dai competenti uffici regionali e dalla società interessata, si forniscono le risposte su ciascuno dei plurimi aspetti esposti nell'interrogazione: circa il pesante deficit finanziario, tradottosi, da ultimo, in un disavanzo di quasi 3 milioni di euro. La società ha relazionato e rappresentato che l'attuale CDA, i sindaci e la società di revisione, hanno intrapreso specifiche verifiche contabili volte alla chiusura del Bilancio d'Esercizio per l'anno 2021. Il Bilancio in questione sarà il primo della nuova gestione rappresentando, dunque, un vero e proprio passaggio di consegne per cui ogni posta di Bilancio dovrà essere attentamente valutata per garantire anche l'operato della precedente gestione. Talune criticità già evidenti sono ricollegabili alla situazione scaturente dall'emergenza sanitaria del Covid-19 e dalle catastrofiche conseguenze che il lockdown ha avuto sulla programmazione delle attività turistico culturali e ha trascinato anche la Scabec in un improvviso stravolgimento delle proprie attività con conseguenze sia sull'organizzazione delle stesse sia sulle risorse economiche e sul Bilancio. Dopo il 2020 anche il 2021, a causa della pandemia, è stato un anno in cui non vi è stata alcuna possibilità di programmare, stante l'incertezza delle modalità di apertura e organizzazione degli eventi al contempo e lo stallo del comparto turistico culturale ha anche generato una crisi economica molto grave dello stesso settore. La Regione Campania, in un momento in cui il settore dello spettacolo dal vivo e il settore turistico culturale privato era azzerato, attraverso la Scabec non ha fatto mancare il proprio sostegno agli Enti Locali e soprattutto agli operatori del settore, immettendo importanti risorse sul circuito culturale. Gli effetti della pandemia hanno determinato non solo una drastica riduzione degli introiti rispetto agli anni precedenti, ma hanno altresì provocato un totale azzeramento degli introiti attesi e preventivati rispetto all'importante fase di crescita che attraversava la Scabec. Il CDA, in raccordo con gli uffici committenti regionali, ha, allo stato, in corso verifiche delle rendicontazioni delle attività svolte per tutto l'anno 2021. In merito, poi, all'asserito impressionante aumento dell'organico societario, le relazioni acquisite attestano che la crescita del numero del personale dipendente è dovuta ad un incremento dei contratti a tempo determinato insistenti sui singoli progetti. I dipendenti a tempo indeterminato sono tuttora due e sono quelli storicamente presenti in società sin dai tempi della compartecipazione del privato. I rimanenti rapporti di lavoro sono in parte quelli esistenti ai tempi della presenza del socio privato nelle forme di collaborazione a progetto, ai quali si sono aggiunti ulteriori contratti nel tempo, in relazione allo sviluppo delle attività, da quando la società è divenuta interamente regionale. Lo squilibrio rispetto alle attività si è appalesato nell'anno 2020, esercizio segnato, appunto, dalla pandemia. Nel 2015 la compagine societaria di Scabec vedeva la partecipazione di soci privati e il costo del personale e delle attività riferite ai progetti: ArteCard, Museo Madre, nonché d'ufficio, dalla Segreteria al centralino, dalla comunicazione alla gestione dell'Amministrazione, erano estremamente più alti di quelli attualmente presenti, tra l'altro, alla luce dell'aumento delle attività poste in essere dalla Scabec e dall'aumento di fatturato, passato da 8 a 15 milioni, dati del Bilancio 2015 e Bilancio 2020, il numero di addetti a diverso titolo impegnati è considerato coerente. Sull'indiscriminato ricorso a consulenze esterne, per un costo nel solo anno 2021, di circa 935 mila euro, la società ha rappresentato che dal sito dell'Ente, sezione trasparenza, si verifica che l'importo riportato include categorie eterogenee di contratti e precisamente collaborazioni coordinate e continuative, incarichi libero professionali e consulenze. Il ricorso alle consulenze esterne è riferibile a tutte professionalità molto specialistiche, ad esempio: docenti di musica, ricercatori per digitalizzazione, eccetera. Tali figure ad alta specializzazione sono richieste da esigenze progettuali specifiche, quindi, la scelta della natura contrattuale deriva da una maggiore aderenza della tipologia di prestazione rispetto all'oggetto contrattuale, quindi, senza vincoli di subordinazione che rappresenterebbero solo un aggravio di spesa per l'Ente. Tra l'altro, dalla sezione Trasparenza della società, si evince che il ricorso ad incarichi esterni non è caratteristica del solo 2021. Dai 130 contratti per 1 milione 425 mila del 2019 si è passati a 94 contratti per 1 milione 088 mila del 2020 sino a 91 rapporti per 935 mila nel 2021. Gli approfondimenti sono, comunque, in corso anche a cura dell'organo di Amministrazione. In ordine, poi, ai conferimenti d'incarichi e funzioni retribuite non a soggetti in posizione di potenziale conflitto d'interesse, perché ricoprenti ruoli di responsabilità in altri enti in rapporto funzionale con Scabec, dalla relazione pervenuta sono risultati conferiti incarichi presso la società, in violazione della disciplina in materia di incompatibilità e/o di conflitti di interesse. C'è, quindi, una verifica in atto. In ordine alla nomina di un dirigente della società avvenuta, per quanto affermato, senza l'espletamento di procedura selettiva in assenza dei requisiti di legge, la questione, analogamente a quella di cui al punto precedente, afferisce alla gestione del personale, rimessa all'esclusiva competenza e responsabilità degli uffici amministrativi della società. Gli atti relativi alle assunzioni non sono trasmessi agli uffici regionali né sono discussi in Assemblea. Dal portale "Trasparenza" della società si rileva che la nomina in questione risale al 2017. Dalla relazione della società di evince che l'incarico è stato conferito previa procedura selettiva a evidenza pubblica e che la relazione tecnica dello studio incaricato della disamina dei contratti non ha rilevato alcuna criticità. In ordine alla convenzione con Raicom, della vicenda gli uffici regionali hanno appreso a seguito di recente informativa del CdA di nuovo insediamento. Da quanto si è appreso, sembra che la criticità sia nella sbagliata esecuzione di un'idea che poteva essere attinente. I programmi avrebbero dovuto diffondere in diversi modi la cultura campana nelle sue diverse declinazioni, incluse quelle culinarie e della dieta mediterranea. L'attuale CdA ha analizzato le dette convenzioni, sospendendo la messa in onda delle commedie previste per marzo 2022. Per quanto riguarda il contratto riferito alla trasmissione Check Up, si è provveduto a una contestazione per inadempienza contrattuale ed entrambe le questioni sono state affidate a un legale. In merito agli aspetti relativi alla paventata dismissione di alcune attività strategiche riconducibili alle attività culturali da realizzare nell'anno 2022 e al sostegno della designazione di Procida Capitale della Cultura 2022, la Direzione Generale per le politiche culturali, in riferimento all'attuazione della delibera di Giunta n. 566 del 2021 "Piano strategico per la cultura e i beni culturali per l'anno 2022", ha formulato la richiesta di disponibilità a realizzare le azioni programmate per il 2022 di valorizzazione del