Question Time del 23 giugno 2017

Indice:
1 - Comunicazioni del Presidente
2 - Mancata adozione atto triennale di indirizzo e propramma attuale della Regione per il turismo, ex L.18/14
3 - Riscossione ordinaria tributi regionali
4 - Spese di funzionamento ADISU e mancata erogazione borse di studio
5 - Lavori di risanamento bacino lacustre Lago Patria - Allontanamento dei reflui dal Comune di Giugliano
6 - Indizione del referendum per l'istituzione del Comune unico Isola d'Ischia
7 - Inquinamento fiume Sarno
8 - Appalti servizidi pulizie presso gli ospedali della Campania
9 - Procedure di mobilità di personale dipendente degli ospedali classificati nei ruoli delle AA.SS.LL.
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE (Russo)

Buongiorno, è aperta la seduta. Interrogazioni ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno, Question Time. Ricordo che ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno il Consigliere proponente ha la facoltà d'illustrare l'interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente l'interrogante o altro Consigliere del medesimo ha il diritto di replicare per non più di due minuti. Ricordo inoltre che le interrogazioni all'ordine del giorno dell'odierna seduta di Question Time sono state elencate nell'ordine di presentazione.

Mancata adozione atto triennale di indirizzo e propramma attuale della Regione per il turismo, ex L.18/14
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Mancata adozione atto triennale di indirizzo e programma attuale della Regione per il turismo, ex L.18/14" Reg. Gen. n. 76/2 a firma del consigliere Michele Cammarano (Movimento 5 Stelle), già distribuita in Aula. Concedo la parola alla consigliera Maria Muscarà in sostituzione del consigliere Michele Cammarano.

MUSCARA' (Movimento 5 Stelle)

Grazie della parola che mi ha dato. L'oggetto dell'interrogazione è: "Mancata adozione dell'atto triennale di indirizzo e programma attuale della Regione per il turismo, ex L.18/14". Questa legge regionale del 2014 cita: "Organizzazione del sistema turistico in Campania" disciplina il turismo nell'ambito pubblico e privato, definendo le competenze, le funzioni e le attività della Regione, nonché le funzioni riconosciute alle autonomie degli enti locali e degli altri organismi pubblici e privati in materia di turismo. L'articolo 3, comma 2, della stessa legge, dispone che la Giunta regionale provvede, entro il 31 marzo dell'anno antecedente a quello di riferimento, l'approvazione dell'atto triennale di indirizzo della Regione per il turismo, proposto dall'Assessore regionale delegato in materia di turismo. L'articolo 21 prevede che la giunta regionale, su proposta dell'Assessore, in coerenza con il bilancio, previo parere della Commissione, approvi il programma annuale della Regione per il turismo, in coerenza con l'atto di indirizzo triennale. Questo entro il 31 ottobre di ciascun anno. Il programma annuale della Regione per il turismo comprende il piano esecutivo delle attività dell'agenzia ed i programmi dei servizi e delle attività proposti dai poli turistici locali e, sulla base delle risorse nazionali, regionali ed europee disponibili e prevede le indicazioni per le forme di sostegno ed incentivazione per la selezioze di quei progetti che prevedono l'avvio di attività economiche connesse al turismo promossi da soggetti, con la partecipazione di giovani, ai quali sono stati affidati beni confiscati alla criminalità organizzata. Con la stessa delibera, la Giunta stabilisce le risorse destinate al sostegno del piano esecutivo delle attività dell'agenzia e dei programmi annuali dei servizi e delle attività dei poli turistici locali. A tuttoggi non sono stati approvati l'atto triennale di indirizzo della Regione per il turismo, di cui all'articolo 3 comma 2 né il programma annuale della Regione per il turismo, di cui all'articolo 21. Si chiede quali sono le tempistiche con le quali la Giunta regionale ritiene di approvare l'atto triennale della Regione e per quale motivo ci sia un ritardo così importante.

MATERA, Assessore

I punti delle interrogazioni giovano a ricostruire il quadro delle competenze per meglio comprendere taluni passaggi logici. Pur avendo ricevuto l'incarico di Assessore al Turismo della Regione Campania nel febbraio 2016, per problemi di salute sono operativo solo da maggio 2016. Nei giorni immediatamente successivi al mio insediamento, preso atto della variegata e complessa legislazione regionale in materia di turismo ho prontamente avviato, in collaborazione costante con i competenti uffici della Giunta, un processo di revisione degli ambiti territoriali, riorganizzazione della normativa regionale in materia turistica, prevedendo in particolare la predisposizione di un codice unico del turismo che non sia una semplice raccolta di leggi afferenti la materia, ma che definisca un modello di governance in grado di governare i processi e disciplinare le molteplici attività che direttamente o indirettamente contribuiscono alla crescita della prima industria della Campania agriturismo. Nel suindicato testo unico, inevitabilmente, confluirà anche la legge regionale numero 18 del 2014 sull'organizzazione del sistema turistico in Campania, oggetto dell'odierna interrogazione. Ciò posto, si rammenta che l'approvazione del piano strategico nazionale è avvenuta nel dicembre 2016, con notevole ritardo rispetto alla sua previsione iniziale, era luglio 2016, a causa delle possibili ricadute del quesito referendario costituzionale che prevedeva, infatti, una diversa ripartizione delle competenze in materia di turismo, fortemente sbilanciata verso il Governo centrale in caso di vittoria del "sì", riducendo alle Regioni un ruolo del tutto marginale nel settore turistico. Si è lavorato anche all'accorpamento del settore del turismo, della cultura, dei beni culturali, del cinema e dei rapporti con l'Unesco in un'unica direzione generale, al fine di dare al turismo un ruolo di grande centralità e trasversalità, un percorso, quest'ultimo, conclusosi solo nel maggio 2017. Il piano strategico del turismo, comprendente il piano annuale e triennale d'indirizzo, riveste un ruolo fondamentale per l'economia regionale e non può semplicisticamente essere legato solo ad un termine sia esso annuale (3 ottobre) sia esso triennale (31 marzo), dovrà necessariamente tener conto di fattori che ne determinano l'efficacia, la validità, la ricaduta economica, ma soprattutto la sua compatibilità con la programmazione nazionale. A seguito del risultato referendario, ha mantenuto lo status quo costituzionale, e del nuovo assetto dell'organizzazione degli uffici, si sta procedendo velocemente alla definizione del piano strategico regionale e del turismo, ricco di contenuti, idee, azioni e propositi, non avulso dalla previsione di azioni concrete necessarie per la sua applicazione e la definizione dei ruoli, compiti e competenze di tutti coloro che sono chiamati a contribuire alla sua realizzazione. Una strategia profondamente innovativa rispetto al passato, basata su tre pilastri: centralità del turismo, trasversalità dell'azione, condivisione e finalizzazione di tutte le iniziative assessorili alle finalità turistiche. Non sono ossessionato dai tempi, ma dalla qualità e dalla concretezza delle iniziative messe in campo e sono convinto che al termine di questo complesso processo partecipativo e trasparente, con il contributo di tutti, la Regione Campania, in termini di turismo, segnerà una svolta epocale.

