Question Time del 9 aprile 2019

Indice:
1 - Comunicazione del Presidente
2 - Detrazioni per assenza degli Assessori dalle sedute del Consiglio regionale e della Giunta regionale
3 - Gravissima situazione economica ed occupazionale nel comparto dei corrieri espressi e delle spedizioni
4 - Norme per il diritto al lavoro dei disabili
5 - Universiadi 2019
6 - Sequestro preventivo d’urgenza dell’Ospedale Civile 5. Rocco di Sessa Aurunca (CE). Verifica delle condizioni di regolarità normativa delle strutture sanitarie presenti sul territorio campano
7 - Procedura per affidamento servizi minimi TPL e problematiche CPL Caserta
8 - PON “Legalità 2014/2020” Asse 7 Accoglienza e integrazione
9 - Autorizzazione all’esercizio degli ospedali della Campania
Comunicazione del Presidente
PRESIDENTE (Russo)

Buongiorno. È aperta la Seduta di Question Time. Ricordo che ai sensi dell’articolo 129 del Regolamento interno il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l’interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente, l’interrogante o altro Consigliere del medesimo Gruppo, ha il diritto di replicare per non più di due minuti. Ricordo inoltre che le interrogazioni all’ordine del giorno dell’odierna Seduta di Question Time sono state elencate nell’ordine di presentazione.

Detrazioni per assenza degli Assessori dalle sedute del Consiglio regionale e della Giunta regionale
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: “Detrazioni per assenza degli Assessori dalle Sedute del Consiglio regionale e della Giunta regionale” Reg. Gen. 313/2, a firma della consigliera Valeria Ciarambino (Movimento 5 Stelle), già distribuita in Aula.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Grazie Presidente. Oggi portiamo in Aula un tema su cui credo vada fatta assolutamente chiarezza nell’interesse dei cittadini della nostra Regione. Potendosi indirizzare l’interrogazione unicamente alla Giunta, oggi parliamo dell’assenza degli Assessori, ma devo dire che la problematica e la mancanza di chiarezza riguarda anche le assenze dei Consiglieri alle Sedute del Consiglio regionale. L’articolo 8 della legge 13 del 1996 stabilisce, al comma 1, che ai Consiglieri e agli Assessori, per ogni giornata di assenza non giustificata alle Sedute del Consiglio, della Giunta e dell’Ufficio di Presidenza, vanno detratti 150 euro dal rimborso spese dell’esercizio del mandato, precisando poi, nei commi successivi, nei commi 3 e 4, quali sono le fattispecie che valgono come assenza e i casi di assenza giustificati, purché venga tempestivamente comunicato agli uffici competenti. L’articolo 44, comma 3, della legge regionale del 2002, la n. 15, prevede che ai Consiglieri regionali e agli Assessori che non partecipino alle Sedute del Consiglio regionale viene detratta, dall’indennità di base, la somma di 250 euro, fermo restando la vigenza della norma che ho citato prima. Le due norme si sovrappongono, non si elidono a vicenda. Ancora, questa disciplina normativa trova la sua attuazione nell’articolo 3 del Regolamento interno della Giunta regionale della Campania che stabilisce che la partecipazione alle riunioni della Giunta regionale è obbligatoria, salvo impedimento motivato da comunicarsi per iscritto – dice ancora – è possibile l’intervento dei componenti della Giunta tramite collegato in verbale di videoconferenza o in audio conferenza e, ancora, ritiene giustificate le assenze dovute a espletamento delle attività istituzionali o di rappresentanza, in maniera molto generica, malattia, ancora, giustificate le prime cinque assenze dalle Sedute di Giunta. Poi dice che per ogni assenza di Sedute di Giunta non giustificate si applica la detrazione del rimborso spese prevista per legge. È questo il quadro normativo e regolamentare che in parte si contraddice. In particolare infatti la delibera di Giunta, dunque il Regolamento interno della Giunta che ho citato, non si limita a dettare le disposizioni attuative delle leggi sulle decurtazioni dalle assenze, leggi che – ripeto – disciplinano quali sono i casi di assenza giustificati, ma introduce delle fattispecie nuove che non sono contemplate dalla normativa vigente, per esempio, la giustificazione per un numero massimo di cinque assenze, non c’è traccia di questo nella legge, la giustificazione per qualunque ragione delle convocazioni avvenute in via d’urgenza, quindi se ti convoco in via d’urgenza puoi non venire e sei giustificato e inoltre introduce – cosa incredibile – la partecipazione tramite videoconferenza e audio conferenza, quindi basta una telefonata dell’Assessore per dire che è presente. Ancora, il comma 5 dell’articolo 3 della delibera di Giunta applica la detrazione dal rimborso spese dell’esercizio del mandato, quindi si rifà unicamente alla legge 13 del 1996 e non cita proprio la legge 15 del 2002. Di fronte a questa grande confusione del quadro normativo di riferimento, di fronte a questa antinomia tra le fonti normative, quindi il Regolamento di Giunta dice una cosa, ma la legge ne dice un'altra, chiediamo quali sono le fattispecie di assenza giustificata dalle Sedute di Giunta applicate agli Assessori. Quelle riferite alla legge 13 o quelle riferite al Regolamento della Giunta regionale? Perché c’è una bella differenza. Quante assenze degli Assessori regionali, alle Sedute di Giunta e alle Sedute del Consiglio, sono state registrate, quante assenze non giustificate e se giustificate, giustificate ai sensi di cosa, e quali sono state le detrazioni applicate. Ancora, in caso di detrazione, se sono state correttamente applicate tanto le detrazioni previste dalla legge 13 del 1996 quanto quelle previste dalla legge 15 del 2002. Parliamo di tanti soldi e credo che questo sia un elemento di chiarezza necessario di fronte ai cittadini della Campania che se non vanno a lavorare in maniera non giustificata, non è che non vengono pagati, ma addirittura vengono licenziati.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. In merito ai singoli punti dell’interrogazione il Segretario della Giunta ha comunicato, all’esito dell’acquisizione delle relazioni dei competenti uffici, quanto segue: le fattispecie di assenza giustificate alle Sedute di Giunta e applicate – ovviamente rispondiamo solo per gli Assessori regionali – agli Assessori regionali, sono disciplinate sia dalla legge regionale 13 del 1996 che definisce all’articolo 8 le fattispecie generali di assenza giustificata, sia dal Regolamento interno della Giunta regionale approvato con delibera di Giunta 253 del 2014 con cui è stato regolato, nello specifico all’articolo 3, il regime delle giustificazioni di assenza degli Assessori ed il medesimo Regolamento inoltre stabilisce che si ritiene giustificata l’assenza per un numero massimo di cinque Sedute. Quanto alle assenze registrate degli Assessori regionali alle Sedute di Giunta, dal 21 luglio 2015 al 2 aprile 2019 è attualmente in corso un approfondimento istruttorio per la determinazione del numero di assenze giustificate e del numero di assenze per le quali sia stata applicata la detrazione prevista secondo legge. Si darà conto del dato complessivo finale per la formulazione del riscontro al Consigliere interrogante non appena ultimati i dovuti approfondimenti. Parliamo di tutta la Giunta corrente, stanno facendo questi calcoli. Le assenze degli Assessori regionali alle Sedute del Consiglio vengono registrate e comunicate, con riepilogo mensile, da quest’ultimo agli uffici della Giunta sulla scorta delle comunicazioni effettuate dai singoli Assessori. Allo stato attuale il Consiglio ha inviato il riepilogo fino al mese di ottobre 2018. I dati registrati dal Consiglio evidenziano, dall’inizio della Legislatura a tutto ottobre 2018, i seguenti dati riferiti complessivamente a tutti i componenti della Giunta e per tutte le annualità di riferimenti e fatti salvo eventuali scostamenti da comunicare all’esito dell’istruttoria in corso: 96 assenze giustificate, 11 assenze con detrazione. In caso di assenza non giustificata vengono applicate invece le seguenti detrazioni: per le assenze alle Sedute di Giunta regionale l’importo detratto dal rimborso spese per l’esercizio del mandato è di 150 euro secondo l’articolo 8. Le assenze al Sedute del Consiglio regionale, l’importo detratto dal rimborso spese per l’esercizio del mandato è sempre di 150 euro, secondo l’articolo 8, più 250 euro detratti dall’indennità di base per un totale complessivo di 400 euro. In caso di assenza alle Sedute del Consiglio regionale vengono applicate entrambe le detrazioni previste dall’articolo 8, comma 1, legge regionale 13 del 1996 e comma 3 della legge regionale 15 del 2002. Riguardo l’osservazione che il Regolamento 256 del 2014 non si limita a dettare disposizioni attuative delle norme di legge, ma introduce, esso stesso nuove norme, diverse fattispecie, l’ufficio legislativo del Presidente ha avuto modo di evidenziare che il nostro ordinamento attrae all’ambito dei regolamenti sia i regolamenti di attuazione ed esecuzione delle leggi e decreti legislativi sia i regolamenti di integrazione delle leggi e dei decreti, a tacere dei regolamenti indipendenti in cui manca la disciplina da parte di leggi o di atti aventi forza di legge. Articolo 17 della legge 400 del 1988 che disciplina le attività di governo l’ordinamento della presidenza del Consiglio dei Ministri. La portata integratrice del Regolamento n. 256 del 2014 non lo connota, dunque, di illegittimità, essendo attratto alla categoria di Regolamento di integrazione descritto dal legislatore statale. La Giunta fa poi riservo di mandare a completamento delle attività i dati relativi al periodo 21 luglio 2015 - 2 aprile 2019.

