Question Time del 21 marzo 2018

Ordine del giorno:
Apertura seduta e comunicazioni presidente
1 - R.G. n. 136/2 - Tommaso Malerba - Oggetto: "Consistenza reale del patrimonio immobiliare EAV"
2 - R.G. n. 140/2 - Francesco E. Borrelli - Oggetto: "Assistenza pre e post trapianti ammalati pediatrici"
3 - R.G. n. 141/2 - Francesco E. Borrelli - Oggetto: "Sospensione cautelativa di un primario dell'Istituto Tumori Fondazione Pascale"
4 - R.G. n. 142/2 - Flora Beneduce - Oggetto: "Modalita' e tempi degli interventi edificio ex Casa di Cura Clinica Parco degli Ulivi nel Comune di Moschiano"
5 - R.G. n. 144/2 - Francesco Todisco - Oggetto: "Questioni relative all'accreditamento dell'AIAS Avellino e prospettiva della tutela dei lavoratori"
6 - R.G. n. 143/2 - Monica Paolino - Oggetto: "Completamento degli inteventi accordo di programma piu' Europa tra il Comune di Scafati e la Giunta regionale"
7 - R.G. n. 149/2 - Erasmo Moratruolo - Oggetto: "Soppressione di servizi e delocalizzazione del personale dei poliambulatori di Cautano e Torrecuso"
Inizio Seduta”
Presidente

Buongiorno. Dichiaro aperta la seduta di Question Time. Comunico che con email del 20 marzo 2018, pervenuta dal Capo Ufficio Legislativo della presidenza della Giunta regionale, è stato chiesto di rinviare le interrogazioni di cui al Reg. Gen. 145/2 e 148/2 in quanto le strutture amministrative competenti non sono state in grado, nei tempi previsti, di fornire adeguati elementi di risposta. Si comunica inoltre che con la medesima email è stato chiesto di rinviare le interrogazioni di cui al Reg. Gen. 132 e 146 in quanto l’Assessore al Lavoro, Sonia Palmeri, è contestualmente impegnata nei lavori assunti da tempo della Conferenza delle Regioni prevista a Roma. Pertanto l’interrogazione summenzionate sono rinviate alla prossima seduta di Question Time. Ricordo che ai sensi dell’articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà d’illustrare l’interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di 3 minuti. Successivamente l’interrogante o altro Consigliere del medesimo gruppo ha il diritto di replicare per non più di 2 minuti. Ricordo, inoltre, che le interrogazioni all’ordine del giorno dell’odierna seduta di Question Time sono state elencate nell’ordine di presentazione. Interrogazione: “Consistenza reale del patrimonio immobiliare EAV” Reg. Gen. n. 136/2, a firma del consigliere Tommaso Malerba (Movimento 5 Stelle), già distribuita in Aula. Cedo la parola al consigliere Saiello che chiede di intervenire sull’ordine dei lavori, prego.

1 - R.G. n. 136/2 - Tommaso Malerba - Oggetto: "Consistenza reale del patrimonio immobiliare EAV"
Saiello

Grazie Presidente. Volevo comprendere quale interrogazione fosse slittata perché quella ad oggetto, a firma mia, sull’impianto di sollevamento Polla Cangiano era indirizzata a più Assessori, sia alla Palmeri sia a Bonavitacola, visto che l’oggetto dell’interrogazione coinvolgeva entrambi i settori, sia Ambiente sia Lavoro, oltre che il Presidente stesso. Visto che non ho avuto comunicazioni ufficiali, fino a pochi minuti fa non ho ricevuto nessuna email istituzionale che mi avvisasse di questo slittamento. Siamo qui e ci sono anche dei lavoratori che sono parte in causa di questa questione, non sembra serio il comportamento, salvo che non ci siano dei problemi fisici o gravi. È già successo altre volte su altri quesiti, arriviamo in Aula e gli Assessori si assentano immotivatamente, senza un’email che avvisasse preventivamente.

Presidente

Consigliere Saiello, le voglio ricordare che non è la prima volta che può capitare che un Assessore sia impegnato altrove per compiti altrettanto importanti come sono quelli in discussione. Sappiamo bene che nelle sedute successive di Question Time tutte le interrogazioni non vengono lasciate cadere, vengono riprese e quindi assolutamente non c’è nessuna volontà dilatoria, soprattutto quando parliamo di questioni che attengono vicende di lavoro e occupazionali. La parola al consigliere Malerba, prego.

Malerba

Buongiorno Presidente, grazie per la parola. Credo di avere qualche difficoltà ad illustrarle in un minuto la mia richiesta di question time, credo sia complicato articolare e spiegare la storia di questo question time che è stato rinviato dal mese di dicembre, all’epoca mi rispose per conto della Giunta che non aveva elementi chiari per potermi fornire una risposta. Il tema che trattiamo è quello dei trasporti che dopo la sanità sono gli asset più importanti che regolano la vita politica amministrativa di una Giunta, ma soprattutto regolano la vita dei nostri cittadini che utilizzano i mezzi pubblici, in particolare l'EAV, che è l'ente strumentale forse più importante nel Meridione che questa Regione gestisce. È inutile rifare tutta la storia di quello che è stato l'anno scorso un debito straordinario. Io, nel ruolo di opposizione, ma sempre in modo costruttivo e funzionale, mi sono posto in uno status proattivo di esservi anche di aiuto e sono partito dal sacrosanto diritto alla trasparenza per sapere qual è l'insieme dei beni mobili e immobili che possiede questa straordinaria azienda storica per dimensione e per capacità di trasporto in regione Campania. Dopo una serie di incontri e dopo un carteggio lunghissimo, mi sono anche recato presso i dirigenti preposti per avere maggiori delucidazioni in merito all'ammontare del nostro patrimonio immobiliare, che, come voi sapete, è un asset vitale per un'azienda che è in sofferenza. Avere contezza e consapevolezza dei propri beni e metterli anche a reddito ci permetterebbe anche di avere tutti insieme una boccata di ossigeno tutti, in particolar modo voi che ne avete la responsabilità politica. Storicamente questa azienda è fatiscente, non è in grado di rispondere ai livelli di servizio di trasporto da definire civili, però abbiamo l'obbligo, opposizione e maggioranza, di prendere di petto questa situazione e cominciare a dare qualche risposta, perché più che trasportare persone, ultimamente queste aziende deportano persone. La mia interrogazione question time nasceva partendo dal sito, su cui, in base alla legge sulla trasparenza, non trovavamo presente l'ammontare dei beni immobili. Dopo carteggi e visite de visu presso i dirigenti, mi rispondono che gli unici immobili disponibili sono quelli che erano messi a contratto di locazione. Dopo ampia discussione e qualche difficoltà, è stato messo a verbale - di cui voi siete anche in possesso - che non vi era consapevolezza e contezza dell'intero ammontare dei beni immobiliari che avesse questa azienda, EAV, che assume in sé quattro ex aziende che voi tutti conoscete meglio di me. Chiaramente io mi rendo conto che per fare la gestione dei trasporti necessiterebbe l'aggiunta di un assessore ai trasporti. I trasporti non si possono assommare in mano a una persona o trattarli en passant perché la materia è complicata. La storia, di per sé, è una storia tristemente nota, dove le responsabilità partono da lontano, ma ricadono anche in questo triennio della vostra gestione. Io non mi metto a leggervi tutto il question time perché credo che chi è delegato abbia avuto modo di inquadrare lo scenario di contesto. Cerchiamo di capire soprattutto noi cosa abbiamo perché la legge ci impone di sapere qual è il nostro patrimonio immobiliare perché è un valore, è un asset che può garantire risorse, se ben gestito, e poi potremmo allargare il discorso al demanio in generale, ma non devo farvi lezioni di gestione di pubblica amministrazione. Attendo una risposta dall'Assessore delegato, ma non al ramo. Grazie.

