Question Time del 8 marzo 2019

Indice:
Comunicazione del Presidente
Problematiche inerenti sistemi fognari, alvei, collettori e fluviali area Nolana e loro risoluzioni
POC 2014/2020 - "Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e per il patrimonio culturale" - fondo rotazione attività progettuali
Stato di attuazione normativa regionale pesticidi e disincentivo impiego glifosate
Servizio di somministrazione di lavoro temporaneo, procedure di stabilizzazione e scorrimento graduatorie
Affidamento attività accertamento violazioni evasione tariffaria TPL a soggetti esterni alle aziende esercenti
Problematiche relative alla riapertura della strada statale 268 del Vesuvio
Cavità sotterranee presenti nelle aree urbanizzate della Campania
Locali di pertinenza dell'EAV S.r.l. siti nella stazione di Scampia
Contrassegno speciale di per persone con capacità di deambulazione impedita o ridotta — criteri valutativi in caso di deficit non direttamente collegati all'apparato locomotore
Manutenzione dell'edificio dell'Ospedale del Mare
Gestione parcheggio e punti ristoro presso l'Ospedale San Giovanni Bosco
Elettrificazione del porto di Napoli
Regionalismo differenziato
Stato di attuazione Piano regionale della mobilità ciclistica
Comunicazione del Presidente

 

PRESIDENTE (Russo)

Buongiorno, signori Consiglieri. È aperta la seduta di Question Time. Ricordo che, ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di un minuto; a ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti; successivamente l'interrogante, o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto di replicare per non più di due minuti. Ricordo, inoltre, che le interrogazioni all'ordine del giorno dell'odierna seduta di Question Time sono state elencate nell'ordine di presentazione.

Problematiche inerenti sistemi fognari, alvei, collettori e fluviali area Nolana e loro risoluzioni
PRESIDENTE (Russo)

Passiamo alla prima interrogazione: "Problematiche inerenti sistemi fognari, alvei, collettori e fluviali area nolana e loro risoluzioni" Reg. Gen. 284/2 a firma del consigliere Sommese (Misto), già distribuita in Aula.

SOMMESE (Misto)

Grazie Presidente. Caro Assessore, avrei voluto risparmiare questa mia interpellanza, anzi per essere preciso risparmiarci, nell'economicità dei tempi, avendo fatto due audizioni su questi temi che devo dire che furono anche di grande qualità. Ci fu la partecipazione di tutti i soggetti interessati, a partire dagli Enti Locali e dai Sindaci, in quella Seduta della VII Commissione, in quelle Sedute, e avendo avuto anche un contributo conoscitivo della materia, purtroppo lei è impegnato su altri problemi che la tenevano fuori dalla Seduta, non ha potuto partecipare. Non so se ha avuto lettura di quei verbali e del contenuto di quelle audizioni. Non avendo avuto il registrato consequenzialità rispetto a quei lavori e a quegli impegni che vi furono nella Commissione, mi corre l'obbligo di interpellarla per sapere, rispetto a quest'annosa problematica che investe un ampio territorio, dalla bassa Irpinia all'ala nolana. Non parlerei molto, aspetterei da parte sua di conoscere in quali tempi pensa di risolvere quest'annosa problematica e quali risorse, se nella programmazione che ha messo in campo ha previsto nelle varie emergenze della nostra Regione quest'emergenza che ritengo di fondamentale importanza, che ha qualche difficoltà in più rispetto agli altri territori.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Consigliere. La parola al Vicepresidente Bonavitacola, nonché Assessore all'Ambiente, prego.

BONAVITACOLA, Assessore all'Ambiente

Grazie Presidente. Naturalmente ho dato lettura dei verbali dell'audizione della Commissione competente, cui faceva riferimento l'interrogante Sommese. Devo dire che l'interrogazione affronta due tematiche cui vorrei trattare, ovviamente rapidamente, in modo separato. C'è un primo problema che riguarda il collettamento di reflui e delle acque meteoriche che si mescolano ai reflui in condizioni di piena e del loro corretto convogliamento verso gli impianti di depurazione. Questo programma che riprende anche delle previsioni di precedenti gestioni commissariali, richiederà ingenti risorse integrative che stiamo definendo anche con il Ministero dell'Ambiente in sede di accordo di programma per una filiera di finanziamenti che sono nella titolarità ministeriale. Abbiamo anche previsto naturalmente importanti risorse a valore sul patto sud, Regione Campania, per completare il collettamento e il convogliamento degli impianti di depurazione di questi reflui. Proprio l'altro ieri è avvenuta una consegna che forse non è esagerato definire strategica al soggetto gestore del ciclo delle acque in quel territorio che sapete è il territorio del sarnese vesuviano, avevamo un impianto di depurazione a Nola che era gestito in regime di proroga da molti anni da un soggetto che naturalmente in vista della scadenza non era interessato in modo particolare alla manutenzione e all'efficientamento di quest'impianto. Possiamo dire che si è aperta una pagina nuova e importante con la consegna di questo impianto alla Gori, questo consentirà non solo maggiori livelli di efficienza nella depurazione, ma anche di convenire con il soggetto gestore, queste opere complementari, tra cui i collettamenti verso quell'impianto, che sono importanti ai fini ambientali. La questione della difesa suolo e della prevenzione del rischio idraulico, in particolare dell'area Valle Lauro Regi Lagni, rinvia ad un annoso problema che si è aggravato a causa dei sedimenti che nel corso dei decenni si sono accumulati lungo gli alvei, restringendone la sessione idraulica. Con l'ulteriore complicazione dovuta dalla circostanza che questi sedimenti nella parte più collinare e a monte, sono sedimenti naturali che non presentano problematiche di inquinanti, mentre nella zona più a valle, questo si comprende, sia per fenomeni di sversamenti abusivi sia per fenomeni di allacci altrettanti abusivi, nella parte a valle di questo reticolo idraulico questi sedimenti non sono soltanto sedimenti da terriccio, ma sono misti spesso ad elementi inquinanti, il che comporterà una caratterizzazione più puntuale per lotti che i tecnici individuano in un dimensionamento di circa mille metri cubi ciascuno ai fini delle indagini e delle caratterizzazioni necessarie per la successiva fase di smaltimento, perché com'è noto lo smaltimento dei rifiuti abbandonati è correlato alla codifica che questi rifiuti ricevono a seguito delle caratterizzazioni. Abbiamo impegnato la società regionale in house, Campania Ambiente e Servizi, in uno specifico programma volto alla manutenzione del reticolo idraulico in quell'area oggetto dell'interrogazione odierna. In particolare una quota del finanziamento di 30 milioni di euro a valere sulle risorse della difesa suolo, stiamo destinandoli alle manutenzioni ordinarie e straordinarie del reticolo idraulico. Naturalmente si tratta di una scelta anche con carattere di novità, in una prima fase a livello centrale si è guardato con una certa diffidenza all'utilizzo di fondi strutturali per interventi di manutenzione, sulla base del luogo comune sbagliato che i fondi strutturali debbano essere riservati a nuove opere. In realtà, è ben noto che nel campo della manutenzione e della prevenzione, la manutenzione è altrettanto importante, a volte è ancora più importante di nuove opere e nel caso di questo reticolo idraulico non abbiamo necessità di nuove opere quanto di garantirne l'efficienza e la funzionalità nel convogliamento delle acque e del loro giusto regime idraulico e immissione del corpo recettore finale. Questo programma è in fase di avanzata definizione ed è parte integrante anche del Piano di ristrutturazione di Campania Ambiente e Servizi che sarà nei prossimi giorni sottoposto all'approvazione della Giunta previo concordamento anche con le organizzazioni sindacali. Anzi, ho anche preso impegno in sede di Commissione consiliare Trasparenza di avere anche un confronto in sede di Commissione su questo piano di ristrutturazione. L'insieme di questi interventi, sia sulla parte del collettamento sia sulla parte della manutenzione, potrà consentire di affrontare la problematica in termini abbastanza organici. Naturalmente parliamo di una problematica che ereditiamo da alcuni anni, se non qualche decennio, e un'efficace azione di ripristino del reticolo idraulico in quell'area non può risolversi nel giro di poche settimane. È chiaro che avremmo preferito partire prima, ma il nullaosta all'utilizzo di queste risorse della difesa del suolo per interventi di mitigazione del rischio idraulico e per interventi di manutenzione è intervenuto non più tardi di pochi mesi fa. È solo da allora che la Direzione Difesa del Suolo ha potuto apprezzare i progetti, ma più correttamente parlerei di perizia di intervento di manutenzione. Credo di poter dire che siamo nella fase che precede immediatamente gli Interventi previsti. Naturalmente avremo cura, in ordine agli sviluppi di questo programma, di notiziare gli aggiornamenti all'interrogante, ma direi anche le Commissioni consiliari competenti.

PRESIDENTE (Russo)

La parola al consigliere Sommese che ha il diritto di replica.

SOMMESE (Gruppo Misto)

Mi soddisfa e mi rassicura la conoscenza della problematica, ma un po' meno l'attuazione. Nelle conclusioni che lei ha detto, ovvero di rivederci in Commissione e rispetto a tutti i temi che sono stati messi anche dai soggetti attuativi della problematica sapere in modo preciso la tempistica e le risorse da programmare, avendo soprattutto noi, che viviamo i territori La gente non viene qui in Regione, ma negli enti più prossimi e nei soggetti più integrati con la problematica dei luoghi e comprende poco quando non diamo delle risposte. Sono d'accordo con lei nel dire che le problematiche sono annose, ma i cittadini vogliono certezza sui tempi e lei ha avuto modo di dire queste cose nel Tavolo dell'Agenzia dei Comuni nolani un paio di anni fa. Oggi mi fa piacere registrare che la problematica si avvia a soluzione, ma vorrei che questo fosse suffragato da elementi chiari, definiti e certi. Questo è per quanto riguarda la sua risposta al dissesto idrogeologico, agli alvei di Casamarciano, l'alveo Gaudio, l'alveo Quindici. Sono perfettamente d'accordo sulla sedimentazione di un territorio perché tutto viene dalla problematica a monte del Vallo di Lauro e Baianese e poi c'è la sedimentazione che restringe un po' tutto il percorso dell'acqua unitamente agli ostacoli che hanno delle difficoltà e del malcostume negli operatori del territorio che c'è molto spesso. Devo dire che noi abbiamo due problematiche, il dissesto idrogeologico (rispetto al quale lei ha risposto) e il collettore Nola San Gennaro (di cui non abbiamo avuto risposta) che insiste su una strada provinciale e quando vi sono pochissime piogge diventa un alveo (per non dire una fognatura a cielo aperto. La problematica (gliela dico in modo tale che lei ne possa prendere atto e magari la sviluppiamo in Commissione) è che quella fognatura, progettata negli anni '90, non prevedeva l'incremento demografico che ha avuto quella strada, pertanto tra acque bianche e acque nere diventa veramente [...]. Agli atti della Commissione abbiamo anche la documentazione fotografica, arriva addirittura nel centro storico di Nola e dei comuni limitrofi. Il Presidente sa bene le difficoltà che vive il territorio. Poiché noi abbiamo l'ente istituente la legge regionale idrico campano diretto dal professore Belgiorno, questa è una problematica che non viene sul dissesto idrogeologico, ma deve essere affrontata in quella sede. Io penso che nella programmazione le strade sono due, di cui una è diluire la problematica con le acque bianche e con degli interventi e poi incanaliamo, attesa la pulizia degli alvei, ma in modo strutturale, non in modo emergenziale, un po' come è avvenuto sull'alveo Sarno, perché la problematica deve essere affrontata in modo complessivo. Se questo avviene, risolviamo il problema. L'altra strada è andare a rivedere l'intero collettore che lega San Gennaro Nola, mettendolo nella programmazione e rifacendolo. Anche nelle programmazioni delle pianificazioni dei comuni su quell'asse stradale abbiamo un'incidenza delle attività produttive e abitative del futuro. La Regione non affronta solo le emergenze, facciamo anche buona amministrazione di prevenzione. Mi auguro tutta la collaborazione del caso, ma, allo stesso tempo, terrai veramente con grande piacere un'audizione nella sede opportuna per sentire, vedere e dare garanzia ai territori sui tempi certi e le risorse programmate.

PRESIDENTE (Russo)

Comunico che con nota pervenuta in data odierna il consigliere Gianpiero Zinzi ha comunicato il ritiro delle interrogazioni a propria firma con Registro Generale n. 285/2 e 286/2.

POC 2014/2020 - "Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e per il patrimonio culturale" - fondo rotazione attività progettuali
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione "POC 2014/2020 - "Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e per il patrimonio culturale" - Fondo rotazione attività progettuali", Reg. Gen. n. 292/2, a firma della consigliera Maria Grazia Di Scala (Forza Italia). La parola alla consigliera Maria Grazia Di Scala per l'illustrazione dell'interrogazione.

