Question Time del 1 dicembre 2015

Indice:
1 - Comunicazioni del Presidente
2 - RISCHIO CROLLI NELL’AREA ARCHEOLOGICA DI CUMA E INTERVENTI URGENTI PER SALVARE E TUTELARE L'ANTRO DELLA SIBILLA
3 - GRANDE PROGETTO “COMPLETAMENTO DELLA RIQUALIFICAZIONE E RECUPERO DEL FIUME SARNO”
4 - PROGETTO LAVORI “COLLETTORE FOGNARIO GIUGLIANO - MELITO - SANT’ANTIMO”
5 - DIFFIDA GORI S.p.A. – DEBITI VANTATI DALLA REGIONE CAMPANIA ANNI 2013-2014
6 - CENSIMENTO TERRENI DEMANIALI REGIONALI
7 - MONITORAGGIO VINCITORI ED IDONEI GRADUATORIE CONCORSUALI VIGENTI DEL COMPARTO SANITÀ
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE (D’Amelio)

Diamo inizio alla seduta di Question Time. Ricordo che ai sensi dell’articolo 129 del Regolamento Interno, il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l’interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di 3 minuti, successivamente, l’interrogante o altro Consigliere del medesimo gruppo ha il diritto di replicare per non più di 2 minuti. Ricordo inoltre che le interrogazioni all’ordine del giorno dell’odierna seduta di Question Time sono state elencate nell’ordine di presentazione.

RISCHIO CROLLI NELL’AREA ARCHEOLOGICA DI CUMA E INTERVENTI URGENTI PER SALVARE E TUTELARE L'ANTRO DELLA SIBILLA
PRESIDENTE (D’Amelio)

Passiamo all’interrogazione: “Rischio crolli nell’area archeologica di Cuma e interventi urgenti per salvare e tutelare l’Antro della Sibilla” Reg. Gen. n. 1/2 a firma del consigliere Alfonso Longobardi (De Luca Presidente in Rete), già distribuita in Aula. La parola al consigliere Longobardi.

LONGOBARDI (De Luca Presidente)

Quest’interrogazione nasce da una visita istituzionale fatta presso il sito dell’area archeologica di Cuma. Premesso che: la Campania ospita un enorme e inestimabile patrimonio culturale ed archeologico e che tra i siti di maggiore interesse, nazionale e internazionale, vi è l’area archeologica di Cuma ed in particolare l’Antro della Sibilla; l’Antro della Sibilla, che nell’antichità fu uno dei santuari più venerati, consta di una galleria rettilinea, il dromos, di forma trapezoidale, risulta chiuso al pubblico da oltre un anno e mezzo per il rischio imminente di crolli; annualmente i visitatori dell’area archeologica di Cuma e dell’Antro della Sibilla sono circa 100 mila, tra turisti italiani e stranieri, e a seguito della chiusura del marzo 2014 gli accessi sono crollati del 40 per cento circa; risulterebbe avanzata apposita progettazione per ottenere una linea di finanziamento nell’Ambito del “Pon cultura e Sviluppo 2014-2020”; gli interventi di somma urgenza, per consentire la messa in sicurezza del sito di Cuma ed evitare il ripetersi di ulteriori crolli che causerebbero la sua definita inagibilità, ammonterebbero a circa 1 milione di euro; Si interroga il Presidente della Giunta regionale: per verificare un intervento urgente di salvaguardia dell’Area archeologica di Cuma, con la riapertura dell’Antro della Sibilla, anche in sinergia con il Governo nazionale ed il Ministero dei Beni Culturali al fine di tutelare uno dei siti più importanti della Campania e ridare sviluppo turistico all’area flegrea.

BONAVITACOLA (Assessore Ambiente e Urbanistica)