patrimonio Unesco, itinerari culturali della Campania. La Scabec ha dato la sua disponibilità, rappresentando che negli anni precedenti per il medesimo intervento erano stati proposti e finanziati eventi quali "Estate da Re" e "Campania by Night", nota del 10 febbraio 2022, e, pertanto, la Direzione provvedeva a comunicare alla società che si sarebbe proceduto all'affidamento della realizzazione della predetta attività previa ricezione del progetto e della documentazione utile. Questa è una nota recente, dell'11 marzo 2022. La Direzione ha chiesto, inoltre, la disponibilità alla realizzazione di progetti speciali in ambito culturale e turistico, di cui alla richiamata delibera n. 566 del 21. La Scabec ha riscontrato positivamente con nota del 14 marzo. Analogamente, in attuazione della delibera di Giunta n. 324 del 2021, FOC Campania 2014 - 2020, Interventi integrativi e complementari a Procida Capitale 2022 per la valorizzazione del patrimonio culturale campano, nel rispetto della normativa vigente in materia di affidamento a enti in house, per ciascuna azione è stata richiesta la disponibilità alla realizzazione degli interventi in coerenza con la loro mission istituzionale con note 43688 del 2021, azione A e 438700 del 2021, azione E. Sono elencate tutte le azioni, C, D ed E. La società Scabec si è resa disponibile a realizzare le attività di cui all'azione E. Ad oggi, si è in attesa di ricevere la documentazione progettuale. Dalla relazione acquisita risulta, inoltre, che, dopo un primo effettivo momento di sospensione delle attività necessarie per una più puntuale ricognizione delle attività in corso e lavori in essere, la Scabec ha ripreso la progettazione relativa all'anno 2022 e tutte le attività in corso. A tutela della società, l'organo di amministrazione si è premurato di disporre affinché non fossero presi impegni da parte del personale delegato in carenza di copertura finanziaria. Risulta che la società ha ritenuto di dover disporre la cessazione dei rapporti di lavoro che non trovavano titolo in una previa procedura selettiva imposta dalla disciplina vigente in materia di società partecipate con espressa comminatoria di nullità dei relativi contratti in caso di violazione. Il comma 4 dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 175 del 2016 prevede, infatti, che, salvo quanto previsto dall'articolo 2126 del Codice civile ai fini retributivi, i contratti di lavoro stipulati in assenza di provvedimenti o procedure di cui al secondo comma sono nulli. Il Consiglio di Amministrazione della società ha acquisito anche il parere del professore De Luca Tamaio e ha provveduto alla risoluzione di tutti i contratti sottoscritti in violazione di quanto stabilito dalla normativa richiamata. Per gli altri contratti conclusi previa procedura selettiva, risulta siano in corso ulteriori approfondimenti per valutare le iniziative eventualmente necessarie a tutelare la sfera giuridico patrimoniale della società. In ordine all'affidamento di incarichi legali a liberi professionisti e non all'Avvocatura regionale, si precisa che l'Avvocatura regionale svolge attività di consulenza e patrocinio nei confronti dei soli uffici regionali. Non risulta che alcun ente strumentale della Regione si avvalga allo stato dell'Avvocatura regionale. La società, peraltro, ha rappresentato che i soli due professionisti incaricati dal nuovo CdA risultano particolarmente specializzati nelle materie sulle quali hanno ricevuto l'incarico. In ordine all'immobile di proprietà della provincia di Salerno, adibito a uffici societari, la società ha riferito che si tratta di un immobile preso in locazione dalla precedente gestione, ma che le uniche sedi operative di Scabec risultano da atti formali (in Napoli) essere quella di via Orsini 30 e quella di via Marino Turchi 37, per la quale è stata inoltrata formale disdetta. La destinazione d'uso da dare all'immobile, in coerenza con le finalità statutarie, ad esempio per realizzare mostre, è attualmente all'attenzione del CdA. Sulle attività di verifica, vigilanza e controllo sulla società, la Direzione Politiche culturali ha rappresentato che, in via generale, per quanto concerne i progetti pregressi e le relative rendicontazioni, si rappresenta che, periodicamente, questa Direzione ha sollecitato anche in via formale la rendicontazione delle attività di progetto ammesse a finanziamento e realizzate. Gli Uffici sono in attesa di tali riscontri ai predetti solleciti. Per quanto riguarda l'attività di controllo e vigilanza, si richiama quanto previsto dalla delibera n. 126 del 2018 che ha disciplinato le attività di controllo. Ciò posto, si rende noto che l'esame dei progetti al bilancio Scabec, di competenza della Direzione Cultura, è circoscritto alla verifica dei contributi assegnati e iscritti in bilancio e dai conseguenti crediti e debiti maturati al 31/12 di ciascun esercizio, fermo restando che l'approvazione del bilancio avviene sulla base di quanto attestato dal revisore in ordine all'assenza di motivi ostativi alla sua approvazione e la conseguente regolarità contabile e la corretta rappresentazione dei fatti di gestione. Ad oggi, risulta approvato il bilancio di esercizio 2020 alle condizioni descritte, mentre si è in attesa di ricevere il progetto di bilancio per l'esercizio 2021. L'Ufficio speciale Società ed Enti partecipati ha evidenziato che l'organo di controllo della società non ha segnalato anomalie o violazioni di legge. Nell'approvare la delibera relativa al Piano aziendale per il periodo 2020 - 2022 la Giunta regionale si è premurata di chiarire che la società era tenuta a fondare l'attività sulla base delle risorse assegnate, riservandosi successive determinazioni circa la dotazione finanziaria a supporto delle attività sociali e che nell'attuazione del Piano triennale 2020 - 2022 la società doveva assicurare il pareggio di bilancio sulla base delle risorse disponibili assegnate dagli atti regionali e, ancora, che i piani di assunzione dovevano essere preventivamente sottoposti alla valutazione degli uffici regionali competenti. Ciò posto, in ordine all'asserita omissione di controllo e vigilanza sui conti e sull'attività della società da parte dell'organo di indirizzo politico, nel rimarcare che tali competenze afferiscono alla sfera di attribuzione e responsabilità degli uffici, per quanto di rispettiva competenza ai sensi della menzionata delibera di Giunta regionale, si rappresenta, secondo quanto riferito dagli uffici diretti, che tale attività di controllo si svolge in sede di istruttoria del bilancio consuntivo, sulla base delle cui risultanze sarà possibile valutare e disporre eventuali interventi correttivi o azionare i previsti strumenti di tutela dell'Amministrazione regionale. All'esito delle competenti istruttorie dell'organo di revisione della società e delle strutture regionali interessate, i bilanci relativi agli anni fino al 2020 sono stati regolarmente approvati dal socio Regione. Gli organi politici non intervengono in alcun modo nella gestione delle aziende e anche in relazione a situazioni ereditarie. L'unico ed esclusivo vincolo che indica il Governo regionale ai dirigenti di tutte le società, oltre che a tutti i dirigenti regionali, è quello di assumere atti di assoluta correttezza e legittimità e di tutelare sempre l'Amministrazione regionale.