Angioli

Grazie, Consigliere. Come è stato documentato, rispondo per nome del Presidente, che nell'esercizio di questa delega è supportato dal consigliere Cascone. Per quello che riguarda la tematica evocata dal consigliere Malerba, che nella fattispecie afferisce al patrimonio immobiliare dell'EAV e al collegamento con la normativa sulla trasparenza - e la ringraziamo della questione consiliare che è stata formalizzata - da riscontri avuti, condividiamo l'attenzione posta perché una sana gestione del patrimonio immobiliare consente anche di andare verso un risanamento di tutte le questioni del bilancio aziendale, per cui l'attenzione del Consigliere sicuramente non è maggiore rispetto a quella che la Giunta dedica a questa materia. Per quanto riguarda il censimento, desidero innanzitutto informare, prima di entrare nel dettaglio, che da una verifica veloce come quella che il question time obbliga, il sito dell'EAV, come era stato dichiarato e previsto che a dicembre avrebbero implementato le informazioni relative anche al patrimonio, ma non solo, noi abbiamo riscontrato che è stato implementato. Ad oggi, pertanto, sono stati inseriti più di cinquecento documenti dentro il sito e sta accrescendo l’organizzazione intelligente e completa anche del patrimonio immobiliare in capo a EAV. Anche l’ultima approvazione del bilancio comprende degli allegati che contengono la precisazione dell’individuazione dei beni immobiliari dell’EAV. Nello specifico, i beni sono stati quantificati ai fini del bilancio per il loro valore. La domanda posta dal Consigliere non era limitata al valore, che è leggibile negli atti. Lui chiede di ricostruire e identificare esattamente il numero dei beni immobili. Dalle verifiche effettuate risulta che attualmente il valore dei beni immobili identificati nella voce con terreni e fabbricati è pari a 44 milioni di euro. Questo valore è stato diviso in terreni e fabbricati, otto beni sono dei terreni precisamente indicati (possiamo poi indicare l’elenco) e sei beni sono dei fabbricati. Questo è per quanto riguarda l’identificazione. In parallelo è stato fatto un cambio gestionale da luglio 2015, quindi parliamo della Giunta De Luca, essa è intervenuta in modo diverso su una gestione più efficiente di questi beni che sono oggetto di possibile messa al reddito. Da luglio 2015 a oggi sono stati formalizzati sessantadue contratti, parte dei quali scaturiti dalla trasformazione di precedenti contratti di comodato gratuito a contratti a titolo oneroso per un valore complessivo superiore a 576 milioni di euro, circa 577 milioni. Questa è l’attenzione a oggi riposta nella valorizzazione di questi beni. Si viene a precisare che secondo le verifiche attuali EAV gestisce, escluse le aree a parcheggio, trecentocinquantasei contratti di locazione e di questi una parte è oggetto di un contenzioso. Quelli di locazione ammontano a un valore di 2 milioni 126 mila euro, mentre rispetto a quanto previsto dal piano industriale EAV e dalla sua costituzione a oggi quest’approccio ha reso più virtuosa la gestione patrimoniale in capo a EAV. Di queste trecentocinquantasei pratiche di gestione ad oggi ve ne sono una parte, ovvero cinquantatre, presso l’Ufficio legale che sono oggetto di contenzioso, quindi al riguardo ci sono delle questioni in atto. Noi, come Giunta, ci teniamo anche a precisare che tutte le contrattualizzazioni che sono state formalizzate dal 2015 sono stati oggetto di procedura di evidenza pubblica, per cui questa è l’impronta che si sta dando al tema. Rispetto agli adempimenti in capo a EAV, sono due gli strumenti di controllo in capo alla Regione e che la normativa gli conferisce: da un lato la verifica che il percorso di trasparenza è presente nei siti e negli strumenti fruibili dai cittadini e, dall’altro, la qualità. Ad oggi, secondo le verifiche effettuate dagli uffici preposti della Giunta, risulta che il miglioramento dell’informazione pubblica, ivi compresa quella che afferisce ai beni immobili, è soddisfacente e di qualità crescente e completa, pertanto gli adempimenti che l’EAV si era impegnato a soddisfare vanno crescendo di pari passo con le richieste, per cui da quanto risulta ai nostri uffici il miglioramento da un tempo precedente, dal 2016/2017 ad oggi, è evidente e documentabile.

Malerba

Faccio una breve replica, che non vuole essere assolutamente distruttiva, ma collaborativa. Apprendo che questa mia interrogazione, che nasce nel novembre 2017, partiva da lontano, da luglio. Io voglio continuare a essere persona propositiva e ad aiutarvi a mettere ordine nel trasporto pubblico locale, ma in particolare nella gestione patrimoniale che – lei mi insegna – credo che oggi sia incrementata, ma prima di dicembre i contratti elencati e in possesso dei vostri uffici assommavano appena a quarantanove. Ora apprendo che sono cinquantanove, però ho fatto una visita veloce al sito e non tutto corrisponde a quanto le hanno riferito. Chiaramente ne prendo atto, ma né io né i miei colleghi possiamo pensare di poter passare il tempo a farvi capire perché vi sfugge il controllo di quello che per voi è dovuto sapere. Lei mi parlava del piano industriale; l’ho chiesto anche in merito al revamping e ad altro, ma ad oggi ancora non si è avuto un incontro, che sarebbe lecito e civile, o quantomeno si facesse qui in Aula, che mi permettesse di capire qual è il vero piano industriale, che prevede non solo il TPL su gomma e su ferro, ma anche l’insieme dell’ammontare del patrimonio e del personale e dove vogliamo traghettare questa azienda di trasporti come visione sia in termini di vettori sia in termini di immobili. Noi ci stiamo rincorrendo, Assessore. Io ho fatto una piccola buona azione e vi ho sollecitato qualcosa che era già dovuto, ma credo che abbiamo ancora un sacco di beni immobili e mobili in mano a ignoti e sconosciuti e dei quali non abbiamo né contezza né consapevolezza. Vi dico una chicca che sarà oggetto di una prossima interrogazione: abbiamo addirittura stazioni prive di certificato di abitabilità in termini urbanistici. Questo sarà un altro aspetto che affronteremo. Sollecito lei, ma per sua parola anche il Presidente, di dotarsi di un Assessore serio che si dedichi a questa materia, ma lo faccia con spirito collaborativo e che si faccia capire dove vuole andare. Non possiamo farlo per interposta persona o per il Presidente di una Commissione consiliare, il quale può avere una visione sua, ma non è quello il suo ruolo. Né può farlo tantomeno un avvocato, che è presidente di questa azienda. Ci raccontiamo un sacco di belle cose, ma ad oggi i trasporti non funzionano. Io continuerò su questa strada e non credo che sia sufficiente avere incrementato i cespiti attivi e aver conteggiato sei terreni. Credo che possediamo almeno sessantasei terreni e sarà mia cura fornire a lei l’elenco di questi immobili che non si capisce dove stanno e in mano a chi sono. Questo è un aspetto molto simpatico che prevede anche responsabilità con profili non solo amministrativi, ma anche di ricaduta di responsabilità erariale e profili anche penali. Grazie.