CIARAMBINO (Movimento 5 Stelle)

Sono felice che questa questione oggi sia stata affrontata e ci sia stata una risposta che dà ragione alle nostre sollecitazioni, quindi le deportazioni da applicare sono di 400,00 euro, mentre anche nelle interviste a mezzo stampa di insigne rappresentante di questo Consiglio si faceva unicamente riferimento alla detrazione di 150,00 euro. Attendo, pertanto, di vedere assolutamente gli esiti della ricognizione per capire di quante assenze stiamo parlando. Per il Consiglio parliamo di undici assenze e attendo di sapere quando si procederà alla deportazione. Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente tecnici e legislativi, vorrei acquisire il parere che ci è stato dato dall’Ufficio legislativo della Giunta per poterlo approfondire perché normalmente un Regolamento adottato con una delibera di Giunta non può assolutamente sostituirsi e avere lo stesso vigore di una legge. Voglio capire bene quali sono gli elementi ai quali voi fate riferimento perché è completamente stravolta la disciplina delle assenze dettata per legge e si introduce una libertà assoluta. Lo ripeto, basta che un Assessore faccia una telefonata e mentre si tiene la Giunta risulta presente. Questo mi sembra paradossale e tradire lo spirito della legge, che è proprio quello di rispettare la dignità delle istituzioni, garantire la massima presenza dei rappresentanti istituzionali e sanzionare in maniera severa chi con leggerezza sceglie di non esserci. Su questo farò io stessa degli approfondimenti. La nostra Capogruppo, come Gruppo Regionale, ha trasmesso alla Consulta di garanzia statutaria la richiesta di un approfondimento normativo perché si faccia definitivamente chiarezza. Io aspetto i dati della Giunta per capire di quante assenze parliamo. Concludo e approfitto per dire che, in qualità di Presidente della Commissione Trasparenza, invierò una segnalazione alle autorità competenti alla stessa Giunta perché trovo che la modalità con cui sono pubblicate le assenze degli Assessori sul sito della Giunta Regionale sia tutt’altro che trasparenza, bensì una modalità elusiva della trasparenza. È difforme da Assessore ad Assessore e bisogna scorrere 489 pagine per arrivare a trovare le assenze di un determinato assessore, non si capisce bene qual è il numero delle assenze e bisogna scorrere pagine e pagine di quattro anni. Chiederò che sia adottato un sintetico prospetto riepilogativo così come accade per il Consiglio Regionale perché i cittadini devono essere in grado di leggere questo tipo di informazioni.

Gravissima situazione economica ed occupazionale nel comparto dei corrieri espressi e delle spedizioni
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione “Gravissima situazione economica e occupazionale nel comparto dei corrieri espressi e delle spedizioni” Reg. Gen. n. 307/2 a firma del consigliere Alfonso Longobardi (De Luca Presidente). La parola al consigliere Longobardi.

LONGOBARDI (De Luca Presidente)

L’interrogazione da un problema molto serio e grave degli spedizionieri espressi relativi a questo comparto. Da diverse settimane permane in tutta Italia tutta Italia una grave situazione del comparto dei corrieri espressi, delle spedizioni e delle consegne; in particolare la SGT (azienda tra le più importanti del comparto) con una nota scritta del 20 marzo ultimo scorso ha segnalato ai propri clienti, fornitori, utenti di attraversare una fase di tensione economica, finanziaria ed operativa, non riuscendo nell’immediato a garantire la corretta prosecuzione dei servizi. La stessa SGT nella suddetta nota del 20 marzo ha specificato che “Ci duole comunicare che i servizi devono intendersi sospesi fino a nuova comunicazione”. la SGT ad oggi ha sul territorio nazionale undici filiali dirette con circa sessanta fornitori (facenti riferimento a tre HUB dislocati nelle varie aree geografiche) e genera lavoro e occupazione per circa tremilacinquecento unità, tra addetti diretti e l’indotto; le pesanti ripercussioni di questa crisi sono già visibili visto che gli addetti del comparto e i fornitori non riceverebbero stipendi, salari e compensi anche per lavori già svolti nelle scorse settimane (possiamo dire nei precedenti mesi). In Campania, come nel resto d’Italia, le conseguenze negative investono centinaia di famiglie; questa grave situazione economica e occupazionale impone il massimo sforzo delle Istituzioni pubbliche a partire dalla Regione Campania, ovviamente rispetto a ciò che è di propria competenza. Si chiede alla Giunta Regionale della Campania di verificare tempi e modalità di intervento a sostegno del comparto dei corrieri espressi, per la tutela del lavoro degli addetti diretti e dell’indotto, che deve contemplare anche la richiesta di una riunione urgente con un tavolo istituzionale (mi auguro Regione/Governo) in cui affrontare la problematica e sostenere il comparto dei corrieri espressi, delle spedizioni e dei lavoratori.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Ringrazio il Presidente. Devo dire con rammarico al Consigliere che questa materia non è di competenza della Regione. Ho fatto fare una serie di verifiche sia all’Assessorato alle attività produttive sia all’Assessorato al lavoro, ma non c’è una specifica competenza. Devo dire non so rispondere, non è mio stile. Dico al Consigliere che sicuramente faremo un tavolo tecnico, semmai capiamo come organizzare questa situazione, e poi porteremo il problema all’attenzione del Governo centrale. È sicuramente un problema di vasta portata perché interessa un numerosissimo nucleo di famiglie e sicuramente la Regione Campania non si tira indietro per dare una mano ai lavoratori come ha sempre fatto, quindi chiedo io la cortesia al Consigliere di darmi modo di incontrare le persone o qualche riferimento per poter avviare un tavolo di lavoro.

LONGOBARDI (De Luca Presidente)

Ringrazio l’assessore Marchiello. Questi erano i termini in cui, rispetto alle competenze regionali, si riguarda questa problematica in un contesto di carattere nazionale. Questo era l’intento giusto, il coinvolgimento della Regione Campania andava in questa direzione. Assumerci delle responsabilità vuol dire, dal punto di vista politico e istituzionale, stare al fianco dei tremilacinquecento dipendenti del comparto diretto e dell’indotto. Era giusto che fosse segnalata e messa agli atti una problematica recente, ma, come ci insegna il mondo lavorativo, intervenire subito vuol dire scongiurare che poi il problema possa diventare cronico. Rispetto all’intervento dell’Assessore, va nella direzione di stimolare. Già nella giornata di oggi partirà una nota al Ministro competente per segnalare questa situazione perché bisogna dire “giù le mani dalla Campania”, il che vuol dire che non si può mandare una comunicazione dalla sera alla mattina, attenzionare questi problemi e coinvolgere le istituzioni. Noi siamo la parte istituzionale che deve portare ai tavoli competenti questo tipo di problema. La Campania non si può permettere questo tipo di ripercussioni negative, anche un posto di lavoro può creare dei danni seri al nostro tessuto sociale ed era per questo che portare come interrogazione una problematica di così ampio respiro significava coinvolgere le istituzioni a partire dalla nostra, così come quella sarà la competenza ministeriale che dovrà portare all’attenzione nazionale questo problema. Come abbiamo già avuto modo di interloquire, prendo l’impegno di organizzare un tavolo, magari in Assessorato, per predisporre una nota da indirizzare al Ministero per le proprie competenze. Ringrazio una delegazione di lavoratori (oggi anche presenti in Aula) che vivono i problemi quotidianamente sulla propria pelle. Noi siamo qui, parte quest’altro impegno e penso che nelle prossime settimane avremo modo di approfondirlo nelle giuste sedi dell’Assessorato e del Ministero competente. Ringrazio per la risposta e non molleremo certamente perché questi sono argomenti, e insieme verificheremo con gli altri Assessori competenti come proseguire questo lavoro, magari condividendo con l’Assessorato al Lavoro. Grazie.