MUSCARA' (Movimento 5 Stelle)

Non mi conforta l'ottimismo con il quale lei ha presentato queste che sono delle premesse e siamo già a due anni adesso, quindi comprendo anche i tempi lunghi di una riorganizzazione generale. Siccome le altre Regioni corrono molto più velocemente di noi, il turismo deve basarsi su regole di mercato che noi non possiamo ignorare. La Campania ha come concorrenti Regioni che sono molto più avanti di noi, quindi non ci possiamo permettere neanche una settimana di attesa e dovremmo anticipare i tempi e non crogiolarci dietro le parole che probabilmente il Referendum ci avrebbe fatto fare altre scelte. Ricordo le sue parole: "La Campania ha i numeri per diventare la prima Regione come attrattiva turistica". Questo lo sappiamo tutti, il primo che incontro per strada mi può dire la stessa cosa, bisogna lavorare seriamente anche per destagionalizzare il turismo e questo anche è giusto perché potremmo essere stagione di turismo non solo ad agosto. Questo lo dice a marzo 2017. Lei ricorda che il Veneto, con quasi 62 milioni, è la Regione più turistica, una performance tre volte superiore a quella della Campania che ne ha solo 18. Dire che la Regione Campania sarà la prima Regione d'Italia vuol dire, a fronte di una piattaforma pari a zero, prendere in giro anche gli operatori turistici. Il turismo è il settore di economia globalizzata che non sfugge alle regole del mercato, per avere risultati è necessario avere: professionalità, idee e soldi, il tutto descritto nel piano turistico che manca e che gli operatori turistici chiedono ormai da tempo.

MATERA, Assessore

Confermo tutto quello che ho detto a marzo. La novità rispetto al passato è proprio costruire e dare al turismo quel ruolo di centralità e di trasversalità che deve avere in una regione come la nostra perché turismo significa cultura, enogastronomia, verde, balneare e tanto altro. Per fare questo bisogna soprattutto dare un'impostazione diversa. Questo è quello che stiamo facendo. Anche l'unificazione dell'unica direzione significa ragionare e porre al centro il turismo.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie. Ho concesso eccezionalmente la parola all'assessore Matera per dare la massima opportunità di comprendere il problema. Passiamo alla prossima interrogazione.

Riscossione ordinaria tributi regionali
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Riscossione ordinaria tributi regionali" Reg. Gen. 78/2, presentata dal consigliere Luciano Passariello di Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale. Concedo la parola al consigliere Passariello. Prego.

PASSARIELLO (FdI - AN)

Grazie Presidente e grazie Assessore. Assessore, lei ricorderà bene che durante la fase di collegato al bilancio fui il presentatore di un emendamento. Questo emendamento fu approvato, fu fatto suo dalla Giunta stessa, fu inserito nel collegato e quindi è diventato legge. Lo scopo di quell'emendamento era ben chiaro e lei ricorderà che ne parlammo. A dire la verità lei fu tra quelle persone che disse che era da accogliere perché era un emendamento sano e che avrebbe portato sicuramente un risparmio ed eventualmente maggiori incassi. L'emendamento principalmente mirava a poter dare la possibilità a società partecipate in house o eventualmente rivolgersi verso l'esterno per interessarsi dell'incasso di altre entrate, cioè quelle entrate che erano in contenzioso e quelle entrate che la Regione Campania ha più difficoltà a incassare. Le motivazioni che mi spinsero di indicare società in house sono chiare: abbiamo tante società partecipate, abbiamo tanto personale e molte di queste partecipate soffrono per mancanza di attività, quindi poteva essere un'opportunità in più affidare queste commesse a queste società partecipate. Invece succede che la Giunta fa un atto diverso, cioè demanda, alla Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie, il sollecito espletamento di idonea procedura di evidenza pubblica per l'affidamento del servizio di riscossione coattiva dei tributi regionali gestiti direttamente. Quindi affida all'esterno senza nemmeno porsi la domanda perché abbiamo fatto questo emendamento e perché abbiamo scritto di volerlo affidare a una società in house. Credo che con questo tipo di provvedimento che ha fatto la Giunta snaturi la legge che abbiamo approvato perché il motivo principale era affidarla a una società partecipata per avere un maggior risparmio e se c'erano eventualmente degli utili farli rimanerli all'interno di una società partecipata, che poi è la Regione stessa. Non capisco e non comprendo il perché, quindi vorremmo sapere quali sono i motivi che la Giunta ha inteso adottare per perseguire questa strada che non è quella indicata nella proposta di legge che fu approvata all'epoca. Grazie.