Naturalmente il tema sollevato dall’interrogante trova particolare sensibilità nell’azione di quest’Amministrazione perché si tratta di uno dei siti dal punto di vista culturale, archeologico e storico di maggiore rilievo della nostra Regione, quindi gli interventi auspicati dall’interrogante sono assolutamente condivisi. Riferirò alcune informazioni che sono state predisposte dall’ufficio anticipando che io stesso le ritengo parzialmente soddisfattive del quesito e confermo l’impegno di integrarle con i doverosi approfondimenti istruttori. Mi viene riferito che gli interventi di scavo archeologico, restauro conservativo e valorizzazione dell’area archeologica di Cuma sono stati tra le azioni portanti del Pit Campi Flegrei nell’ambio del Por Campania 2006, per un importo complessivo certificato del Pit di ben 73 milioni 716 mila 889 euro, a valere sulla risorsa della misura 21 di cui specificamente euro 10 milioni 18 mila per il Parco Archeologico di Cuma in modo particolare. Il medesimo sito di Cuma sarà oggetto di ulteriori interventi integrati e coordinati tra il Ministero dei Beni Ambientali e Culturali e la Regione Campania, a seguito della sottoscrizione dell’accordo operativo di attuazione per la definizione degli ambiti di complementarità e demarcazione tra il programma nazionale Pon e il programma regionale Por per la cultura 2014-2020. Si segnala inoltre che è stata proprio la Regione Campania in questi mesi a rappresentare, in sede di definizione dei contenuti del precisato accordo, la necessità di articolare lazione integrata del Pon e del Por, inizialmente limitata per l’Area Flegrea e ai soli attrattori dell’Anfiteatro Flavio e del Tempio di Serapide, siti nel territorio del Comune di Pozzuoli, con l’inserimento anche del Parco Archeologico di Cuma parimenti sito nel Comune di Pozzuoli nonché nel Parco Archeologico delle Terme di Baia e del Museo Archeologico dei Campi Flegrei, entrambi siti del territorio del Comune di Bacoli. Tanto è apparso opportuno e necessario proprio al fine di completare e consolidare le azioni di conservazione e valorizzazione integrata dello straordinario patrimonio archeologico flegreo, anche nella prospettiva di candidare questo eccezionale ed inscindibile contesto naturalistico, caratterizzato dai nodi e particolari fenomeni connessi al vulcanesimo e archeologico all’inserimento nella lista Unesco del patrimonio mondiale dell’umanità. Si tratta di una prima nota informativa, mi è stato assicurato dall’ufficio che vi sono approfondimenti istruttori che mi riservo di far pervenire tempestivamente all’interrogante.

LONGOBARDI (De Luca Presidente)

Ringrazio il Vicepresidente, rimango soddisfatto da quanto detto pocanzi e soprattutto da una cosa che ha tenuto a precisare il Vicepresidente, di cui sono particolarmente contento, che queste azioni rientrano non solo nella valorizzazione del Parco Archeologico e dei beni culturali di cui la Regione Campania ha un vanto a livello mondiale, ma da qui parte il nostro sviluppo, si parla di distretti industriali, si parla di mettere insieme il patrimonio fantastico che la nostra Regione dispone, quindi pertanto ritengo che da qui parte il rilancio dei nostri territori. Altro aspetto cruciale su quest’area fantastica, che è l’area flegrea, l’area di Cuma, è che c’è anche la possibilità di progettare anche il potenziamento della logistica, con alcune eventuali possibilità da mettere in cantiere, ritengo che ci possa essere la possibilità di aprire un tavolo di concertazione, un tavolo di verifica di tutte quelle che sono le strategie della nostra amata Campania e rilanciare il turismo, rilanciare tutto ciò che parla di archeologia e legarlo anche al rilancio dei prodotti tipici, archeologia, cultura, enogastronomia, questi solo i progetti e gli intenti che vogliamo portare per rilanciare la nostra fantastica terra.

GRANDE PROGETTO “COMPLETAMENTO DELLA RIQUALIFICAZIONE E RECUPERO DEL FIUME SARNO”
PRESIDENTE (D’Amelio)

Passiamo all’interrogazione: Grande Progetto “Completamento della riqualificazione e recupero del fiume Sarno” Reg. Gen. n. 2/2 a firma della consigliera Monica Paolino (Forza Italia), già distribuita in Aula.

PAOLINO (Forza Italia)

Premesso che il progetto di completamento della riqualificazione e recupero del fiume Sarno, meglio noto come Progetto Grande Sarno faticosamente sta andando avanti. Attualmente sono state chiuse con esito positivo, da parte dell’agenzia regionale ARCADIS, le conferenze di servizio per i lotti 1, 2 e 3. Parallelamente però, soprattutto numeri ultimi mesi, vi è stato un susseguirsi di interventi, manifestazioni, dimostrazioni di comitati, associazioni, amministratori locali e cittadini che si oppongono fortemente alla realizzazione del progetto, invocando svariate motivazioni, da problematiche legate all’inquinamento e all’inutilità delle opere a farsi. Considerato che il Grande Progetto Sarno è un progetto di natura idraulica che ha come suo obiettivo principale di abbattere l’esposizione al rischio alluvione di decine di migliaia di persone, a diverso titolo oggi vittime di allagamenti per l’esondazione in fase di piena del fiume Sarno, con grave pericolo per l’incolumità fisica ed ingentissimi danni, come dimostrano i recenti ed intensi eventi meteorici di ottobre 2015. Premesso ciò mi preoccupa il silenzio assordante dell’attuale governance della Regione Campania La quale sin dal suo insediamento si è distinta per una sostanziale e prudente, direi quasi indifferenza alla problematica, fatta eccezione per l’istituzione ad agosto 2015, di un tavolo tecnico finalizzato all’individuazione di interventi immediati a farsi sugli argini del fiume Sarno (azione condivisibile nell’idea, ma nell’esecutività rivelatasi disastrosa), su cui mi sono già espressa con apposita precedente interrogazione ricevendone in cambio una risposta del tutto insoddisfacente. Pertanto chiedo alla luce di quanto sopra riportato di conoscere in modo netto e chiaro la posizione del Governo regionale sulla messa in esecuzione del Grande Progetto Sarno. Ancora chiedo di avere degli aggiornamenti sullo stato dei lavori rispetto ai lotti 1, 2 e 3 che come dicevo prima stanno in via di procedimento; vorrei sapere lo stato attuale dei lotti 1, 2 e 3. Grazie.