Presidente

Grazie consigliere Malerba. Volevo informarvi che l’Assessore D’Alessio, che viene da Roma, ci ha comunicato che ha perso il treno. Noi abbiamo riferito che questa seduta è fino alle 13.00 e se arriva in tempo viene qui a discutere, perché c’è un’interrogazione a firma della consigliera Ciarambino alla quale avrebbe dovuto rispondere. Se siamo d’accordo, alla fine facciamo anche una telefonata all’Assessore D’Alessio per chiederle se arriva nel tempo utile per poter rispondere. Ci tenevo a dirlo perché mi hanno detto che le cose vanno comunicate in tempo reale. Abbiamo ricevuto questa comunicazione poco fa.

Ciarambino

Presidente, posso intervenire sull’ordine dei lavori?

Presidente

Consigliera Ciarambino, sull’ordine dei lavori già abbiamo consentito una deroga perché sul question time non c’è la richiesta dell’ordine dei lavori.

Ciarambino

E chi lo dice? Il question time è una seduta di Consiglio. Dove c’è scritto?

Presidente

Non c’è l’intervento sull’ordine dei lavori perché le interrogazioni sono elencate in maniera disciplinata. Ho fatto una comunicazione e adesso passiamo all’interrogazione successiva: “Assistenza pre e post trapianti ammalati pediatrici” Reg. Gen. 140/2, presentata dal consigliere Francesco Emilio Borrelli. Prego, Consigliere.

2 - R.G. n. 140/2 - Francesco E. Borrelli - Oggetto: "Assistenza pre e post trapianti ammalati pediatrici"
Borrelli

Grazie Presidente. Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla protesta delle mamme di bambini e trapiantati al Monaldi. Il Monaldi fino al 2016 era un ospedale specializzato anche nei trapianti pediatrici, nel 2016 interviene una Commissione ministeriale voluta non solo dall’ospedale stesso, ma anche da alcuni genitori che hanno denunciato una situazione interna gravissima tra alcuni medici. Il risultato finale è che vengono sospesi i trapianti pediatrici per questi bambini. I genitori hanno chiesto con forza, che venissero riattivati. Il direttore generale dell’ospedale, Matarazzo, ha comunicato in più occasioni, anche facendo annunci pubblici, che entro l’estate dovrebbero ripartire i trapianti pediatrici. Vista la battaglia che stanno portando avanti i genitori, sembra corretto fare luce in modo chiaro e definito in Aula. Quindi, interrogo la Giunta per sapere: quali misure sono state adottate per l’assistenza pre e post trapianto agli ammalati in età pediatrica, attualmente, se non sbaglio, si devono operare nel posto più vicino a Roma; quali le decisioni adottate nell’incontro del 15 marzo, dove il direttore Matarazzo avrebbe assunto un crono programma per far ripartire questi trapianti; i tempi previsti dell’attività trapiantologica presso l’ospedale Monaldi di Napoli. Credo che non possiamo fermarci al fatto che se c’è una guerra interna all’ospedale o altri problemi rispondiamo in burocratese ai genitori.

Angioli

Ringrazio il consigliere Borrelli e rispondo in quanto delegata dal Presidente sul tema. La materia è di rilevante importanza in quanto afferisce, come giustamente il consigliere segnala, questo grave disagio ha recato alle famiglie e alle persone che già si trovano in questa situazione difficilissima. L’attenzione della Giunta è massima perché questa situazione chiaramente è una situazione che è stata subita da una circostanza che ha portato il Centro Nazionale Trapianti, dopo un audit che è stato fatto nel 2016, a determinare ad inizio 2017 la sospensione delle attività di trapianto pediatrico. Questo è stato ovviamente subordinato al superamento delle criticità che sinteticamente il consigliere Borrelli ha ricordato. L’interesse della Giunta ripristinare le condizioni di fruibilità del servizio sanitario chirurgico pediatrico sono altissime, l’interesse della Regione è massimo sul tem, occorreva ripristinare una situazione di ordine di certezze e di riduzione dei disagi determinati sicuramente ad elementi di inadeguata organizzazione dei servizi, tra pediatrica e adulti. Questo era uno dei nodi centrali del problema affianco ad altre questioni strutturali richieste dalla tipologia di intervento operatorio. La Regione ha risolto tutta quella che è la precondizione strutturale, mi risulta che sabato scorso, sulla base della decisione del direttore generale dell’ospedale è stata deliberata la riorganizzazione alla condizione preliminare necessaria, d’intesa con la Regione, con i percorsi di monitoraggio stretto che i compenenti uffici regionali hanno rivolto a questa questione. È stato possibile ridefinire il sistema interno organizzativo, perciò i passi successivi consistono nel rimuovere la sospensione. Nel frattempo le competenze sono attualmente passate alla Regione e non appena tutti gli elementi delle criticità che hanno determinato la sospensione del servizio sono risolti (e da quello che gli uffici hanno dichiarato è questione di pochissimo tempo) sarà riaperta anche la parte del trapianto pediatrico. Per quanto concerne la questione che afferisce alle cure e all’assistenza pre e post operatoria, da quello che risulta non sono state messe in discussione, pertanto questo servizio non è interrotto, non è oggetto della sospensione.

Borrelli

Piuttosto che fare una replica volevo sottolineare una cosa. Non ho capito se abbiamo fatto un passo indietro o in avanti perché Matarazzo ha detto entro l’estate, ma l’assessore si è tenuto molto più vago, quindi non ho capito se questo termine è confermato o meno.

Angioli

: Se Matarazzo ha dichiarato entro l’estate, è così; potrebbe essere anche prima, ma non è una decisione monocratica perché chi ha posto la sospensiva deve verificare che il percorso è quello. L’obiettivo della Regione e farlo il più presto possibile, quindi noi speriamo anche prima. Se nelle determinazioni di Matarazzo ci sono queste indicazioni temporali, non possiamo che confermarle. L’obiettivo della Regione è di poter rimuovere la sospensione dei trapianti pediatrici anche prima.