DI SCALA (Forza Italia)

Assessore, il quesito attiene il fondo di rotazione delle attività progettuali previsto per il POC 2014/2020 con particolare riguardo all'asse "Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e per il patrimonio culturale". È stato istituito il fondo di rotazione per il finanziamento delle attività di progettazione e il quesito è finalizzato a verificare la governance del fondo di rotazione pari a 40 milioni di euro, destinato a finanziare le attività di progettazione degli interventi di rigenerazione urbana, come ho detto. È sicuramente apprezzabile l'istituzione di questo fondo perché conosciamo tutti le difficoltà degli enti, anche nelle fasi preliminari di progettazione, ma temiamo una poca accorta gestione. Il timore è che poi, alla fine, siano finanziate le attività di progettazione di cui, però, non si conosce l'esito finale in ordine all'ammissibilità. Temiamo il rischio concreto che la quota del fondo di rotazione concessa potrebbe non essere restituita per le evidenti difficoltà e gli stati di decozione economica che affliggono gli enti locali. Ricordiamo, infatti, che secondo la normativa questa quota va resa o a compensazione sul finanziamento delle opere oppure, in caso di mancato finanziamento, entro cinque anni dall'erogazione. Il timore è che l'ente beneficiario possa trovarsi nella materiale impossibilità di restituirlo e questo anche alla luce della circostanza che, a seguito delle procedure messe in atto, sono state nominate le Commissioni, la Commissione di valutazione deputata all'istruttoria sull'ammissibilità delle istanze, che non coincide né fisicamente né come criteri di valutazione con la Commissione, quindi ne agisce in maniera necessariamente slegata con la Commissione che, invece, dovrà materialmente erogare finanziamenti. Il quesito, che ripeto per chi ascolta, è il seguente: quanti e quali interventi infrastrutturali programmati dagli enti tra quelli ammissibili a finanziamento dell'attività di progettazione richiamata, hanno trovato effettiva copertura finanziaria a valere sulla risorsa della programmazione europea della Regione Campania, e quale sia lo stato dell'arte di quelli non ancora approvati ma egualmente ammessi al finanziamento dell'attività di progettazione.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie, Consigliera. In luogo del Presidente della Giunta, risponde l'Assessore Marchiello. Prego

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Buongiorno. Questa interrogazione mi incuriosisce perché sono stato io il Presidente della Commissione che ha istruito nel 2016 le pratiche, quindi vediamo come è andato poi il lavoro che ho fatto con grande fatica, vi assicuro. A conclusione della valutazione delle istanze pervenute sull'avviso pubblico denominato "Fondo di rotazione" per la progettazione di cui alla delibera n. 244 del 24 maggio 2016, finanziato con le risorse POC Campania 2014-2020 e con decreto dirigenziale n. 2 del 18 gennaio 2017 dell'Ufficio speciale Centrale Acquisti, è stato approvato l'elenco degli interventi ammissibili a finanziamento - quindi tutto quello che avevamo fatto come Commissione è stato approvato a gennaio 2017. L'allegato A al predetto decreto dirigenziale n. 2 riporta le proposte progettuali ammissibili presentate dagli enti richiedenti il contributo per la progettazione ordinate in modo decrescente in base al punteggio assegnato dalla Commissione di valutazione. Il decreto dirigenziale, pur dando conto dell'attività valutativa compiuta e della finanziabilità delle progettazioni, non conferiva alcuna certezza alle progettazioni conseguite con le risorse del fondo di rotazione rispetto al successivo finanziamento delle opere previste. Successivamente, dei circa 1.800 interventi ammissibili a finanziamento di cui al citato allegato A, l'ufficio competente, previa verifica delle condizioni per la finanziabilità e la disponibilità ad accedere alle risorse per la progettazione, nel rispetto dei vincoli di restituzione e di funzionamento previsti dal fondo medesimo all'interno della lex specialis, ha ammesso a finanziamento 166 progetti per un numero complessivo di 86 enti beneficiari. Nel dettaglio si tratta di: 9 progetti del Comune di Napoli, 8 progetti della Provincia di Benevento, 6 progetti di Pozzuoli, Cava dei Terreni e Caserta, 5 progetti della Provincia di Avellino, 4 progetti per ciascuno dei seguenti enti: Comune di Amalfi, Comune di Avellino, Comune di Salerno e Consorzio di Bonifica Velia. Poi abbiamo il numero dei progetti per ciascuno dei seguenti enti: Città metropolitana di Napoli, Comune di Acropoli, Comune di Aversa, Comune di... Li leggo tutti o vado avanti? Li posso leggere, comunque sono tantissimi. Sono 2 progetti Aeroporto di Salerno, 2 progetti Asis S.p.A., 1 progetto... Insomma parliamo di 166 progetti elencati. Tra i progetti di maggiore rilievo in relazione all'importo ammesso a finanziamento si segnalano: il ripascimento delle spiagge dell'isola di Ischia per 3.676.017; lo studio di riqualificazione della città funzionale al Complesso Vanvitelliano della Reggia di Caserta e del sistema cinematico per 2.919.387; interventi di messa in sicurezza del versante roccioso contiguo alla strada provinciale 562 in località Tragara di proprietà del Comune di Centola ubicato nel comune di Celle di Bulgheria (Salerno) per 1.048.000; recupero, ristrutturazione e restauro del Palazzo TetiMaffuccini a Santa Maria Capua Vetere per 1.072.000; gli interventi previsti per lo sviluppo dell'Aeroporto di Salerno di 947.000 e 825.815. L'Ufficio Centrale Acquisti competente per la procedura di finanziamento della progettazione allo stato è impegnato nella verifica delle procedure di affidamento dei beneficiari nonché nel monitoraggio dell'avanzamento dei livelli di progettazione conseguiti dagli stessi. Circa gli interventi infrastrutturali programmati dagli enti tra quelli ammissibili a finanziamento dell'attività di progettazione, secondo il decreto citato n. 2 del 2017, che hanno trovato effettiva copertura finanziaria a valere sulle risorse di programmazione europea della Regione Campania o su risorse di altra natura, come riferito dall'autorità di gestione del Fondo europeo di sviluppo regionale e referente unico POC Campania 2014-2020, si segnalano tre proposte progettuali presentate dagli enti che hanno partecipato all'avviso pubblico per la selezione di interventi di messa in sicurezza e potenziamento dei porti regionali, di cui al decreto dirigenziale n. 46/2018 della Direzione Mobilità. Segnatamente si tratta dei seguenti progetti che, a seguito della valutazione effettuata da apposita Commissione, sono stati poi inseriti nella graduatoria utile per il finanziato, e sono: lavori di messa in sicurezza e adeguamento infrastrutturale del porto di Marina di Camerota - lotto 1, presentato dal Comune di Marina di Camerota; lavori di prolungamento della testata del molo e di ampliamento e consolidamento della parte interna del molo per rendere riparato e sicuro l'ancoraggio all'interno dalla rata di Palinuro nel Comune di Centola, presentato dal Comune di Centola, e sistemazione ed adeguamento del porto commerciale di Marina Grande presentato dal Comune di Capri. È stato inoltre finanziato anche l'intervento del Comune di Parete denominato "Realizzazione di infrastrutture per la fruizione ecosostenibile del Parco agricolo urbano", che è stato inserito nell'allegato 3 del dodicesimo atto integrativo all'APQ Infrastrutture per sistemi urbani, approvato con delibera di Giunta n. 861 del 17 dicembre 2018. Questi sono tutti gli elementi relativi a quell'avviso.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie, Assessore. Per la replica, la parola alla consigliera Di Scala. Prego.

DI SCALA (Forza Italia)

Io pensavo inizialmente che l'Assessore non mi stesse rispondendo perché mi ha fatto l'elencazione di tutti i progetti finanziati, che, da una consultazione degli atti, è facile ricavare, e sicuramente sono tanti, sono tantissimi, ma quelli poi effettivamente finanziati sono soltanto questi tre che mi ha elencato alla fine: Marina di Camerota, Palinuro richiesto dal Comune di Centola e il porto di Marina Grande. Se il governo regionale avesse garantito di avere finanziato esclusivamente i progetti di opere di cui è certa l'ammissibilità, allora la nostra interrogazione avrebbe trovato piena soddisfazione. Se invece non si è certi dell'ammissibilità delle opere e quindi delle coperture finanziarie, allora siamo effettivamente di fronte a una mala gestio del fondo di rotazione e a una cattiva programmazione, perché si mette a serio rischio questo capitale proprio per quello che dicevo prima, perché spesso un comune che è in difficoltà finanziaria e non ha le risorse per pagare le progettazioni, una volta spese quelle del fondo, non ha poi la possibilità di restituirle. Ringrazio comunque l'Assessore per la risposta data perché conferma i dubbi che avevamo sollevato con l'interrogazione. Grazie.

Stato di attuazione normativa regionale pesticidi e disincentivo impiego glifosate
PRESIDENTE (Russo)

Passiamo all'interrogazione Registro Generale n. 287/2 avente ad oggetto: "Stato di attuazione normativa regionale pesticidi e disincentivo impiego glifosate", a firma del consigliere Michele Cammarano (Movimento 5 Stelle). Prego, Consigliere.

CAMMARANO (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Buongiorno Assessore. Premesso che: Con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del 22 gennaio 2014, era adottato il Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante: «Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi», finalizzato, in particolare, a ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità e a proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata; L'articolo 5 della legge regionale 11 aprile 2018, n. 15 "Disposizioni per la promozione, diffusione e ricerche di tecniche per l'agricoltura di precisione ed uso sostenibile delle risorse in agricoltura" pone, tra gli obiettivi della Regione nel periodo 2018-2020, la riduzione dei volumi di prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura; In particolare, la predetta disposizione prevede che la Regione, attraverso l'ARPAC, nell'ambito delle attività svolte per il monitoraggio delle acque superficiali e di falda nelle aree maggiormente esposte a pressione agricola, definisca e avvii un piano di campionamento e monitoraggio della durata di ventiquattro mesi sulla presenza della sostanza attiva glifosate e dei suoi prodotti di degradazione e che la Giunta predisponga specifiche linee di indirizzo per un corretto impiego dei prodotti fitosanitari e diserbanti; Secondo il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), pubblicato nel 2018, nel 2016, in Italia, il glifosate è presente nel 47,4 per cento dei 458 punti di campionamento delle acque superficiali, con un superamento degli standard di qualità ambientale nel 24,5 per cento dei casi (molto alto). Inoltre, secondo il rapporto di Legambiente, un terzo di frutto e verdura italiana presenta tracce di pesticidi, seppur entro i limiti di legge, laddove l'1,3 per cento dell'ortofrutta italiana è fuorilegge per eccesso di pesticidi; considerato che secondo quanto evidenziato nel report, la Campania monitora un numero di pesticidi nettamente inferiore rispetto alle altre regioni e, tra questi, non figura il glifosate; considerato che il dato appare ancora più allarmante se si considera che, secondo quanto evidenziato nel report, in ordine alla media nazionale delle vendite dei prodotti fitosanitari rispetto alla Superficie Agricola Utilizzata, pari a 4,6 kg/ha, la Campania si trova nettamente al di sopra superando gli 8 kg/ha; rilevato che nella seduta del Consiglio regionale del 28 luglio 2016, era approvata la mozione "Salvaguardia del territorio regionale dall'uso dei diserbanti chimici e delle sostanze tossiche negli interventi di controllo delle erbe infestanti", a firma del gruppo Movimento 5 stelle, con cui si impegnava, tra l'altro, la Giunta regionale a sollecitare l'ARPAC e la ASL ad attivarsi per un monitoraggio costante e approfondito delle falde acquifere e per assicurare una capillare e sistematica azione di informazione della popolazione in ordine ai potenziali rischi derivanti dall'utilizzo di prodotti fitosanitari ed erbicidi; atteso che il glifosate è il pesticida più presente nelle acque italiane ed è stato dichiarato potenzialmente cancerogeno dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, vi chiediamo qual è lo stato di attuazione dell'articolo 5 della legge regionale n. 15/2018 e, in particolare. qual è lo stato di avanzamento del Piano dì monitoraggio sulla presenza della sostanza attiva glifosate e dei suoi prodotti di degradazione e della predisposizione delle linee di indirizzo per un corretto impiego dei prodotti fitosanitari e diserbanti, e vi chiediamo in che modo la Giunta intende garantire il rispetto degli obiettivi di cui al comma 1 del richiamato articolo 5, soprattutto alla luce dei dati allarmanti registratisi in ordine alle vendite dei prodotti fitosanitari.umana, sull'ambiente e sulla biodiversità e a proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata; L'articolo 5 della legge regionale 11 aprile 2018, n. 15 "Disposizioni per la promozione, diffusione e ricerche di tecniche per l'agricoltura di precisione ed uso sostenibile delle risorse in agricoltura" pone, tra gli obiettivi della Regione nel periodo 2018-2020, la riduzione dei volumi di prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura; In particolare, la predetta disposizione prevede che la Regione, attraverso l'ARPAC, nell'ambito delle attività svolte per il monitoraggio delle acque superficiali e di falda nelle aree maggiormente esposte a pressione agricola, definisca e avvii un piano di campionamento e monitoraggio della durata di ventiquattro mesi sulla presenza della sostanza attiva glifosate e dei suoi prodotti di degradazione e che la Giunta predisponga specifiche linee di indirizzo per un corretto impiego dei prodotti fitosanitari e diserbanti; Secondo il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), pubblicato nel 2018, nel 2016, in Italia, il glifosate è presente nel 47,4 per cento dei 458 punti di campionamento delle acque superficiali, con un superamento degli standard di qualità ambientale nel 24,5 per cento dei casi (molto alto). Inoltre, secondo il rapporto di Legambiente, un terzo di frutto e verdura italiana presenta tracce di pesticidi, seppur entro i limiti di legge, laddove l'1,3 per cento dell'ortofrutta italiana è fuorilegge per eccesso di pesticidi; considerato che secondo quanto evidenziato nel report, la Campania monitora un numero di pesticidi nettamente inferiore rispetto alle altre regioni e, tra questi, non figura il glifosate; considerato che il dato appare ancora più allarmante se si considera che, secondo quanto evidenziato nel report, in ordine alla media nazionale delle vendite dei prodotti fitosanitari rispetto alla Superficie Agricola Utilizzata, pari a 4,6 kg/ha, la Campania si trova nettamente al di sopra superando gli 8 kg/ha; rilevato che nella seduta del Consiglio regionale del 28 luglio 2016, era approvata la mozione "Salvaguardia del territorio regionale dall'uso dei diserbanti chimici e delle sostanze tossiche negli interventi di controllo delle erbe infestanti", a firma del gruppo Movimento 5 stelle, con cui si impegnava, tra l'altro, la Giunta regionale a sollecitare l'ARPAC e la ASL ad attivarsi per un monitoraggio costante e approfondito delle falde acquifere e per assicurare una capillare e sistematica azione di informazione della popolazione in ordine ai potenziali rischi derivanti dall'utilizzo di prodotti fitosanitari ed erbicidi; atteso che il glifosate è il pesticida più presente nelle acque italiane ed è stato dichiarato potenzialmente cancerogeno dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, vi chiediamo qual è lo stato di attuazione dell'articolo 5 della legge regionale n. 15/2018 e, in particolare. qual è lo stato di avanzamento del Piano dì monitoraggio sulla presenza della sostanza attiva glifosate e dei suoi prodotti di degradazione e della predisposizione delle linee di indirizzo per un corretto impiego dei prodotti fitosanitari e diserbanti, e vi chiediamo in che modo la Giunta intende garantire il rispetto degli obiettivi di cui al comma 1 del richiamato articolo 5, soprattutto alla luce dei dati allarmanti registratisi in ordine alle vendite dei prodotti fitosanitari.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Consigliere. La parola all'Assessore Marchiello, in luogo del Presidente della Giunta. Prego, Assessore.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. Con deliberazione di Giunta regionale n. 586 del 26 settembre 2017 "Implementazione del Piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN)", secondo il decreto ministeriale del 22 gennaio 2014, sono state individuate le Direzioni generali responsabili dell'attuazione delle attività previste dal Piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in regione Campania. Sono le Direzioni Politiche agricole, alimentari e forestali, Ambiente e difesa del suolo ed ecosistema, e Tutela della salute e coordinamento del sistema sanitario regionale. Il coordinamento delle attività delle tre Direzioni è stato affidato alla Direzione Generale Politiche agricole, alimentari e forestali, anche attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro avente il compito di programmare, organizzare e monitorare le numerose azioni previste dal Piano d'azione nazionale attuate dalle diverse strutture regionali, ciascuna per la parte di propria competenza. Il suddetto gruppo di lavoro, istituito con decreto n. 267/2017, dalla Direzione Politiche agricole, si è riunito in data 24 maggio 2018 presso la stessa Direzione, cioè presso l'Ufficio centrale fitosanitario, per discutere, tra l'altro, degli adempimenti connessi all'attuazione della legge n. 15/2018 e in particolare del monitoraggio del glifosate nelle acque, essendo presente nel gruppo di lavoro anche un rappresentante dell'ARPAC. Il comma 2 dell'articolo 5 della legge n. 15/2018, relativa all'agricoltura di precisione e all'uso sostenibile delle risorse in agricoltura, incarica infatti l'ARPAC di effettuare un piano di monitoraggio di ventiquattro mesi delle acque superficiali e di falda. La stessa legge, all'articolo 9, prevede una clausola di invarianza finanziaria, nel senso che dalla sua attuazione non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la Regione e per questo, nella citata riunione del 24 maggio 2018, è stato chiesto al rappresentante della Direzione della Difesa suolo ed ecosistema, di farsi carico di verificare la disponibilità finanziaria per attivare il monitoraggio biennale del glifosate. Tenuto conto che l'ARPA Campania, per compiti di istituto, già effettua attività di monitoraggio delle acque superficiali, sotterranee e marine, i cui dati sono consultabili sul sito dell'ARPA, allo stato è possibile immaginare di richiedere all'Agenzia una rielaborazione dei dati derivanti dal monitoraggio per individuare nelle aree maggiormente esposte a pressione agricola la presenza o meno di sostanze attive di glifosate, estendendo le rilevazioni anche a tali sostanze nel rispetto di una invarianza della spesa. Per quanto riguarda la predisposizione di linee di indirizzo per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari e dei diserbanti, la Direzione generale per le Politiche agricole, in attuazione del punto A 7.3 del Piano di azione nazionale difesa integrata volontaria, pubblica tutti gli anni i disciplinari di produzione integrata conforme a quanto previsto dal Sistema nazionale di qualità produzione integrata, istituito con legge n. 4 del 3 febbraio 2009, e valevoli anche per le aziende che aderiscono alla misura 10 del Piano di Sviluppo Rurale Produzione Integrata. In questi disciplinari è previsto un approccio integrato dei mezzi di difesa delle colture biologico, fisico e agronomico con una forte limitazione dei prodotti fitosanitari consentiti, tra cui il glifosate.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Assessore. Per la replica, la parola al consigliere Cammarano. Prego, Consigliere.