Grazie Presidente. Questa mattina abbiamo avuto la conferma che Vincenzo De Luca ci conferma campione mondiale di fuga dal confronto e dall'assunzione di responsabilità e soprattutto sono francamente sgomento, non insoddisfatto di quello che abbiamo ascoltato, riferito dall'incolpevole rappresentante della Giunta regionale. Questa mattina abbiamo ascoltato delle cose che sono assolutamente false, nel brevissimo tempo che ho a disposizione, mi permetto di evidenziarne qualcuna: ci viene detto, questa mattina, che il buco di bilancio di Scabec dipenderebbe dalla pandemia, peccato che il 21 gennaio, il Presidente della società Scabec scrive direttamente al Presidente della Giunta della Campania che il buco di bilancio, già sostanzialmente accertato, al di là delle chiacchiere riferite questa mattina, attiene a impegni e contratti stipulati senza l'adeguata copertura economica; in secondo luogo, e qui il fatto è davvero gravissimo, e lo dico anche da giurista, questa mattina abbiamo sentito che il Presidente della Giunta ci manda a dire testuali parole che "gli organi politici non intervengono in alcun modo nella gestione delle aziende" e, con riferimento al personale che "le scelte afferiscono all'esclusiva competenza e responsabilità degli uffici amministrativi della società. Vincenzo De Luca, forse non sa che noi sappiamo, e sono atti pubblici, quindi, si vedranno, che finanche il 25 maggio del 2017, nel CDA, nel verbale del CDA di Scabec risulta espressamente che è stato il Presidente della Giunta regionale della Campania a dire che invece di fare i concorsi dovevano ricorrere alle short list Scabec; questa mattina abbiamo sentito che in applicazione di un articolo del Codice civile, i contratti nulli sarebbero quelli che erano stati stipulati senza adeguata procedura selettiva. Premesso che a quanto risulta non è così, ma si avrà modo di accertare che abbiamo anche qui figli e figliastri, sta di fatto che contrariamente a quanto ci manda a dire il Presidente della Giunta regionale della Campania, il parere dell'avvocato da loro pagato, non sappiamo quanto, dice altro da quello che ci viene detto questa mattina dal rappresentante della Giunta e dice che sono nulli i contratti, non soltanto quelli stipulati per la supposta mancanza di procedura selettiva, ma sono nulli i contratti stipulati in assenza di idonea causale e sono nulli i contratti stipulati per eccedenza del numero dei mesi della durata di contratto a termine, che sono 36 e soprattutto, ci dice anche che in una società pubblico privata non ci possono essere 46 lavoratori a tempo determinato su 48 perché ci sono delle precise percentuali di legge che sono state clamorosamente violate e quindi, ancora una volta, il Presidente De Luca ci manda a dire delle bugie documentate da quanto egli stesso è a perfetta conoscenza. Ancora un'ultima cosa, ci manda a dire il Presidente De Luca che questo tal dottor Ariano, sarebbe stato assunto nel 2017 a seguito di una procedura selettiva. Peccato che il Presidente De Luca non ci dica ancora una volta la verità, perché questo signore, nel 2017, ha partecipato sì a una procedura selettiva, ma quella per essere assunto come addetto alla progettazione e gestione Piani di comunicazione e promozione, in quest'occasione, il dottor Ariano, cui evidentemente non conveniva questo tipo di attività, perché era di qualche migliaio di euro al mese, riferì di non essere interessato perché non era disponibile a un impiego subordinato a tempo pieno, era invece disponibile a fare il dirigente di Scabec a circa 90 mila euro l'anno. In definitiva, potrei continuare e ci sarà modo e tempo sicuramente, ma quello che purtroppo devo dire è che questa mattina sono state riferite, non a me, ma ai cittadini campani, un cumulo di bugie e questo, purtroppo, temo che non sia la prima volta e purtroppo finché Vincenzo De Luca farà il Presidente della Regione Campania temo che non sia l'ultimo. Non si preoccupi, noi saremo qui a ricordarlo nel nome e nell'interesse dei cittadini campani. Grazie.
Grazie Presidente. Assessore, credo che in quest'Aula sia opportuno ricordare quale sia l'importanza nel panorama della storia e della cultura mondiale, del Teatro San Carlo. Parliamo del più antico teatro d'opera a livello mondiale, costruito nel 1637 per volontà del Re Carlo III di Borbone, ossia, ben 41 anni prima della nascita della Scala di Milano, 55 anni prima della Fenice di Venezia. Il primo Teatro in Italia ad avere istituito una scuola di danza, un palcoscenico che fin dalle origini ha visto esibirsi i più grandi artisti a livello mondiale, sia nella musica che nella danza, i più grandi scenografi, registri, coreografi sono stati ospitati in questi anni dal Teatro San Carlo. Rappresenta un orgoglio sia per Napoli sia per la Campania sia per l'Italia, tant'è che a livello italiano l'Ente, la Fondazione San Carlo di Napoli, è considerato Ente di prioritario interesse nazionale. Lo Stato, la Regione e il Comune sono soci fondatori di questa Fondazione che si regge e va avanti con gli apporti anche della Regione Campania, oltre che con quelli statali e del Comune di Napoli. Negli ultimi giorni abbiamo assistito, anche sui giornali, a una querelle che non ha fatto bene anche all'immagine del Teatro San Carlo, proprio come istituzione culturale. Lo Statuto prevede un organismo di indirizzo che ha, tra le varie mansioni, anche quella di approvare il bilancio annuale di previsione e quello gestionale, insomma, questo ha subito dei forti ritardi proprio per dei problemi di posizioni che si sono registrate tra la Regione e il Ministero, insomma, queste dinamiche interne all'organismo fondativo. Con grande sorpresa, abbiamo appurato che rispetto alla quota dei fondi che la Regione ogni anno ha erogato al Teatro San Carlo, ben 11 milioni, sembrerebbe che ci sia stato un taglio di 3,8 milioni di euro, quindi, un taglio importante relativo anche ai fondi Poc. Come Consigliere che ormai veste questa carica da ormai sette anni, sappiamo che ogni anno siamo stati accanto a tutte le istituzioni che fanno teatro e cultura, in particolar modo al Teatro San Carlo. È un taglio che ci desta delle preoccupazioni anche perché il mondo del teatro, ancora di più, ha vissuto dei momenti drammatici legati alla pandemia, due anni drammatici. Quello che chiediamo è di capire intanto le ragioni e cosa si sta facendo per ovviare a questa situazione per scongiurare sia la programmazione in atto, di caratura internazionale, sia per scongiurare che questo taglio possa avere delle ricadute, anche occupazionali, di stabilità proprio per i lavoratori che operano, artisti e tecnici, circa 391, i quali già lamentano una differenza di retribuzione rispetto ai loro simili, ai loro omologhi di altre importanti realtà. Grazie.