3 - R.G. n. 141/2 - Francesco E. Borrelli - Oggetto: "Sospensione cautelativa di un primario dell'Istituto Tumori Fondazione Pascale"
Borrelli

Ringrazio il Presidente. Sollevo questa questione perché ritengo che non possiamo limitare la Regione ha una struttura di carattere burocratico che non interviene in situazioni di enorme gravità. Mi riferisco alla storia che è iniziata il 7 marzo 2017 quando, a seguito di un’indagine della Procura della Repubblica di Napoli, era stato arrestato il primario di chirurgia epatobiliare dell’Istituto Tumori Fondazione Pascale di Napoli, Francesco Izzo, nipote del Ministro De Lorenzo, ma ovviamente questo non ha nessuna importanza dal punto di vista giudiziario e dell’interrogazione di oggi. Secondo le accuse formulate dai magistrati che l’avevano arrestato il primario garantiva alla moglie Giulia Di Capua l’aggiudicazione di una serie di forniture di prodotti medicinali per l’Istituto Pascale richiedendone l’acquisto mediante procedura negoziale diretta senza ricorrere ad alcuna gara di appalto. In poche parole il marito lavorava come primario all’Istituto Pascale e dava incarichi alla moglie senza gara di appalto. Il primario aveva addirittura dichiarato falsamente che taluni dispositivi medicinali necessari per la cura del tumore al fegato erano urgenti, infungibili e di esclusiva produzione di alcune aziende, quelle della moglie, tra cui prodotti che erano forniti sempre dalla società gestita dalla moglie. Tra le contestazioni vi è, inoltre, la circostanza che il primario aveva addirittura ottenuto 10 mila euro per raddoppiare le prescrizioni, quindi gli ordini di un farmaco antitumorale destinato ai pazienti oncologici. Per far guadagnare più alla moglie e a se stesso, quindi, faceva più prescrizione ai pazienti oncologici. Tali accuse sarebbero state confermate anche da numerose intercettazioni telefoniche della Procura della Repubblica. A seguito dell’arresto Izzo veniva sospeso non solo dal servizio dell’Istituto Pascale, ma anche dall’Ordine dei medici. Nei giorni scorsi, dopo circa un anno trascorso agli arresti domiciliari, il dottor Izzo è tornato in libertà ed è stato reintegrato – il processo è in essere, quindi non è stato scagionato dalle accuse – al Pascale in considerazione del fatto che, nonostante rimangano in piedi i capi d’accusa, la Procura lo ha liberato senza condizioni, prescrizioni o limitazioni di alcun tipo. La vicenda l’ho raccontata e i casi sono due: o è tutto falso quello che è scritto oppure è vero e Izzo verrà condannato, ma questo a me non interessa. A me interessa che un primario accusato con la moglie di un’associazione a delinquere all’interno dell’istituto presso cui lavora ritorna esattamente a quel posto, visto che questa vicenda ha scandalizzato l’intero Paese. Ovviamente noi lo stiamo mettendo in condizione di reiterare perché lo stiamo rimettendo esattamente nello stesso posto e nelle stesse condizioni per cui un anno fa è stato arrestato. Ovviamente la gravità delle accuse – l’ho detto già prima – tutte da dimostrare nel processo, dovrebbero suggerire alla Direzione generale della Sanità della Regione Campania una sospensione cautelativa dal servizio di Izzo (le accuse sono di una gravità inaudita). Per fortuna il Pascale ha deciso di fare una delibera che so che è stata impugnata da Izzo, in cui gli vieta di potersi occupare di ordinativi, ma questa è considerata una forzatura da Izzo, che vuole tornare a ordinare. Giustamente vuole tornare a fare appieno la sua attività. Chiedo se non ci sia la possibilità e se non si intenda intervenire presso la Direzione generale dell’Istituto Tumori Fondazione Pascale per verificare la possibilità e l’opportunità di valutare che venga sospeso Izzo o di destinarlo con una procedura straordinaria almeno in altra struttura e in altro ambito ospedaliero.

Angioli

Anche in questo caso su delega del Presidente rispondo al question time del consigliere Borrelli. Il caso chiaramente ci ha portato alla notorietà su tutti i giornali e i fatti comunque a conoscenza della Regione sono sostanzialmente riconducibili al rapporto di lavoro e agli strumenti di rapporto di lavoro esistenti tra ospedale e medico chirurgo. Alla luce del fatto che sia stato scagionato dalle misure cautelari che erano state disposte dalla magistratura e che sono state riviste a fine anno 2017, alla persona sono state revocate le misure cautelari restrittive della libertà personale. Questo non vuol dire che vi sia già una risposta da parte della magistratura sul processo e le indagini in corso e quelle non hanno un’identificazione temporale per quanto purtroppo accade in Italia al fine delle indagini e processo. La persona, nella fattispecie Izzo, è stata sollevata dagli organi della giustizia dalla misura cautelare. La possibilità di sospenderlo interamente dal servizio secondo le normative vigenti è regolata dalla verifica di alcune circostanze, che non sono state riscontrate. In particolare sono due condizioni specifiche e sono state ritenute insufficienti per sospenderlo integralmente dal suo reintegro in ospedale. Le verifiche fatte ci indicano che la persona non è stata reintegrata nella stessa posizione precedente, ma al contrario a lui sono state assegnate mansioni distanti dall’Amministrazione attiva e dall’acquisizione di bene e servizi. A causa probabilmente del tempo ristretto che abbiamo avuto, possiamo sicuramente accertare il dettaglio delle mansioni, ma non è una competenza della Regione entrare nella disciplina del rapporto di lavoro tra i due nel momento in cui la normativa consente il reintegro della persona nelle attività lavorative. La cautela di averlo inquadrato, escludendo dall’esercizio delle sue funzioni qualsiasi attività che implichi acquisti di beni e servizi, è parsa all’ospedale la soluzione cautelativa di riduzione e di cancellazione del rischio sufficiente a giustificare il reintegro di questa persona. La preoccupazione è importante, per cui con un margine di tempo più congruo, si potrà verificare ulteriormente e acquisire maggiore certezza che questo sia il percorso seguito e che deve fornire tutte le garanzie di non inquinamento di nessun investimento nella gestione delle risorse finanziarie per le quali c’è un’indagine in corso.

Borrelli

Insisto nel dire che secondo me la Regione, tramite il commissariato alla sanità, deve verificare tutte le possibilità che il primario Izzo, se non è possibile non reintegrarlo, cioè è obbligatorio reintegrarlo, dopo un anno di arresti domiciliari, non hanno ancora fatto il processo, non ha avuto ancora condanne e quindi non può rimanere a vita agli arresti domiciliari. Lui sta facendo la stessa attività che faceva prima, gli è stato solo vietato di fare le acquisizioni. Volendo portare avanti un piano criminale, può affidare ad altri quest’attività. Ritengo di metterlo in un altro settore per tentare di impedirgli di fare totalmente, di reiterare la sua attività finché non sarà giudicato, se sarà giudicato innocente nulla questio, ma se sarà giudicato colpevole noi non abbiamo creato le condizioni per permettere di continuare a fare atti illegittimi, illegali e criminali.