CAMMARANO (Movimento 5 Stelle)

Assessore, io la ringrazio per la risposta. Mi sarebbe piaciuto che qui ci fosse stato anche il Vicepresidente Bonavitacola perché il tema è un po' caldo. Questo question time non arriva a caso, se non altro per i numeri allarmanti che ho in mano. La Campania al momento monitora dodici sostanze. Giusto per fare un piccolo paragone con altre regioni, la Lombardia arriva a sessantuno e la Sicilia addirittura a centocinquanta. Ovviamente in tutte e due è monitorato il glifosate. A parte che il Parlamento già si è espresso sulla pericolosità del glifosate in maniera chiara, c'è anche da dire che noi, come regione, siamo l'ultima per superficie biologica. È chiaro che il paragone con la Sicilia, che è invece la regione che ha il più alto tasso di superfici biologiche, quindi ha maggiori controlli, è un paragone abbastanza semplice da fare. Io credo che noi, come Regione Campania, dovremmo avere una visione evoluta sull'agricoltura, capire quali sono le tendenze future, soprattutto se si tiene conto che il prossimo step che verrà fatto in agricoltura non è neanche il biologico, ma quello di avere terreni incontaminati. Noi non facciamo controlli, e io ho segnalazioni davvero imbarazzanti da parte di chi vende prodotti fitosanitari, che mi dice che ci sono cittadini che comprano prodotti e fanno dei cocktail paurosi. Non sto qui a dire se avere un patentino possa servire o meno, come viene dato il patentino per l'uso di prodotti fitosanitari, però i dati che noi abbiamo ci dicono che se ne fa un abuso e sicuramente c'è bisogno di più controllo, anche in relazione a quello che è successo ultimamente con i castagneti, che, diventando dei frutteti, si aprono a un mercato di utilizzo di fitosanitari, che in Campania può essere addirittura pericoloso per la purezza dei nostri terreni. Sappiamo bene che il glifosate e altre sostanze contaminanti uccidono l'humus dei terreni e questo porta nel tempo, lentamente, a un impoverimento generale della nostra agricoltura. Spero che questi controlli siano fatti seriamente, vengano attuati, si vadano a verificare più sostanze, visto che il confronto con le altre regioni per me è semplicemente imbarazzante. Quando vedo che la Sicilia stessa fa analisi su 151 sostanze e noi ci fermiamo al momento a dodici, mi porta a essere poco speranzoso nel futuro. Magari ci riaggiorniamo a tra qualche mese e cerchiamo di capire l'ARPAC come si porrà su questo tema.

Servizio di somministrazione di lavoro temporaneo, procedure di stabilizzazione e scorrimento graduatorie
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione "Servizio di somministrazione di lavoro temporaneo, procedure di stabilizzazione e scorrimento graduatorie", Reg. Gen. n. 289/2, a firma della consigliera Valeria Ciarambino (Movimento 5 Stelle). La parola alla consigliera Ciarambino per l'illustrazione dell'interrogazione.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Questa interrogazione odierna si pone sulla scia di un lavoro che, anche come Presidente della Commissione Trasparenza, sto portando avanti da molti mesi con riguardo alle procedure di reclutamento del personale in sanità, anche vista la procedura di stabilizzazione dei precari prevista dalla Legge Madia che abbiamo seguito con grande attenzione. Ci ritroviamo ancora una volta a dover parlare di contratti di lavoro interinale all'interno delle nostre aziende ospedaliere nonostante ci sia un espresso divieto e, addirittura, di proroga di contratti già scaduti. Vi vorrei rappresentare, quindi, questa specifica situazione. Parliamo dell'azienda ospedaliera dei Colli. A seguito di procedura a evidenza pubblica, l'azienda ospedaliera dei Colli, con delibera n. 594 del 2015, deliberava l'affidamento del servizio di somministrazione di lavoro temporaneo, della durata di 24 mesi, alla ditta Lavorint spa; a dicembre con una nuova delibera si dà atto che le prestazioni oggetto del contratto per il servizio di somministrazione di lavoro temporaneo erano proseguite dall'1.10.2017 (quindi dalla scadenza, così come da contratto originario) fino a dicembre, la data della nuova delibera, quindi si interviene a contratto già scaduto, con due mesi di prestazioni non coperte da contratto e si proroga al 31 gennaio 2018 il termine finale del contratto alle condizioni in essere. Dopo questa delibera succede che (parliamo del 7 gennaio 2019, quindi è passato più di un anno da quella scadenza) l'azienda ospedaliera dei Colli da un riconosce l'adeguamento dell'importo relativo all'erogazione dei servizi contrattualizzate non coperti fino al 31 dicembre 2018 e differisce al 30 aprile 2019 la scadenza del medesimo contratto. Voglio dire, il contratto era scaduto e non solo si riconosce la copertura per prestazioni erogate a contratto già scaduto, ma si fa un'ulteriore proroga del contratto al 30 aprile 2019. Non basta, con la stessa delibera si indice una gara di appalto per un nuovo affidamento di somministrazione di lavoro temporaneo per altri ventiquattro mesi per l'importo di circa 3 milioni, 2 milioni 850 mila euro. Qui ci sono una serie di irregolarità che balzano agli occhi in maniera evidente. La proroga del contratto di somministrazione in essere di cui all'ultima delibera, la n. 14/2019, si fonda su una procedura anomala, ciò interviene ex post a ratificare l'esercizio di personale a garantire anche la copertura in assenza di un contratto, personale che di fatto è in esercizio dal 2015; come vi dicevo, è una anomala a cui l'Azienda era già ricorsa con una delibera del 2017.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Non solo. Il ricorso alla proroga del contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato, così come la ratifica, con il conseguente pagamento, di servizi resi in assenza di preventivi atti formali di disposizione, sono una procedura antieconomica e limitativa della concorrenza. Inoltre la procedura di gara - quindi la nuova gara - viene indetta in spregio alle recenti misure normative che sono proprio finalizzate a superare il precariato all'interno della pubblica amministrazione e a ridurre il ricorso dei contratti a termine. D'altra parte l'Azienda ha avviato le procedure di stabilizzazione del personale precario attuando il piano triennale disciplinato dal decreto legislativo n. 75, il cui comma 5 dell'articolo 20 introduce l'espresso divieto per le amministrazioni interessate - quindi quelle che stanno procedendo alla stabilizzazione dei precari - di instaurare rapporti di lavoro flessibile per le professionalità e le posizioni oggetto di stabilizzazione. L'Azienda, inoltre, non ha ritenuto di avvalersi delle graduatorie preesistenti, cioè fa una gara per lavoro interinale per profili per cui esistono delle graduatorie valide ed efficaci. Mi riferisco, ad esempio, alla graduatoria di fisioterapista, categoria D, presso il Santo Bono, alla graduatoria di infermiere pediatrico e alla recentissima graduatoria di infermiere bandita dalla stessa Azienda dei Colli. L'Azienda dei Colli ha fatto un concorso per i profili professionali per cui oggi fa una gara e ricorre nuovamente al lavoro interinale. Ci sono delle graduatorie valide e non le utilizza neppure. Questa scelta aziendale, inoltre, contrasta anche con quanto la stessa Azienda aveva risposto alla I Commissione speciale Trasparenza, che presiedo, perché avevo chiesto spiegazioni relativamente alla stipula di contratti di somministrazione di lavoro interinale concomitante alle procedure di stabilizzazione, mobilità, scorrimento di graduatorie e procedure concorsuali in essere presso l'Azienda dei Colli, e mi aveva detto: "in conformità con le indicazioni regionali, l'Azienda dei Colli ha gradualmente ridotto il numero dei lavoratori interinati, che a breve saranno ridimensionati a complessive 15 unità, acquisite per prestazioni sanitarie di personale tecnicosanitario di comparto, in previsione del verosimile azzeramento di questa tipologia di contratti al 31.12.2018". Invece a gennaio ha fatto un nuovo bando di gara. L'articolo 36 del decreto legislativo n. 165 ammette il lavoro a tempo determinato per rispondere ad esigenze di carattere esclusivamente temporaneo od eccezionale per cui è possibile utilizzare una graduatoria a tempo indeterminato per il reclutamento che riguardi la stessa categoria e lo stesso profilo professionale. In questo modo si prevengono fenomeni di precariato. Questa impostazione trova conferma nella circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica n. 5/2013, nel parere del Ministero dell'Interno del 28 marzo 2014 e, da ultimo, nel parere della Corte dei Conti - Sezione regionale della Campania n. 31/2017 e nel Decreto del commissario ad acta n. 52 del 7 novembre 2017 laddove si prevede espressamente che le Aziende sanitarie ed ospedaliere debbano evitare di mettere in atto procedure diverse dall'attivazione di ordinarie procedure di reclutamento. Anche il Consiglio di Stato si è espresso nel merito. Tutto questo depone in maniera evidentissima a favore della non conformità della procedura avviata dall'Azienda ospedaliera dei Colli alla normativa vigente in materia nelle more delle procedure di stabilizzazione e in presenza di graduatorie persistenti ed efficaci. Sapete benissimo anche che l'affidamento del servizio di somministrazione di lavoro temporaneo, oltre a violare le norme, reca in sé dei vulnus che sono estremamente forti: espone ad elevati rischi di corruzione (non c'è nessun bando pubblico), assenza di trasparenza nelle procedure di selezione, assenza di verifiche in ordine al possesso dei requisiti professionali, minore tutela dei lavoratori e anche maggiore onerosità rispetto all'impiego di personale strutturato. Addirittura studi di settore ci dicono che mediamente spediamo il 35 per cento in più nell'avvalerci di lavoro somministrato. Vengo al quesito odierno. Io voglio sapere: quali azioni e misure si intende assumere per rimuovere le illegittimità inerenti alla procedura di gara di cui alla delibera n. 14 del 2019 dell'Azienda dei Colli, adottata in spregio alla normativa di settore e agli indirizzi giurisprudenziali sul tema, e per accertare anche le eventuali responsabilità; quali siano le ragioni per giustificare il ricorso a questa procedura nelle more della stabilizzazione dei precari e in presenza di graduatorie valide ed efficaci, alcune delle quali addirittura presso la stessa Azienda dei Colli. Grazie.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie, Consigliera. Risponde l'assessore Marchiello in luogo del Presidente. Prego, Assessore.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