Norme per il diritto al lavoro dei disabili
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” Reg. Gen. 308/2, a firma del consigliere Luciano Passariello (Fratelli d’Italia), già distribuita in Aula.

PASSARIELLO (Fratelli d’Italia)

Grazie Presidente. Premesso che la legge 12 marzo 1999 n. 68, detta le norme per il diritto al lavoro dei disabili. L’articolo 1 della stessa ha come finalità la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone diversamente abili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. Secondo il combinato disposto di cui agli articoli 1 e 8, sempre della legge sopraindicata, è prevista l’iscrizione presso i centri per l’impiego competenti, un’apposita sezione anche per gli invalidi di servizio. Secondo il combinato disposto di cui all’articolo 3 e 7, sempre nella richiamata legge, i datori di lavoro, sia pubblici sia privati, hanno l’obbligo di assumere le persone diversamente abili in funzioni e in numeri delle proprie piante organiche. Preso atto della grande evoluzione normativa tesa sempre ad una maggiore tutela e inclusione lavorativa delle persone diversamente abili e in specifico leggi 12 marzo 1999 n. 6 e 8, legge 10 dicembre 2014 n. 183, decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 151, decreto legislativo 24 settembre 2016 n. 185 e decreto legge 30 dicembre 2016 n. 244. Considerato che sarebbe opportuno un costante monitoraggio degli obblighi di legge, sia da parte della Pubblica amministrazione che per quella privata, si chiede di sapere se e a che data sono aggiornati gli elenchi e le graduatorie presso i diversi centri provinciali per l’impiego riguardanti le persone diversamente abili; se la Regione Campania, gli Enti ad essa derivati, tutte le società in house, le A.S.L., nei propri bandi si attengono strettamente al rispetto di queste normative. Grazie.

PALMERI, Assessore al Lavoro

Grazie Presidente. Ringrazio il consigliere Passariello per l’interrogazione perché mi dà la possibilità di illustrare il grande lavoro che questa Giunta regionale e, per competenza, quest’Assessorato al Lavoro ha portato avanti fin dal suo insediamento proprio in materia di inserimento lavorativo delle persone con disabilità e delle altre categorie protette ai sensi della legge del 12 marzo 1999, la n. 68, e poi successive modifiche ed integrazioni, e da ultimo proprio il decreto legislativo 151 del settembre 2015. Premesso che la sottoscritta con decreto ministeriale 6 febbraio 2018 è stata nominata presso il dipartimento della funzione pubblica e della presidenza del Consiglio dei Ministri in rappresentanza di tutte le Regioni italiane membro della Consulta nazionale per l’integrazione in ambiente di lavoro delle persone con disabilità, come previsto dall’articolo 10 del decreto legislativo 25 maggio 2017. Premesso altresì che a far data dal primo giugno 2018 i 565 ex dipendenti provinciali dei 46 centri per l’impiego della Campania sono entrati a far parte dell’organico della Giunta regionale e che quindi è stata definita, per la prima volta, una governance unitaria dei servizi pubblici per il lavoro, ivi compresi i servizi specialistici per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità e delle altre categorie protette, incardinato proprio nel collocamento mirato. Premesso infine che ci sono attualmente cinque uffici provinciali per il collocamento mirato dei disabili e delle altre categorie protette ed un ufficio regionale di coordinamento e programmazione. Considerando che presso i 46 centri per l’impiego della Regione, ai sensi della legge 68 e successive modificazioni e integrazioni, sono iscritte all’attualità circa 200 mila disabili, ed altre categorie protette, e solo in Provincia di Napoli sono iscritti 92 mila 410 cittadini; che attualmente presso i 46 centri per l’impiego della Regione Campania possono iscriversi agli elenchi di cui all’articolo 1 e 18 della legge 68 i cittadini sia disabili che appartenenti alle altre categorie protette e gli elenchi sono aggiornati in tempo reale in quanto l’iscrizione viene contestualmente registrata. Considerato che per disabili si intende gli invalidi civili con percentuale minima di invalidità pari e superiore al 46 per cento, gli invalidi del lavoro con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 34 per cento, i non vedenti, comprese le persone con residuo visivo non superiore a 1 decimo in entrambi gli occhi, anche con correzione di lenti, i non udenti, gli invalidi di guerra, invalidi civili di guerra e invalidi di servizio; che per le altre categorie protette si intendono coloro che pur non essendo disabili si trovano in una condizione di svantaggio e per questa ragione sono tutelati dalla legge 68 e sono gli orfani, i coniugi di superstiti, i soggetti equiparati, i profughi italiani, gli orfani di un genitore a seguito di omicidio commesso in danno del genitore medesimo. Insomma, riassumendo, le categorie. Al fine di promuovere l’integrazione lavorativa dei disabili, la legge prevede l’obbligo di riservare ai lavoratori appartenenti alle categorie protette, una quota di assunzioni, che questa quota varia chiaramente a seconda del numero dei lavoratori, alle dipendenze del datore obbligato. Schematicamente possiamo dire che per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti c’è l’obbligo di assumere una quota di lavoratori disabili pari al 7 per cento dei lavoratori occupati; per i lavoratori di lavoro che occupano da 36 e 50 dipendenti l’obbligo è di due lavoratori; per i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti, l’obbligo di assunzioni è pari a un lavoratore. Le attività svolte da quest’Assessorato per favorire la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone diversamente abili nel mondo del lavoro si possono raggruppare in tre grandi macroaree: informazione, sensibilizzazione e divulgazione, quindi produzione e distribuzione capillare presso le aziende, consulenti del lavoro, associazioni di categoria e singoli utenti di una snella guida informativa contenente una descrizione dettagliata di tutta la normativa in materia di inserimento lavorativo dei disabili e altre categorie protette; la guida informativa riprodotta anche in lingua braille, è l’unico esempio attualmente presente in Italia, ed è questa, di cui da pratica esaustiva della normativa in materia di inserimento lavorativo di disabili e di altre categorie protette. Sarà mia cura farvene consegnare un po’ di copia affinché, vita la sua apprezzabile sensibilità al tema, possa anche lei contribuire alla sua diffusione e la ringrazio fin d’ora per la preziosa collaborazione. Attività di divulgazione programmata e costante attraverso focus di approfondimento con gli ordini professionali, le associazioni di categoria che si occupano della materia. L’ultimo, in ordine di tempo, si è tenuto proprio il 12 marzo 2019 in occasione del ventennale dall’emanazione della legge 68, proprio nello spazio lavoro aperto al Cis Interporto. Poi, attraverso l’attività di controllo, di monitoraggio, di rilascio delle certificazioni, certificazioni di ottemperanza, riconoscimento in costanza di rapporto, riconoscimento nulla osta per le assunzioni, richiesta di convenzione. Insomma, oltre a questo anche attività di controllo sugli Enti pubblici circa il rispetto degli obblighi di cui alla legge 68 del 1999. Il controllo viene effettuato a tappeto, anno per anno, su tutti i Comuni della Regione Campania ed è stato esteso anche agli Enti pubblici a partire dalle Università. Io stessa, personalmente, sollecito con una mia nota diretta a tutti gli Enti pubblici a presentare il Pid (Prospetto informativo disabili) entro il 31 gennaio di ogni anno, anche quest’anno chiaramente. La mia nota è del 31 gennaio 2019. Poi, c’è l’ultima attività che poniamo in essere sempre più spesso, ed è l’attività di segnalazione di inadempimento, nonché trasmissione elenco degli Enti e delle aziende inadempienti per i provvedimenti sanzionatori. Per quanto riguarda bandi di concorso emanati dalla Regione Campania, da società in house e dalle A.S.L., altra questione da lei sollevata, non sono state riscontrate difformità rispetto agli obblighi contenuti della legge 68. Qualora si dovessero ravvisare degli elementi di criticità, saranno immediatamente segnalati agli organi ispettivi per i provvedimenti di competenza.