BONAVITACOLA (Assessore Ambiente e Urbanistica)

Grazie Presidente. Naturalmente il grande progetto fiume Sarno è uno degli interventi di maggiore rilievo in termini di riqualificazione ambientale e di messa in sicurezza del territorio della nostra Regione. L’interrogante pone dei quesiti non solo giusti, ma incontrano anche molte delle nostre preoccupazioni. Mi riservo di produrre un’articolata risposta scritta, più dettagliata, in separata sede all’interrogante, in questa sede ne farò una rapida sintesi anche per ragioni di rispetto dei tempi che ci sono attribuiti in particolare nella parte finale che riguarda un’informativa sullo stato dell’arte. Sapete che quest’intervento dalla precedente Amministrazione è stato attribuito nella titolarità come oggetto attuatore all’ARCADIS. In particolare, la fase più impegnativa ha riguardato le campagne di indagine e rilievo ai fini della redazione dei progetti definitivi e soprattutto le Conferenze di Servizi che dovevano esprimere i pareri per passare alla fase della realizzazione delle opere. Negli ultimi mesi, in considerazione dello sviluppo positivo delle sentenze del Tar sui risorsi al parere VIA, sono state finalizzate dalle Conferenze di Servizi, i lotti 1, 2 e 3 con apposita emissione dei relativi provvedimenti di positiva conclusione. A breve sarà convocata la Conferenza sui lotti 4 e 5 con relativa possibile finalizzazione dei primi mesi dell’anno 2016. Per il definitivo avvio dei bandi per i lavori dei lotti è necessario, quale ultimo passaggio normativo, la verifica ai fini della validazione dei progetti definitivi. In tal senso è stata avviata una procedura di gara per l’esecuzione di tale servizio di verifica per i lotti 1 e 2 che è in corso di conclusione. Sul punto l’ARCADIS si è però dotata nell’ultimo periodo degli strumenti per poter utilmente procedere al servizio anche con personale interno, è stato un impulso specifico dato all’ARCADIS perché se esiste una struttura anche con personale qualificato è opportuno valorizzarla al meglio ed evitare le ovvie lungaggini connesse ad un appalto di servizio a soggetti terzi attraverso le inevitabili procedure di evidenza pubblica. Potrà pertanto essere avviato a breve anche la verifica del lotto 3 già approvato in Conferenza di Servizi. Per quanto riguarda il progetto di monitoraggio e Protezione Civile, è stato approvato in apposita Conferenza ed è in corso di ultimazione la gara per il relativo affidamento. L’intervento prevede la fornitura e l’installazione di numero 14 stazioni di monitoraggio sulle portate del fiume Sarno e sugli affluenti principali, la Solofrana, la Cavaiola, la Calvagnola e la Vinaio, nonché dei servizi di campionamento e l’analisi per la valutazione della qualità delle acque che non porta a base d’appalto di 1 milione 478 mila euro. Per l’inizio del 2016 potrebbe essere avviato il contratto. Per tutto quanto sopra è evidente come il grande progetto si trovi in una fase avanzata dal punto di vista della progettazione dell’iter approvativo con possibilità di avviamento dei bandi per lavori nei primi mesi dell’anno 2016. La necessità della realizzazione degli interventi è testimoniata dalle problematiche di allargamento che sovente si verificano su molteplici punti del bacino in corrispondenza di eventi meteorici ed anche locali e di piccola e media intensità per i quali è opportuno ed appropriato soltanto un approccio integrato a sala di bacino come quello di cui al programma del Grande Progetto in questione. Aggiungo che come ricordava correttamente l’interrogante, ci siamo posti quest’estate il tema di interventi di mitigazione dei fenomeni di esondazione con una manutenzione programmata che potesse anticipare in una maniera molto provvisoria e parziale gli effetti connessi alla realizzazione del progetto di intervento, quello strutturale. Continueremo con le risorse, ovviamente in questo caso si tratta di risorse sul bilancio corrente, a battere questa strada. Aggiungo anche per lealtà e per dovere di chiarezza che l’Amministrazione in fase di ulteriore attuazione di interventi non esclude di avere delle riflessioni su alcune scelte di carattere tecnico che sono ovviamente legittimamente da verificare, fermo restando la condivisione dell’impianto strutturale dell’intervento.