: Grazie, Presidente. Vediamo di ricostruire. All'atto dell'insediamento dell'attuale Commissario, è stata disposta la revoca, con atto n. 506 del 9 luglio 2018, della determina, per 13.846.000 euro, con la quale il Provveditore in carica aveva indetto nell'aprile 2018 procedura di gara per il mantenimento del lavoro somministrato relativamente alle figure professionali di infermieri, tecnici perfusionisti, infermieri pediatrici, tecnici di laboratorio e di radiologia. L'Azienda, infatti, aveva già valutato l'opportunità di garantire l'assistenza e la cura dei pazienti dei tre ospedali, compreso il nuovo pronto soccorso del CTO aperto nel mese di aprile del 2018, con percorso differenziato, pertanto si è proceduto ad acquisire risorse attraverso l'utilizzo delle graduatorie presenti in Azienda procedendo così con lo scorrimento delle stesse dopo aver ottenuto l'autorizzazione regionale. Il processo ha riguardato essenzialmente le figure degli infermieri professionali. Per le altre figure maggiormente specifiche e per le quali è stato impossibile accedere a graduatorie di altre Aziende in assenza di propria, sono stati invece attivati in primis le mobilità e poi i reclutamenti ordinari, che ad oggi sono in parte conclusi o in itinere (tecnici di radiologia: ad oggi concluso con immissione di 11 tecnici; tecnici di laboratorio: sono in corso i lavori della commissione; perfusionisti: graduatoria esaurita; infermieri pediatrici: la mobilità è in corso con fase di colloquio). L'indizione in questione, pari a 2.850.000 euro, risponde effettivamente a due motivazioni essenziali: garantire sia sostituzioni in caso di lunghe assenze (malattie e gravidanze; per esempio, queste ultime, con le nuove immissioni, sono già elemento di criticità) come prevede espressamente la norma, sia l'opportuno traghettamento verso la completa regolarizzazione dell'organico, che, dopo il blocco del turnover e dei pensionamenti, ha necessità di un trend di stabilizzazione. D'altra parte il mantenimento delle figure professionali necessarie all'assistenza e cura (LEA) attraverso la proroga tecnica, non poteva prescindere formalmente dall'indizione di una nuova procedura di gara. L'atto in questione, fatto con delibera n. 14 del 7 gennaio 2019, è stato inoltre oggetto di partecipazione del Collegio sindacale in apposito incontro per meglio assicurare la correttezza dell'iter formale della procedura nel pieno rispetto della normativa vigente di settore e condividerne lo spirito aziendale. Vorrei solo aggiungere che siccome vivo quasi quotidianamente la realtà del Monaldi, posso assicurare che questi infermieri - molti dei quali, poi, sono passati nei ruoli in organico - questo rapporto di somministrazione al di là delle valutazioni di merito sul come si fa, sul come si deve fare, visto che ho fatto anche il direttore di A.S.L. - in questo caso sono essenziali - lo dico veramente con cognizione di causa, ripeto, sono quasi tutti i giorni lì - per il buon funzionamento del presidio ospedaliero. Altra situazione, poi, è che siccome questo è un Commissario, volevo affidarmi alla valutazione della Consigliera

PRESIDENTE (Russo)

Grazie, Assessore. Prego, per la replica, consigliera Ciarambino.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Assessore, la ringrazio per la sua risposta, però mi lasci dire che è parziale, innanzitutto perché non risponde a un punto fondamentale del quesito.Ovvero il fatto che si proroghino ex post contratti già scaduti e si riconoscano ex post pagamenti di prestazioni svolte in assenza della copertura contrattuale, è un'evidente illegittimità e ho già presentato un esposto alla Corte dei Conti, perché non è tollerabile che la sanità pubblica venga così gestita. Trovo peraltro molto strano quello che lei mi dice, ovvero che si sia già proceduto allo scorrimento di tutte le graduatorie in essere, come per esempio quella dei fisioterapisti che c'è presso il Santobono, perché questa mia interrogazione nasce esattamente dalle segnalazioni dei fisioterapisti presenti in quella graduatoria, che non sono stati evidentemente interpellati. Ritengo che le informazioni che le hanno fornito non siano corrette, e quindi approfondirò e chiederò conto di questi scorrimenti che evidentemente riguardano soltanto uno dei profili e non tutti i profili per cui ci sono graduatorie. Stiamo continuando a violare la legge e a introdurre nuovo precariato all'interno della nostra sanità. Io sono d'accordo che i lavoratori interinali, nel blocco del turnover, si sono resi indispensabili per continuare a garantire l'erogazione dell'assistenza sanitaria, ma quella fase è superata, c'è una procedura di stabilizzazione in atto, abbiamo fatto in concorsi e continuiamo a reclutare personale interinale. Mi sembra veramente una contraddizione insormontabile. Grazie.

Affidamento attività accertamento violazioni evasione tariffaria TPL a soggetti esterni alle aziende esercenti
PRESIDENTE (Russo)

Passiamo all'interrogazione: "Affidamento attività accertamento violazioni evasione tariffaria TPL a soggetti esterni alle aziende esercenti" Reg. Gen. 290/2, presentata dalla consigliera Valeria Ciarambino. Prego, Consigliera.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Questa interrogazione nasce dalla necessità di acquisire elementi di conoscenza e di valutazione rispetto a una situazione che altrimenti appare paradossale. Sapete benissimo che la Campania, in quanto a trasporto pubblico locale, è veramente tra le peggiori regioni d'Italia. Anche il trasporto su ferro ahimè, ogni volta che Legambiente pubblica il suo rapporto Pendolaria, ci vede agli ultimi posti della graduatoria nazionale. Tra i punti dolenti c'è l'evasione o l'elusione tariffaria, quindi il fatto che non si riesca a far pagare a tutti i biglietti, e questo incide sulle casse dell'Ente. Abbiamo avuto anche aumenti spropositati delle tariffe dei biglietti, quindi assolutamente condividiamo la necessità di intervenire sul recupero dell'evasione tariffaria, perché non è giusto che il prezzo lo paghino i cittadini che il biglietto lo fanno già. Vediamo la Regione come ha proceduto con riguardo a questo elemento. La legge regionale n. 3/2002 prevede all'articolo 7 che, in capo alla Regione, ci sia il compito di determinare i criteri che regolano il sistema tariffario del trasporto pubblico regionale e locale, di definire la politica tariffaria e le sue modalità di applicazione, e stabilire le diverse tipologie di titoli di viaggio. Il 30 aprile 2014, con la delibera n. 128, viene approvato il nuovo sistema tariffario regionale. Ai sensi dell'articolo 31 della richiamata legge regionale, la Regione e gli enti locali, con il supporto di ACAMIR, esercitano la vigilanza ed effettuano i controlli per l'accertamento della regolarità e qualità dei servizi. Per contrastare il fenomeno dell'evasione e dell'elusione tariffaria, con la delibera n. 42 del 6 febbraio 2019 la Giunta adotta una serie di misure di contrasto. Si riconosce alle aziende esercenti la facoltà di affidare le attività di controlleria, prevenzione, contestazione e accertamento di violazione al personale avente la qualifica di agente di polizia amministrativa, alle guardie giurate o a personale con la medesima qualifica facente capo a istituti di vigilanza privati. Attualmente il comma 10 dell'articolo 40 prevede che tutte le attività che vi ho detto, per la cui violazione è prevista una sanzione amministrativa, siano esercitate dal personale dei gestori. Con l'affidamento di questi servizi, che la legge mette in capo agli stessi gestori, l'affidamento all'esterno comporterebbe un ulteriore esborso, per cui appare necessario verificare se ci sia un effettivo vantaggio economico, quindi stiamo affidando all'esterno attività di recupero dell'elusione e dell'evasione per recuperare introiti, ma io ho bisogno di capire se questo affidamento all'esterno è economico o antieconomico, altrimenti spendiamo un sacco di soldi per recuperare qualche soldo e magari il bilancio risulta addirittura essere negativo. Sarebbe pertanto utile capire se la delibera n. 42/2019, che riconosce a soggetti esterni alle aziende del TPL la possibilità di esercitare le attività di controllo, che abbiamo detto, sia sostenuta da un'analisi ricavi/costi e se invece addirittura possa portare a una perdita, perché esistevano anche soluzioni alternative, che erano l'eventuale assunzione di personale, ovvero l'incentivazione del personale in essere, perché mi è giunta voce che una delle ragioni alla base di questa delibera, e ne chiedo conferma, sia l'agitazione del personale in ordine al fatto di dovere espletare queste attività. Se il personale lo incentiviamo, magari si rende disponibile ed evitiamo un ulteriore esborso con l'affidamento all'esterno di questi servizi. Grazie.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Consigliera. Risponde l'Assessore Marchiello, in luogo del Presidente della Giunta. Prego, Assessore.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. Parliamo della delibera n. 42 del 6 febbraio 2019, della Giunta. A riguardo giova premettere che con l'atto in riferimento la Giunta regionale ha inteso emanare una serie di misure volte al contrasto dei fenomeni dell'evasione e dell'elusione tariffaria in materia di servizio di trasporto pubblico locale. Come evidenziato nella stessa delibera, per effetto della vigente normativa in materia di trasporto pubblico, nei contratti aventi ad oggetto "servizi di trasporto pubblico locale di tipo cosiddetto nocost" il costo del servizio è coperto dalle due componenti della compensazione pubblica e dei ricavi da traffico. Permanendo una condizione di criticità con riferimento agli indici di incremento del rapporto ricavi/costo, dovuta prevalentemente al fenomeno dell'evasione tariffaria diffuso su tutto il territorio regionale, sussiste un interesse pubblico specifico all'individuazione di efficaci azioni di contrasto al fenomeno della condotta di evasione o elusione tariffaria. La citata delibera detta quindi una serie di misure di contrasto al fenomeno, alcune a carattere obbligatorio: obbligo degli esercenti di comunicazione all'ente committente del programma mensile di controlleria, obbligo degli esercenti di vendita del titolo di viaggio a bordo autobus nelle modalità di cui in delibera, obbligo, con riguardo ai servizi del trasporto pubblico regionale e locale su gomma nel percorso extraurbano, della salita dei passeggeri esclusivamente dalla porta anteriore del veicolo, obbligo per le aziende esercenti servizi e per il Consorzio Unico Campania, per quanto di rispettiva competenza, di relazionare all'ente committente con cadenza periodica.Altre a carattere facoltativo sono: previsione per l'azienda esercente della facoltà di affidare le attività di cui all'articolo 40, comma 10, della legge n. 3/2002 (controlleria, prevenzione, contestazione e accertamento di violazioni) al personale avente qualifica di agenti di polizia amministrativa e/o a guardie giurate e/o a personale con la stessa qualifica appartenente a istituti di vigilanza privata. Con riferimento a quest'ultima misura oggetto di attenzione nel question time in oggetto, va evidenziato il mero carattere dichiarativo della previsione contenuta in delibera, la quale trova la propria fonte normativa nell'articolo 40, comma 15, della legge regionale n. 3/2002. Nell'ambito del trasporto pubblico regionale e locale, a bordo dei mezzi e nei locali di esercizio, al fine di garantire maggiore sicurezza all'utenza, i gestori dei servizi di trasporto pubblico possono affidare le attività di controllo prevenzione, contestazione e accertamento sull'osservanza delle disposizioni, per la cui violazione è prevista una sanzione amministrativa, anche a guardie particolari giurate o a personale con la stessa qualifica appartenente a istituti di vigilanza privati nominati e autorizzati secondo le modalità previste dalle vigenti leggi in materia di pubblica sicurezza. Quanto alla richiesta circa l'esistenza di un'analisi costi/benefici sottostante a detta misura, il carattere di facoltatività della stessa, rinvenibile tanto nella delibera n. 42/2019 quanto nella norma regionale n. 3/2002, ne rimette evidentemente l'espletamento alle singole aziende esercenti.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Assessore. Per la replica, la parola alla consigliera Ciarambino.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Grazie Presidente. Di fatto - mi scusi, Assessore, se sono così cruda - a fronte della sua ampia lettura, due righe sono di risposta alla mia interrogazione, ovvero il carattere declaratorio della delibera e la discrezionalità da parte delle aziende che devono decidere a che cosa ricorrere. In realtà io non credo che sia così, perché è in capo alla Regione e all'ACAMIR la necessità di controllare la qualità del servizio erogato, stabilire i sistemi tariffari, accertare la regolarità. Ritengo che la Regione debba intervenire in questo processo, anche per il tramite dell'ACAMIR, perché il trasporto pubblico locale è di competenza regionale. Pertanto io continuerò a seguire questa vicenda e, se ci dovessero essere poi bandi fatti sulla base di questa delibera, chiederò conto dell'analisi costi/benefici, che è assolutamente necessaria all'interno della gestione della cosa pubblica e del denaro pubblico. Grazie.