PASSARIELLO (Fratelli d’Italia)

Assessore, non ce l’ho assolutamente con lei. La mia interrogazione nasce da una persona che mi venne a trovare e disse “Sono andato a fare l’iscrizione perché sono stato auto … riconoscimento di un problema”, credo che sia un ex militare che è stato lasciato sotto una caserma, al freddo. Dice di essere andato all’Ufficio a fare l’iscrizione e voleva sapere a che punto fosse, ma non era aggiornato da un bel po’ di tempo. La sua risposta non può che farmi piacere, la prenderò, mi recherò con questa persona agli uffici e verificherò. La prego di credermi, nulla di personale nei confronti dell’Assessorato. Per quanto attiene l’altra vicenda, invece, ho qualche dubbio. La mia domanda era solo riferita a bandi e gare perché quando si bandiscono dei concorsi bisogna riservare in essi la quota. A me non risulta che negli ultimi concorsi che sono stati fatti (ne ho letto qualcuno sui siti) sia stata garantita quella quota all’interno del bando. Anche in questo caso, considerato che lei mi dice che il procedimento è stato rispettato in toto, farò un approfondimento e poi, eventualmente, le saprò dire. In riferimento alla vicenda della sensibilizzazione su tutti i comuni, lei ha toccato un punto sul quale non ho interrogato, ma ho capito che lei si è mossa a trecentosessanta gradi. Non ho compreso, tuttavia, se tutti i comuni e tutti gli enti hanno il totale delle quote o meno. Ho capito che lei sta facendo una sensibilizzazione, ma non ho compreso se questo rispetto c’è o no. Su questo, eventualmente, mi potrà far avere, anche in separata sede, qualche notizia o qualche dato.

Universiadi 2019
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione “Universiadi 2019” Reg. Gen. n. 303/2 a firma del consigliere Armando Cesaro (Forza Italia). Illustra l’interrogazione la consigliera Di Scala.

DI SCALA (Forza Italia)

Ringrazio il Presidente. Ne do lettura, trattandosi di un quesito che non ho posto direttamente. Sul presupposto che in data 14 ottobre 2015 è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa finalizzato all’assegnazione delle Universiadi (questo è storia e ci siamo ormai arrivati), nel Piano per gli interventi, in particolare il Piano per gli interventi infrastrutturali e il Piano Servizi, è prevista una voce di spesa pari a 24 milioni 325 mila euro destinati a spese per workforce, gestione uffici, personale esterno, collaborazioni professionali, volontari, formazione, borse di studio, tirocini, assegni di ricerca, stage, Pianificazione, accreditamento e gestione villaggio atleti. A partire dal 22 maggio 2018 è stato avviato il reclutamento di diecimila volontari maggiorenni da impiegare in tutti gli impianti sede di eventi e nel villaggio atleti, giovani e meno giovani, disponibili a impegnarsi per almeno cinque giorni su turni di sei o otto ore. Il termine ultimo per il reclutamento di tali volontari è scaduto il 15 febbraio scorso. In un primo momento era stato stabilito che ai volontari, così come reclutati, sarebbero stati somministrati diversi training, assicurati da polizze di rito contro eventuali infortuni, dotati di un’uniforme ufficiale con il logo delle Universiadi, e sostenuti (è utilizzato questo termine) con cibi e bevande per ogni turno di lavoro nonché con l’accesso ai mezzi di trasporto per raggiungere il luogo interessato. È stato stabilito che avrebbero, quindi, ricevuto il Certificato finale di partecipazione ufficiale. A seguito di un’inchiesta giornalistica condotta dal giornale web StyIo24 e a seguito di un’interrogazione già presentata dal consigliere Cesaro, l’iniziale determinazione a non riconoscere ai volontari alcun compenso, neppure sotto forma di rimborso spese, ha determinato nei giorni scorsi la decisione del Commissario di prevedere per gli stessi un rimborso giornaliero di venti euro. Considerata la durata del lavoro, l’obbligo di formazione e la responsabilità di un impiego che attiene a un’importante funzione di interfaccia e collegamento tra Aru e le delegazioni provenienti da centosessanta paesi del mondo, questa previsione appare comunque quanto meno poco gratificante. La scarsa partecipazione al bando ha determinato la necessità del ricorso ad altre forme di reclutamento, non ultimo l’approvvigionamento al volontariato della Protezione Civile; Tanto premesso, si interroga la Giunta per sapere quali procedure e criteri di trasparenza siano state adottate, nonché a quali strumenti si sia fatto ricorso per il complessivo reclutamento dei volontari destinati all’impiego nel corso delle Universiadi 2019 e se non si ritiene doveroso somministrare ai volontari reclutati emolumenti adeguati alle prestazioni effettivamente richieste.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Leggo, come risposta, quello che ci ha riferito il commissario dell’Aru, l’ingegnere Basile: “L’Olimpiade universitaria è una manifestazione sportiva multidisciplinare a rilevanza internazionale, rivolta ad atleti universitari provenienti da ogni parte del mondo e seconda soltanto ai giochi olimpici per importanza e numero di partecipanti, ritenuta nella sua versione estiva equivalente, se non superiore, alle olimpiadi invernali. La manifestazione, infatti, ha quale scopo principale la diffusione dei valori della cultura e dello sport olimpico e vuole essere un momento di incontro pacifico tra i popoli in una dimensione internazionale. Com’è noto, la FISO, la Federazione Internazionale, ha assegnato la trentesima universiade alla città di Napoli. I requisiti minimi stabiliti dalla FISU è previsto il coinvolgimento di un notevole numero di volontari sulla scorta dell’assunto secondo il quale l’impegno dei volontari è importante per creare un senso di comunità e coinvolgimento con la realtà locale. Le differenti culture e nazionalità dei volontari costituiscono la principale caratteristica delle universiadi. Inoltre, i volontari contribuiscono sensibilmente alla percezione di un’esperienza positiva sia nei partecipanti all’evento sia nel pubblico. Il valore aggiunto del volontariato, infatti, è pacificamente riconosciuto nell’ambito dei grandi eventi e gli eventi sportivi dove sono sistematicamente utilizzati i volontari. Giova evidenziare che il volontario non diventa dipendente, è utilizzato nei limiti della disponibilità che egli stesso dichiara. Inoltre, non è un soggetto esperto, non deve possedere competenze professionali predefinite e la sua attività non è configurabile come attività lavorativa specificamente qualificata. Il volontario Aru è inserito in una macchina organizzativa unica nel suo genere e di stampo internazionale al solo scopo di essere da supporto alla struttura di competenza, senza per questo dover avere particolari qualifiche. Mentre i volontari della Protezione Civile sono in affiancamento alle forze dell’ordine, come previsto dalle normative specifiche, la struttura commissariale Aru si sta interessando direttamente dei soli volontari da affiancare al Comitato organizzatore per i quali è attiva una piattaforma di registrazione sul sito istituzionale dell’Università de che sta avendo un positivo riscontro, essendo in aumento il numero dei soggetti registrati. Per quanto riguarda la selezione, la formazione e la gestione dei volontari, è stata bandita un’apposita gara sotto vigilanza dell’ANAC nel rispetto dell’accordo per l’esercizio dei compiti di alta sorveglianza e garanzia della correttezza e trasparenza delle procedure connesse all’Universiade di Napoli 2019 sottoscritto il 14 marzo 2018 e del successivo addendum del 13 ottobre 2018. L’aggiudicatario della suddetta gara, pertanto, effettuerà la selezione secondo criteri di massima trasparenza. Allo scopo di garantire la più ampia partecipazione dei soggetti propensi a prendere parte all’evento come volontari, la struttura commissariale Aru, nel rispetto della normativa vigente, come comunicato anche in occasione di precedenti richieste, intende provvedere ai rimborsi spese in coerenza con quanto rappresentato circa il ruolo, la qualifica e la natura dell’attività svolta dai singoli volontari.

DI SCALA (Forza Italia)

Grazie Assessore. Vedo che lei mi risponde sempre con puntualità, ormai è sempre lei che risponde a me. Prendo atto di quello che è l’oggetto della risposta, praticamente viene confermato che i volontari sono sottostimati rispetto all’attività che svolgono. Mi sorprende anche che per elencarmi le magnificenze che tutti riconosciamo, delle Universiadi, e per elencarmi una definizione dottrinale e cattedratica di cosa sia il volontariato, la Giunta si sia presa 15 giorni di tempo, poteva farlo anche al primo tentativo che abbiamo fatto di avere una risposta che tutt’ora ritengo non soddisfacente su quest’argomento. La ringrazio comunque per l’attenzione.