4 - R.G. n. 142/2 - Flora Beneduce - Oggetto: "Modalita' e tempi degli interventi edificio ex Casa di Cura Clinica Parco degli Ulivi nel Comune di Moschiano"
Beneduce

Grazie signor Presidente. Il question time che riguarda questa mia interrogazione riguarda le modalità e i tempi di intervento circa il recupero funzionale dell’edificio ex Casa di Cura Clinica Parco degli Ulivi sito nel Comune di Moschiano ed acquisita al patrimonio dell’A.S.L. di Avellino 2. Premesso che la Giunta regionale, nella seduta del 2 luglio 2004, con deliberazione 1386, riguardo il Piano sanitario regionale, autorizzava l’A.S.L. di Avellino 2 ad acquisire l’immobile Clinica Parco degli Ulivi sito in Moschiano, per destinarlo a sede del distretto sanitario di Lauro e conseguente rimodulazione del programma ex articolo 20 legge 67 del 1988; che con la deliberazione de quo la Regione autorizzava l’A.S.L. di Avellino a dare la propria preventiva disponibilità, intento ed impegno al Comune di Moschiano affinché procedesse a dare corso alla procedura di espropriazione per pubblica utilità della struttura sanitaria Clinica Parco degli Ulivi al fine di consentire l’acquisizione al patrimonio della detta A.S.L.. Per inciso, un costo di euro 2 milioni 199 mila 689 è il valore dell’immobile, comprese le attrezzature mediche e non mediche. Considerato che la A.S.L. 2 di Avellino ravvisava e stabiliva che l’acquisto della struttura costituiva la soluzione ottimale anche in quanto rispondente appieno alle caratteristiche e alle esigenze di un costituendo distretto, con superfici tali da assicurare la logistica a tutte le unità operative in uno a garantire dignitosi spazi per allocare mezzi e risorse già definite e programmate con atto aziendale adottato con delibera n. 2171 del 18 novembre 2002; Rilevato: Che la Regione Campania e l'A.S.L. di Avellino 2 nel corso degli anni non hanno mai effettuato alcun intervento di manutenzione al fine di consentire lo stato di conservazione dell'edificio e che allo stato l'immobile ex Clinica Parco degli Ulivi versa in totale stato di abbandono e degrado; Che la struttura non solo è ridotta ad un rudere, ma rappresenta pericolo di incolumità pubblica in quanto accessibile da più varchi; Che i sindaci del territorio del Vallo di Lauro hanno, a più riprese, chiesto un intervento della Regione e dell'A.S.L. Avellino 2 la verifica delle condizioni di ripristino della struttura; Che nel corso di circa 16 anni non è stata trovata alcuna soluzione per il recupero funzionale destinandola quale sede di Distretto sanitario dell'A.S.L. Avellino 2 attualmente allocato a Lauro. Tanto premesso, considerato e rilevato Interrogo il Presidente della Giunta regionale onorevole Vincenzo De Luca per conoscere: Se l'ex struttura sanitaria privata denominata "Clinica Parco degli Ulivi" sita nel Comune di Moschiano, acquisita al patrimonio dell'A.S.L. Avellino 2 è destinataria di fondi statali/regionali per l'edilizia sanitaria nonché se è destinataria di interventi di recupero funzionale da parte della stessa A.S.L.; In caso di risposta affermativa, se è confermata la destinazione di utilizzo della struttura quale sede del Distretto del Vallo di Lauro dell'A.S.L. Avellino 2; In caso di risposta negativa, quali sono le motivazioni di esclusione da progetti di recupero e riqualificazione degli edifici a valenza sanitaria. Grazie.

Angioli

Ringraziamo la Consigliera per la questione posta. Rispetto alla tematica, desidero fornire un complemento di informazioni rispetto al bene in questione. La rimessa a sistema - perciò la valorizzazione, ristrutturazione e ridestinazione d'uso dell'immobile di cui stiamo parlando - era subordinata, dai tempi da cui la Consigliera ha ricordato, al costituendo Distretto di Moschiano. La scelta di costituire questo distretto è al momento venuta meno. Attualmente la ristrutturazione di questi beni appartenenti e rientranti nella categoria del programma di edilizia sanitaria, dopo molto tempo di discussione e di definizione di questo programma complesso - perché la messa a disposizione delle risorse nazionali non era effettiva, ma sostanzialmente virtuale, per cui anche la pianificazione degli interventi non ha permesso l'esecuzione di tutto il fabbisogno regionale - ha obbligato i competenti uffici a definire le priorità di intervento. Recentemente da parte degli uffici della sanità, d'intesa con il Ministero - come a voi noto, sul tema c'è un monitoraggio strettissimo da parte delle autorità nazionali - questo bene non rientra tra le priorità dello stralcio recentemente definito che investe qualche centinaio di milioni di euro (intorno ai 150 milioni di euro) perciò lo stralcio del programma di edilizia sanitaria attualmente approvato pochi giorni fa, a marzo 2018, dalla Regione Campania, dietro stretto monitoraggio e condivisione del Ministero della Sanità, non prevede il riutilizzo di questo bene. Il fatto che non lo prevede, ripeto, è determinato dalle circoscritte disponibilità finanziarie e dalla non chiarita destinazione d’uso di questo bene. Alla luce di questa situazione, pertanto, è competenza dell’ASL indicare la funzione e l’uso che vuole fare di questo bene ai fini del riesame e dell’eventuale reinserimento nel piano di cui all’articolo 20 della legge n. 67 del 1988. Questa è la situazione del bene specifico e dei passaggi sfortunati e la storia che era molto legata alla costruzione del distretto di Moschiano.

Beneduce

Ringrazio l’assessore Angioli, però la risposta mi lascia oltremodo basita, si prospetta già un danno erariale poiché sono stati stanziati dei fondi per l’acquisto da parte della Regione di oltre 2 milioni di euro e non solo. Quando lei dice che ci deve essere un piano da parte della direzione aziendale, il piano c’è stato già ed è stato fatto un progetto di destinazione. La struttura doveva esere utilizzat come unità di cure primarie, tant’è che per questo progetto sono state stanziate oltre 50 mila euro per i professionisti che l’hanno redatto e oltre 7 mila euro per quanto riguarda il responsabile del RUP. C’è da dire che ci sono state anche delle passerelle inutili da parte degli amministratori regionali quando sono stati alla Valle del Lauro e si sono incontrati con tutti i sindaci della zona che rappresentavano sette comuni. Gli stessi amministratori si sono impegnati che avrebbero sicuramente destinato a questa struttura un distretto sanitario che doveva servire i setti comuni che si snodano su oltre cento chilometri della Valle del Lauro con una popolazione di 14 mila abitanti. Considerata la difficoltà per raggiungere gli ospedali, l’ospedale di Nola e l’ospedale di Avellino, sembrava una cosa fatta per bene per tutelare la salute dei cittadini i quali, anche per una lieve iperglicemia, si devono rivolgere all’ospedale di Nola, ma sappiamo che cosa significa rivolgersi in pronto soccorso con tutto ciò che ne consegue con le barelle e con i pazienti curati a terra. Resto basita per questa risposta, mi sembrava che tra le priorità per i cittadini ci dovesse essere proprio la ristrutturazione del parco degli ulivi al fine di dare una risposta sicura e puntuale ai cittadini e ai pazienti che affollano questa zona. La risposta non mi soddisfa, Assessore. La ringrazio per la sua precisazione, però non mi soddisfa. Penso che insieme agli amministratori dei comuni che rappresentano la Valle del Lauro farò battaglia affinché questa struttura, per la quale sono già stati stanziati dei fondi, sia presa in considerazione perché ancora non sappiamo che fine deve fare.