PAOLINO (Forza Italia)

Mi sento soddisfatta della risposta dell’assessore Bonavitacola. Bisognerà continuare a prestare grande attenzione a questo progetto che è di grande importanza. Prima parlavo del tavolo tecnico che lei ha avuto ad agosto, dicevo che era condivisibile nell’idea, ma non nell’esecutività perché a mio avviso i lavori di messa in sicurezza dell’argine del fiume andavano fatti a valle e non a monte. Ecco questa mia insoddisfazione rispetto a quella che è stata la procedura dei lavori. Ripeto, sono davvero soddisfatta, contenta della risposta. Grande attenzione su questo Grande Progetto, un progetto che andrà a risolvere in maniera definitiva quelli che sono i problemi di allagamenti e di esondazione dei fiumi. Grazie Assessore.

PROGETTO LAVORI “COLLETTORE FOGNARIO GIUGLIANO - MELITO - SANT’ANTIMO”
PRESIDENTE (D’Amelio)

Passiamo all’interrogazione: Progetto lavori “Collettore fognario Giugliano - Melito - Sant’Antimo” Reg. Gen. n. 3/2 a firma del consigliere Armano Cesaro (Forza Italia), già distribuita in Aula. Comunico che con nota del 30 novembre 2015 il consigliere Armando Cesaro ha ritirato l’interrogazione a propria firma.

DIFFIDA GORI S.p.A. – DEBITI VANTATI DALLA REGIONE CAMPANIA ANNI 2013-2014
PRESIDENTE (D’Amelio)

Passiamo all’interrogazione: “Diffida Gori S.p.A. – Debiti vantati dalla Regione Campania anni 2013-2014” Reg. Gen. n. 4/2 a firma della consigliera Maria Muscarà (Movimento 5 Stelle), già distribuita in Aula. La parola alla consigliera Maria Muscarà che ha la facoltà di illustrarla per un minuto.

MUSCARA’ (Movimento 5 Stelle)

Grazie della parola. Questa storia va avanti dal mese di luglio, dal momento in cui facemmo notare alla Regione Campania che la stessa Regione Campania aveva un credito di 92 milioni di euro e che questo credito era da tutti ignorato se non sottaciuto. A luglio del 2015 presentammo una mozione che fu boicottata in quest’Aula e il tutto fu rimandato in Commissione Ambiente. In Commissione presentammo i documenti che la stessa Regione ci aveva fornito, ma che una parte della Regione ignorava. Faticosamente siamo arrivati alla Commissione che in data 28 ottobre ha lentamente lavorato e lentamente ha inviato le conclusioni e i documenti agli uffici, questo ormai un mese fa. Avevamo chiesto di procedere alla diffida che in caso di mancata ammissione in bonis entro il termine di 60 giorni procedere, nei confronti della Gori, con gli ordinari mezzi di riscossione per il conseguimento dell’intero valore dei crediti vantati dalla Regione Campania, in via subordinata a quanto precede avevamo chiesto di procedere ad apposita diffida di pagamento di quanto dovuto per gli anni di competenza 2013 e 2014 ed in caso di mancata ammissione in bonis entro il termine di 60 giorni procedere nei confronti della Gori con gli ordinari mezzi di riscossione coattiva per il conseguimento della somma di 92 milioni di euro. Inoltre, viste le altre criticità esposte in Commissione, avere anche l’elenco del personale in forza alla Gori, i compensi dei soggetti convenzionati e contrattualizzati a tempi determinato e gli incaricati, l’elenco della forza lavoro operante nelle imprese private che attualmente gestiscono gli impianti di depurazione dell’ambito dell’Ato 3, l’analisi comparativa delle tariffe dell’ambito Sarnese Vesuviano applicate dalla Gori con le tariffe degli altri territori campani che hanno altri gestori. Vi ringrazio per la risposta che vorrà darmi.