Sequestro preventivo d’urgenza dell’Ospedale Civile 5. Rocco di Sessa Aurunca (CE). Verifica delle condizioni di regolarità normativa delle strutture sanitarie presenti sul territorio campano
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: “Sequestro preventivo d’urgenza dell’Ospedale Civile S. Rocco di Sessa Aurunca (Ce). Verifica delle condizioni di regolarità normativa delle strutture sanitarie presenti sul territorio campano” Reg. Gen. 314/2, a firma del consigliere Gianpiero Zinzi (Misto), già distribuita in Aula.

ZINZI (Misto)

Grazie Presidente. Quest’interrogazione avrei preferito non doverla mai presentare perché tratta dell’ennesima figuraccia del Governo regionale in campo ed in materia di sanità. Questa figuraccia però coinvolge la Procura, coinvolge i cittadini e coinvolge anche il personale che a mio avviso è di eccellenza, ma è costretto a subire l’incapacità amministrativa di chi governa la Sanità in Campania. Malasanità. Oggi siamo qui a parlare dell’Ospedale San Rocco di Sessa e mi dispiace perché mentre l’assessore Marchiello è costretto ad ascoltare le mie contestazioni il Presidente De Luca è in giro a far campagna elettorale inaugurando spazi, ma la verità è che è in piena campagna elettorale per le europee per il Partito Democratico. Quando ancora leggo, spulciando sul web, dichiarazioni del tipo “Campania sarà prima” e poi scopro che ieri il Ministero della Salute ha pubblicato le performance dei Lea del 2017 che ci vedono penultimi, davanti solo alla Calabria, comincio a preoccuparmi. È proprio di questa mattina la notizia che in uno degli ospedali in cui il Presidente è lì ad inaugurare nuovi spazi, il direttore generale è preoccupato più che al funzionamento della struttura, a posizionare fioriere. Vengo al tema, sul sequestro preventivo d’urgenza dell’Ospedale San Rocco un approfondimento va fatto, mi sarei aspettato onestamente anche un impegno dei miei colleghi di Maggioranza che invece sul tema in Aula non parlano, forse sulla stampa o sui social qualcosa la diranno per giustificarsi, ma questo disinteresse mi porta una preoccupazione sempre maggiore intanto perché ho approfondito. Qui, al di là dei problemi per i quali fa fede il verbale dei nas, resta l’assenza dell’autorizzazione all’esercizio. Mi sono documentato, se mi consentite la leggo perché anche io ho approfondito su cosa fosse, si tratta di un’autorizzazione che ricade in capo al Sindaco ai sensi dell’articolo 193 e il testo unico delle leggi sanitarie dice che nessuno può aprire o mantenere in esercizio ambulatori, case o istituti di cura medico chirurgica o di assistenza ostetrica, gabinetti di analisi per il pubblico a scopo di accertamento diagnostico, case o pensioni per gestanti senza speciale autorizzazione del Sindaco. Insomma, un centro di analisi, un centro di riabilitazione, non possono stare aperti senza autorizzazione e un Ospedale sì quello che accade in Campania. Poi, c’è la DGR 7301 del 2001 che prevede un registro delle autorizzazioni. Mi domando intanto se c’è un registro delle autorizzazioni, se l’Assessorato alla Sanità ha mai verificato che tali autorizzazioni all’esercizio fossero presenti, nel caso dell’Ospedale San Rocco di Sessa, ma anche nei tanti Ospedali che il quotidiano più autorevole del sud, Il Mattino, cita, fa un’elencazione mettendo in dubbio l’agibilità o la mancanza o la presenza di autorizzazioni in tanti Ospedali della Campania. Voglio rammentare poi che in un Consiglio regionale di qualche tempo fa, del dicembre 2015, fu approvata una norma che istitutiva l’ufficio speciale di servizio ispettivo sanitario e sociosanitario. Dal momento che prima l’assessore Palmeri, in riferimento all’interrogazione del collega Passariello, faceva riferimento a un controllo a tappeto, mi domando: l’Assessorato alla Sanità un controllo al tappeto sulle strutture, l’ha mai fatto? In particolar modo, nel caso di Sessa Aurunca, c’è mai stato un controllo, dal momento che questa norma è vigente dal 2015 e oggi siamo nel 2019? Vorrei sapere che procedure di monitoraggio intende attuare l’Assessorato alla Sanità, l’Assessore alla Sanità, De Luca, per l’Ospedale San Rocco; che tipo di attività di ispezione prevede per il futuro per gli altri Ospedali; se il registro delle autorizzazioni è attivo o meno; e quali Ospedali potevano essere al pubblico o no, questo lo dobbiamo verificare alla luce del lavoro che farete. Tutte queste mie preoccupazioni riassunte in questi pochi minuti di interrogazione spero di trovare risposta. Grazie.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. L’Ufficio speciale servizio ispettivo sanitario e sociosanitario è stato attivato dalla direzione generale per la tutela della salute ed il coordinamento del sistema sanitario regionale con nota protocollo del 3 aprile 2019, per effettuare un’ispezione straordinaria presso il Presidio Ospedaliero San Rocco di Sessa Aurunca. L’accesso ispettivo è avvenuto in data 5 aprile e in quella sede, tra gli atti da acquisire, è stata richiesta la documentazione inerente le certificazioni tecnico amministrative e sanitarie, autorizzazione all’esercizio ex delibera di Giunta 7301 del 31 dicembre 2001 relativa anche all’agibilità. Nel dettaglio, sono stati richiesti i sotto indicati documenti: autorizzazione sindacale ex delibera 7301 del 2001 per l’esercizio sanitario; segnalazione certificato di agibilità; certificazione impianti con particolare riferimento alla dichiarazione di conformità e alla dichiarazione di rispondenza degli impianti e delle strutture sanitarie da adeguare ai sensi del decreto ministeriale del 19 marzo 2015 recante l’aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione e la costruzione in esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private di cui al decreto 18 settembre 2002. Alla prima scadenza temporale fissata al 24 aprile 2016, di cui ai punti 17.5 comma 1, relativo agli impianti elettrici e 17.4.1 comma 1, relativo agli impianti di condizionamento, climatizzazione e ventilazione. Inoltre, parliamo di verifiche periodiche di legge delle strutture di competenza, segnatamente agli impianti elettrici ex DPR 462 del 2001, agli ascensori, ex DPR 162 del 1999, agli apparecchi a pressione e a quello che riguarda il decreto legislativo 81/08. È stata chiesta tutta la certificazione relativa al funzionamento. In archiviazione alle sopraelencate richieste, il competente ufficio ispettivo ha comunicato che gli esiti dell’istruttoria saranno trasmessi non appena la stessa sarà completata. Parliamo di quattro giorni fa. Relativamente allo stato di applicazione della delibera di Giunta 7301 del 2001, le questioni prospettate sono identiche a quelle relative all’altra interrogazione n. 309, di cui daremo lettura tra poco, perché non c’è ancora il consigliere Borrelli. La direzione generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale evidenzia che con delibera di Giunta 7301 del 2001 furono stabiliti i requisiti minimi che le strutture sanitarie e o sociosanitarie pubbliche in esercizio, le strutture private in esercizio e le strutture private temporaneamente accreditate debbono possedere, a decorrere dal 10 settembre 2001, adeguando i propri requisiti entro due anni per quanto riguarda i requisiti organizzativi, tre anni per quanto riguarda i requisiti relativi alle dotazioni tecnologiche e cinque anni relativamente ai requisiti strutturali e impiantistici e per i casi in cui l’istallazione di dotazioni tecnologiche richieda interventi strutturali di particolare complessità. Successivamente, con deliberazione n. 1465 del 2006, la Giunta Regionale ha prorogato al 30 aprile 2007 per le strutture pubbliche e private il termine ultimo per il possesso dei requisiti strutturali. Tale termine, per le sole strutture pubbliche e pubbliche equiparate, è stato ulteriormente differito dal comma 2 dell’articolo 4 del Regolamento n. 1 del 22 giugno 2007, stabilendo quanto segue: al fine di garantire alle strutture pubbliche e private equiparate, ospedali classificati, la realizzazione dei programmi di investimenti in edilizia sanitaria con le risorse assegnate alla Regione per quanto riguarda le prime e con quelle assegnate direttamente dallo Stato per le seconde la scadenza prevista dalla delibera di Giunta n. 1465 del 2006 è differita fino al completamento di detto programma regionale e, comunque, non oltre due anni dalla data di concessione del finanziamento di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296. È utile precisare che tale condizione è comune a tutte le regioni italiane e che molte regioni hanno riscritto alcune regole prevedendo ulteriori proroghe. Per quel che attiene la Regione Campania, il completamento del programma di edilizia sanitaria è ancora in corso di svolgimento, essendo vincolato anche all’attuazione degli accordi di programma sottoscritti con il Ministero della Salute.