Angioli

Desidero dare solo una precisazione. A fronte dei 2 miliardi previsti per il piano, come dicevo, sono stati stanziati meno di 150 milioni di euro. 150 milioni di euro sono obbligatoriamente destinabili solo a delle priorità. La scelta che è stata fatta ad oggi, avendo la disponibilità di soli 160 milioni di euro, è stata rivolta a quelle strutture che attualmente svolgono già delle attività e hanno dei problemi infrastrutturali piuttosto che ristrutturare un bene fatiscente di cui non è chiara la destinazione d’uso visto che era vincolata alla costituzione di un distretto. La nota del Ministero della Salute del 2009 dichiarava non ammissibile la costruzione del distretto di Moschiano. A cascata si è arrivati a questa soluzione: avendo solo 150 milioni di euro, le priorità (di cui comprendo la questione politica) sono andate sulle strutture operative che hanno dei problemi piuttosto che sulla ristrutturazione integrale di un immobile fatiscente.

5 - R.G. n. 144/2 - Francesco Todisco - Oggetto: "Questioni relative all'accreditamento dell'AIAS Avellino e prospettiva della tutela dei lavoratori"
Todisco

Grazie Presidente. La vicenda dell’AIAS è una vicenda che apre uno spaccato inquietante e preoccupante per quanto riguarda la comunità della città di Avellino. Essa opera fin dal 1984 ad Avellino offrendo servizi di riabilitazione avendo al momento 294 pazienti e 75 dipendenti contrattualizzati in viarie forme. C’è un’inchiesta della Procura di Avellino che apre uno scenario molto preoccupante che riguarda l’AIAS e anche l’onlus che ospita in una struttura a essa data in comodato d’uso gratuito da parte del Comune di Avellino, di sua proprietà, su cui lasciamo che la magistratura faccia fino in fondo il proprio mestiere e svolga fino in fondo il proprio ruolo. Alla politica qui in Consiglio regionale sta salvaguardare la dignità dei lavoratori e il diritto alle cure per i pazienti. Questa vicenda è piena zeppa di elementi da chiarire dal punto di vista amministrativo intanto perché dal 2002 al 2013 la struttura risulta aver operato in maniera irregolare e illecita perché sprovvista dei requisiti di legge. Dal 2013 l’AIAS ha continuato a operare in un regime di accreditamento provvisorio nonostante l’ASL di Avellino abbia certificato il non accreditamento in mancanza dei requisiti minimi richiesti. In tutto questo arco di tempo c’è una storia che in quest’Aula è impossibile ricordare in tutti i passaggi che è fatta di debiti enormi nei confronti dell’INPS, nei confronti del fisco, fino ad arrivare a una somma di 5 milioni di euro, fatta di licenziamenti, di scioperi, con un unico elemento che rimane sempre immutato, ossia che, nonostante la grave crisi economica in cui ha versato e versa l’AIAS di Avellino, il canone di locazione di 300 mila euro annui versato nei confronti dell’onlus Noi con loro, che gestisce in comodato d’uso gratuito questa struttura di proprietà del Comune di Avellino, non è mai venuto meno. Nel frattempo il Sindaco della città di Avellino ha sospeso l’autorizzazione all’esercizio dell’attività sociosanitaria per la mancanza di vari requisiti, tra cui quello dell’antincendio, e soltanto nel gennaio 2018 il Presidente De Luca, nella sua veste di commissario per il rientro del debito sanitario, ha emesso il decreto di non accreditamento. Rispetto a tutta questa vicenda, che conosce questa complessità, noi dobbiamo conoscere alcuni punti fermi. Innanzitutto verificare se ciò che sta facendo l’ASL di Avellino in questo momento è legittimo perché affidare a una cooperativa la riabilitazione dei circa 290 pazienti a una cooperativa che non è accreditata per la riabilitazione, ex articolo 26, appare essere una cosa del tutto illegittima, come viene confermato anche da sentenza del TAR Campania. Chiediamo come sia stato possibile che in tutto questo arco di tempo l’AIAS abbia potuto operare senza avere i requisiti per l’accreditamento, come sia stato possibile che soltanto nel gennaio 2018 il Presidente abbia proceduto a firmare il decreto di non accreditamento, però in tutto ciò dobbiamo fare le azioni possibili per salvaguardare i lavoratori e i pazienti. Ad esempio crediamo sia possibile, in analogia con la legge sulla promozione sociale, operare affinché i pazienti vengano spalmati rispetto alle altre associazioni e agli altri enti accreditai che operano in provincia di Avellino e fare in modo che i dipendenti e i professionisti che operano in quel settore possano seguire il destino dei pazienti negli enti accreditati con un meccanismo del passaggio di cantiere che risulta essere già stato attuato in questa regione, nella regione Campania, ad esempio per Villa Russo a Miano. Poi chiediamo al Presidente se non sia il caso, rispetto a tutte queste vicende che riguardano le strutture accreditate, di non immaginare un’offerta diretta dei servizi di fisioterapia, di riabilitazione, attraverso la costituzione di un albo dei professionisti al quale attingere, in modo da richiamare all’interno, noi, alla Regione, alle A.S.L., diversamente questo servizio ed evitare ciò che spesso capita con queste strutture.

Angioli

Rispondo in quanto delegata dal Presidente. La complessità della questione lei l’ha brevemente sintetizzata, è una questione annosa, è da anni che questa situazione si esercita sul territorio in modo sicuramente discutibile. La formalizzazione del mancato accreditamento è recente ed è stata assunta dal Presidente De Luca. Come noto, le competenze della Regione rispetto a questa materia sono subordinate ai procedimenti dell’A.S.L., per cui è opportuno identificare anche adeguatamente i centri di responsabilità da cui determinati atti amministrativi, che poi condizionano l’operato di tutto il comparto della sanità si sviluppano. È sulla base del perfezionamento di un’istruttoria A.S.L. che viene indicato al Presidente della Regione, nella sua qualifica di commissario alla sanità, la decretazione di Ente non accreditabile per mancanza di requisiti essenziali. Tra i requisiti essenziali vi era l’autorizzazione all’esercizio che doveva essere disposta dal Comune, per cui il Comune in loco e l’A.S.L. in loco, da anni consentivano l’esercizio di questa funzione attraverso l’associazione senza avere adottato l’autorizzazione all’esercizio. Non so se il problema era solo dell’estintore, probabilmente c’erano altri problemi, suppongo che quello sarebbe stato risolto con una certa facilità. La situazione ad oggi è che la struttura non è accreditata, per cui non può svolgere quelle funzioni. La materia così complessa e la necessità della vicinanza al malato e tutte le situazioni che lei ha evocato, obbliga probabilmente ad ampliare la verifica e per cui sono anche gli strumenti che caratterizzano la disciplina del lavoro ed altre, perché le proposte che lei fa di aprire un albo di accreditamento, com’è noto, entrano in un campo delle politiche del lavoro e della formazione, è una proposta che merita una sua attenzione, per cui non voglio escludere la possibilità di sviluppare una riflessione ulteriore, che salvaguardi me le competenze delle persone che fino ad oggi hanno prestato il servizio nel caso in cui questo servizio sia stato effettuato con soddisfazione e correttezza per quanto riguarda il protocollo medico sanitario curativo. Sulla parte relativa all’accreditamento, la formalizzazione tramite il decreto del Presidente si è riscontrata e confermata l’impossibilità. Come noto, le procedure di accreditamento possono essere riproposte e ripresentate se ci sono le condizioni, questo è un altro capitolo da verificare rispetto agli altri problemi che afferiscono la gestione di quest’associazione italiana. I temi sono complessi, non è solo una questione di accreditamento, la certezza è che oggi non ha l’abilitazione di prestare questo servizio. Per quanto riguarda la questione della cooperativa attivata, ci riserviamo di fornire un complemento di informazioni che abbiamo richiesto alla struttura competente e in forza del question time da lei proposto, ma non abbiamo avuto gli elementi sufficienti di chiarezza. Mi riservo di farle avere un contributo a stretto giro sulla caratteristica della cooperativa e e la correttezza delle procedure messe in campo.