BONAVITACOLA (Assessore Ambiente e Urbanistica)

Vorrei ricordare a quest’Amministrazione che nei suoi primi atti ha dichiarato cessata una struttura di emissione per il ciclo delle acque in modo anomala, istituita dalle precedenti Amministrazioni e che di fatto sostituiva le attribuzioni ordinarie in materia di gestione del ciclo delle acque. Appena vi è stato questo rientro, a nostro parere, doveroso nella gestione ordinaria, la direzione competente ha provveduto a diffidare formalmente la Gori SpA in ordine alle morosità maturate sulle due annualità 2013-2014 perché hanno depurazione e collettamento, si tratta, in particolare, da ultimo, della nota 76 e 7770 dell’11 novembre 2015. Riferisce la struttura che in ordine a tali annualità sono state emesse due fatture in acconto rispetto alle quali sono stati effettuati i pagamenti nei mesi di aprile e giugno per un totale di 3 milioni 416 mila 316 euro, tali fatture sono state emesse sulla base dei Comuni e i consumi comunicati alla Gori, successivamente aggiornati con ulteriori comunicazioni che hanno determinato la necessità di provvedere all’emissione di fatture al conguaglio, attualmente in corso d’istruttoria. A seguito della delibera numero 338/2015 con la quale l’autorità per l’energia Elettrica, Gas e Sistema Idrico ha approvato ad ufficio le tariffe del servizio idrico per il grossista Regione Campania, ponendo il valore massimo del moltiplicatore pari a 09, l’ufficio regionale sta verificando, anche attraverso interlocuzioni con l’autorità, se sia altresì necessario provvedere ad un’ulteriore rideterminazione dell’importo alle citate fatture, applicando ai Comuni definitivamente comunicati la tariffa conseguente la deliberazione dell’autorità competente. Ad ogni buon conto nelle more della citata sistemazione contabile e delle fatture emesse, la direzione generale ambiente ha calcolato per ciascuna fattura l’importo certo, liquido ed esigibile, applicando ai volumi già fatturati la tariffa determinata d’ufficio dall’autorità, diffidando la Gori al pagamento dell’importo dovuto, dei tratti, solo i pagamenti già effettuati. Peraltro, in linea con i disposti dell’articolo 3 comma 34 della Convenzione di utenza sottoscritta dalla Regione Campania alla Gori in data 16 luglio 2014, secondo la quale il ritardo nei pagamenti e i crediti liquidi ed esigibili dovuti dalla Gori per effetto della presente convenzione comporta l’automatica applicazione degli interessi legali, sono state emesse le fatture numero 14 e 15 del 10 novembre 2015, a titolo d’interessi legali sulle fatture 106/14 e 15, d’importo pari rispettivamente a euro 72 milioni 838,66 ed euro 13 mila 440, diffidando la Gori al pagamento di tutto quanto ancora dovuto dalla Regione, ravvisando la società, nel caso al termine dei 30 giorni non avesse provveduto alla regolarizzazione della posizione debitoria maturata, si sarebbe attivata ogni procedura amministrativa e giudiziaria necessaria ad assicurare la tutela degli interessi regionali, inclusa l’applicazione a tutti i Comuni della Gori per dotare gli impianti di depurazione regionale del blocco di tutti i trasferimenti regionali in ossequio all’articolo 1 comma 181 della legge regionale numero 5/13. Per quanto attiene il debito per canoni idrici relativo alle annualità 2013-2014 si fa osservare che la riscossione degli stessi è di competenza della concessionaria regionale Acqua Campania, che dal canto suo ha provveduto ad inoltrare formale diffida al pagamento di quanto dovuto dalla Gori e che dai dati trasmessi dalla concessionaria risulta pari ad euro 62 milioni a fronte di fatture emesse per un totale di 75 milioni. La Gori ha corrisposto l’importo di 13 milioni. Per maggiore completezza d’informazione si rappresenta che la nota 64074 del 24 novembre 2015 è ancora in corso d’istruttoria presso gli uffici regionali. La Gori ha rappresentato che a causa delle vigenti tariffe da essa applicate agli utenti dell’Ato 3, predisposta in conformità al metodo fissato dall’Autorità, non è assicurata l’integrale copertura dei costi per il periodo 2012-2015. Pertanto al fine di contemperare le esigenze di adempimento ai pagamenti dovuti alla Regione, con il mantenimento dell’equilibrio economico finanziario della gestione del servizio idrico integrato dell’Ato 3, nonché con il contenimento della crescita tariffaria applicato all’utenza, la Gori ha rinnovato l’istanza di rateizzazione riferita ai suddetti periodi 2013-2014 sino al 30 marzo 2015, già inoltrata in data 23 luglio 2015. Ha contestato la diffida della Regione di cui alla nota richiamata dell’11 novembre 2015, nonché le fatture emesse per gli interessi legali sui mancati pagamenti, sull’assunto che i crediti non sono certi, liquidi ed esigibili, in quanto non sarebbero stati definite tra l’autorità di settore, la Regione e l’ente di ambito, le tariffe applicabili. Fin qui lo stato dell’arte, naturalmente, mi sia consentito di evidenziare come questa vicenda dovrà essere rivisitata e rigovernata dal nuovo organismo che abbiamo deciso di avviare con l’approvazione della nuova legge sul ciclo integrato delle acque: l’Ente Idrico Campano. Uno dei primi adempimenti di questo Ente Idrico sarà la verifica della legittimità degli affidamenti in essere , ma credo che sarà anche la verifica sulla perdurante legittimità degli affidamenti in essere e sul rispetto degli adempimenti previsti dalle convenzioni in essere, ne dovrà trarre le conseguenze del caso, quindi speriamo che quanto prima la Regione smetta di fare quello che non deve fare, la Regione non deve gestire impianti, la Regione non deve fare affidamenti, ancora di più di somma urgenza, la Regione non deve vendere l’acqua e comprare l’acqua ad altri che prima ha venduto, mi riferisco a rapporti su cui occorrerà approfondire e leggere bene riguardanti la Regione: il concessionario Acqua Campania, che destano grandi perplessità e su cui lo scrivente sta puntando particolare riflessione, su questo mi riservo di relazionare quanto prima agli organi competenti, mi riferisco in primo luogo agli organi del Consiglio regionale. Quanto prima dovremmo cercare di entrare in un regime ordinario, per cui i Comuni, attraverso il loro ente, gestiscono il ciclo integrato delle acque, liberandoci di fardelli inutili e di ruoli inappropriati e mettendo un po’ ordine in questa che è una vera e propria jungla. Questo non si fa dalla sera alla mattina, cercheremo di attuare la legge con celerità, ma anche con i passaggi inevitabili del caso e in questo contesto anche la vicenda Gori dovrà trovare una giusta sistemazione.