D'ALESSIO, Assessore

Ricordo bene come durante la legge di stabilità ci fu questa riflessione e l'opportunità di mettere questo emendamento ed ero anche, come ben ricorda anche il Consigliere, d'accordo, però nel momento in cui siamo andati avanti e nel momento in cui abbiamo aggiunto una serie di riscossione di entrate, tra cui anche la tassa automobilistica (la convenzione che si ha attualmente era in scadenza), sono emersi dei condizionamenti in base alla norma vigente e alla trasparenza. Le leggo la risposta che è stata data dagli uffici, che risponde perfettamente a ciò che è accaduto e di fatto non potevamo non procedere come abbiamo fatto. Ai sensi dell'articolo 53, secondo comma, della legge n. 446/1997 i soggetti abilitati a effettuare attività di liquidazione e di accertamento dei tributi e di riscossione dei tributi e di altre entrate devono essere iscritti in un apposito albo istituito presso il Ministero delle Finanze. Questo è il primo punto per cui non avremmo potuto seguire perché non abbiamo società partecipate in house che siano così disciplinate con l'iscrizione all'albo. Le società iscrivibili in tale albo, ai sensi del DM n. 289/2000, n. 289, oltre ai concessionari, di cui al decreto legislativo n. 112/1999, devono essere società di capitali aventi ad oggetto la gestione delle attività di liquidazione e di accertamento dei tributi e le società miste, il cui socio privato sia scelto con procedura a evidenza pubblica. Inoltre l'iscrizione all'albo è subordinata al riconoscimento di un'apposita Commissione. Il decreto n. 289/2000 prevede inoltre che la società richiedente deve possedere specifici requisiti di idoneità finanziaria, tecnica e organizzativa per la gestione delle attività di liquidazione e di accertamento dei tributi nonché riscossione dei tributi e di altre entrate. Pertanto la Giunta ha deciso di non procedere all'affidamento a un soggetto giuridico in house del servizio di riscossione coattiva delle entrate regionali in quanto nessuna delle società in house della nostra regione risulta iscritta all'albo dei soggetti abilitati a effettuare attività di liquidazione e accertamento e di altre entrate o di riscossione di altre entrate, di cui all'articolo 53, secondo comma, del decreto legislativo n. 446/1997 istituito presso il Ministero delle Finanze e in possesso dei requisiti necessari all'ottenimento dell'iscrizione. Nel momento in cui abbiamo messo insieme una serie di entrate sia riscossione coatta sia riscossione normale, come la tassa automobilistica, e nel momento in cui abbiamo fatto un bando, non potevamo che sottostare logicamente per trasparenza e per correttezza alle norme imposte dalle leggi. Pertanto le società in house non erano possibili. Ciò però non toglie che l'obiettivo è sempre il miglior servizio da un lato e la minore spesa dall'altro. L'obiettivo di avere minore spesa vorremmo comunque raggiungerlo, avere un maggior servizio e avere una maggiore entrata è l'obiettivo collegato, ma purtroppo non abbiamo potuto seguire una valutazione anche delle società in house.

PASSARIELLO (FdI - AN)

Assessore, mi convince quanto lei mi dice e le dico anche perché. Se è vero quello che dice vuol dire che la legge che abbiamo approvato non doveva essere approvata perché se non è possibile poter far avere a una partecipata un'autorizzazione vuol dire che quella legge è nulla. Ci sono società partecipate che già fanno questo e ci sono delle società partecipate che già riscuotono tributi per conto della Giunta regionale. Questo vuol dire che dovreste provvedere a non farli riscuotere più questi tributi. Inoltre a me non risulta che la Giunta regionale abbia scritto alle partecipate e abbia chiesto se qualcuna di esse avesse i requisiti per chiedere l'iscrizione. Qualche società partecipata ha i requisiti per poter aver quell'iscrizione. La verità è un'altra: voi alle participate non vi siete poi rivolti, vi siete rivolti all'Avvocatura la quale vi ha fatto una relazione. Chi vi dice che non c'è una società partecipata che non abbia i requisiti per chiedere quell'iscrizione. Allora, Assessore, io credo che fino ad oggi quello che ha distinto quest'opposizione e questa Giunta sia stato il rispetto reciproco e la chiarezza nelle cose. Allora invito la Giunta a rivedere questo atto o quantomeno, prima di mettere in atto una gara, faccia una revisione e faccia un controllo reale per sapere se ci sono società participate che già fanno riscossione di tributi per conto della Regione e che hanno quindi la possibilità di richiedere ed avere quell'iscrizione, perché questo vorrebbe dire tre cose importanti: risparmio per la Giunta regionale, avere la certezza che Ie risorse rimangano in Regione e quindi non vadano in una società privata che poi dovrebbe restituirceli. Sappiamo in passato quello che è successo con le varie società private, ci sono sempre aziende sicuramente buone, ma abbiamo già provato nei vari Comuni quello che è successo. Quindi per noi rimane quel problema di fare: sicurezza e risparmio. Abbiamo tanto personale nelle participate che ha le capacità per poterlo fare, già li paghiamo, li teniamo lì, in molti casi, senza fare niente perché mancano commesse. Se veramente questa Giunta vuole perseguire quanto approvato in quell collegato deve tirare un freno, fare una verifica, se c'è, invece, come credo, una società partecipata o per più di una, che abbia queste capacità, quindi la possibilità di fare richiesta, dico che è meglio per per tutti. Grazie.

Spese di funzionamento ADISU e mancata erogazione borse di studio
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Spese di funzionamento ADISU e mancata erogazione borse di studio" Reg. Gen. n. 79/2 a firma del consigliere Luigi Cirillo, già distribuita in Aula. La parola al consiglere Cirillo per illustrarla.

CIRILLO (Movimento 5 Stelle)