ZINZI (Gruppo Misto)

Assessore, io resto basito perché lei ci sta dicendo che l’ispezione straordinaria al San Rocco c’è stata dopo i sigilli perché il 5 aprile significa tre giorni dopo i sigilli e la chiusura dell’ospedale. Io consiglio alla Giunta regionale e all’Assessore alla Sanità, oggi assente, di affrettarsi ad applicare la norma e a prevedere ispezioni straordinarie per tutti i comuni elencati nei pezzi del mattino, ma io lo dico per tutti i comuni della Campania in cui ci sono dei presidi ospedalieri per evitare che accada quanto già accaduto. Mi sarei aspettato un’ammissione di colpa sul piano politico e non una giustificazione, facendo riferimento a un’ispezione avvenuta dopo i sigilli di un presidio ospedaliero.

Procedura per affidamento servizi minimi TPL e problematiche CPL Caserta
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione “Procedura per l’affidamento servizi minimi TPL e problematiche CPL Caserta” Reg. Gen. n. 312/2 a firma del consigliere Vincenzo Viglione (Movimento 5 Stelle). Do la parola al consigliere Vincenzo Viglione per l’illustrazione dell’interrogazione.

VIGLIONE (Movimento 5 Stelle)

Rettifico un mero errore formale, la società si chiama “CLP”, non “CPL”. Siamo di fronte a una vicenda che si trascina da un po’ di tempo. La vicenda del CLP è ben nota a tutti noi e ha degli aspetti molteplici per quanto riguarda il livello di attenzione che abbiamo già sottoposto a questa Giunta attraverso delle interrogazioni presentate negli anni precedenti. Si va dalla qualità del servizio in merito alla quale più volte i cittadini della città di Caserta (e non solo) hanno segnalato dei disservizi legati alle corse che arrivano in ritardo e saltano e dei provvedimenti che riordinano il servizio e, quindi, ci sono delle tratte non servite. Tutto questo ha fatto sì che, attraverso un lavoro di semplici cittadini che hanno fatto un rilievo, anche con documenti di carattere video, hanno rilevato che c’erano queste problematiche e hanno segnalato, attraverso una nostra interrogazione, che vi era una mancanza di rispetto del contratto di servizio in ordine ai chilometri che la CLP dovrebbe espletare da contratto e quelli che effettivamente sono realizzati. All’epoca presentammo un’interrogazione su questo tema e la risposta che ottenemmo era che si era preso atto che c’era che c’era un problema in ordine al rispetto del contratto del servizio e si stava cercando di prendere dei provvedimenti. Questo per quanto riguarda le segnalazioni in ordine alla qualità del servizio. L’altra è stata una conseguenza di tutto il tira e molla che si è fatto tra l’azienda che doveva espletare il servizio di TPL su questo territorio e i lavoratori che venivano dall’ex ACMS, l’altro gestore che si occupava di espletare il servizio di trasporto pubblico locale per la città di Caserta e provincia. Questo tira e molla è stato portato avanti con il rischio, almeno quelli ex ACMS (ma pensiamo che sia per tutti), per i lavoratori di perdere il posto del lavoro perché non si sapeva che direzione dovesse prendere la gestione di questo servizio. In ultimo, ma non per ultimo, la vicenda centrale della nostra interrogazione che oggi sottoponiamo per l’ennesima volta all’attenzione della Giunta. Parliamo di un’azienda che da febbraio 2015 è in mano a una gestione di commissari straordinari perché, per via di interdittive antimafia, ufficialmente riconosciute e quant’altro, è stata affidata a questa gestione straordinaria. Dall’affidamento in gestione straordinaria dovevano trascorrere otto mesi per l’individuazione di un nuovo soggetto al quale affidare la gestione del TPL su questo territorio (parliamo di Caserta e della Provincia) perché ufficialmente si dovevano ripristinare le condizioni di sicurezza nei confronti dei fenomeni e dei rischi di infiltrazioni camorristiche, così come erano quelli alla base di questo provvedimento di interdittive, soprattutto per cercare di mettere finalmente ordine alla qualità del servizio che non arrivava. Sono trascorsi quattro anni rispetto agli otto mesi da cui si doveva partire, c’è stata una serie di provvedimenti che hanno riguardato la suddivisione in lotti in cui doveva essere organizzato il servizio di affidamento dei nuovi gestori e l’individuazione di ACaMIR come soggetto attuatore e responsabile, attraverso il quale dovevano essere espletate queste gare, ma, ad oggi, anche in passato abbiamo interrogato più volte la Giunta attraverso altre interrogazioni per capire quali sono le ragioni che impediscono di arrivare a conclusione dell’affidamento e individuazione del nuovo gestore. Parliamo di proroghe che sono state riconosciute alle aziende, del tempo intercorso per l’individuazione dei nuovi soggetti. Noi abbiamo chiesto conto delle proroghe all’interno di questa interrogazione non per sapere perché sono effettuate. Sappiamo benissimo che le proroghe sono effettuate perché bisogna garantire il servizio di trasporto e la continuità dello stesso, ma resta il fatto che siamo in attesa di individuare il nuovo gestore e non si capiscono le motivazioni. Alle risposte alle altre interrogazioni c’è stato sempre detto che non ci sono ancora le condizioni, quindi vorremmo capire quali sono le condizioni per arrivare alla fine di questo processo e, soprattutto, se ci sono dei tempi attraverso i quali possiamo dare garanzie alla Regione Campania per cercare di ripristinare queste condizioni (Anch’io, se fossi nella veste di responsabile, mi sentirei un po’ in imbarazzo a non riuscire a portare a termine questo percorso) e garantire un futuro ai lavoratori e la qualità del servizio a chi ne fruisce affinché sia all’altezza delle aspettative.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Dando per condiviso che questa interrogazione è il seguito delle altre cinque che dal 2016 si sono succedute sugli argomenti del trasporto pubblico, per quanto riguarda questa di oggi occorre evidenziare in via preliminare che, come rilevato dallo stesso interrogante, la delibera n. 793 del 2017 di indizione della gara ha individuato altre stazioni appaltanti alle quali demandare lo svolgimento delle procedure e ciò in ragione delle previsioni di cui all’articolo 27, comma 12 quater, del decreto legge n. 50 del 2017, convertito in legge n. 96 del 2017, il quale dispone che l’ente affidante si avvale obbligatoriamente di altre stazioni appaltanti per lo svolgimento della procedura di affidamento dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale qualora il gestore uscente dei medesimi servizi o uno dei concorrenti si è partecipato o controllato dall’ente affidante, ovverosia affidatario diretto o in house del predetto ente. Tra i gestori uscenti dei servizi minimi di trasporto pubblico locale figurano attualmente le società EAV ed Air, entrambe partecipate della Regione Campania in qualità di socio unico. In coerenza con le previsioni di cui sopra, la Giunta regionale ha pertanto demandato all’agenzia Acamir, ente strumentale della Regione Campania, le funzioni di stazione appaltante sulla base del disposto dell’articolo 22, comma 1 ter, della legge regionale n. 3 del 2002. Al contempo, la Giunta regionale ha dato mandato alla direzione mobilità l’adozione alla luce degli indirizzi e criteri espressi in delibera delle linee guida cui la stazione appaltante dovrà attenersi nella redazione degli atti di gara. Le linee guida sono state approvate con decreto della direzione generale mobilità n. 91 del 21 dicembre 2017. Con determinazione del commissario Acamir n. 249 del 22 dicembre 2017 è stata pertanto indetta gara a procedura ristretta sopra soglia comunitaria per l’affidamento in concessione per anni 10 dei servizi minimo di trasporti pubblico locale su gomma del bacino regionale, suddiviso in quattro lotti: lotto 1 servizi minimi Tpl su gomma per la Provincia di Salerno e Comune di Salerno; lotto 2 su gomma per le Province di Avellino e Benevento, Comuni di Avellino e Benevento; lotto 3 su gomma per la Provincia di Caserta e Comune di Caserta; lotto 4 su gomma per la Provincia di Napoli. Il bando e il disciplinare di gara, prima fase delle procedure ristrette per le qualificazioni, pubblicato tra l’altro sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea 2017 del 28 dicembre 2017 e sulla Gazzetta Ufficiale n. 149 del 29 dicembre del 2017 e sul bollettino ufficiale n. 1 del 2 gennaio 2018, ha fissato il termine di scadenza per la ricezione di domande di partecipazione alle ore 12:00 del 23 marzo 2018. Con successive determinazioni del commissario Acamir, n. 27 del 5 marzo 2018 e n. 123 del 12 giugno 2018, preciso atto delle istanze motivate, pervenute da Anav Campania e Astra Campania, il termine è stato differito rispettivamente al 21 giugno del 2018 alle ore 12:00 e al 23 luglio 2018 al ore 12:00. Con determinazione del commissario Acamir 224 del 18 settembre 2018 è stata nominata la Commissione per lo svolgimento dell’attività di verifica della correttezza e completezza della documentazione presentata dagli operatori economici interessati alla procedura ristretta, la fase di prequalifica. Con nota n. 131537 del 27 febbraio 2019 sono stati chiesti ad Acamir aggiornamenti in merito allo stato di avanzamento della procedura di evidenza pubblica. Acamir, il 22 marzo 2019, come stazione appaltante ha rappresentato che ultimate le operazioni di prequalifica, ancora in fase di svolgimento, e la cui conclusione è stimata per la fine di aprile, saranno inviate le lettere di invito agli operatori economici ammessi alla seconda fase di gara con assegnazione del termine per la presentazione delle offerte che, in conformità alla misura 18 della delibera 49 del 2015, non potrà essere inferiore a 110 giorni ai quali seguiranno i lavori della Commissione e la fase di subentro del nuovo aggiudicatario. La direzione mobilità evidenzia inoltre che trattandosi servizi essenziali, la cui interruzione potrebbe recare danno all’utenza, è attualmente ancora in vigore la misura straordinaria di cui all’articolo 32, comma 10, del decreto legge 90 del 2014, convertito in legge 114 del 2014 che prevede, sul decreto del prefetto di Napoli adottato previa conferenza di servizi, la straordinaria e temporanea gestione dell’azienda con contestuale sospensione dell’esercizio dei poteri di disposizione e gestione dei titolari.