Grazie Presidente. Le ragioni tecniche del taglio dei contributi e come risolvere la questione. In merito ai quesiti formulati, la direzione generale per le Politiche Culturali ha preliminarmente rappresentato che la Fondazione Teatro San Carlo è una Fondazione lirico sinfonica, costituita per trasformazione secondo quanto disposto dal decreto legislativo 29 giugno 1996 n. 367 recante "Disposizioni per la trasformazione degli Enti che operano nel settore musicale in Fondazioni di diritto privato". La Regione Campania è socio fondatore pubblico, come da articolo 5 dello Statuto fondativo, insieme allo Stato, alla Città metropolitana e al Comune di Napoli. La Regione ha sostenuto il processo di risanamento e rilancio della Fondazione, avviato ai sensi dell'articolo 11 della legge 7 ottobre 2013, n. 112, destinando al Teatro San Carlo risorse sia dai fondi ordinari sia dai fondi di piano di azione e coesione e dal programma operativo complementare, quindi sia PAC sia POC. Complessivamente, nel periodo 2015 - 2021 sono state destinate per il finanziamento delle attività risorse pari a 80 milioni 390 mila, pari al 40 per cento del volume complessivo dei finanziamenti totali del teatro. La Regione è, dunque, dopo lo Stato, il socio pubblico che ha maggiormente contribuito al rilancio e al consolidamento delle attività del lirico sinfonico per specifica scelta politico istituzionale, non avendo obblighi che derivassero da legge o da vincolanti disposizioni statutarie della Fondazione. Il supporto assicurato dalla Regione Campania al Teatro San Carlo sopravanza gli impegni delle altre Regioni nei confronti dei rispettivi teatri lirici. Ad esempio, la Regione Lombardia ha destinato nell'anno 2020, 3 milioni 300 mila al Teatro La Scala di Milano, la Regione Lazio un milione 785 alla Fondazione Opera di Roma, la Regione Puglia 2 milioni e mezzo alla Fondazione Petruzzelli Teatro di Bari. Per l'anno 2021 la Regione Campania ha destinato alla Fondazione risorse di bilancio pari a 5 milioni 770 mila e risorse POC pari a 4 milioni, per un totale di 9 milioni 770 mila. La Direzione Generale per le risorse finanziarie ha evidenziato sul tema che per l'anno 2022 l'articolo 14, comma 1, della legge regionale n. 31 del 28 dicembre 2021 ha autorizzato un contributo straordinario a favore del teatro San Carlo di Napoli nella misura di 5 milioni a valere sulla missione 5, programma 2, titolo 1, del Bilancio di previsione 2022 - 2024. Per quanto riguarda le indicate risorse libere regionali, si precisa che quest'anno non risulta finanziato il capitolo di spesa relativo denominato "Contributo all'ente autonomo teatro di San Carlo finalizzato al consolidamento del Piano di riequilibrio", articolo 1, comma 87, della legge regionale n. 65 del 2005 e legge 10 del 2017, articolo 1, comma 77 e, ancora, articolo 1, comma 2, della legge regionale n. 27 del 2019, ma è stato dotato con i menzionati 5 milioni di euro per ciascun esercizio 2022, 2023 e 2024, come si evince dal bilancio gestionale 2022 - 2024, regolarmente approvato con delibera di Giunta n. 20 del 20 gennaio 2022 il capitolo di spesa denominato "Contributo al teatro San Carlo". Le risorse stanziate nel bilancio 2022 sono, pertanto, svincolate dalla finalità di consolidamento patrimoniale e utilizzabili per le iniziative e attività culturali dell'ente. Il contributo per l'anno 2022 tiene conto delle minori risorse disponibili in bilancio regionale. Va ricordato, però, che il comma 359, articolo 1, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, ha istituito nello stato di previsione del Ministero della Cultura un fondo con dotazione pari a 100 milioni di euro per l'anno 2022 e a 50 milioni di euro per l'anno 2023 per l'assegnazione di un contributo finalizzato a incrementare il fondo di dotazione delle fondazioni lirico sinfoniche di cui al decreto legislativo n. 367/1996 e alla legge 310 del 2003. Con uno o più decreti del Ministro della Cultura, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, da adottare entro il 30 giugno 2022, saranno stabilite le modalità di assegnazione ed erogazione delle risorse del predetto fondo, nonché le modalità di impiego delle risorse assegnate e della relativa rendicontazione. I menzionati fondi statali assolveranno alle finalità di riequilibrio fino all'esercizio 2021, perseguite dalle risorse regionali stanziate sul capitolo di spesa richiamato precedentemente. Inoltre, con la deliberazione n. 566 del 7 dicembre 2021, Piano strategico per la cultura e i beni culturali 2022, la Regione ha destinato alla Fondazione San Carlo risorse a valere sui fondi POC per un importo di euro 2 milioni per un totale complessivo di 7 milioni destinate alle attività dell'ente. Per quanto attiene agli altri aspetti esposti con l'interrogazione, afferenti alla gestione dell'ente, la competente Direzione Generale ha rappresentato che, nell'ambito degli assetti di governance e delle Fondazioni, la Regione dispone solo del potere di nomina di un proprio rappresentante nel Consiglio di indirizzo, la cui Presidenza, per Statuto, spetta al Sindaco della città di Napoli e che la responsabilità apicale della gestione è di competenza del Sovrintendente designato dal Ministero della Cultura. Sotto questo profilo è un dato pacifico che le Fondazioni lirico sinfoniche dovrebbero attivarsi per intercettare anche i fondi privati e adottare una gestione oculata e attenta, tanto più nel contesto di attuale crisi e di contrazioni dei ricavi. La medesima Direzione ha segnalato, inoltre, che i rilievi mossi in sede di Consiglio di indirizzo dal componente della Regione sono diretti ad assicurare il buon andamento nella gestione della Fondazione, nel rispetto dei criteri di trasparenza e pubblicità, proprio in merito al tema della corretta gestione delle risorse umane e professionali e della loro valorizzazione. In tale senso, è intenzione della Regione rafforzare le procedure di erogazione delle risorse regionali e definire criteri che garantiscano il corretto svolgimento delle attività di gestione amministrativo contabili e di rendicontazione delle spese in ragione dello stato di avanzamento finanziario della spesa effettivamente sostenuta e nel rispetto degli adempimenti per ottenere l'erogazione del finanziamento. In buona sostanza, in questo 2022 daremo 7 milioni, ma ripeto che ci sono i 100 milioni, di cui quota parte andrà alla Regione per il San Carlo.