Torno ciclicamente su questo argomento perché vedo che I problemi che c'erano, continuano ad esserci nonostante abbiamo approvato la legge di riforma delle ADISU nel 2016, dovendo poi tornarci un anno dopo, perché ci siamo resi conto che dovevamo fare un'unica ADISURC e quindi non due, ma va bene anche questo. Il problema è che ci sono ancora oggi circa 850 ragazzi che aspettano quote di borse di studio per l'anno 2014-2015 più svariati contributi di laurea e per l'Erasmus sono per la Federico II perché in tutto il problema riguarda anche l'ADISU Orientale e l'ADISU Parthenope. Vado agli uffici dell'ADISU Federico II per capire perché l'ADISU non paga queste borse agli studenti e mi rendo conto che il problema non sta in capo all'ADISU, ma sta tutto in capo alla Regione Campania. Faccio una richiesta di accesso agli atti e mi viene girato un allegato nel quale risulta all'ADISU che per l'anno accademico 2014/2015 la Regione deve, all'ADISU Federico II, circa 2 milioni 116 mila 402 euro per le borse di studio; all'Orientale 347 mila euro e rotti; alla Parthenope 454 mila euro e rotti solo per quanto riguarda il discorso borse di studio, quindi, chiaramente, ora mi sorge la domanda: "Perché la Regione, da quell'anno accademico ad oggi, non ha ancora erogato le somme che quindi chiaramente sono soggette a vincolo di destinazione?". Quelli sono niente altro cio che la Regione ha riscosso all'epoca per la tassa regionale universitaria, che sono risorse vincolate ai servizi universitari. All'epoca la legge, purtroppo, prevedeva il passaggio intermedio che poi la Regione doveva dare agli enti per il diritto allo studio, dopodiché, dall'anno successivo cambia la situazione, il passaggio intermedio viene meno, anche se sembra che la Regione abbia riscosso qualche tassa universitaria regionale, sembra strano, non dovrebbe essere così, perché non avrebbe titolo a riscuotere quelle somme, mi è stato ditto che pare che quando la Regione ha riscosso quelle somme le abbia poi ripartite alle ADISU in modo da distribuirle equamente. Se sono studenti di Federico II, pago alla Federico II, quindi decido affinché la somma vada all'ADISU Federico II e non vada ripartita tra le varie ADISU. Un principio solidaristico ci può anche stare, però mi domando perchè gli studenti pagano una tassa dovuta alle ADISU, sempre alla Regione, in qualche caso sporadico, pare che sia così. Chiedo alla Giunta se questo sia accaduto. Auspico, ora che ci sara una nuova ADISURC Unica, che un passaggio intermedio tramite la Regione non possa proprio più accadere perché con un nostro emendamento approvato abbiamo scongiurato questa ipotesi nella nuova legge sulle ADISU. In quel colloquio, inoltre, ho chiesto anche un'altra serie di informazioni, poi ho fatto richiesta di accesso agli atti e mi è stato riferito che la Regione Campania, deve alle ADISU anche altre somme diverse, si chiamano spese di funzionamento, che sono funzionali alla vita degli enti. Pare che la Regione Campania, dal 2010 al 2016, deve dare somme alle ADISU. All'ADISU Federico II 5 milioni 856 mila euro, all'Orientale 1 milione 220 mila euro, alla Partenope quasi 3 milioni. Quindi, parliamo di una cifra importante. Questo è derivato dal fatto che la differenza tra la somma assegnata alle Adisu poi non corrispondeva a quelle effettivamente erogate, quindi si creava sempre questa discrepanza che ha portato a quasi 10 milioni di euro tra le tre ADISU, di somme assegnate dal 2010 a 2016 e non erogate. Quando l'Adisu vede che ogni anno gli assegni 100 e poi gli dai 60, 70 e c'è sempre quella rimanenza, come fai a programmare I servizi? Come fai ad aumentare la quota dei servizi che puoi erogare al netto delle borse di studio? Parliamo del funzionamento, parliamo dei servizi mensa, eccetera. Mi chiedo perché questa discrepanza. Ora si avrà la nuova ADISURC che è vero che comporterà l'abbattimento dei costi, ma dovrà, con quelle spese di funzionamento, funzionare e poiché l'auspicio nostro è che l'ADISURC funzioni, non vorremmo che si generasse sempre questo vortice di discrepanza, anche per le nuove annualità, tra quello che viene assegnato rispetto a quello che viene materialmente pagato ed erogato alle ADISU, perché tutta questa discrepanza, alla fine, si esplica in un'inefficienza dell'apparato ADISURC. Volevo chiedere perché si è creato questa discrepanza dal 2010 ad oggi e se la Regione ha fatto comunque una ricognizione di queste somme, sono ancora utili alle ADISU? Gliele dobbiamo dare queste somme visto che sono in fase di liquidazione? Servono o non servono? Questa è la domanda. Chiedo se la Giunta ha posto in essere meccanismi per evitare, in futuro, ora che ci sarà il nuovo ente, che si creino ulteriori discrepanze perché altrimenti alla fine chi pagherà queste inefficienze saranno sempre gli studenti campani.