Problematiche relative alla riapertura della strada statale 268 del Vesuvio
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Problematiche relative alla riapertura della Strada Statale 268 del Vesuvio" Reg. Gen. 291/2 a firma della consigliera Monica Paolino (Forza Italia), già distribuita in Aula. L'interrogazione viene fatta propria dalla consigliera Di Scala, che è arrivata adesso. Se la vuole illustrare le cedo la parola.

DI SCALA (Forza Italia)

La ringrazio Presidente e chiedo nuovamente scusa all'Assessore. Se avessi saputo di dover sostituire i colleghi non l'avrei fatta attendere, l'avrei fatta prima, come ho fatto per l'interrogazione a mia firma. Do per letta l'interrogazione a firma della collega Monica Paolino, vorrebbe conoscere le motivazioni ostative, se ve ne sono, alla riapertura della SS268 del Vesuvio.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie. In luogo del Presidente risponde l'assessore Marchiello, prego.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. L'apertura dello svincolo di collegamento tra la Statale 268 e l'autostrada A3 Napoli Salerno, nonché le viabilità locali dei Comuni Angri, Sant'Antonio Abate e Scafati, è subordinata alla realizzazione dell'impianto di illuminazione, interventi previsti a carico di Anas, nel rispetto della convenzione Anas Società Autostrade Meridionali, riguardante le competenze sullo svincolo e in corso di approvazione da parte del Ministero dei Trasporti. In particolare, per quanto attiene la stazione di esazione i lavori sono stati appaltati e consegnati nel mese di dicembre ultimo scorso, per quanto riguarda l'impianto di illuminazione, a seguito di ricorso al Tar, da parte di un concorrente, si è proceduto alla revoca della prima aggiudicazione della relativa gara di appalto e alla riapertura della procedura di gara con una nuova aggiudicazione. Il procedimento concorsuale è attualmente in fase di aggiudicazione non efficace. Presumibilmente la consegna dei lavori potrà avvenire entro il mese di maggio prossimo venturo. Pertanto, in ragione dei tempi necessari al completamento dei suddetti interventi, l'apertura del sopracitato svincolo di Angri, è prevista entro il periodo autunnale del corrente anno. In riferimento all'apertura dello svincolo di scafati, località Bagni, sulla Statale 218, si rappresenta che sono in fase di completamento le lavorazioni relative alle manutenzioni straordinarie del tratto di Statale 268, compresa tra il chilometro 27 e il chilometro 29, necessari per consentire la messa in esercizio dello in svincolo. Le suddette attività hanno subito un leggero differimento a causa delle avverse condizioni metereologiche verificatesi nel mese di gennaio. Pertanto si prevede l'apertura al traffico del tratto chilometro 27-29 della Statale 268, compreso lo svincolo località Bagni di Scafati, entro il corrente mese. Con riferimento infine al completamento dello svincolo di Angri Sud, dell'Autostrada A3 Napoli Salerno, in corrispondenza del Comune di Sant'Egidio Monte Alvino, lo stesso non è di competenza dell'Anas, ma della società Autostrade Meridionali.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Assessore. La parola alla consigliera Di Scala per la replica.

DI SCALA (Forza Italia)

Grazie Assessore. Alla luce dei chiarimenti dati, non vi sono particolari repliche da fare. Saremo vigili sull'effettivo rispetto dei termini indicati. Grazie.

Cavità sotterranee presenti nelle aree urbanizzate della Campania
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Cavità sotterranee presenti nelle aree urbanizzate della Campania" Reg. Gen. 293/2 a firma del consigliere Cesaro (Forza Italia), già distribuita in Aula. La fa propria la consigliera Di Scala a cui cedo la parola affinché la illustri.

DI SCALA (Forza Italia)

La do per letta in maniera da ascoltare la risposta dell'Assessore.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie. La parola all'assessore Marchiello in luogo del Presidente.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

L'articolato di cui ai commi 11 e 13 dell'articolo 1 della legge regionale 28 del 2018, recante "Misure per l'attuazione degli obiettivi fissati dal DEFR 2018-2020 collegato alla legge di stabilità regionale per l'anno 2018, si compone di due parti, l'una riguardante il finanziamento di interventi contenuti in un piano da predisporre da parte dei Comuni, commi 11 e 12, l'altra riguardante la possibilità per la Regione, in presenza di danni alle infrastrutture edilizie, di intervenire da un punto di vista finanziario per la gestione dell'emergenza. Comma 13. Alle due suindicate previsioni, corrispondono competenze di due diverse direzioni generali, rispettivamente la direzione generale per la difesa del suolo e l'ecosistema e la direzione lavori pubblici e protezione civile. La citata norma al comma 14 apposta complessivamente, solo per l'esercizio finanziario 2018 e per i tre commi anzidetti, 300 mila euro sulla Misura 9 Programma 1, incrementata con contestuale decremento della stessa somma a valere sullo stanziamento della Missione 20, Programma 1, Titolo 1 del Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2018-2020, il cui capitolo di Bilancio 5319, istituito con delibera di Giunta 553 del 2018 è intitolato "Piani di intervento per il censimento e il monitoraggio delle cavità sotterranee", legge regionale n. 28 del 2018, articolo 1, comma 14, e riassegnato alla competenza gestionale della struttura 5009, già direzione generale per il Governo del territorio, Lavori Pubblici e Protezione Civile. Ciò premesso, agli uffici della direzione generale Difesa Suolo e Ecosistema non risulta trasmesso dai Comuni alcun piano di intervento predisposto all'esito del censimento e monitoraggio delle cavità sotterranee, riferite quindi ai commi 11 dell'articolo 1 della legge 28 del 2018, da finanziare nell'ambito delle risorse stanziate a legislazione vigente per l'esercizio finanziario 2018, previa definizione dei criteri di priorità. Ed invero, il Comune di Sant'Antimo, con nota protocollo 33180 del 17 ottobre 2018 ha trasmesso la propria richiesta del 5 agosto 2018 tesa alla corresponsione di un contributo straordinario ed urgente per il primo intervento, il ricovero presso strutture alberghiere degli sfollati, per la gestione dell'emergenza. Fattispecie che non rientra nella competenza della direzione generale della difesa del suolo e l'ecosistema e certamente non può essere annoverata tra gli interventi di mitigazione del rischio di crollo cui pare orientata la ratio della norma in questione. In reazione ai crolli avvenuti nel Comune di Sant'Antimo, e ai dati della Protezione Civile regionale, come riferiti dalla direzione generale Lavori Pubblici e Protezione Civile, risulta un intervento per i crolli avvenuti il giorno 3 novembre 2017 e il 30 luglio 2018. La SORU (Sala Operativa Regionale Unificata) provvede ad inviare, su richiesta del Sindaco del Comune, 60 brandine ed accessori per l'allestimento di una sala accoglienza provvisoria per il solo 30 luglio 2018. Oltre questi due eventi, dall'incrocio dei dati in possesso del Genio Civile di Napoli, risultano altri crolli di cavità antropiche sotterranee avvenute nei Comuni di Afragola il primo febbraio 2019, Casoria il 31 ottobre 2018 e 19 ottobre 2018, Frattaminore 3 agosto. Solo l'evento di Afragola del primo febbraio 2019 fu comunicato alla SORU e ai Vigili del Fuoco del comando provinciale di Napoli e trattandosi di un edificio già evacuato, non è stata necessaria alcuna attività di competenza della Protezione Civile. Infine, anche la direzione generale Lavori Pubblici, e la Protezione Civile, ha precisato che nell'Esercizio del 2018 non risultano pervenuti, da parte dei Comuni interessati, i piani di intervento per la mitigazione del rischio di crollo previsti dalla soprarichiamata normativa regionale e quindi non risulta alcun impegno di spesa assunto sul Bilancio del suddetto esercizio finanziario per il 2018. Di conseguenza, essendo il capitolo di spesa non vincolato, i fondi stanziati nel 2018 sono divenuti economia di Bilancio e pertanto nel corrente esercizio non vi sono fondi disponibili per tale attività.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Assessore. La parola alla consigliera Di Scala per la replica, prego.

DI SCALA (Forza Italia)

La ringrazio Assessore per la risposta, faremo le verifiche in ordine alle istanze pervenute dai Comuni, se siano giuste o meno, in particolare quella del Comune di Sant'Antimo. Devo replicare che la norma prevede copertura per il triennio 2018-2020 e non per il solo 2018, quindi è ingiustificata l'operazione contabile di accantonare per economia di spesa quelle cifre. La ringrazio comunque per la risposta.

Locali di pertinenza dell'EAV S.r.l. siti nella stazione di Scampia
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Locali di pertinenza dell'EAV S.r.l.siti nella Stazione di Scampia" Reg. Gen. 294/2 a firma del consigliere Armando Cesaro (Forza Italia), già distribuita in Aula. Illustra l'interrogazione la consigliera Di Scala, prego.

DI SCALA (Forza Italia)

Anche qui faccio mia l'interrogazione del collega Cesaro. La decisione di destinare questi locali a uno sportello di ascolto afferente a un distretto sanitario è sicuramente meritevole di attenzione e meritoria, ma appare singolare se si considera che poco distante l'ASL dispone di un edificio proprio dove ci sono altre due strutture destinate ai servizi di salute mentale, quindi sarebbe sicuramente più conveniente e ragionevole, anche per l'utenza, destinare quei locali ad attività e servizi diretti all'utenza, garantendo, al contempo, maggiore vivibilità. Il quesito è se non si ritenga opportuno, alla luce delle considerazioni effettuate, restituire i locali alla loro originaria destinazione strategica e in caso affermativo quali iniziative si intendano adottare

PRESIDENTE (Russo)

: La parola all'assessore Marchiello in luogo del Presidente della Giunta regionale, per la risposta all'interrogazione

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Parliamo, quindi, di locali di proprietà dell'EAV. Sulla base delle informazioni fornite da EAV si rappresenta quanto segue: con nota del 16 gennaio 2019 la Presidenza dell'VIII Municipalità del Comune di Napoli ha richiesto a nome della direzione del distretto sanitario n. 28 della Napoli 1 l'utilizzo dei locali commerciali prospicienti su via Zuccarini. Entrambe le note hanno evidenziato il positivo impatto sui servizi offerti alla cittadinanza ove la postazione sociosanitaria avanzata del distretto n. 28 fosse collocata in uno dei locali all'ingresso della metropolitana di Scampia, accogliendo in tal modo icittadini provenienti in particolare dalle fermate della metropolitana linea 1 del Comune di Napoli al fine di offrire un migliore servizio di prossimità e un sostegno organizzato e ben individuato per la popolazione fragile del quartiere con handicap fisico e mentale e per gli utenti dei servizi riabilitativi del presidio Sciuti e del Maslo poco distanti. EAV, chiarite le esigenze di interesse pubblico sottese, ha altresì evidenziato che la citata stazione non ha necessità di disporre di locali biglietteria perché lo standard della linea metropolitana prevede unicamente la presenza di emettitrici automatiche e titoli di viaggio della stazione in aree gestite da ANM. È presente un'edicola che provvede anche alla vendita dei titoli di viaggio. L'azienda, dunque, nell'interesse della cittadinanza ha ritenuto di accogliere la richiesta della Presidenza dell'VIII municipalità del Comune di Napoli.

PRESIDENTE (Russo)

La parola alla consigliera Di Scala che ha diritto di replica

DI SCALA (Forza Italia)

Nessuna replica. La ringrazio e faremo la valutazione all'esito dei commenti alla risposta, soprattutto da parte degli utenti della località.