MUSCARA’ (Movimento 5 Stelle)

La ringrazio per la risposta che mi ha dato, anche se non è completamente soddisfacente, nel senso che avrei immaginato che a distanza di 6 mesi da una denuncia così grave si fossero poi già presi dei provvedimenti che in una gestione normale della cosa pubblica forse sarebbero stati opportuni. Volevo ricordare all’assessore Bonavitacola che sicuramente adesso stiamo parlando degli ultimi debiti, i 92 milioni di euro, ma non dimentichiamo che prima di questi 92 milioni di euro e dei nuovi, del 2015, che ancora non abbiamo avuto modo di verificare, ce ne sono altri 290 che nella passata Legislatura sono stati in parte condonati ad una struttura che è per metà quasi privata ed in parte sono stati dilazionati con dei termini molto favorevoli alla Gori stessa. La sua risposta per me non risulta soddisfacente perché immaginavo che una Giunta che si è presentata alla Campania come una Giunta innovativa o come la Giunta che doveva lavorare sugli sprechi, individuasse, in questo della Gori, uno spreco immediato, uno spreco da risolvere immediatamente. Avrei immaginato che già dal mese di luglio vi foste messi in movimento per recuperare questi che sono soldi dei cittadini campani. Volevo solo concludere con una piccola nota, perché quando sentiamo 92 milioni di euro la gente normale come me non immagina neanche che cosa significhi 92 milioni di euro. I 92 milioni di euro che avremmo potuto recuperare sarebbero serviti, ad esempio, per comprare 1840 ambulanze nuove o addirittura 613 ambulanze di ultima generazione, avremmo potuto comprare 340 mammografi digitali, 575 apparecchi per le Tac, 131 mila computer per le scuole campane, 18 palazzetti dello sport super attrezzati, di quelli che in Campania non abbiamo mai visto, ma solo sognato, 306 bus nuovi e super attrezzati per i percorsi urbani. In Campania il 22 per cento delle famiglie versa in condizioni di povertà e molte famiglie non possono mandare i figli all’università, con quella cifra avremmo finanziato per i ragazzi 24 mila borse di studio di quasi 4 mila euro l’una. Non continuo perché la lista delle cose che potremmo fare effettivamente è una lista che non finisce più. Quello che aspettiamo, a seguito di questa diffida che avete presentato, gli atti successivi quali sono, quindi aspettiamo, rispetto agli atti, una risposta sollecita nel giro di pochi giorni possibilmente.