D'ALESSIO, Assessore

Il tema che lei ha posto mette in evidenza varie cose a cui dare una risposta e spero di riuscire, d'altra parte le leggerò un po' da dove nasce il tema, anzi, forse possiamo fare al contrario, mentre le leggo poi le commento e le spiego di più così siamo più precisi. In merito ai singoli punti dell'interrogazione la Direzione Generale per l'Università ha evidenziato che a causa del rispetto dei limiti di spesa, quindi entriamo in una logica strettamente di tenuta dei conti, quindi di rispetto di norme di equilibrio. Limiti di spesa imposti dal patto di stabilità interno, negli anni che vanno dal 2010 al 2016. La Regione ha potuto erogare all'ADISU solo una parte delle somme a loro assegnate. Questo semplicemente per un problema di equilibrio di bilancio, perché, succedeva che la tassa è una tassa, come lei stesso ha detto, regionale, quindi la riscuote la Regione, entra nel bilancio della Regione tra le entrate e poi esce come spesa. Nel momento in cui per varie ragioni - questo non lo so perché in quegli anni non c'ero - questa entrata viene a costituire la somma di tutte le entrate con tutte le spese per un problema di equilibrio evidentemente ci sono stati dei blocchi di questo equilibrio di bilancio per cui del cento di entrata casomai non poteva uscire completamente cento per la spesa. Questo ha creato il credito vantato dalle ADISU e quindi un nostro debito da dover pagare. I criteri per cui il riparto delle disponibilità del bilancio della Regione veniva dato alle aziende sono stabiliti in base a una delibera di programmazione degli interventi per il diritto allo studio e per l'anno accademico 2016/2017 si definisce il 65 per cento in base al numero degli studenti iscritti all'università di riferimento e il 35 per cento in base al numero dei posti letto gestiti nelle residenze. C'è anche un'attribuzione definita da una norma. Per quanto riguarda le risorse destinate alle borse di studio in riferimento all'anno accademico 2014/2015 sono emerse una serie di problematicità. In particolare si rammenta che dell'anno accademico 2015/2016 la tassa per il diritto allo studio viene versata direttamente all'ADISU. Che cosa è successo nel 2015? La Regione Campania per evitare sia che questa entrata fosse immessa nel circuito dei vincoli e degli equilibri ha pensato bene che è inutile riscuoterla perché è vincolata e si deve dare alle ADISU, per cui si è fatta riscuotere direttamente dall'ADISU. Questo aveva due vantaggi straordinari: arrivava prima alle ADISU e in secondo luogo non faceva parte dell'equilibrio del bilancio della Regione, quindi non veniva sottoposto a quei vincoli che improvvisamente non potevano essere dati alla Regione. Ciò che cosa ha comportato? Che queste precedenti logiche hanno creato questa situazione di crediti delle ADISU che sono vincolati e sono nell'avanzo di amministrazione vincolato della Regione, ma non possono essere dati perché sono le cosiddette reiscrizioni, cioè le norme degli ultimi anni dicono che ciò che è stato bloccato negli anni precedenti e che doveva essere dato ai terzi, alle ADISU in questo caso, siccome non sono stati dati in quel tempo oggi per essere attribuiti e trasferiti alle ADISU hanno bisogno che nel bilancio della Regione ci sia una disponibilità già pronta nelle entrate pari a questi soldi che sono vincolati e che devono andare. La Regione Campania non ha questi circa 10 milioni da mettere nelle entrate per poi dare l'avanzo vincolato all'ADISU perché la Regione Campania ha un disavanzo amministrativo molto grande (di miliardi) come ben sapete. Il tema non è che non si vogliano dare, non è che non sono delle ADISU, ma che fino a quando non riusciremo ad avere delle disponibilità di avanzo per fare reiscrizioni non possiamo utilizzare questo avanzo vincolato. Detto in questo termine sembra un gioco al massacro perché sono soldi che devono essere dati agli studenti e sono di diritto, però le regole precedenti della contabilità e le regole attuali sono contraddittorie, quindi non ce lo consentono. Abbiamo secondo me comunque fatto un grande passo avanti facendo una legge, che è tutta regionale, che ha preso queste entrate e le ha trasferite direttamente all'ADISU. Ovviamente quella parte non è che non c'è, non è che non sarà data; non so quando riusciremo a darla, ma è vincolata. Ciò vuol dire che nemmeno può essere usata per altre ragioni. L'unica cosa vera è che nel giorno in cui dovessimo avere questa possibilità di farla partire dall'avanzo vincolato a metterla sopra nelle entrate per distribuirla, a quel punto avremmo risolto il problema, ma ancora non ci siamo e non abbiamo disponibilità per reinserire queste cosiddette reiscrizioni. Come faremo per l'ADISU prossima? Sono utili alle ADISU prossime? Sicuramente il meccanismo messo in piedi è di grande utilità ed è stato un vantaggio; quello che lei diceva, come mai è successo che nel 2015 qualcuno li ha dati alla Regione, non saprei dirlo, ma forse è stata una cattiva utilizzazione della nuova norma che diceva di non darli alla Regione, ma di trasferirli direttamente alle ADISU. Qualche università probabilmente non ha applicato la legge attuale, quindi è arrivata alla Regione e lì si è fermata.

CIRILLO (Movimento 5 Stelle)

Suggerisco all'Assessore di fare una ricognizione presso le università al fine di verificare se abbiano adeguato i bollettini verificando che l'intestatario del bollettino non sia più Regione Campania, ma siano ADISURC. Penso che sarebbe stata una cosa molto di buonsenso e forse era una delle cose che si poteva ragionare nel tavolo tecnico Università/Regione che anche quest'anno, come tutti gli anni, non si è costituito. Ricordo che è funzionale alla tripartizione degli importi della tassa regionale universitaria, su cui ho avuto piacere di sapere sia da parte dell'Assessore Lepore in Commissione Semplificazione, quando si è votato il provvedimento, che poi è tornato in Commissione, sia da parte dell'Assessore D'Alessio che si procederà finalmente a tripartire gli importi. Mentre però c'è un problema di bilancio, ci sono dei ragazzi che stanno per finire l'università e hanno diritto a prendere quella borsa di studio. Non ci lamentiamo che i nostri studenti non si iscrivano nelle università campane, ma se ne vadano in altre regioni d'Italia o fuori, se non gli garantiamo quello che gli abbiamo promesso. Non stiamo parlando di attribuire, ma di dare soldi già assegnati. Ci sono ragazzi che aspettano, perché è chiaro che quei soldi ci sono e non possono essere toccati né spesi, ma si deve creare un'entrata compensativa. Lascio con un'ultima provocazione. Noi sette Consiglieri del Movimento 5 Stelle abbiamo accantonato 400 mila euro in due per le nostre restituzioni e se l'avessero fatto cinquanta Consiglieri regionali (basta fare 7 per 400 mila) si sarebbe arrivati a 2 milioni 800 mila euro, esattamente la cifra che potrebbe servire a compensare quella voce. Questo ci avvalora ancora di più che nella prossima legge dove potremmo presentare quell'emendamento ripresenteremo il taglio agli stipendi e farò presente questa situazione sperando che tutto il Consiglio possa dare una mano con un proprio sacrificio personale agli studenti campani. Grazie.

Lavori di risanamento bacino lacustre Lago Patria - Allontanamento dei reflui dal Comune di Giugliano
PRESIDENTE (Russo)

Grazie Consigliere. Comunico che con nota n. 16840 del 21 giugno 2017 pervenuta dall'ufficio del Gabinetto del Presidente della Giunta regionale è stato comunicato a questa presidenza che il Vice Presidente Fulvio Bonavitacola non potrà essere presente all'odierna seduta di question time per impegni precedentemente assunti e non rinviabili. Pertanto l'interrogazione registro generale 80/2 a firma del consigliere Tommaso Malerba è rinviata alla prossima seduta di question time. Passiamo alla prossima interrogazione.

Indizione del referendum per l'istituzione del Comune unico Isola d'Ischia
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Indizione del referendum per l'istituzione del comune unico Isola d'Ischia" Reg. Gen. 81/2, a firma della consigliera Maria Grazia Di Scala (Forza Italia). Prego, consigliera Di Scala.