Ringrazio l'Assessore per questa risposta, anche perché ci rincuora che ci saranno interventi ulteriori rispetto ai fondi già erogati. Si sente la necessità perché, come dicevo prima, dopo due anni difficili, realtà come il San Carlo di Napoli hanno bisogno di ripartire, migliorare e potenziare la programmazione internazionale e mettere mano alla stabilizzazione di alcuni artisti e a migliorare le retribuzioni che, purtroppo, sono rimaste a venti anni fa rispetto ad altre realtà. Monitoreremo che questa cosa accada nei prossimi giorni. Grazie.
Grazie, Presidente. Premesso che l'Ospedale Santa Maria del Popolo, detto anche "Incurabili", fondato nel 1519 ed oggi proprietà dell'ASL Napoli 1, veniva evacuato e chiuso al pubblico a seguito del crollo avvenuto esattamente tre anni fa, il 24 Marzo 2019; il cedimento interessava parte della volta di sostegno della cripta della chiesa annessa di Santa Maria del Popolo, l'antico scalone monumentale e la storica farmacia; i 21 nuclei familiari con contratto di locazione con l'ASL venivano sloggiati dagli appartamenti e temporaneamente ospitati in alberghi della provincia; tra le cause del crollo furono individuati alcuni lavori abusivi per la costruzione di un garage privato; poche settimane dopo l'evento l'allora Commissario dell'ASL Napoli 1 annunciava un finanziamento regionale di 100 milioni di euro per un importante progetto "per realizzare una struttura socio-sanitaria a valenza mista ospedaliera e una straordinaria struttura museale e culturale"; la zona dell'ospedale interessata risulta puntellata con tubi innocenti dal giorno successivo al crollo, in uno stato di abbandono e degrado tra cumuli di rifiuti; tanto premesso, il sottoscritto Consigliere interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere lo stato del progetto di recupero dell'Ospedale Incurabili di Napoli, i fondi disponibili ed il cronoprogramma con l'indicazione dell'avvio e conclusione dei lavori, e se verrà interamente restituita alla originaria funzione ospedaliera. Inoltre, si chiede di conoscere l'attuale situazione dei 21 nuclei familiari allontanati dalla struttura pericolante e se è previsto il loro rientro a conclusione dei lavori. Infine, si chiede di conoscere se siano stati individuati i responsabili dei lavori abusivi concausa del crollo e se siano stati perseguiti nei termini di legge.
Grazie, Presidente. In merito a quesiti formulati, la Napoli 1 Centro ha rappresentato quanto segue: il presidio ospedaliero Santa Maria del Popolo degli Incurabili presentava un preoccupante stato di degrado dell'intera struttura, dovuta a una serie di dissesti che dal 2018 hanno interessato il complesso edilizio, tanto che si è reso necessario, rilevata la sussistenza di pericolo per la pubblica incolumità, in ragione del concreto rischio di collasso improvviso dei solai e delle volte, lo sgombero di tutte le attività clinico assistenziali e delle unità immobiliari interessate, l'interdizione delle aree museali e della farmacia storica settecentesca e della chiesa di Santa Maria del Popolo, nonché lo scostamento in altre strutture delle opere d'arte in esse contenute. Da subito è stata effettuata la messa in sicurezza delle strutture e lo stato di degrado della struttura stessa di elevato valore artistico e culturale ha reso ineludibile la definizione, da parte della Regione Campania, con il coinvolgimento in sede attuativa dell'ASL Napoli 1 Centro, soggetto proprietario dell'immobile, di un programma complessivo di consolidamento e restauro nel rispetto del volere della Fondatrice Maria Lorenza Mongo affinché il complesso restasse un luogo di cura, da cui la necessità di inserirlo nella programmazione regionale in materia sanitaria. La Regione Campania, condividendo le richieste dell'ASL Napoli 1 Centro, ha approvato il programma di consolidamento e restauro del presidio Santa Maria del Popolo degli incurabili con delibera n. 171 del 24 aprile 2019. Le risorse utili a garantire l'avvio delle procedure di progettazione ed esecuzione dell'intervento fanno riferimento alle seguenti fonti di finanziamento: 15 milioni 61 sono fondi FESR 14 - 20, 65 milioni rivenienti dalle certificazioni degli interventi coerenti con il programma operativo 2000 - 2006 e 3 milioni 45 sul POR Campania FESR 14 - 20, nonché 17 milioni previsti nell'accordo di programma di edilizia sanitaria ex articolo 20 della legge n. 67/1988. I fondi ci sono tutti e sono per un totale di 100 milioni 107 mila 200 euro. Il quadro degli interventi e il documento di indirizzo alla progettazione prevedono il riuso del complesso in parte come struttura museale e in parte come struttura sociosanitaria a valenza territoriale e il recupero delle unità abitative residenziali già esistenti nell'ottica di una gestione compatibile e sostenibile dell'intervento. Il progetto realizzerà una struttura sanitaria intermedia, integrata ospedale - territorio, basata su moduli diversificati di ricovero e assistenza. Sono trentasei posti letto previsti di riabilitazione post acuzie, 12 posti letto di riabilitazione cardiologia, 12 posti letto di riabilitazione neurologica e 12 posti letto di riabilitazione fisica e motoria. L'attivazione di una struttura di cura riabilitativa post ricovero consentirebbe, per la prima volta in strutture cittadine pubbliche, la presa in carico territoriale diretta dell'assistito, senza che vi sia alcuna soluzione di continuità nell'ottica di una completa integrazione ospedale - territorio. L'area sanitaria del complesso includerà anche una struttura di venti posti letto di lungo degenza destinata ad accogliere quei pazienti, solitamente anziani non autosufficienti, che, conclusa la fase acuta del