Todisco

Ringrazio molto l'Assessore per la sua disponibilità e anche per le parole di chiarezza che ha voluto spendere circa l'individuazione dei centri di responsabilità in tutta questa vicenda, che richiedono alla Regione, al Presidente in particolar modo, un'azione di vigilanza severa e rigorosa rispetto a una vicenda che ha così tanti punti di debolezza e di fragilità. Per quanto riguarda le garanzie verso i lavoratori e verso i pazienti, le chiedo di farsi carico rispetto agli uffici di un'istanza di presenza rispetto al tavolo che si sta svolgendo in questi giorni, in queste ore, in Prefettura, che ha visto quasi sempre, se non sempre, la mancanza, l'assenza da parte dei funzionari e dei dirigenti regionali, proprio per indirizzare questo ragionamento nel percorso migliore, perché, ripeto, anche rispetto a ciò che è accaduto in un caso analogo, che è quello di Villa Russo di Miano, è possibile intraprendere la strada dello spalmamento dei pazienti e dei dipendenti - come sa, soprattutto nel campo della fisioterapia, il rapporto fiduciario fra il paziente e il professionista è assolutamente fondamentale - rispetto alle altre associazioni e agli altri enti accreditati che ci sono in provincia di Avellino. È molto importante anche quello che diceva in precedenza circa la verifica su quanto in queste ore sta facendo l'A.S.L. di Avellino circa la sua regolarità. Mi affido a lei e al Presidente, naturalmente, affinché ci sia il rigore più assoluto nel controllo di questa procedura. Grazie, Presidente.

6 - R.G. n. 143/2 - Monica Paolino - Oggetto: "Completamento degli inteventi accordo di programma piu' Europa tra il Comune di Scafati e la Giunta regionale"
Paolino

Grazie, Presidente. L'oggetto è il completamento degli interventi previsti nell'accordo di programma "Più Europa" sottoscritto tra Comune di Scafati e Giunta regionale della Campania. Premesso che relativamente all'accordo di programma sottoscritto dal Comune di Scafati e dalla Giunta regionale della Campania, così come integrato dal decreto dirigenziale n. 13 del 10 aprile 2017 e alla riprogrammazione degli interventi previsti dal programma "Più Europa" finanziati con risorse POR-FESR Campania, Obiettivo Operativo 6.1 e da altre fonti a titolo di cofinanziamento, ci giungono notizie di gravi e illegittimi ritardi rispetto agli impegni assunti dal Comune di Scafati. Interventi per circa 14 milioni di euro della Regione Campania, secondo l'accordo fra le parti da completare attraverso l'utilizzo delle rinvenienze maturate a seguito di rimborso di spese certificate sui progetti originariamente finanziati con altre risorse e conformi al POR, per un ammontare pari a 10.209.195,47 euro e 3.782.144,41 euro, sulle risorse della programmazione FESR 2014/2020 da ammettere a finanziamento con successivo decreto. AD oggi, a distanza di più di quindici mesi da quell'accordo, ci risulta non sia stata inaugurata nemmeno un'opera di quelle elencate. Tra queste si evidenzia, inoltre, che alcune erano già state realizzate o in fase di completamento dalla precedente gestione amministrativa. In considerazione dei notevoli ritardi e delle eventuali responsabilità del Comune, chiedo a voi, in quanto co-firmatari dell'accordo di programma: Di porre in atto ogni verifica da parte della struttura competente in materia, al fine di verificare, opera per opera, lo stato dell'arte. Di verificare, inoltre, se dal punto di vista delle regole cui i soggetti /organismi sono chiamati in causa e i relativi impegni da assumere, l'Autorità cittadina ha provveduto a rendicontare e certificare le spese effettuate e ad organizzare una struttura con livelli di responsabilità come chiede la Comunità Economica Europea. Di avere informazioni se la Regione Campania ha effettuato in questo periodo, come da accordo, controlli periodici tecnico-amministrativi al fine di verificare lo stato di avanzamento dei lavori, la regolarità contabile delle procedure previste dal programma e se sono state, o meno, riscontrate illegittimità, anomalie o incongruenze. È auspicabile, pertanto, alla luce della tempistica di spesa che ci impone l’Europa che la signoria vostra convochi, con la Commissione straordinaria, al fine di capire che cosa ha impedito di dare seguito al completamento delle opere che visivamente non risultano neppure cantierizzate. Un ulteriore ritardo metterebbe seriamente a rischio l’utilizzo dei fondi che Scafati era riuscito a garantirsi grazie alle opere pubbliche realizzate negli anni precedenti. Sappiamo tutti che questo è un momento difficile per i comuni che da anni non hanno più la capacità di indebitamento per nuove opere pubbliche. Si interroga per sapere a distanza di quindici mesi dall’accordo di programma tra il Comune di Scafati e la Regione Campania se la Commissione tecnica della Regione in capo a quest’assessorato abbia riscontrato ritardi, anomalie, incongruenze o eventuali illegittimità nella gestione del programma e degli accordi definiti tra le parti, tenuto conto (lo ripeto) degli impegni che come Regione abbiamo con l’Europa e delle tempistiche che l’Europa ci impone, il tutto anche alla luce del programma triennale delle opere pubbliche approvato di recente dalla Commissione straordinaria all’interno del quale sono definite nella tempistica anche le opere del Più Europa che lei non ha perché il mio collaboratore non l’ha presentate. Se posso, gliele consegno in questo momento.