CENSIMENTO TERRENI DEMANIALI REGIONALI
PRESIDENTE (D’Amelio)

Passiamo all’interrogazione: “Censimento terreni demaniali regionali” Reg. Gen. n. 5/2 a firma del consigliere Michele Cammarano (Movimento 5 Stelle), già distribuita in Aula. La parola al consigliere Cammarano, prego.

CAMMARANO (Movimento 5 Stelle)

L’interrogazione nasce dalla presentazione di una proposta di legge che fu denominata “Interventi per giovani imprenditori agricoli” Reg. Gen. n. 60. La proposta di legge in questione non faceva altro che modificare, neppure sostanzialmente, i requisiti per l’accesso di giovani imprenditori a fondi pubblici regionali di vocazione agricola, era la legge 10 del 3 agosto 2013. Dal giorno dell’approvazione all’unanimità in Consiglio, sottolineo all’unanimità, 41 voti su 41, della legge originaria, era talmente pressante l’esigenza di aiutare i nostri giovani imprenditori agricoli che nessuno e dico nessuno si è preoccupato di reperire informazioni su questi fondi nonostante ci fossero prescrizioni precise a riguardo nel dettato del 2013: censimento dei beni entro 180 giorni. A questo proposito, il giorno 28 ottobre 2015, in Commissione Agricoltura il dirigente di settore ci ha fatto sapere che, cito testualmente Assessore: “I terreni liberi sono ben pochi e se ci sono risultano occupati anche se abusivamente”. Per noi questa è un’affermazione gravissima detta da un dirigente. La Regione Campania non sa quanti terreni agricoli possiede e nonostante questo li vuole vendere ai giovani imprenditori. Come nei migliori film di Totò questo è il tenore di una classe dirigente che ancora una volta all’unanimità legifera a vuoto senza il minimo effetto sull’aspettativa di impresa dei giovani imprenditori e dei cittadini in genere. Chiediamo chiarimenti in merito e in particolare se i fondi in questione sono disponibili per le finalità della legge, quanti sono, dove sono, se sono già occupati e a che titolo e di che valore complessivo stiamo parlando visto che si tratta di un patrimonio dei cittadini campani e visto che da questi dati dipenderanno una serie di proposte di legge future che ne conseguiranno. Grazie.

PALMERI (Assessore al Demanio e Patrimonio)

Approfitto dell’interrogazione del consigliere Cammarano che mi permette di portare all’attenzione del Consiglio uno dei temi del demanio che rappresenta sicuramente una mia priorità. Per quanto riguarda lo stato di attuazione del censimento dei terreni demaniali non può sottacersi che l’attuale contesto nel quale si muovono le Amministrazioni Pubbliche è pervaso da una forte esigenza di ripensare e riprogettare la governance dei patrimoni immobiliari di proprietà pubblica e porta la necessità, peraltro incisivamente sostenuta dalla più recente normativa di settore, di un adeguamento della gestione a principi di efficienza di redditività e risposta alla domanda. Risulta evidente che una carenza gestionale comporterebbe implicazioni negative anche in termini di aderenza a fondamentali principi di bilancio e consequenziale deficit di accountability dell'Ente anche alla luce delle novità introdotte dal decreto legislativo 118 del 2011 in materia di contabilità delle Regioni. I terreni facenti parte del patrimonio regionale ad oggi inventariato (terreni agricoli, foreste, tenute, pertinenze demaniali e terreni ad uso diverso) sono riconducibili a numero 8 mila 458 particelle catastali di cui 3 mila 100 demaniali e 5 mila 358 rientranti nel patrimonio disponibile e indisponibile. Le informazioni di cui sopra sono estratte dalla banca dati della direzione generale risorse strumentali che e riportano anche elementi, in alcuni casi parziali e in altri non aggiornati all’attualità, relativi a diritti reali e al possesso, alla tipologia e al valore. Non sono presenti dati relativi alla condizione urbanistica e paesaggistica che invece vengono acquisiti soltanto in fase di alienazione. Quantunque negli anni recenti gli uffici abbiano attuato ricognizioni periodiche sulla base degli atti in archivio, tali attività non sono bastate a definire in maniera esaustiva il quadro completo degli immobili di proprietà dell’ente.
In tale ottica la Giunta in questo primo scorcio di legislatura, a seguito degli approfondimenti effettuati per l’individuazione delle migliori strategie da porre in campo per la valorizzazione del patrimonio, con il coinvolgimento anche del commissario straordinario per l’attuazione del piano di stabilizzazione ha riconosciuto l’improcrastinabilità di un massivo intervento di ricognizione di tutti gli immobili dell’ente sia patrimoniali che demaniali. Tale iniziativa di ampio respiro vede coinvolte non solo le ordinarie strutture amministrative regionali, ma anche le strutture dei commissariati straordinari di Governo per la ricognizione dei beni acquisiti nell’ambito dei propri compiti di istituto. A tal fine, già lo scorso 23 novembre ultimo scorso, ho inviato una nota a tutti i componenti della Giunta per richiamare la loro attenzione sull’opportunità di sensibilizzare le proprie direzioni generali in ordine alla necessità di ingrandire la massima collaborazione alla direzione generale risorse strumentali presso la quale è in corso l’istituzione di un’apposita task force che attuerà il progetto di ricognizione straordinaria appositamente predisposto dalla mia direzione. L’obiettivo che ci siamo dati in questa prima fase è la costruzione di un inventario completo ed aggiornato dei beni patrimoniali e demaniali mediante il reperimento dei documenti e dati di provenienza, il riscontro in ordine alla sussistenza e correttezza degli stessi nella banca dati della direzione generale, la compilazione della scheda del fabbricato per la parte di pertinenza, il rilievo di eventuali criticità tecnico catastali o di altra natura, elaborazione di un report finale. I termini per completare questa prima fase di attività prevista entro la fine del primo quadrimestre del 2016. Infine, per significare al Consigliere interrogante una visione concreta dei dati su cui si sta lavorando, si riportano gli elenchi dei terreni patrimoniali e di quelli demaniali indisponibili che fanno parte dell’allegato 1 e 2 che sono qui in mio possesso e che dopo le potrò dare in qualche modo.