VIGLIONE (Movimento 5 Stelle)

Grazie Presidente. Chiaramente la prima parte, con il dovuto rispetto, non è per l’Assessore, è superflua perché è un po’ quello che abbiamo riportato anche noi in premessa dell’interrogazione, quando abbiamo parlato dell’individuazione di Acamir come stazione appaltante, la procedura che è stata individuata e tutto quello che riguarda l’iter burocratico che ha disciplinato quello che è l’iter che ha portato alle gare. Quello che sembra un po’ più strano dall’illustrazione fornita dall’Assessore è il lasso di tempo che è intercorso tra la raccolta delle offerte, quindi parliamo di giugno 2018, per arrivare a febbraio 2019 per fare questa valutazione che dovrebbe completarsi delle offerte. La prequalifica delle offerte ricevute sembra un po’ lunga, anche in questo caso ci piacerebbe capire un po’ di più come mai si è allungata così tanto una procedura che forse poteva durare molto di meno, soprattutto per dare delle risposte non a quest’interrogazione che probabilmente in quel caso non sarebbe mai nata, ma a chi sta aspettando sui territori di avere finalmente un nuovo gestore e un servizio all’altezza. Chiaramente, per quanto riguarda la tempistica che l’Assessore ha illustrato, per fine aprile, per il completare questa fase di prequalifica, resteremo in attesa di quelle che sono le risultanze. Non sappiamo effettivamente quali saranno i tempi certi per quanto riguarda la conclusione del procedimento, quindi ci riserviamo di sollecitare ulteriormente questa Giunta per cercare insieme di arrivare ad una soluzione che sia quanto prima rispondente a quelle che sono le esigenze del territorio. Grazie.

PON “Legalità 2014/2020” Asse 7 Accoglienza e integrazione
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: Pon “Legalità 2014/2020” Asse 7 Accoglienza e integrazione. Reg. Gen. 311/2 a firma della consigliera Maria Grazia Di Scala (Forza Italia), già distribuita in Aula.

DI SCALA (Forza Italia)

Grazie Presidente. L’interrogazione trae origine da una grossa mole di investimenti che sono stati stanziati dall’Europa, voluti dall’Europa, in materia di sicurezza, accoglienza ed integrazione. Sono previste, in tali settori, diverse e variegate misure, recepite finalmente nel Pon Legalità 20114/2020 e in aggiunta all’Asse 4, teso a favorire l’inclusione sociale e la diffusione della legalità, in sede di riprogrammazione è stato poi introdotto l’Asse 7 per accoglienza e integrazione migranti, questo attraverso una dotazione aggiuntiva di risorse e di fatti, dalla riprogrammazione, la Regione Campania beneficia per la realizzazione di azioni in tema di sicurezza e di legalità, di oltre 44 milioni di euro per misure in favore di migranti, misure sia materiali sia immateriali, intendendosi per materiali quelle tese alle ristrutturazioni di immobili per migliorare il sistema di accoglienza, quelle immateriali per i percorsi di inclusione, sociali e lavorativa. La Giunta regionale della Campania, con delibera n. 790 del 29 novembre 2018, ha adottato la programmazione per dare attuazione agli interventi per il rafforzamento di percorsi di accoglienza che facilitino l’inserimento socio lavorativo dei migranti. Con questo provvedimento prevede di sostenere il rafforzamento dei sistemi di prima accoglienza in favore delle città di Napoli e Salerno, oggetto di sbarco dei migranti, in quanto città costiere, ed il rafforzamento dei sistemi di integrazione e presa in carico dei migranti nelle aree interne. Si interroga la Giunta regionale al fine di sapere quali attività sono stati intraprese per onorare il protocollo d’intesa intervenuto tra il dipartimento politiche di coesione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’agenzia per la coesione territoriale e il Ministero dell’Interno per la realizzazione di azioni nei settori della legalità e della sicurezza; quali azioni siano state intraprese per il rafforzamento dei sistemi di prima accoglienza a favore delle città di Napoli e Salerno; quali e che piani di sviluppi siano stati programmati ed attivati per l’inclusione socio lavorativa dei migranti e quanti sbarchi siano avvenuti e quale sia il numero dei migranti presi in carico o che si prevede di inserire nei programmi.