Contrassegno speciale di per persone con capacità di deambulazione impedita o ridotta — criteri valutativi in caso di deficit non direttamente collegati all'apparato locomotore
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione "Contrassegno speciale H per persone con capacità di deambulazione impedita o ridotta - Criteri valutativi in caso di deficit non direttamente collegati all'apparato locomotore" Reg. Gen. n. 282/2 a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi). La parola al consigliere Borrelli per l'illustrazione dell'interrogazione.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Ringrazio il Presidente e l'Assessore per la pazienza e per aver atteso. A me avevano spiegato che sarei dovuto arrivare dopo le ore 13.00, non avevo contezza che alcuni Consiglieri non sarebbero venuti, ma comunque la responsabilità è mia e mi scuso. Cercherò di essere rapidissimo, anche perché immagino che l'Assessore e il Presidente debbano fare altre iniziative. Contrassegno speciale H per persone con capacità di deambulazione impedita o ridotta. Questa è un'interrogazione che ci trasciniamo dal precedente question time è sulla quale la Giunta aveva chiesto del tempo per approfondirla. Cerco di essere rapido, ma voglio darvi degli elementi importanti perché la battaglia sul problema dei disabili, ovvero dei loro diritti e dei problemi che si vengono a creare anche a causa di cialtroni e imbroglioni, è una cosa molto seria. L'Associazione Nazionale Italiana Diversamente Abili, ANIDA, ha redatto un documento nel quale si sottolineano alcune problematiche e suggerimenti circa la corretta applicazione della normativa riguardante il rilascio dei contrassegni H per i disabili. L'articolo 381 del decreto del Presidente della Repubblica del 16 dicembre 1992, n. 495, che prevede in capo ai comuni il rilascio delle autorizzazioni in deroga per la circolazione e la sosta dei veicoli a servizio delle persone con capacità di deambulazione impedita o sensibilmente ridotta. L'articolo 11 prevede che alle persone detentrici del contrassegno sia consentita dalle autorità competenti la circolazione e la sosta del veicolo al loro specifico servizio, purché ciò non costituisca grave intralcio al traffico. L'articolo 12 del DPR prevede, altresì, che il contrassegno speciale è rilasciato alle persone con capacità di ambo legislazione sensibilmente ridotta. Il DPR n. 495/92 prevede anche che le attestazioni mediche ai fini del rilascio del contrassegno devono essere rilasciate esclusivamente dalle strutture pubbliche. Per il rilascio di tale autorizzazione l'interessato deve presentare domanda al Sindaco del Comune di residenza nella quale, oltre a dichiarare sotto la propria responsabilità i dati personali e gli elementi oggettivi che giustifichino la richiesta, deve presentare la certificazione medica rilasciata dall'Ufficio medico legale dell'azienda sanitaria locale di appartenenza dalla quale risulta che dalla visita medica sia stato espressamente accertato che la persona per la quale è chiesta l'autorizzazione ha effettiva capacità di deambulazione impedita o sensibilmente ridotta. Sembrerebbe, invece, e alcuni comuni della Campania rilascerebbero l'autorizzazione sulla scorta di certificazioni rilasciate non da strutture pubbliche, ma da medici di base o specialisti privati. In tutta la Regione si registra un numero eccessivo di rilasci di autorizzazioni di cui non si conosce neanche il numero esatto, non esistendo alcun tipo di anagrafe o censimento. Roma capitale, ad esempio, insieme a molti comuni italiani, contrariamente a quanto avviene in altri, rilascerebbero sulla base della patologia autorizzazioni permanenti, eliminando il rinnovo quinquennale che in alcuni casi rileva del tutto ultronea. Atteso che con la delibera di Giunta regionale n. 1167 del 16 settembre 2005 si individuano i criteri valutativi in caso di deficit non direttamente collegato all'apparato locomotore; atteso che i criteri individuati in detta delibera lascerebbero spazio ad ampie interpretazioni e allargherebbero la platea dei beneficiari anche a persone con una patologia e/o deficit, creando spazi e situazioni non trasparenti a danno dei disabili che hanno seri e gravi problemi di carattere motorio e che si vedono limitati nel loro diritti. Tale interpretazione estensiva trova fondamento unicamente in alcune circolari ministeriali e non in puntuali previsioni normative che, invece, limitano il rilascio del contrassegno alle persone con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta e ai non vedenti. Da tale interpretazione estensiva discende una proliferazione di autorizzazioni che, dai dati non ufficiali, risulterebbero attualmente essere non meno di 100 mila in Campania, 100 mila persone che hanno il tagliando di disabilità, rendendo caotica la gestione delle situazioni quale impossibilità di trovare parcheggio per i disabili veri (sottolineo io) che sono costretti a parcheggiare in modo inadeguato, ma comunque concesse al legislatore nazionale. Sono evidenti le conseguenze negative per i veri disabili che riscontrano delle categorie tassativamente precisate dalla legge, danneggiati dalla grande mole di contrassegni rilasciati secondo un'interpretazione estensiva. Appare anche evidente che la ratio della norma sia considerare l'automobile come un ausilio protesico speciale, una sorta di estensione della sedia a rotelle o di altro ausilio. Considerato che la validità del contrassegno speciale H è riconosciuta a livello nazionale, nonché europeo, sarebbe auspicabile uno scambio di informazioni tra comuni della Regione per creare un'unica banca dati ed evitare che il disabile debba ogni volta inviare i suoi dati Comune per Comune in cui deve recarsi, evitando in questo modo contravvenzioni per passaggi in zona ZTL e il ricorso alle vie legali per far valere il diritto acquisito e inalienabile. Tanto premesso, interrogo il Presidente della Giunta regionale per conoscere se non intenda rivisitare la Deliberazione di Giunta regionale n. 1167 del 16 settembre 2005 che individua i criteri valutativi in caso di deficit non direttamente collegate all'apparato locomotore; - se non intenda attivarsi per realizzare una banca dati regionale dei contrassegni H rilasciati dai comuni ai sensi del d.p.r. 495/92; - se risulta vero che alcuni comuni rilascino l'autorizzazione sulla scorta di certificazioni rilasciate non da strutture pubbliche, bensì da medici di base o specialisti privati.

PRESIDENTE (Russo)

La parola all'assessore Marchiello, in luogo del Presidente della Giunta regionale, per la risposta all'interrogazione.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

La Direzione Generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale ha comunicato che i competenti uffici avvieranno il procedimento istruttorio finalizzato a formulare una proposta di riforma dei contenuti e delle procedure di cui alla richiamata delibera 1167 del 2005 avente ad oggetto "Criteri valutativi in caso di deficit deambulatori non direttamente all'apparato locomotore", quindi il contrassegno H, da sottoporre alla valutazione della Giunta per la successiva approvazione. Ne consegue, quindi, che si potrà attivare anche la Banca regionale dei contrassegni. Non è chiaro come definire invece un percorso per verificare se ci sono dei comuni che rilasciano questi contrassegni a seguito di certificati di medici di base, perché vanno loro contro norma, però si dovrà fare anche su questo una verifica.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Assessore. Prego, Consigliere, per la replica.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Una risposta rapidissima. Mi fa piacere che la Giunta vada in questa direzione. Voglio concludere dicendo che noi dobbiamo imporre e imporci una visione legale del nostro territorio, perché è l'unico modo per cambiare le cose. È palese ed è noto, perché sarebbe fuori da ogni regola e da ogni statistica, che in Campania centomila persone siano effettivamente disabili. Qual è il tema? Che i veri disabili, di cui non sappiamo purtroppo, e quindi ringrazio l'Assessore, per conto del Presidente, di andare in questa direzione, corrono il rischio di essere i veri danneggiati. Troppe volte noi vediamo persone che hanno il tagliando per disabili e viene utilizzato perché l'hanno avuto da determinate persone, l'hanno avuto sotto banco, addirittura alcuni continuano a utilizzare - ho letto una storia indegna - quello dei loro parenti o dei genitori defunti. Sono cose ignobili. Il Presidente facendo il medico, sa bene queste cose. Dobbiamo colpire eventualmente i medici che si prestano a dare certificazioni non corrette. Rispetto a questo, è un segnale che noi dobbiamo dare rispetto a un'idea ferma e legale. Non soltanto vengono danneggiate le persone con reale disabilità, ma molto spesso questo rappresenta un danno per i comuni perché vengono occupati spazi e stalli, che casomai potrebbero portare qualche euro nelle purtroppo dissanguate casse dei singoli comuni, e che invece vengono utilizzati illegittimamente.

Manutenzione dell'edificio dell'Ospedale del Mare
PRESIDENTE (Russo)

Grazie. Passiamo all'interrogazione: "Manutenzione dell'edificio dell'Ospedale del Mare" Reg. Gen. 295/2, a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli. Prego, Consigliere.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Do l'interrogazione per letta, chiedendo soltanto di capire, dopo l'ultimo episodio che è apparso sul quotidiano Il Mattino, cosa è successo dopo le verifiche effettuate il 28 febbraio, quando è risultato che erano volati via, a causa del maltempo, dei pannelli dall'ospedale di recentissima costruzione.

PRESIDENTE (Russo)

: Risponde l'Assessore Marchiello, in luogo del Presidente. Prego

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie. L'evento riportato dal Consigliere risale alle giornate del 22 e 23 febbraio 2019, ed è stato generato dalla straordinaria intensità del vento, che peraltro ha causato enormi danni su tutto il territorio della città. Dai controlli effettuati, risulta che dal punto di vista tecnico l'involucro edilizio del complesso ospedaliero è stato realizzato con facciate di tipo ventilate e pannelli in alluminio con sistema di messa in opera a incastro. L'ufficio tecnico ha avviato tempestivamente una verifica per identificare eventuali ulteriori pannelli danneggiati dalle straordinarie raffiche di vento e conseguenzialmente con l'ausilio di una ditta specializzata ha ripristinato lo status quo ante in termini di sicurezza. Sono stati ordinati i pannelli danneggiati e si è in attesa della fornitura degli stessi per la sostituzione. Si rappresenta inoltre che il complesso ospedaliero è gestito sotto il profilo manutentivo attraverso un servizio integrato gestionale operativo e di manutenzione straordinaria, di cui alla delibera 458 dell'8 novembre 2016, che aderisce all'aggiudicazione effettuata da Soresa. Con riguardo alle specifiche tecniche delle facciate di tipo ventilato, è da evidenziare che queste costituiscono una soluzione costruttiva che permette di realizzare una separazione fisica tra la parte esterna della facciata e la parete di tamponamento dell'edificio. Questa separazione crea un'intercapedine aperta che consente la circolazione naturale dell'aria tra la parete e il rivestimento esterno. Questa intercapedine comporta poi una serie di vantaggi termini, acustici, estetici e funzionali che conferiscono di norma grande valore aggiunto alla costruzione finale.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Assessore. Prego, consigliere Borrelli, per la replica.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Mi interessa che la situazione sia sotto controllo e che siano state fatte tutte le verifiche, e che si tratti di una causalità e non di un problema strutturale o, peggio, di una realizzazione poco attenta di quella facciata, che tra l'altro è quella esterna dell'ospedale. Mi reputo soddisfatto della risposta.

Gestione parcheggio e punti ristoro presso l'Ospedale San Giovanni Bosco
PRESIDENTE (Russo)

Grazie. Passiamo all'interrogazione: "Gestione parcheggio e punti di ristoro presso l'Ospedale San Giovanni Bosco" Reg. Gen. 296/2, a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli. Prego, Consigliere

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Il nuovo commissario dell'ASL Napoli 1 Centro ha avviato una seria politica di bonifica dell'ospedale San Giovanni Bosco; in particolare, nonostante gravi intimidazioni subite, ha adottato seri provvedimenti per il ripristino della legalità all'interno della struttura, a cominciare dallo smantellamento del bar e del ristorante, e dall'allontanamento dei parcheggiatori abusivi dall'area di pertinenza dell'ospedale adibita alla sosta delle auto dei dipendenti e dei visitatori. A quanto è dato di sapere, dal 2004 ad oggi, il bar e il ristorante non hanno versato all'ASL il canone dovuto per la gestione delle attività. Si chiede quindi di conoscere quali siano gli intendimenti del Commissario dell'ASL Napoli 1 Centro per garantire la sosta delle auto nell'area all'esterno l'ospedale e come sia stato possibile che per anni sia stata tollerata la presenza di parcheggiatori abusivi, come si intenda procedere per assicurare il servizi di ristoro all'interno del nosocomio e se risulta vera la notizia secondo cui - dal 2004 ad oggi - i gestori del bar e del ristorante non abbiano versato quanto dovuto per la gestione delle attività, e quali procedure siano state attivate per il recupero dell'eventuale morosità e se, nel caso, si intendano intentare procedure legali ai danni dei precedenti responsabili amministrativi.

PRESIDENTE (Russo)

Assessore Marchiello, la parola a lei per la risposta

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. Per quanto concerne il primo quesito, a seguito della disposizione commissariale 16341 del 21 febbraio 2019, che prevede un servizio di vigilanza armata dalle 7.00 alle 21.00 per sette giorni su sette, dal 25 febbraio l'area è effettivamente in disponibilità dell'ASL Napoli 1 Centro e adibita al parcheggio gratuito degli utenti. Per quanto concerne il secondo quesito, con nota commissariale 15930 del 20 febbraio 2019, ad oggetto "Bar, ristoro, presidio ospedaliero San Giovanni Bosco, contestazione occupazione sine titulo, intimazione e messa in mora", notificata alla società DEA Srl, la gestione commissariale ha provveduto a manifestare la volontà di non attivare alcun rapporto negoziale con la società DEA Srl, a rappresentare che non si intende tollerare l'abusiva occupazione delle aree site nel presidio San Giovanni Bosco adibite a bar ristoro, per cui peraltro è stata disposta la chiusura dell'attività dal Comando dei Carabinieri con verbale n. 133/2018, che devono essere restituite immediatamente, a intimare il pagamento dell'indennità di occupazione per i locali illegittimamente occupati fino alla data del rilascio e di ogni altro onere economico dovuto, come peraltro rivendicato con precorsa corrispondenza, ad avvertire che, in mancanza, saranno promossi rimedi previsti dalla legge per la tutela dei diritti e degli interessi dell'ASL Napoli 1 Centro in ogni sede giudiziaria, anche al fine di conseguire il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti nella vicenda in esame. In ordine all'ultimo quesito, il commissario straordinario ha poi rappresentato che è in corso l'istruttoria per valutare l'adozione di azioni volte al recupero del credito conseguenziale alla morosità accertata.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Assessore. Prego, consigliere Borrelli.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Mi reputo particolarmente soddisfatto dell'azione che è stata messa in campo per due ragioni: la prima è che si era sempre detto che i parcheggiatori abusivi e l'azione illegale all'esterno di quell'ospedale fosse impossibile da contrastare, e invece le cose sono cambiate, mentre la seconda è che finalmente si fa pulizia non soltanto all'interno, ma anche all'esterno dell'ospedale, che è in una realtà particolarmente complicata. Ovviamente questo non toglie che, se ci sono stati dei mancati pagamenti, di cui nessuno all'interno dell'ospedale si è interessato, i responsabili dovranno pagarne, per quanto mi riguarda, di tasca propria.