CAMMARANO (Movimento 5 Stelle)

Assessore, sono soddisfatto della sua risposta, delle promesse contenute nella sua risposta e spero che a breve venga fatto tutto quello che lei ha promesso qui in questa sede e noi del Movimento 5 Stelle ci impegneremo in ogni sede per sollecitare questo adempimento da parte sua e soprattutto affinché si risolva il fatto molto grave che ad oggi risultano terreni occupati abusivamente, non solo risolve il problema dei terreni occupati abusivamente ma anche che vengano controllati, perché ci troviamo nella Terra dei Fuochi, quindi abbiamo una serie di dubbi sull’utilizzo di questi fondi che abbiamo a disposizione.

MONITORAGGIO VINCITORI ED IDONEI GRADUATORIE CONCORSUALI VIGENTI DEL COMPARTO SANITÀ
PRESIDENTE (D’Amelio)

Passiamo all’interrogazione: “Monitoraggio vincitori ed idonei graduatorie concorsuali vigenti del comparto sanità” Reg. Gen. n. 6/2 a firma del consigliere Francesco Emilio Borrelli - (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi), già distribuita in Aula.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Ho parlato pocanzi, prima che iniziasse il Question Time, con il Vicepresidente Bonavitacola e siamo rimasti d’accordo che poiché per quest’interrogazione - sono due interrogazioni che ho presentato - e per quella successiva gli uffici non avevano preparato delle risposte soddisfacenti e quindi ci siamo riservati di discuterle al prossimo Consiglio dove le ripresenterò. Faccio presente, in particolare, che sull’altra interrogazione, cioè su quella riguardante i Piani di Protezione Civile, ho chiesto al Vicepresidente di verificare urgentemente non tanto il lavoro che ha fatto la Protezione Civile Regionale ma soprattutto per capire, per il nostro ruolo istituzionale quello che non sta facendo la Protezione Civile Nazionale. Voglio ricordare a tutti che abbiamo il piano di evacuazione del Vesuvio che non ha aggiornamenti dal 2006, dove si fece una prova di evacuazione, il piano di evacuazione della zona dei Campi Flegrei che è stato annunciato 26 volte e mai presentato e per il quale sono stati spesi milioni di euro di consulenze, il piano di evacuazione dell’isola d’Ischia, parliamo di tre zone vulcaniche, in cui non è stato mai fatto nulla. Faccio presente che la Provincia di Napoli, per la situazione vulcanica e l’agglomerazione urbana e la popolazione, è, insieme ad una zona del Giappone, la più pericolosa al mondo, quindi appare veramente inspiegabile che si rimanga fermi in questo campo.

PRESIDENTE (D’Amelio)

Sono entrambe ritirate nel senso che poi le ripropone con i nuovi Question Time. Oggi non si discutono le due interrogazioni. Vi ringrazio, dichiaro chiusa la seduta di Question Time.

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