ricovero, necessitano di un prolungamento dell'intervento assistenziale ospedaliero, presentando una situazione funzionale compromessa. Verranno assicurati i trattamenti sanitari di alta specializzazione medica, infermieristica e riabilitativa con sorveglianza continua. Il recupero del complesso monumentale prevede, inoltre, la realizzazione di un ospedale di comunità con quindici posti letto per pazienti che necessitano di interventi sanitari potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di ricovero in queste strutture in mancanza di domicilio idoneo, sia strutturale sia familiare, di sorveglianza infermieristica continuativa con degenza media tra i 15 e i 20 giorni. L'ospedale di comunità conterrà anche un poliambulatorio polispecialistico con annesso servizio di radiologia e punto prelievo e un centro diurno assistenza ai malati di Alzheimer. Riguardo il recupero delle aree di valore storico artistico, il complesso degli Incurabili conterrà spazi espositivi per collezioni fisse e variabili di opere e oggetti d'arte di proprietà e aree destinate alla storia delle arti sanitarie che si uniranno nelle aree museali costituite dalla farmacia settecentesca, dall'ex convento delle convertite, dalla chiesa di Santa Maria del Popolo e dall'oratorio dei Bianchi della Giustizia. Per la realizzazione degli interventi nel settembre 2019 la Regione Campania richiedeva al Dipartimento delle politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri di potersi avvalere della collaborazione di Invitalia. Nel dicembre 2019 tra ASL Napoli 1 Centro e Invitalia veniva sottoscritto il disciplinare operativo per l'attribuzione del ruolo di centrale di committenza per l'esecuzione del concorso internazionale di progettazione. Nel mese di maggio 2021 la centrale di committenza di Invitalia comunicava il vincitore del concorso di progettazione e nel giugno 2021 l'ASL Napoli 1 Centro provvedeva all'aggiudicazione definitiva del concorso di progettazione. Risultava aggiudicatario il raggruppamento temporaneo Studio Associato di Architettura Carafa e Guadagno, mandatario Barretta & Partners, Studio Cossa Architetture e IA2 Studio Associato General Engineering e Dodi Moss quali mandanti. Il 13 settembre 2021 il contratto per la progettazione è stato sottoscritto con gli aggiudicatari. Attualmente, la compagine affidataria della progettazione, sulla base dell'idea progettuale vincitrice del concorso, ha redatto il progetto di fattibilità tecnico economica, approvato dall'ASL Napoli 1 Centro con delibera del Direttore n. 23 dello scorso 10 gennaio 2022. Successivamente, il responsabile unico del procedimento ha autorizzato la redazione del secondo livello di progettazione definitiva che il raggruppamento di professionisti dovrà redigere e consegnare alla Napoli 1 Centro entro il mese di aprile 2022. Contestualmente, la Direzione Generale dell'ASL Napoli 1 comunica che darà avvio alla Conferenza dei Servizi per l'acquisizione di pareri, nullaosta e autorizzazioni da parte dei diversi enti competenti e propedeutici alla redazione del progetto esecutivo previsto entro il mese di ottobre 2022. Dal cronoprogramma delle attività si prevede l'affidamento dei lavori a mezzo di gara europea entro il mese di gennaio 2023. I lavori saranno appaltati ed eseguiti in due lotti funzionali. Allo stato, il complesso degli Incurabili è oggetto di attività di manutenzione e conservazione e monitoraggio strutturale dell'intera fabbrica. Posso aggiungere che, poiché l'altro ieri si è tenuto il festeggiamento dei 500 anni degli Incurabili, ho partecipato come parte da cittadino che crede in queste realtà e ho parlato con il RUP. C'era anche la ditta che si è aggiudicata i lavori. Credo che stiano lavorando in maniera veramente buona, poi vedremo i fatti. Si sono impegnati a far sì che entro aprile (come leggo adesso) consegneranno anche la seconda parte, penso, quindi, che i tempi saranno rispettati. Uno per tutti, c'è il professore Rispoli, che penso che il Consigliere conosca, che è vigile su tutto in quanto è tenutario sia della farmacia settecentesca sia come Presidente del Museo delle arti sanitarie. E' sempre lì a trascorrere giornate intere.
Grazie, Presidente. Ovviamente, continuerò a monitorare questa vicenda. L'unica cosa che non mi è chiara è se si è proceduto a un'azione legale. Se ho capito bene, sì. Okay, perfetto. Il danno che è stato causato, il crollo del pavimento dovuto ai lavori abusivi, è l'ultimo effetto di uno stato di pericolosità complessiva dell'immobile. Per quanto mi riguarda, chi ha commesso quell'abuso deve pagare tutto, oltre al fatto che vorrei sottolineare (lo dico all'Assessore) che è stato chiuso un reparto di ginecologia in quell'ospedale, che era stato da poco risistemato (andai a fare dei sopralluoghi in quel periodo), con delle motivazioni che ancora oggi mi sono poco chiare. La motivazione ufficiosa era che, poiché aveva aperto al Vanvitelli, bisogna chiudere quello degli Incurabili. Detto ciò, mi auguro che i tempi non siano biblici e chiedo che l'ospedale resti un presidio sanitario. Anche al San Gennaro mi risulta che abbiano tolto la postazione di primo soccorso. E' vero che quelle sono zone difficili e io faccio battaglie continue nei confronti dell'illegalità e inciviltà, ma, se leviamo totalmente in quei territori i presidi sanitari, che vanno utilizzati anche come luoghi di visita e turismo, rischiamo di creare ulteriore barbarie all'interno del territorio. Chiedo che i lavori siano seguiti con la massima attenzione e ci sia piena valorizzazione, come mi auguro e sono certo che avverrà, dell'aspetto turistico e monumentale, ma che rimanga forte il presidio sanitario. Grazie.