Elettrificazione del porto di Napoli
PRESIDENTE (Russo)

Grazie. Passiamo all'interrogazione: "Elettrificazione del porto di Napoli" Reg. Gen. 297/2, a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli. Prego, Consigliere.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Premesso che dal 26 al 28 febbraio 2018 ha fatto tappa a Napoli il Treno Verde promosso da Legambiente; le rilevazioni sullo stato dell'inquinamento atmosferico hanno ancora evidenziato come uno dei fattori più inquinanti sia rappresentato dalle emissioni rilasciate dalle navi presenti nel porto di Napoli; tale problema potrebbe essere alleviato da una graduale elettrificazione delle banchine del porto, che eviterebbe alle navi di sostare con i motori accesi per garantirsi l'erogazione di energia elettrica; più volte in passato è stato annunciato l'imminente avvio delle procedure finalizzate ad una progressiva elettrificazione del porto; l'occasione delle Universiadi, che ospiterà a Napoli migliaia di atleti su alcune navi da crociera, sembrava propizia per avviare i lavori di elettrificazione delle banchine; nel mese di dicembre 2018 con enfasi (Napoli, primo Porto verde del Sud) veniva annunciata dalla stampa l'avvenuta sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Caremar ed Enel, per la realizzazione di un'infrastruttura per l'alimentazione elettrica delle navi nell'area della banchina di Calata Porta di Massa, annunciando l'operatività già entro il mese di giugno 2019. A questo punto chiediamo di conoscere: le iniziative adottate e i progetti predisposti per una progressiva elettrificazione delle banchine del porto di Napoli al fine di contenere l'inquinamento atmosferico prodotto dalle navi attraccate, costrette a mantenere i motori accesi per alimentarsi di energia elettrica; lo stato dei lavori dell'infrastruttura per l'alimentazione elettrica delle navi nell'area della banchina di Calata Porta di Massa, annunciata dall'Autorità Portuale nel mese di dicembre 2018.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie, Consigliere. Risponde l'assessore Marchiello in luogo del Presidente. Prego.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie, Presidente. Ai sensi del comma 2, lettera l), dell'articolo 155 del decreto legislativo n. 112/1998, alle Regioni sono conferite le sole funzioni relative al rilascio di concessioni sulle aree demaniali marittime portuali, ad esclusione dei porti di rilevanza economica internazionale e nazionale, pertanto le aree demaniali relative al porto di Napoli non rientrano nella gestione della Regione, né di conseguenza vi rientrano le attività di programmazione delle infrastrutture da realizzare in dette aree, che sono ovviamente di competenza dell'Autorità Portuale. Quanto al protocollo d'intesa di cui si fa menzione nell'interrogazione, sottoscritto tra l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Terreno Centrale, Enel e Caremar, si segnala come l'adesione di quest'ultima, titolare del contratto di servizio con Regione Campania, sia pienamente rispondente agli indirizzi regionali volti al miglioramento qualitativo delle prestazioni contrattuali sotto il profilo della sostenibilità ambientale. Però noi non abbiamo proprio competenza, lo dico anche da vecchio direttore.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie, Assessore. Prego, Consigliere.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Va bene, allora girerò questa nota e questa interrogazione direttamente all'Autorità Portuale visto che giugno è tra pochi mesi e io spero sempre che agli annunci conseguano sempre i fatti.

Regionalismo differenziato
PRESIDENTE (Russo)

Passiamo all'interrogazione Registro Generale n. 298/2, avente ad oggetto: "Regionalismo differenziato", a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli. Prego, Consigliere.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Premesso che: Le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto hanno avviato con il Governo le procedure di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione che prevede "Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia"; È in corso un dibattito nazionale sugli effetti del cosiddetto "Regionalismo Differenziato" che, nella maggior parte dei casi, prospetta gravi ripercussioni negative per le regioni del Meridione d'Italia; Il Consiglio regionale in data 15 gennaio 2019 ha votato un Ordine del Giorno con il quale si condividono e sostengono le iniziative e l'impegno della Giunta regionale della Campania volte a rappresentare ai tavoli nazionali la necessità di un'attuazione del Regionalismo Differenziato equilibrata ed equa, salvaguardando i principi costituzionali, a partire dall'unità nazionale. Chiedo di conoscere: se la Regione sia in possesso di studi o dati sulle possibili ricadute per la Campania dell'attuazione, nelle forme sino ad oggi prospettate, del Regionalismo Differenziato per le tre Regioni che hanno avviato le procedure previste dall'articolo 116 della Costituzione; quali le iniziative siano state adottate dalla Regione Campania in merito all'attuazione dell'articolo 116 della Costituzione.

PRESIDENTE (Russo)

Prego, assessore Marchiello, per la risposta

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie, Presidente. Il Governo regionale, con deliberazione approvata nella giornata del 6 marzo ultimo scorso e in corso di esecuzione, ha approvato il documento di indirizzi della Giunta regionale in merito alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, terzo comma della Costituzione. In merito ai quesiti posti dal Consigliere interrogante ci si richiama per estratto a taluni passi significativi del richiamato documento che di seguito si espongono. Gli indirizzi individuati dal governo regionale: ritengono sacri e inviolabili i principi dell'unità e della solidarietà nazionale; considerano irrinunciabile l'obiettivo politico, storico e ideale del superamento del divario Nord-Sud; accettano pienamente la sfida dell'efficienza e del rigore amministrativo volto a contrastare ogni realtà di cattiva amministrazione, di spreco e di incapacità del governo, di clientelismo e lamentazione ancora presenti in qualche area del Sud; considerano essenziale e pregiudiziale un'operazione verità sui conti pubblici in termini di trasferimenti statali su base territoriale, di spesa storica, di differenziali nella spesa media pro capite (procedere senza avere chiarito il quadro generale della finanza pubblica e gli sbocci prevedibili delle decisioni che si vanno a prendere è irresponsabile); valutano inderogabile la preventiva determinazione dei livelli essenziali di prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale, cui sono intimamente connessi i fabbisogni e i costi standard; assumono quale elemento imprescindibile la concreta e piena alimentale del fondo perequativo per ridurre lo storico divario Nord-Sud; considerano necessario l'effettivo utilizzo del fondo di coesione per le aree svantaggiate; ritengono che il percorso volto al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, comma terzo, della Costituzione, debba necessariamente svolgersi in maniera aperta e trasparente, con il pieno coinvolgimento di tutte le Regioni a statuto ordinario e delle rappresentanze delle autonomie locali, attesa l'interconnessione tra i sistemi territoriali e i vincoli generali di finanza pubblica; richiedono il coinvolgimento non formale del Parlamento; chiedono che dai testi delle intese venga eliminato ogni riferimento analogico ai rapporti tra Stato e confessioni religiose diverse dalla cattolica (articolo 8 della Costituzione). La Regione Campania, come è noto, ha intrapreso il percorso lungo la strada dell'autonomia differenziata con l'approvazione a maggioranza della mozione del 30 gennaio 2018. Il Consiglio regionale della Campania ha sviluppato un ampio confronto volto ad individuare tutte le iniziativeutili al fine di avviare il percorso volto al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni di autonomia alla Regione Campania ai sensi dell'articolo 116, comma terzo, della Costituzione, cui è seguita da parte della Giunta regionale richiesta formale al Governo nazionale nel febbraio 2018. Successivamente il Presidente della Giunta regionale, con nota del 4 gennaio 2019, ha chiesto al Presidente del Consiglio di essere audito dal Governo nazionale nell'ambito del procedimento istaurato dalle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, finalizzato a forme e condizioni particolari di autonomia, al fine di evitare che vengano in qualche modo pregiudicate le ragioni di solidarietà sociale, perequazione, redistribuzione e assicurazione del giusto mantenimento dei livelli essenziali delle prestazioni a favore di tutti i cittadini. Sull'argomento è poi intervenuto nuovamente il Consiglio regionale della Campania con l'approvazione nella seduta del 5 febbraio, con ampia maggioranza e la sola astensione del Movimento 5 Stelle, di un ordine del giorno sul regionalismo differenziato con il quale l'Assemblea consiliare ha condiviso e sostenuto le iniziative della Giunta e dello stesso Consiglio regionale. In quella sede il Consiglio regionale ha altresì espresso preoccupazione che, alla luce dell'attuale contesto socio-economico, il percorso già attivato da talune Regioni del Nord possa tradursi in una cristallizzazione dell'inadeguatezza del sistema di finanziamento di talune funzioni fondamentali in determinate aree territoriali, rendendo di fatto impraticabile la via del regionalismo differenziato in particolare, ma non solo, per le Regioni del Mezzogiorno, con grave pregiudizio delle ragioni ridistributive, solidaristiche e sociali previste dalla Carta Costituzionale, con l'effetto di rendere ancora più profondo il divario tra aree ricche e aree povere del paese, fino al punto di ledere la coesione o addirittura la stessa unità nazionale. Sulla base di tali presupposti, il Presidente della Giunta regionale, con nota del 15 febbraio, ha formalizzato la richiesta al Governo nazionale di attivazione di un tavolo per discutere il riconoscimento alla Regione Campania di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116, comma 3, della Costituzione, nei seguenti ambiti: tutela e sicurezza del lavoro; istruzione tecnica e professionale; internazionalizzazione delle imprese e commercio con l'estero; ricerca e innovazione; governo del territorio, ambiente, infrastrutture e lavori pubblici; tutela della salute; agricoltura, protezione della fauna e acquacoltura; beni e attività culturali, spettacolo e sport; organizzazione della giustizia di pace; partecipazione alla formazione e all'attuazione del diritto dell'Unione Europea; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Riguardo poi agli aspetti finanziari, nell'ottica di un'attuazione tutt'altro che eversiva e, piuttosto, in piena coerenza con quanto dispone l'articolo 119 della Costituzione, richiamato espressamente dai presupposti ineliminabili della procedura ai sensi del 116, terzo comma, è necessario garantire un quadro armonico di differenziazione dei limiti segnalati che non si rivolga automaticamente in uno scenario di perturbazione delle scelte che le altre regioni possano ritenere di fare nell'esercizio della relativa discrezionalità, ma è altresì evidente che le scelte di ciascuna Regione devono armonizzarsi nel contesto unitario, sia dal punto di vista istituzionale sia sotto il profilo finanziario. In questo senso, a fronte dell'invarianza finanziaria che si richiede da parte dello Stato nei termini segnalati, non potrà che corrispondere una salvaguardia nei confronti di tutte le regioni, sia di quelle interessate dalle istanze di autonomia differenziata sia delle altre. Le prime dovranno essere rese maggiormente autonome anche di reperire nuovi o maggiori fonti di finanziamento, innanzitutto attraverso adeguate misure di autonomia di bilancio della gestione della spesa, fermi i vincoli derivanti dall'appartenenza all'Unione Europea e, quindi, dovendo in ogni caso assicurare che le esigenze di flessibilità o elasticità di bilancio non si rivolgano in un peggioramento dei saldi di finanza pubblica rilevanti in chiave di Unione Europea.È di ieri l'incontro del Presidente con il Ministro e gli altri residenti ed è di stamattina un incontro del Presidente con tutti i Presidenti del Sud a Fondazione Banco di Napoli. Io ho indegnamente sostituito qui il Presidente mentre lui stava difendendo la nostra autonomia con gli altri Presidenti.

PRESIDENTE (Russo)

La parola al consigliere Borrelli che ha diritto di replica.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Forse dovevo fare una domanda più specifica, ma ci saranno altre occasioni. Ovviamente sono d'accordo sulla linea e su quello che sto dicendo, ma a me interessa capire i dati. Quello che è emerso da alcuni titoli articoli di giornale è che sembrerebbe che addirittura una delle motivazioni per le quali alcune regioni, come la Lombardia e il Veneto, chiedono più fondi è legata al fatto che loro ritengono che nella distribuzione generale di risorse hanno molto meno. In realtà, da quello che ho capito, questa tabella rappresenta soltanto un terzo delle risorse nazionali e questo, ad esempio, non tiene conto degli investimenti delle Ferrovie dello Stato che, se ricordo bene, investono l'1 per cento nel Sud e il 99 per cento nel Centro Nord. A me interesserebbe capire se abbiamo delle tabelle e dei dati perché è molto importante fornire alla cittadinanza, al di là delle appartenenze politiche. Se tutti abbiamo gli stessi soldi, vuol dire che la colpa è esclusivamente nostra perché vuol dire che noi, come amministratori, al Sud, indipendentemente dalle parti politiche, siamo tutti scarsi. Se, invece, negli anni, da quanto mi risulta, le regioni del Sud Italia hanno ricevuto proporzionalmente un numero assolutamente inferiore di risorse, è chiaro che questo cambia la prospettiva. Ancora peggio se chi ha più risorse ed è più ricco chiede . È vero che è uno slogan, la secessione dei ricchi, i ricchi si chiudono e i poveri restano fuori. Secondo me questo non solo mina l'unità d'Italia, ma è istituzionalmente scorretto.

PRESIDENTE (Russo)

Il dibattito è interessante e seguiremo la vicenda in questi giorni. Ringrazio tutti, soprattutto l'Assessore per la pazienza, e dichiaro chiusa la seduta.

Stato di attuazione Piano regionale della mobilità ciclistica
PRESIDENTE (Russo)

Grazie Consigliere. Passiamo all'interrogazione: "Stato di attuazione Piano Regionale della Mobilità Ciclistica" Reg. Gen. 288/2, a firma della consigliera Maria Muscarà, Movimento 5 Stelle. Prego, Consigliera.