DI SCALA (Forza Italia)

Buongiorno. Ho approfittato dell'ordinaria seduta di question time tenuta in data odierna per riproporre una questione che ci sta molto a cuore e dovrebbe stare a cuore a tutti quanti abbiano a cuore anche il risparmio di spesa, oltre che la funzionalità della cosa pubblica. Ripropongo questa istanza che ho già proposto mesi or sono, sollecitato più volte con cadenza mensile, con la quale chiedo lumi sull'indizione del Referendum per il Comune Unico Isola Ischia, che dovrà avvenire mediante fusione dei 6 Comuni esistenti sul territorio a norma del comma 181 della Legge regioniale, cosiddetto collegato alla Legge di Stabilità, numero 16 del 7 agosto 2014. La vicenda trae origine dal fatto che avevo già depositato una proposta di legge in tal senso e gli uffici legislative mi hanno segnalato che il Comune Unico, di tutto, com'è già stato costituito con legge regionale, perfettamente valida ed operante e occorre quindi procedure soltanto alla sua indizione. Chiedo alla giunta che determinazioni si intendono adottare in ordine all'indizione del Referendum richiesto.

D'ALESSIO, Assessore

Leggo la nota di sintesi di tutto ciò che è stato messo in evidenza dalla direzione, penso che sia più semplice, anche perché è complicato visto che si tratta di norme. Nella scorsa Legislatura è stato depositata, in data 3 settembre 2010, la proposta di legge ad iniziativa consiliare d'istituzione del Comune Unico Isola d'Ischia mediante la fusione degli altri Comuni isolani. Per tali casi lo Statuto prevede, all'articolo 14 comma 2, l'obbligatorietà del Referendem Consultivo delle popolazioni interessate. Il Consiglio regionale, con deliberazione del 20 dicembre 2010, ha dichiarato l'ammissibilità del Referendum Consultivo sulla detta proposta. Ai sensi dell'articolo 12 della legge regionale numero 25 del 1975 il Presidente della Giunta, con decreto 80 del 7.04.2011, ha indetto il Referendum per i giorni 5 e 6 giugno 2011. L'affluenza alle urne è stata del 28,48 per cento, votanti 15 mila 081 di cui 12 mila 709 si schierarono a favore dell'unificazione, 2 mila 225 con Buttaro. La proposta di legge è decaduta per mancato raggiungimento del quorum, ai sensi del comma 3 dell'articolo 29 della legge regionale 25 del 1975 che recitava: "Il Referendum è valiado se alla valutazione ha partecipato la maggioranza degli elettori aventi diritto". Giova ricordare che successivamente all'articolo 52 comma 24 lettera A della legge regionale 1 del 2012 ha sostituito la citata norma con la seguente: "Il Referendum è valido qualsiasi sia la percentuale dei votanti interessati alla consultazione referendaria". Successivamente, la legge regionale 16 del 2014 ha previsto, al comma 181 dell'articolo 1, che il Presidente della Regione indice il Referendum per l'istituzione del Comune unico isola d'Ischia, per la fusion dei Comuni di: Barano, Casamicciola Terme, Forio d'Ischia, Lacco Ameno, Serrara Fontana, eccetera e la Giunta regionale predispone i provvedimenti necessari per l'esecuzione. Si evidenzia che la suddetta norma ha previsto una procedura anomala d'indizione del Referendum per l'istituzione del Comune Unico Isola d'Ischia. Rispetto a quanto dispone l'Ordinamento regionale vigente, riguardante l'articolo 14 dello Statuto e le leggi regionali 54 del 1974 e 25 del 1975. La procedura ordinaria per l'istituzione di un nuovo Comune, mediante la fusione di due o più Comuni, prevede la presentazione di disegni o proposte di legge regionali corredati dal parere espresso dai Consigli comunali dei Comuni interessati e dal parere espresso dal Consiglio provinciale. Il progetto di legge ed i pareri acquisiti sono esaminati dalla Commissione consiliare competente che li trasmette con propria relazione al Consiglio regionale e con propria deliberazione ne dichiara l'ammissibilità. Articolo 8 e 9 legge 54 del 1974. Tutte le decisioni sull'ammissibilità delle richieste di Referendum assunte dal Consiglio regionale e dall'Ufficio di Presidenza del medesimo sono comunicate entro il 15 gennaio al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Giunta il quale con proprio decreto, su conforme decisione della Giunta indice il Referendum fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno, la data del Referendum è fissata in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo all'emanazione del decreto d'indizione. Secondo la procedura ordinaria si procede ad indire il Referendum solo successivamente alla valutazione in merito all'ammissibilità dello stesso e alla contestuale presentazione di un disegno di legge specifico. Viceversa, nel caso in esame, secondo quanto dispone il comma 181 dell'articolo 1 della legge regionale 16 del 2014, sono escluse sia la fase dell'iniziativa legislative sia quella di acquisizione dei giudizi preliminari di meritevolezza della fusione. A riguardo giova evidenziare che l'articolo 133 della Costituzione italiana espressamente dispone che si possa procedure ad istituire nuovi Comuni o a modificarne le circoscrizioni e denominazioni esclusivamente con leggi regionali seguendo l'iter ordinario. Tanto premesso la struttura amministrativa competente per materia, d'intesa con l'ufficio legislativo del Presidente, ha evidenziato come la procedura derogatoria introdotta dalla legge del 2014 possa rappresentare un potenziale vulnus alla procedura ordinaria, individuata dalle leggi regionali 1974 e 1975 conformi ai principi costituzionali. Conseguentemente gli uffici stanno valutando l'opportunità di presentare una norma di abrogazione della suddetta disposizione derogatoria al fine di ricondurre la volontà espressa dal legislatore regionale nel 2014 alla procedura ordinaria, conforme ai principi statutari e costituzionali.

DI SCALA (Forza Italia)

Mi sconcerta che ci voleva un'interrogazione della sottoscritta dopo 3 anni per accorgersi che una legge regionale, di fatto, è sbagliata, questo mi sconcerta ancora di più perché avevo depositato una proposta di legge avente ad oggetto "Istituzione del Comune unico isola d'Ischia" e gli uffici non mi hanno affatto riferito quello che lei oggi mi ha letto e che ben conoscevo perché mi sono studiata la normativa. Chiedo celerità alla proposta di legge che avevo già protocollato ribadendo agli uffici che non avrebbero dovuto sospenderla proprio in virtù di quello che solo oggi hanno scritto.