Angioli

Ringrazio la Consigliera per l’interrogazione posta. Rispondo per quello che riguarda la principale e giusta preoccupazione che la Consigliera ha esposto. I temi sollevati sono due: il primo era la preoccupazione della perdita delle risorse europee stanziate in favore del Comune di Scafati. Il secondo era legato al fatto che, se non si completano le opere, i cittadini non ne beneficiano. Rispetto alla situazione in atto nei rapporti tra il Comune di Scafati e la Regione nell’ambito del Più Europa, POR FESR 713, sono stati concludi quattro accordi che sono in progress e integrativi di quello iniziale e hanno portato a identificare il numero degli interventi inseriti in questi accordi. Il numero degli interventi inseriti nell’accordo di programma, come da ultima versione, era di quarantasei interventi. Gli atti amministrativi in nostro possesso e le verifiche d’obbligo svolte dagli uffici portano a dire che di questi quarantasei progetti previsti dal programma quarantaquattro risultano alle carte completati. Ovviamente, come abbiamo potuto accennare, una parte di questi interventi non è costituita da nuove opere, ma opere esposte a rendicontazione. Il circolo della rendicontazione consente alla Regione di risolvere i problemi di rendicontazione nel volume complessivo delle spese da documentare e al Comune di ricevere una restituzione delle somme prestate per la rendicontazione. Attualmente le somme che il Comune deve ricevere da parte della Regione Campania a titolo di compensazione ammontano a circa 8 milioni 870 mila euro. Di questa parte sono coinvolti nelle scadenze di cui lei espone la preoccupazione per ciò che riguarda la programmazione europea 3 milioni 782 mila euro, che sono parte del completamento di un progetto che è stato fasizzato, che era messo nel precedente programma ed esposto a completamento nel nuovo, e che riguarda il polo scolastico di via Oberdan, il cui valore complessivo è di 13 milioni 900 mila euro. L’articolazione finanziaria di questo progetto è divisa in due programmi: il 7.13 e il 14.20. Una parte di risorse pari a 3 milioni 700 mila euro è oggetto di finanziamento tramite il POR 2014/2020. Oggi non ci risulta agli atti un problema di perdita di finanziamenti, per cui questo tema non costituisce un allarme. Altro discorso è cosa ne fa il Comune di Scafati delle risorse che gli vengono restituite e delle opere che deve mettere in campo finalizzate a integrare, completare e potenziare il percorso di rigenerazione urbana avviato con il Più Europa e in corso di perfezionamento e completamento con il nuovo programma POR con la dizione PICS. In questo ambito forniamo come aggiornamento di informazione il fatto che sono state fatte diverse delibere dalla Giunta e alcune di esse hanno portato avanti il processo di riconoscimento di organismo intermedio, per cui le città verranno nuovamente delegate a gestire una parte di nuove somme che attingono all’asse 11 del POR 2014/2020 e il Comune di Scafati è tra le diciannove città che sono in questo percorso. Noi abbiamo dato una tempistica e auspichiamo che entro marzo tutte le città siano in grado di poter essere delegate e sviluppare la loro progettazione, per cui l’uso delle risorse che rientrano al Comune non è ad oggi assoggettato alle scadenze della programmazione europea, salvo per il progetto a cavallo, di cui abbiamo parlato.

Paolino

Ringrazio l’Assessore Angioli. La mia preoccupazione infatti non riguardava le opere precedentemente rendicontate, opere, come lei diceva, che in parte sono state realizzate e in parte sono in fase di completamento e che riguardavano la gestione amministrativa prima di essere commissariata. Non era questo il problema che le ponevo. La mia preoccupazione riguardava i 14 milioni di euro che sono stati successivamente aggiunti per il polo scolastico grazie alle rinvenienze maturate a seguito delle spese certificate sui progetti e grazie anche ai finanziamenti del POR che lei prima ha citato. La mia preoccupazione è relativa non alle quattro fasi, ma all’ultima, quindi a quella dei 14 milioni, quella che è in capo alla Commissione straordinaria che oggi fa capo al Comune di Scafati, quindi le chiedevo semplicemente se, come Regione, perché ovviamente abbiamo un accordo di programma con il Comune di Scafati, per la competenza che è a capo di questo Assessorato (ovviamente nella Commissione tecnico-amministrativa), avevamo fatto delle verifiche e dei controlli perché ad oggi non ci risulta che sia stata nemmeno cantierizzata una sola opera. La preoccupazione quindi era relativa a quest’ultima fase e a questi ultimi 14 milioni di euro che Scafati rischia di perdere. Grazie Assessore.

7 - R.G. n. 149/2 - Erasmo Moratruolo - Oggetto: "Soppressione di servizi e delocalizzazione del personale dei poliambulatori di Cautano e Torrecuso"
Mortaruolo

Grazie Presidente. Premesso che è compito dell’Amministrazione regionale creare e mantenere le condizioni affinché vengano garantiti i servizi essenziali, in primis quelli sanitari alla popolazione residente in Campania; che la direzione generale dell’A.S.L. di Benevento ha deciso con apposito provvedimento di sopprimere l’importante ed essenziale servizio territoriale svolto dai poliambulatori di Cautano e di Torrecuso, de localizzando servizi e personale presso il Polo di San Giorgio del Sannio; che le Amministrazioni locali afferenti ai poliambulatori, i cittadini del territorio hanno già assunto deliberazioni per evitare la sottrazione di servizi strategici e indispensabili per il territorio confermando la volontà di intraprendere tutte le azioni mirate ed efficaci per scongiurare la perdita di prestazioni sanitarie. Si interroga il Presidente della Giunta regionale al fine di scongiurare il depotenziamento dei poliambulatori di Cautano e di Torrecuso e per attivare tutte le azioni necessarie volte alla salvaguardia dei servizi sanitari, cercando in questo modo di conoscere le attività poste in essere dall’Amministrazione regionale

Angioli

Rispondo alla questione posta su delega del Presidente. Dalle verifiche che abbiamo effettuato, in forza della questione che è stata formalizzata, non ci risulta che ci siano provvedimenti in atto di questa natura, per cui non risulta che l’A.S.L. abbia decretato l’interruzione o la diminuzione di questi servizi. Risulta invece una riorganizzazione dei servizi in atto, ma tutti i servizi che sono attualmente offerti nella zona della Valle Vitulanese non risultano compromessi. Sicuramente c’è un avvicendamento di personale, questo può aver creato qualche preoccupazione, ma l’avvicendamento del personale è una cosa che accade dovunque. A seguito delle verifiche di corto periodo, velocemente potute effettuare nel contesto del Question Time, leggo, è opportuno leggere in quanto è dichiarazione virgolettata dell’A.S.L.: “Le attività sono erogate con regolarità e senza alcuna diminuzione nell’erogazione in quanto garantite”. Dopodiché, c’è un elenco, si riprendono alcune caratteristiche, si assicura che il personale medico infermieristico è sufficiente per garantire le prestazioni di questa natura, che il personale allo stato assicura anche le attività del Centro Unico di Prenotazione (CUP), attività che dall'1 marzo sono state capillarizzate sul territorio tramite anche le farmacie convenzionate. Presso i due ambulatori oggetto dell'interrogazione, cioè Cautano e Torrecuso, viene inoltre svolta attività di prelievi ematici nei giorni eccetera. Io posso lasciarle la relazione, ma da quelle che sono le nostre verifiche, in aggiunta a quella specificatamente riportata, non c'è stata nessuna disposizione di interruzione del servizio.

Mortaruolo

Grazie Assessore, mi ritengo soddisfatto dalla risposta e chiedo se è possibile averne copia.

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