Buongiorno, Presidente. Buongiorno, Assessori. Buongiorno, Assessore Caputo. Questa è una questione atavica che ci portiamo avanti da qualche anno. Credo che urgano dei chiarimenti riguardo la questione. Premesso che con legge regionale 11/1996 la Regione Campania ha stabilito che i vivai e le foreste facciano parte del proprio patrimonio agro-silvo-pastorale e che siano gestiti dalle proprie strutture centrali e periferiche; con legge regionale 3/2017, la Giunta regionale è stata autorizzata a disciplinare, con uno o più regolamenti, il funzionamento del sistema forestale regionale, nonché l'organizzazione delle Comunità Montane; in attuazione della suddetta norma, è stato approvato il regolamento regionale 3/2017, che rappresenta di fatto il nuovo "testo unico" regionale in materia forestale; il citato regolamento prevede in particolare che, al fine di assicurarne la massima occupazione, gli addetti idraulico-forestali siano impiegati negli interventi e nei lavori di bonifica montana, di difesa del suolo, di protezione civile e salvaguardia ambientale, anche mediante la programmazione, da parte dell'Ente regionale, di specifici percorsi formativi rispondenti alla più ampia gamma di mansioni assegnate; rilevato che da alcuni anni opera in Regione Campania una Commissione mista permanente con l'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani - UNCEM e organizzazioni sindacali, con compiti di verifica mensile, di impulso e di dinamicizzazione delle decisioni, con particolare riferimento alle problematiche relative al personale addetto alla forestazione; nel gennaio del 2018, la Regione e le delegazioni sindacali hanno sottoscritto il contratto integrativo regionale di categoria relativo agli operai idraulico-forestali in forza alle Comunità montane e alle Province; stando a un'ultima ricognizione effettuata lo scorso anno, alla data attuale sarebbero 2.820 le unità lavorative del comparto a carico della Regione Campania e in forza presso gli Enti delegati, tra cui ben 2.749 operai idraulico-forestali (1.392 a tempo determinato e 1.357 a tempo indeterminato); Considerato che quanto si apprende, in ragione della mancata rendicontazione da parte degli Enti o per poco comprensibili ritardi burocratici, non sarebbero state ancora saldate spettanze maturate nel 2021 dagli operai idraulico-forestali: per esempio, i 73 lavoratori in forza alla Comunità montana "Irno Solofrana" avrebbero accumulato ben 13 mensilità arretrate, mentre per gli operai della Comunità montana "Valle Ufita" il ritardo, sfociato anche in alcune manifestazioni di protesta, assommerebbe a ben 7 mensilità; Preso atto che le norme vigenti consentono alla Regione di intervenire a fronte della mancata rendicontazione, nei tempi previsti, da parte degli Enti delegati; l'attività svolta dagli operai idraulico-forestali è fondamentale sul piano dell'equilibrio territoriale della Regione, in quanto è finalizzata a custodire vaste zone del territorio che costituiscono una risorsa, ma anche un potenziale pericolo per la sicurezza delle città e delle campagne, ove non adeguatamente manutenute; si chiede di sapere se l'Assessore al ramo sia a conoscenza di quanto esposto in narrativa e quali azioni di competenza intenda intraprendere al fine di garantire il pagamento puntuale degli stipendi spettanti agli operai idraulico-forestali operanti in Campania, comprese le mensilità arretrate. Grazie, Assessore.
Grazie, Presidente. Grazie al Consigliere Cammarano per l'opportunità che mi dà di fare il punto su una questione abbastanza delicata per questa Regione. Voglio innanzitutto segnalare che l'Amministrazione regionale è impegnata dal 2015 nel ricercare soluzioni utili ad assicurare la sostenibilità finanziaria del settore della forestazione e l'efficacia della spesa pubblica ad essa dedicata. A tale fine, annualmente è stato svolto un complesso lavoro atto al reperimento delle risorse necessarie al mantenimento dei livelli occupazionali consolidati presso i 25 enti delegati alle attività di forestazione, difesa del suolo e antincendio boschivo, nonché a sviluppare una programmazione degli interventi in linea con gli strumenti finanziari utilizzati per tale scopo, principalmente FSC e POC, complementari alla programmazione unitaria e il cui utilizzo rimane subordinato al rispetto delle regole comunitarie ed ai relativi sistemi di gestione e controllo. La quantificazione delle risorse assegnate a ciascun Ente è stata determinata sulla base della ricognizione del personale in servizio con contratto idraulico forestale che in base a quanto disposto dall'articolo 30 della Legge Regionale 11 del 1996 è impiegato per la realizzazione degli interventi di forestazione. In tale ambito, l'Amministrazione ha prodotto il massimo sforzo sia reperendo e destinando al comparto forestale, nel periodo 2015-2021 risorse a valere sui fondi FSC e POC in una misura superiore ai 566 milioni di euro, ma soprattutto erogando a ciascun Ente delegato quote di finanziamento in anticipazione pari all'88 per cento dell'assegnazione totale, sostenendo l'intensa collaborazione con gli Enti delegati utile ad adeguare l'organizzazione e l'operatività del sistema alle regole imposte all'uso di questi strumenti finanziari. Chiaramente, la corretta rendicontazione delle somme assegnate da parte degli Enti delegati è indispensabile per poter erogare le quote a saldo. A questo proposito, con riferimento ai due casi specifici che ha indicato il Consigliere Cammarano, voglio precisare che, per esempio, per la comunità montana Solofrana l'importo assegnato è di 13 milioni di euro 030 mila 346,68, l'importo rendicontato è di 5 milioni 522 mila 102,65 e l'importo già pagato all'Ente è di 11 milioni 786 mila 757,16. L'importo che resta da liquidare, all'esito della rendicontazione del controllo, è di 1 milione 243 mila 589,52. Per la comunità montana Ufita, invece, l'importo assegnato è di 27 milioni 316 mila 102, quello rendicontato è di 25 milioni 154 mila 908, l'importo già pagato è lo stesso, 25 milioni 154 mila 908, l'importo che resta da liquidare all'esito della rendicontazione sono 2 milioni 161 mila 194. Si ritiene necessario sottolineare che l'attività dell'Assessorato ha sempre assicurato, agli Enti delegati, la massima disponibilità quotidiana ed anche oltre gli ordinari orari d'ufficio ai fini dell'assistenza di ogni problematica tecnica afferente al monitoraggio e alla rendicontazione degli interventi. La struttura si è anche messa in discussione, abbiamo anche aggiornato le procedure interne al fine di facilitare questo dialogo. In questi ultimi giorni, la struttura è stata impegnata in maniera serrata nel coordinare ed assistere gli Enti delegati nell'urgente attività di caricamento della piattaforma di monitoraggio finanziario delle spese inerenti la programmazione 2020 e il primo stralcio 2021, anche per le quali è stato erogato l'88 per cento di anticipazione. La certificazione da parte della competente autorità delle spese rendicontate e sottoposta al controllo da parte della nostra struttura, costituisce presupposto indispensabile a consentire ulteriori esposizioni finanziarie da parte della Regione in termini di anticipazione delle risorse programmate a valere sugli strumenti nazionali, quali proprio per esempio i POC. Per quanto attiene il 2021, il primo stralcio, pari a 20 milioni di euro, è già stato ripartito tra gli Enti delegati nella solita percentuale dell'88 per cento. La Giunta regionale, su mia proposta, ha anche deliberato l'8 marzo, con la delibera 105, la programmazione di risorse a valere sul POC Campania 2014-2020 pari all'importo di 50 milioni di euro per la copertura