Inquinamento fiume Sarno
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Inquinamento Fiume Sarno". Reg. Gen. n. 82/2 a firma del Consigliere Severino Nappi (Forza Italia), già distribuita in Aula. Comunico che l'interrogazione a firma del consigliere Severino Nappi, dovendo essere presente il Vicepresidente Bonavitacola, per lo stesso motivo precedente, sarà rinviata a data da distenarsi.

Appalti servizidi pulizie presso gli ospedali della Campania
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Appalti servizi di pulizie presso gli ospedali della Campania" Reg. Gen. n. 83/2 a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi), già distribuita in Aula. Concedo la parola al consigliere Borrelli per illustrarla.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Quest'interrogazione nasce a seguito di una serie di eventi che ho seguito personalmente e che riguardano due ospedali (San Paolo e San Giovanni Bosco) dove ho potuto costatare di persona una situazione igienico sanitaria all'interno degli ospedali devastante e addirittura, nonostante i due ospedali siano della stessa grandezza, più o meno, come metri quadrati, in uno operano 130 addetti alle pulizie, in un altro 41. Il risultato è che molto spesso, in questi ospedali o nei reparti, si trovano delle situazioni incredibili: sporcizia, mancanza di possibilità per i pazienti di avere sicurezza dell'igiene. Ho chiesto all'A.S.L., in più occasioni, di avere notizie sulle ditte che operano nel campo della pulizia, non mi è stata data risposta fino ad ora, il motivo per cui ho presentato questa interrogazione al Question Time. In modo informale però, mi è stato detto che sostanzialmente, le ditte di pulizia che operano negli ospedali, almeno in questi due, ma sembrerebbe in tanti altri ospedali campani e nelle ASL, operano in regime di proroga, in alcuni casi da oltre dieci anni. Non solo è diffusa questa pratica, ma addirittura in alcuni casi queste ditte di pulizia hanno cambiato come scatole cinesi la loro attività e all'interno dell'ATI le varie società perché in alcuni casi ci sono state interdittive antimafia. Io credo che all'interno della pubblica amministrazione, e soprattutto nel mondo ospedaliero, la camorra arrivi tramite tre sistemi: le pulizie, le mense e i vigilantes. Credo che bisogna agire con grande attenzione sia per quanto riguarda le proroghe sia per quanto riguarda la conformazione sociale e soprattutto se all'interno di queste società o queste ATI ci sono continue modifiche interne. Proprio per questo ho chiesto di sapere se la Giunta regionale non intende dare direttive più precise rispetto alla necessità di indire immediatamente nuove procedure per l'assegnazione dei servizi di pulizia negli ospedali nonché censurare in modo chiaro i direttori sanitari degli ospedali e i direttori delle ASL per questa procedura assolutamente anomala delle continue proroghe dei contratti scaduti.

D'ALESSIO, Assessore

In merito ai singoli punti dell'interrogazione, l'ASL Napoli 1 Centro per il tramite della competente Direzione generale per la tutela della salute ha relazionato quanto segue: in data 16 aprile 2011 è scaduto il contratto di appalto per la pulizia e sanificazione delle strutture territoriali e dei presidi ospedalieri dell'ASL Napoli 1. Successivamente in data 19 luglio 2011 è stata indetta una nuova procedura aperta che tuttavia con delibera del direttore generale n. 112/2013 è stata annullata per motivi non meglio specificati. A seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito in legge n. 11/2011, recante "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria", con cui si è provveduto a razionalizzare la spesa sanitaria, l'ASL ha aderito alla convenzione CONSIP per la fornitura dei servizi. Tale convenzione tuttavia è stata impugnata dalla Romeo Gestioni per una serie di vizi formali e sostanziali, tra cui la mancata previsione del passaggio di cantiere del personale adibito ai servizi di pulizia. Successivamente, a seguito di un tavolo tecnico presso l'Assessorato regionale del lavoro, l'ASL ha confermato la volontà nelle more dell'espletamento della nuova gara di appalto di proseguire nell'affidamento dei servizi alle imprese che già svolgevano l'attività di pulizia. Alla luce di quanto sopra, nel 2014 la direzione strategica della suddetta ASL ha stipulato con il Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Campania e il Molise una convenzione per l'espletamento delle procedure di gara che tuttavia non sono mai state indette. Nonostante i ricorsi e le impugnative richiamate, in data 19 dicembre 2014 la CONSIP ha pubblicato il bando di gara diviso in quattordici lotti, di cui il lotto 8 per la Regione Campania. Tuttavia l'ASL non ha poi proceduto ad attivare la gara per ragioni ancora da verificare. In data primo febbraio 2016 l'ASL ha richiesto alla SoReSa per l'effetto della legge regionale n. 4 del 2011 l'autorizzazione all'espletamento di un'autonoma procedura di gara. Tale società riscontrava la richiesta autorizzando l'ASL nelle more dell'attivazione della convenzione CONSIP ad attuare la procedura più idonea a garantire la continuità del servizio. Con la circolare del MEF n. 12 del 23 marzo 2016 è stato evidenziato che gli enti del servizio sanitario nazionale sono tenuti ad approvvigionarsi relativamente alle categorie merceologiche del settore sanitario avvalendosi in via esclusiva delle centrali regionali di committenza o della CONSIP. Pertanto, considerato che dal portale CONSIP l'attivazione del servizio di pulizia per gli enti del servizio sanitario nazionale è stato aggiornato al quarto trimestre 2017 attualmente il servizio di pulizia è in regime di proroga salvo eventuale autorizzazione della SoReSa all'ASL per l'espletamento delle autonome procedure di gara. Non vi è dubbio che questa vicenda evidenzia la cattiva passata gestione dell'Azienda Sanitaria che in tutto questo tempo avrebbe potuto (anzi dovuto) affrontare la questione dei servizi di pulizia e procedere in modo più spedito ed efficiente a bandire il servizio trovando sul libero mercato i soggetti più idonei ad assicurare un servizio di pulizia di eccellenza. La Giunta è certa che la nuova governance dell'Azienda Sanitaria insediatasi la scorsa settimana farà fronte anche a questa problematica risolvendola in tempi brevi. La situazione passata è quella che è.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Se fossi un magistrato procederei immediatamente con richieste di arresti per chi ha gestito questa situazione perché è indegna sotto tutti i punti di vista. Dal 2011 ci troviamo con un giochino burocratico e amministrativo che poi ha favorito anche, secondo alcuni dati che emergono da alcune inchieste, l'ingresso della malavita organizzata, almeno per quanto riguarda le ditte di ospedali, nella gestione dei nostri ospedali. Il risultato è che ci sono pazienti che trovano scarafaggi nelle stanze e le persone ricoverate invase dalle formiche per sciatteria o connivenza amministrativa. Ovviamente compulserò su questa vicenda e ringrazio per l'onestà intellettuale con cui è stato risposto e con cui è stata ricostruita in modo chiaro tutta questa vicenda. È evidente che, date le notizie che ci sono, mi riservo di inviare la risposta della Giunta alla Procura della Repubblica perché credo che non sia soltanto un fatto amministrativo interno alla Regione, ma sia qualcosa di molto più grave di cui dovranno rispondere i responsabili e tutti coloro i quali hanno permesso che negli ospedali dell'ASL Napoli 1, ma temo che riguarda tutti gli ospedali e tutte le Aziende Sanitarie della nostra regione, si verificasse una cosa del genere.