ROBERTI, Assessore alla Sicurezza e ai Flussi Migratori

Grazie Presidente. Nell’ambito del quadro del protocollo d’intesa ricordato dalla Consigliera interrogante, siglato in data 22 settembre 2017, la Giunta regionale ha approvato due deliberazioni, la deliberazione n. 306 del 25 maggio 2018 e la deliberazione n. 790 del 29 novembre 2018, citata anche nell’interrogazione. Con la prima deliberazione, la Giunta regionale ha approvato lo schema di atto integrativo recependo la versione riprogrammata del Pon Legalità di cui alla decisione C 2018-2020 del 9 gennaio 2018 e l’accordo per il rafforzamento della legalità, della sicurezza e della coesione sociale in Campania. In particolare l’accordo prevede, tra gli interventi da finanziare con le risorse attribuite alla Regione Campania l’azione 3.4, Azione di accoglienza dei migranti nell’ambito dell’obiettivo strategico n. 3, favorire l’inclusione sociale e la diffusione della legalità a cui è stato destinato, un milione di euro a valere sull’obiettivo 9.2.2 del PON Campania FSE 2014 - 2020 di competenza della Direzione Generale competente sulla materia dell’immigrazione. Con la delibera di Giunta regionale n. 790 del 29 novembre 2018, programma azioni finalizzate a rafforzare i sistemi di prima accoglienza a favore delle città portuali della Campania oggetto di sbarco (Napoli – Salerno) e i sistemi di integrazione e presa in carico delle aree interne che presentino piani di sviluppo economico basati sull’inclusione socio lavorativa dei migranti per un massimo di 10 milioni di euro a valere sull’obiettivo strategico n. 3, azioni 3.1, a valere sulle risorse del PON Legalità 2014 – 2020. La deliberazione n. 790, inoltre, demanda alla Direzione Generale competente, Politiche sociali e sociosanitarie, di proporre al Ministero Interno l’adozione degli atti finalizzati alla missione a finanziamento con le misure del PON Legalità gli interventi per un importo pari ad almeno 10 milioni di euro coerenti con il fabbisogno rilevato dalla Regione Campania di cui ai punti 2 e 3. Con riferimento al punto 3 dell’interrogazione ricordo che in attuazione della deliberazione n. 306 del 25 maggio 2018 si intende programmare azioni finalizzate a rafforzare i sistemi di prima accoglienza a favore delle città portuali di Napoli e Salerno e i sistemi di integrazione e presa in carico delle aree interne che presentino piani di sviluppo economico basati sull’inclusione socio lavorativa dei migranti. Con nota protocollo registrato n. 190 SP del 29 marzo 2019 l’Assessorato alle Politiche integrate di sicurezza e legalità e alle Politiche di accoglienza e integrazione dei flussi migratori (che è lo scrivente) ha convocato un incontro con i comuni delle aree interne che ospitano gli SPRAR per il giorno 16 aprile alle ore 11 presso la sede di Santa Lucia per discutere i dettagli, i contenuti del programma da mettere in campo. In attuazione di quanto previsto dalla DGR n. 790 del 29 novembre 2018, con nota protocollo registrato n. 678 dell’11 gennaio 2019 a firma congiunta del Direttore della Direzione Generale Politiche Sociali è stata inoltrata richiesta al Ministero dell’Interno, Autorità di Gestione del PON Legalità, circa l’autorizzo di 10 milioni di euro stanziati nell’ambito del protocollo di cui al punto 1. Ad oggi si è in attesa di riscontro da parte del Ministero. Con riferimento all’ultimo punto dell’interrogazione, il punto 4, rispondo che dai dati disponibili si evince che il numero dei migranti sbarcati in Campania nel 2017 (nel 2018 non ci sono stati sbarchi) è pari a seimilanovecentocinquantatre persone, di cui cinquemilaquattrocentoventi a Salerno e millecinquecentotre a Napoli. Il totale degli stranieri presi in carico dalla Regione al 31 dicembre 2018 è pari a undicimilanovecentosessantadue persone. Si intende avviare prioritariamente l’attività finalizzata rafforzamento degli interventi di prima accoglienza dei migranti, soprattutto a favore dei giovani migranti presenti nelle città portuali di Napoli e Salerno che ospitano più di seicento utenti, di cui centosettanta minori stranieri non accompagnati.

DI SCALA (Forza Italia)

Grazie, Assessore, chiederò una copia cartacea perché è ricca di notizie tecniche e numeriche che mi occorrono. La ringrazio molto per la risposta, però gran parte di questa risposta, tranne questi ultimi dati sugli sbarchi, non è altro che la lettura della premessa sia della delibera della Giunta regionale di novembre 2018 che la stessa della mia interrogazione. Non mi fornisce dati in ordine alla riprogrammazione del Pon Legalità. Su questi complessivi 120 milioni destinati dall’Europa alle Regioni sottosviluppate, oltre 44 milioni di euro sono destinati alla Regione Campania, non è questione che va tenuta in poca considerazione, nel periodo del Referendum del 4 dicembre 2017. La delibera del 29 novembre scorso della Giunta regionale della Campania, programma interventi in tema di accoglienza e di integrazione dei migranti per 10 milioni di euro chiarendo che si tratta di fondi coerenti con il fabbisogno rilevato dalla Regione Campania, di questo fabbisogno, di cui ho chiesto conto alla Giunta, non mi è stato fornito alcun riscontro, mi è stata data un’elencazione sui numeri degli sbarchi avvenuti in Campania, ma quella somma non è destinata soltanto a quello. Non mi soddisfa la risposta nella parte in cui non mi fornisce alcun dato sul fabbisogno, ma nemmeno ritengo confacente come risposta la convocazione, immagino in data successiva alla mia interrogazione, da parte sua, di un tavolo tecnico per il 16 aprile, magari poi ritorneremo sull’argomento, perché in mancanza di fabbisogno, di cosa si andrà a parlare?

Autorizzazione all’esercizio degli ospedali della Campania
PRESIDENTE (Russo)

Interrogazione: “Autorizzazione all’esercizio degli Ospedali della Campania” Reg. gen. 309/2, a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli (Campania Libera – P.S.I. – Davvero Verdi), già distribuita in Aula.

BORRELLI (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi)

Grazie Presidente. Premesso che il giorno 3 aprile 2019 i Carabinieri dei Nas hanno provveduto al sequestro preventivo con facoltà d’uso dell’Ospedale San Rocco di Sessa per la riscontrata assenza delle autorizzazioni all’esercizio previsto e all’articolo 193 del testo unico delle leggi sanitarie. Secondo quanto riportato dall’edizione del 4 aprile 2019 del quotidiano Il Mattino, il 50 per cento degli ospedali della Campania non sarebbe in possesso delle necessarie autorizzazioni all’esercizio, tra cui i seguenti Ospedali: San Leonardo di Castellammare di Stabia, Santa Maria della Pietra di Nola, Maresca di Torre del Greco, Sant’Anna e Madonna della Neve di Boscoreale, l’Apicella di Pollena Trocchia, oltre a licenza manca addirittura l’agibilità. Inoltre, sempre secondo il quotidiano, sarebbero in corso le verifiche degli ospedali napoletani San Paolo e San Giovanni Bosco. Tanto premesso, il sottoscritto chiede di conoscere la reale situazione in merito al possesso, da parte degli Ospedali della Campania, dell’autorizzazione all’esercizio di cui all’articolo 193 del testo unico delle leggi sanitarie.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Si evidenza che quest’interrogazione integra quella del consigliere Zinzi di cui abbiamo già dato alcuni elementi. In merito alla specifica questione posta invece dall’interrogante, la direzione generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale evidenzia che con delibera di Giunta 7301 del 2001 sono stati stabiliti i requisiti minimi che le strutture sanitarie e o sociosanitarie pubbliche in esercizio, le strutture private in esercizio, le strutture private temporaneamente accreditate, debbono possedere, a decorrere dal 10 settembre 2001 adeguando i propri requisiti entro due anni per quanto riguarda i requisiti organizzativi, tre anni per quanto riguarda i requisiti relativi alle dotazioni tecnologiche e cinque anni relativamente ai requisiti strutturali ed impiantistici e per i casi in cui l’installazione di dotazioni tecnologiche richieda interventi strutturali di particolare complessità. Successivamente, con delibera 1465 del 18 settembre 2006, la Giunta regionale ha prorogato al 30 aprile 2007, per le strutture pubbliche e private, il termine ultimo per il possesso dei requisiti strutturali. Tale termine per le sole strutture pubbliche e pubbliche equiparate è stato ulteriormente differito dal comma 2 dell’articolo 4 del Regolamento n. 1 del 22 giugno 2007 stabilendo quanto segue: “Al fine di garantire alle strutture pubbliche e private equiparate (cioè gli ospedali classificati) la realizzazione del programma di investimenti in edilizia sanitaria con le risorse assegnate alla Regione per quanto riguarda le prime e con quelle assegnate direttamente dallo Stato per le seconde la scadenza prevista dalla delibera di Giunta n. 1465 del 2006 è differita fino al completamento di detto programma regionale e, comunque, non oltre due anni dalla data di concessione del finanziamento di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296. È utile precisare che tale condizione è comune a tutte le regioni italiane e che molte regioni hanno riscritto alcune regole prevedendo ulteriori proroghe. Per quel che attiene la Regione Campania, il completamento del programma di edilizia sanitaria è ancora in corso di svolgimento, essendo vincolato anche all’attuazione degli accordi di programma sottoscritti con il Ministero della Salute.

BORRELLI (Campania Libera – PSI – Davvero Verdi)

Intervengo solo per segnalare l’importanza e urgentemente la necessità di evitare le gravi situazioni che sono avvenute in questo caso specifico, ma per altre ragioni che esulano dal question time, come avvenuto attualmente per gli incurabili perché il rischio che corriamo è che ci potremmo trovare in una situazione emergenziale in cui una parte significativa degli ospedali, soprattutto quelli di prossimità, potrebbero non ricevere più pazienti o essere considerevolmente messi nella condizione di ridurre notevolmente la possibilità di ospitarne. Questo mi preoccupa non poco e per questa ragione solleciterà ad avere certezze e tranquillità per coloro che abitano in quelle zone e per chi usufruisce dei servizi di quegli ospedali.

PRESIDENTE (Russo)

Dichiaro conclusa la seduta.

Attachments:
Download this file (ResocontoIX_20190409.pdf)ResocontoIX_20190409.pdf[Resoconto integrale del Question Time del 9 aprile 2019]352 kB