del secondo stralcio dell'annualità 2021, ma si potrà procedere ai consequenziali provvedimenti amministrativi e contabili solo a seguito della formale adozione da parte della deliberazione Cipes che ha disposto, nella seduta del 22 dicembre 2021, anticipazione di risorse alle Regioni e Province autonome per interventi di immediato avvio dei lavori o di completamento di interventi in corso, FSC 2021-2027. A quest'ulteriore investimento in termini di risorse finanziarie, l'atto licenziato dalla Giunta regionale individua, quale obiettivo a brevissimo termine, l'approvazione del nuovo documento esecutivo di programmazione forestale, richiamato anche dal Consigliere Cammarano per il biennio 2022-2023, ponendo a base di tale documento la nuova strategia forestale nazionale emanata dal Mipaaf in attuazione dell'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2018 n. 34 che per gli obiettivi generali che individua permetterà di finanziare gli interventi specifici per la messa in sicurezza della manutenzione straordinaria del patrimonio forestale regionale. Per la copertura finanziaria 2022-2023 si era ipotizzato il ricorso alle risorse FESR 2014-2020, stiamo facendo ulteriori approfondimenti tecnici e stiamo verificando l'effettiva possibilità di poter finanziare questi progetti con il programma FESR. Nel contempo, stiamo analizzando tutte le possibilità per liberare spazi finanziari sull'FSC 2014-2020 che risulta il fondo, a mio avviso, meglio adattabile alle peculiarità degli interventi di forestazione. Proprio nella logica di definire un nuovo ed efficace strumento di programmazione forestale, l'Assessorato all'Agricoltura ha da tempo avviato un tavolo di confronto con le parti interessate, Uncem, Upi o organizzazioni sindacali, Federparchi, associazione del terzo settore per la condivisione di ogni problematica e delle possibili soluzioni e anche nei prossimi giorni continueremo ad incontrarci anche per aggiornarci reciprocamente sul programma delle attività. È tutt'ora in corso il confronto tra i soggetti interessati per trovare soluzioni di sistema e di efficientamento della spesa che possano elevare la sostenibilità finanziaria delle attività di forestazione e di antincendio boschivo. Il confronto sulle problematiche del comparto e la condivisione delle esecuzioni costituiscono l'ordinaria modalità di lavoro che quest'Amministrazione ha inteso adottare da tempo e che riteniamo sia l'unica strada utile per dare risposte al territorio, risposte concrete al territorio. La Regione Campania ha deciso di intraprendere, a partire dal 2022, una nuova strategia per il patrimonio forestale regionale che sarà attuata attraverso gli indirizzi del nuovo DEFR nel quale sarà centrale il ruolo degli operatori idraulico forestali quali presidio delle aree forestali e, in particolare, delle aree interne. Tale scelta imposta dal nuovo quadro programmatico delineato dal New Green Deal europeo e dalla nuova politica agricola comune e dalle più recenti comunicazioni della Commissione Europea in materia di cambiamento climatico, di tutela della biodiversità e gestione delle foreste. Obiettivo principale della nuova strategia forestale regionale è la messa in sicurezza e la manutenzione straordinaria del patrimonio forestale regionale cui il nuovo quadro programmatico comunitario e nazionale assegna il ruolo di infrastruttura verde multifunzionale produttrice di servizi ecosistemici essenziali di approvvigionamento, regolazione culturale e di supporto, dai quali dipendono la vita di cittadini, le economie locali, la sicurezza del territorio e la qualità del paesaggio. Gli interventi di messa in sicurezza e manutenzione straordinaria degli ecosistemi forestali della Campania saranno parte di una più ampia strategia regionale di adattamento al cambiamento climatico e di prevenzione e contrasto degli accresciuti rischi naturali legati al fuoco, agli eventi climatici estremi, alle fitopatie e al dissesto idrogeologico. La nuova strategia forestale avrà anche il compito di coordinare, integrare e ricondurre a sintesi l'insieme delle politiche e degli interventi in materia forestale e di prevenzione e contrasto attivo dei rischi ambientali attuati dalla Regione Campania, facenti capo alle politiche agricole, alla Protezione Civile, alla tutela dell'Ambiente e delle aree protette e allo sviluppo delle aree interne. Voglio solo specificare, per quanto riguarda l'aspetto finanziario, che sullo specifico tema - voglio ricordare - a partire dal 2010 la modifica normativa operata dall'allora Giunta regionale, ha modificato il sistema di finanziamento degli Enti delegati e di conseguenza il pagamento degli emolumenti degli stessi. Il ricorso ai finanziamenti europei, in assenza di apposite voci di Bilancio, ci ha consentito di mantenere in vita un settore per noi strategico. È tuttavia doveroso sottolineare come l'accesso ai finanziamenti europei sia legato a procedure stringenti circa la rendicontazione e l'erogazione dei fondi, mediante l'utilizzo di apposite piattaforme telematiche. Nel corso degli anni abbiamo registrato enormi deficit procedurali che hanno rallentato in maniera significativa l'erogazione dei fondi, a questi rallentamenti abbiamo provveduto mediante una maggiore sinergia tra gli Enti e la mancata rendicontazione, da parte di alcuni Enti delegati, che in passato ha precluso la possibilità di erogare i fondi e l'impossibilità, da parte degli stessi, di poter utilizzare anticipazioni di cassa, ha determinato il consolidamento del quadro attuale. Sulla base di tutto quanto esposto ed in conclusione preciso e ribadisco che l'azione posta in essere dall'Assessorato all'Agricoltura non può che inserire la politica regionale forestale nell'ambito dell'attuale quadro europeo e nazionale in materia che costituisce, peraltro, anche l'unica possibilità di utilizzazione in maniera coordinata ed efficace delle risorse ad esso destinate, valorizzando, nel contempo, le risorse umane e professionali operanti presso le Comunità montane, le Province e le Città metropolitane. Insomma, nel ringraziarla ancora per quest'interrogazione, voglio ribadire e confermare la grande attenzione del Governo regionale nei confronti di questa tematica e soprattutto degli operai idraulico forestali e delle loro famiglie.
La ringrazio Assessore, per la risposta davvero esaustiva. Sono contento che il tema sul Piano forestale sia tornato centrale in Regione Campania. Il tema che purtroppo è messo all'attenzione anche mia o della Commissione Aree Interne, perché evidentemente, le Comunità montane riguardano quasi tutte le aree interne, è sui tempi di pagamento perché ovviamente molti operai, purtroppo, in qualche modo, anche questi stipendi, a parte il lavoro che loro fanno, anche di tutela del territorio, rappresentano il tessuto economico di molti piccolissimi Comuni dove conta avere lo stipendio mensilmente perché è un periodo critico, ce lo diciamo da molto tempo, c'è stato il Covid, c'è la guerra, si è quasi bloccato tutto, però ovviamente molte famiglie, e parlo di piccoli nuclei familiari, ci campano con quello stipendio, quindi, sarebbe il caso, in qualche modo, di dare attenzione e soprattutto velocità, anche se è il caso di cambiare alcuni Regolamenti regionali, rivedere la legge sulle Comunità montane, sulle competenze, dargli più slancio e velocità anche sul fatto dei pagamenti. Sono sicuro che insieme potremmo anche rivedere queste norme e, in qualche modo, dare una mano anche amministrativa alla Regione Campania che pur volendo, capisco, a volte si trova rallentata da tanti altri Enti che non riescono, a loro volta, a velocizzare i pagamenti. Grazie.