Procedure di mobilità di personale dipendente degli ospedali classificati nei ruoli delle AA.SS.LL.
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: "Procedure di mobilità di personale dipendente degli ospedali classificati nei ruoli delle AASSLL" Reg. Gen. 84/2, presentata dal consigliere Francesco Emilio Borrelli. Prego, Consigliere. La parola al consigliere Borrelli per illustrarla.

BORRELLI, (Davvero Verdi - P.S.I. - Campania Libera)

Grazie. Questa interrogazione è perché mi è arrivata notizia che da ospedali religiosi, cioè dove sostanzialmente non si fa nessun concorso per le assunzione, ci sarebbe il passaggio di personale negli ospedali delle nostre ASL. È una cosa che mi lascia quantomeno perplesso. Ospedali appartenenti a enti ecclesiastici classificati ai sensi dell'articolo 20 della legge 12 febbraio 1968 hanno attivato procedure di mobilità per entrare nei nostri ospedali. Che questo personale sanitario assunto senza alcun concorso e senza nessuna procedura di gara, perché ovviamente un ospedale religioso autonomamente può assumere e utilizzare procedure autonome, possa essere assorbito in ospedali dove per accerdervi bisogna invece fare il concorso è una cosa non solo anomala, ma, dal mio punto di vista, assolutamente illegale, quindi chiedo alla Giunta di sapere se risulta, come risulta a me, una procedura del genere e se ha intenzione di fermarla.

D'ALESSIO, Assessore

Per i dipendenti degli ospedali appartenenti ad enti ecclesiastici, I cosiddetti ospedali classificati, ai sensi della legge 132 del 68, si applica l'articolo 13 del decreto legislative 229 del 1999 il quale nel disciplinare l'istituto della mobilità volontaria prevede che a tale personale si applica quanto previsto dall'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 761 del 1979 anche per quanto attiene ai trasferimenti da e verso strutture pubbliche, sempre che gli ospedali in parola abbiano adeguato i propri ordinamenti del personale alle disposizioni della normative prevista per il personale del servizio sanitario nazionale. In relazione al quesito relativo alle prove orali dell'avviso di mobilità in essere presso l'A.S.L. di Caserta, per 5 infermieri, per ovvi motive non si conosce l'identità dei soggetti al momento ammessi, ma si assicura che la medesima A.S.L. - come tutte le altre aziende sanitarie campane - sono state destinatarie delle circolari regionali sul punto, volte alla massima trasparenza e sicuramente sono consapevoli della normative vigente in materia. Si deve evidenziare peraltro, che l'adeguamento alle disposizioni della normative prevista per il servizio sanitario nazionale e l'equiparazione al fine di partecipare alla mobilità, consiste nell'attuazione, da parte degli enti ecclesiastici, delle procedure concorsuali come disciplinato per l'area comparto del decreto del Presidente della Repubblica 220 del 2001 e per l'area dirigenziale sempre del decreto del Presidente della Repubblica del 1997 (483/97 e 484/97). A riguardo la giurisprudenza del Tribunale di Napoli, in funzione del giudice del Lavoro, ha accertato la circostanza che non sempre tali ospedali classificati in Campania hanno proceduto all'adeguamento richiesto, reclutando personale anche senza procedure concorsuali ad evidenza pubblica, rigettando la domanda di trasferimento di due operatori. In merito all'ultimo quesito giova ricordare che la struttura amministrativa regionale competente per materia ha già adottato provvedimenti d'indirizzo per la corretta ed uniforme procedura per la mobilità di questo personale, in entrata, nei ruoli delle aziende con due note: 1) 200159 del 24.03.2015; 2) 283295 del 24.04.2015. Sono le note che indicano le procedure. Speriamo siano ben applicate.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Sono contento che la Giunta sia perfettamente cosciente di quello che potrebbe essere un giochino per far assumere senza concorso persone negli ospedali pubblici. Credo che dobbiamo fare massima attenzione, penso che oltre all'attenzione bisogna avere massima trasparenza nei confronti dei cittadini perché nel mondo ospedaliero se c'è una cosa che secondo me è molto sentita è la capacità della Pubblica Amministrazione di invertire rotta rispetto al passato. Veniamo da anni in cui non solo non c'era trasparenza, ma abbiamo vissuto il collasso amministrativo dei nostri ospedali e delle nostre A.S.L. Continuerò a monitorare questa vicenda perché mi risulta che invece, in alcuni casi non siano applicate le procedure come prevede la legge, ma si sia cercato di aggirare l'ostacolo.

PRESIDENTE (Russo)

Grazie consigliere Borrelli, grazie a tutti, la seduta è conclusa.

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