MUSCARÀ (Movimento 5 Stelle)

Grazie della parola. Questo argomento lo abbiamo già toccato anche altre volte, anche nelle Commissioni, e c'è stato ahimè, rispetto a questo mezzo di trasporto che in Italia è una Cenerentola, ma in Campania è assolutamente assente e non viene assolutamente considerato, poco rispetto della volontà dei ciclisti e anche dell'opportunità di trovare un mezzo di spostamento intermodale che consentisse un allentamento della pressione legata all'inquinamento e che quindi favorisse il raggiungimento di quegli obiettivi ai quali tendiamo almeno quando scriviamo le norme. La legge regionale nostra, del 5 aprile 2016, è proprio: "Prime misure per la razionalizzazione della spesa e il rilancio dell'economia campana". All'interno di questa legge si inserisce l'elaborazione del Piano regionale della mobilità ciclistica, chiamato PRMC che è in coerenza con pianificazione territoriale e ambientale. Al comma 5 si dispone che il Piano venga approvato e attualizzato ogni tre anni dalla Giunta regionale e venga naturalmente redatto attraverso una logica partecipativa che preveda il coinvolgimento delle lobbie delle buone pratiche o dei tecnici, per disporre un Piano che sia condiviso e attuale. Dal 2016 al 2018 sono state convocate tre Sedute, soltanto tre Sedute, del tavolo di confronto. Ho partecipato a questo tavolo, la prima è stata conoscitiva, la seconda interlocutoria e la terza ci rivedremo. Nei fatti non è successo nulla nonostante a questo tavolo abbiano partecipato figure di valore, tecnici di valore, non soltanto napoletani, ad esempio quelli della Fiab, che portavano suggerimenti, relazioni che avrebbero facilitato il lavoro dell'Acamir. Ricordiamo che l'importanza di questo Piano è stato anche ribadito dalla legge nazionale dell'11 gennaio 2018 "Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e realizzazione delle reti nazionali di percorribilità ciclistica". All'articolo 5 questa norma riconosce in capo alla Regione la predisposizione e l'approvazione del Piano triennale. Inoltre, e questa è la cosa interessante, molto interessante perché rischialo nuovamente di perdere questa possibilità, sono stati stanziati i soldi per la progettazione e la realizzazione del sistema del ciclo vie turistiche, naturalmente dopo un protocollo d'intesa. Se si guarda il Piano di Bici Italia, si vede che l'Italia è monca perché il ciclo vie, quelle esistenti e quelle previste, saltano completamente la Campania, quasi da noi non ce ne fosse bisogno. Inoltre, recentemente il Ministero dell'Ambiente ha annunciato l'investimento di ben 500 milioni di euro per la costruzione di piste ciclabili, bike sharing, fondo di finanziamento; naturalmente sempre attraverso un protocollo. Moltissimi progetti sono riconducibili al Piano di mobilità ciclistica. Quello che serve per ottenere questi fondi, per partecipare, è questo famoso Piano che oggi dovremmo rinnovare e che invece non abbiamo neanche scritto. Altrimenti rischiamo di fare quello che abbiamo fatto in questi anni, ossia abbiamo finanziato una pista ciclabile, una, anche per 9 milioni, quella che va da Cancello a Torre Annunziata, che ha subito anche molte critiche da parte degli esperti, che è un pezzo isolato, fine a sé sto, non armonizzato in una rete ideale che dovrebbe consentire lo spostamento e non soltanto andare avanti e indietro. Le chiedo a che punto stiamo con questo Piano regionale della mobilità ciclistica, quali sono le ragioni di questi ritardi fortissimi e rispetto a questa pista, la famosa Cancello Torre Annunziata, a che punto stiamo. Grazie.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie Consigliera. Risponde l'assessore Marchiello in luogo del Presidente della Giunta, prego

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. Si comunica che lo sviluppo del Piano un regionale della mobilità ciclistica discusso nell'ambito del tavolo istituito presso il Consiglio regionale, nel quale sono state discusso le linee generali dello stesso Piano e acquisite specifiche conoscenze sullo stato delle programmazioni locali di livello provinciale e comunale in materia di mobilità ciclistica, cittadina e turistica, è in fase di sviluppo da parte dell'Agenzia per la mobilità, l'Acamir, nell'ambito dello sviluppo del più ampio Piano regionale della mobilità sostenibile. Il Piano regionale della mobilità ciclistica della Campania ha l'obiettivo di rispondere ai dettami della legge regionale n. 6 del 2016 sia mappando quanto attualmente la Regione Campana sta realizzando direttamente attraverso specifici soggetti attuatori in materia di mobilità in bicicletta sia quanto il territorio nel frattempo ha programmato o sta programmando. In questo momento si sta operando su una puntuale ricognizione di quanto già realizzato nel territorio in materia di cicloturismo e mobilità ciclistica cittadina, urbana e interurbana, con particolare attenzione alle esperienze esistenti di intermodalità, ferro bici e gomma bici, ma anche alle proposte progettuali che su tali ambiti i territori stanno elaborando. Particolare attenzione il Piano lo pone sul tema della mobilità ciclistica turistica, non solo individuando gli attuali percorsi esistenti in Campania, ma anche quelli programmati e in fase di programmazione, in particolare il Piano terrà conto delle cosiddette ciclo vie turistiche trasversali, vale a dire percorsi turistici ciclabili regionali che connettono ciclo vie turistiche nazionali. Come noto, attualmente la Regione Campania è interessata dalla rete nazionale del ciclo vie turistiche, istituita con il comma 640 dell'articolo 1 della legge 208 del 2015, unicamente per il tratto del ciclo via dell'Acquedotto Pugliese, da Capo Sele, Avellino a Calitri fino al confine con la Regione Basilicata per la connessione con il Comune di Rapone (Potenza), ma il Piano terrà conto di altri percorsi che potranno essere compresi nella rete nazionale del ciclo vie turistiche. Ci si riferisce in particolare alle seguenti piste: ciclopista del Sole, percorso costiero della foce del Garigliano, da Caserta a Sapri, Salerno, attraverso Lago Patria Napoli, quindi Napoli Salerno; la Via dei Borboni, percorso da Napoli a Conza della Campania attraverso Avellino, Salerno e Salvitelle; la Via dei Pellegrini, percorso da Mignano Montelungo a Savigliano Irpinio, attraverso Amorosi e Benevento, con una possibile variante da Amorosi a Mondragone per la Connessione alla ciclopista del Sole. Altri elementi caratteristici che il Piano sta prevedendo sono l'intermodalità bici gomma, bici ferro e bici navigazione, sicurezza in stazione con bici a seguito, la bici a seguito sulla rete del trasporto pubblico locale della Regione, il bike sharing, la rete regionale, la rete comunale di mobilità ciclistica con particolare attenzione all'interconnessione con i nodi di interscambio, stazioni ferroviarie, stazioni marittime e stazioni autobus, la segnaletica e la gestione e l'attuazione del Piano stesso. Si riportano di seguito alcune indicazioni sullo stato di attuazione di specifici progetti e iniziative a regia regionale in materia di mobilità in bicicletta: ciclo vie turistiche, secondo la legge finanziaria richiamata nel 2017; ciclo via turistica dell'Acquedotto Pugliese, tratto campano, da Capo Sele a Avellino, a Calitri a Avellino. Il progetto è in piena attuazione e si è nella fase di elaborazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica e si concluderà a giugno 2019 per la successiva sottomissione del progetto dell'intera ciclo via dell'Acquedotto Pugliese al Ministero dei Trasporti per i successivi adempimenti volti alla realizzazione di un lotto funzionale per ogni Regione, che nel caso della Campania coincide con l'intero tratto. Il Piano nazionale per la sicurezza stradale, decreto ministeriale 481 del 2016 interventi di messa in sicurezza di piste ciclabili e pedonali per 600 mila euro, finanziamento di n. 5 interventi nei capoluoghi di Provincia della Regione. Ad Avellino, realizzazione dei lavori di riqualificazione per la messa in sicurezza di Viale Italia e realizzazione di pista ciclabile; Benevento, sicurezza stradale, lavori di realizzazione e raccordo di piste ciclabili nella città di Benevento, primo lotto; Caserta, realizzazione di pista ciclabile in Via Verdi, Via Renella, Via Unità d'Italia e in Corso Giannone; Napoli, ampliamento e messa in sicurezza degli itinerari ciclopedonali all'interno della Ztl centro storico; Salerno, messa in sicurezza della pista ciclabile di Lungomare Trieste e prolungamento a Piazza della Concordia. Dopo l'adozione della protrazione di interventi da parte della Giunta regionale e la successiva approvazione da parte del MIT, attualmente è in atto la fase di sottoscrizione delle convenzioni con le singole amministrazioni comunali, l'ammissione al finanziamento e l'erogazione delle anticipazioni. Poi, c'è il Piano nazionale per la sicurezza stradale, sempre il DM 468 del 2017 "Interventi di messa in sicurezza di piste ciclabili cittadine". Qui c'è un finanziamento di otto interventi nei comuni non capoluogo della Regione con popolazione superiore a 20 mila abitanti. Acerra Napoli, realizzazione della pista ciclopedonale sul tratto di strada via Pietra Bianca, raccordo tra Corso Vittorio Emanuele, Strada Orientale Spiniello, Capaccio Paestum Salerno, realizzazione di una rete di percorsi ciclabili e pedonali nel Comune di Capaccio Paestum, interventi per la messa in sicurezza del tratto esistente della pista ciclabile di Viale della Repubblica, stralcio funzionale, Casal di Principe Caserta, lavori di realizzazione pista ciclabile via Vaticale, Campo Sportivo, via Moscati e via Cavour, Casalnuovo di Napoli, realizzazione ciclopista Eraclito; Frattamaggiore Napoli, progettazione e realizzazione di un intervento per lo sviluppo e la messa in sicurezza della circolazione ciclistica cittadina; Ischia, lavori per la realizzazione di una pista ciclabile in via Sogliuzzo; Marigliano, percorso ciclabile su Corso Umberto Primo e Nocera Inferiore la ciclabile Nocerina. Gli interventi sono stati selezionati sulla base di una consultazione pubblica. Dopo l'avvenuta adozione del Programma degli interventi da parte della Giunta regionale si è attualmente in attesa dell'approvazione dello stesso da parte del Ministero dei Trasporti per passare alla fase di approvazione e sottoscrizione delle singole convenzioni con le Amministrazioni comunali, la missione a finanziamento e la regolazione delle anticipazioni. C'è, infine, il Piano nazionale della sicurezza stradale del DM 553 del 2018, Ripartizione risorse per ampliamento programma di interventi per lo sviluppo e la messa in sicurezza di itinerari e percorsi ciclabili e pedonali di cui al richiamato decreto del 2016 per 205 mila euro, attualmente è in fase di programmazione. Per quanto concerne, inoltre, lo stato di attuazione dell'intervento di conversione della rete ferroviaria dismessa di Cancello Torre Annunziata in pista ciclabile, come già evidenziato dalla stessa interrogazione dell'Onorevole Muscarà, la Direzione Generale per la mobilità ha già risposto sul tema il 7 luglio 2017. Al riguardo si rappresenta che con la delibera n. 251 del 27 aprile 2018 la Giunta Regionale della Campania ha trasferito il citato intervento alla competenza della Direzione Generale Governo del territorio, lavori pubblici e Protezione Civile.

PRESIDENTE (Russo)

La parola alla consigliera Muscarà che ha diritto di replica

MUSCARA' (Movimento 5 Stelle)

In ogni caso la ringrazio per la risposta. L'elenco che mi ha fatto è un elenco di azioni che sono state fatte sul territorio, ma in assenza di una cosa molto importante, ovvero il Piano. Il Piano combatte proprio questo tipo di azione, queste cose fatte a spezzatino per cui ogni Comune coglie l'occasione di trovare un bando (In questo caso quelli che lei ha elencato erano i bandi legati alla messa in sicurezza delle ciclabili già esistenti) senza creare una rete unica e, quindi, un'unica regia. In questo momento ci dovremmo trovare a rinnovare un Piano che purtroppo non c'è. Lei ha fatto riferimento, ahimè, al ciclo via dell'acquedotto pugliese per la quale sono stati assegnati a tre regioni la bellezza di 160 milioni di euro. Devo dire che, purtroppo, il Ministero ha già provveduto ad assegnare un finanziamento per consentire alle regioni di redigere lo studio di fattibilità. La Campania ha presentato una richiesta di 36 mila euro per redigere un Piano, una cifra considerata irrisoria dagli stessi addetti ai lavori che necessiterà dell'appostamento di nuove risorse, di cui dovrà farsi carico la Regione stessa per ottemperare all'impegno assunto con le Regioni e presentare il piano al Ministero. La richiesta della Puglia è stata di 300 mila euro per oltre 300 chilometri di tracciato. Il Piano della Campania è ancora nelle mani di ACaMIR e si attende un pronunciamento dei quattro comuni coinvolti. Questo perché? Perché, a differenza delle altre ciclo vie in cui si è lavorato, anche su regioni diverse, per istituire uno stesso piano di redazione, qui abbiamo proceduto facendo lo spezzatino. Voglio dire, ogni regione fa per sé e questo significherà allungare i tempi e non raggiungere sicuramente un risultato positivo, visto che mancherà uno studio di fattibilità complessivo. Lei mi ha parlato di una serie di tratte che già esistono. Basta che si va sul sito di Bici Italia o su qualunque altro di mobilità ciclistica per trovare questi tratti, esistenti o programmati, che riguardano la Campania e l'Italia intera. Il nostro lavoro dovrebbe essere sempre quello di fare quest'armonizzazione. Il Piano dovrebbe farlo, ma non c'è. Lei mi ha parlato anche dell'intermodalità, delle bici al seguito, ferro, bus e altro, io le devo dire (lei non c'era allora) che noi, al fine di agevolare questo passaggio, presentammo una serie di emendamenti, tra i quali ve n'era uno semplicissimo che chiedeva che tutti i nuovi vettori acquistati dalla Regione Campania dovessero essere già moniti di stallo passaggio per la bici per evitare di trovarci dei mezzi da dover adeguare dopo e rendere tutto più complicato. Ahimè, nonostante tutte le belle cose che ci diciamo e questo emendamento che sarebbe stato semplicissimo, a costo zero e che nel giro di dieci, quindici, venti, trenta anni, non so quanto, avrebbe adeguato il sistema della mobilità al passaggio della bicicletta, ora non è così e ce ne accorgiamo noi stessi ogni qual volta ci vogliamo muovere. Rimango un po' delusa dalla risposta che le hanno preparato perché questa legislatura sta terminando e la mobilità ciclistica non sarà neanche la cenerentola, come negli altri paesi, ma scomparirà completamente dalla Regione Campania, se non con questi piccoli episodi spot, poco significativi per lo sviluppo della mobilità ciclistica.

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