Question Time del 19 aprile 2019

Indice:
1 - Comunicazioni del Presidente
2 - Sistema monitoraggio tetti di spesa sanità privata accreditata
3 - Problematica cittadini senza fissa dimora
4 - Inoperatività dell'Ente d'ambito di Salerno
5 - Indebita richiesta da parte di un'azienda ortopedica per la fornitura di una carrozzina per disabili
6 - Misure per prevenire le conseguenze della prevista chiusura temporanea del termovalorizzatore di Acerra
7 - Mancato rinnovo contratto a tre dipendenti della società interinale Manpower S.r.l. già in servizio presso l'A.O. di Caserta
8 - Problematiche concorrenziali nel servizio di trasporto marittimo
9 - Comunicazioni del Presidente
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE (D'Amelio)

Dichiaro aperta la Seduta di Question Time. Ricordo che ai sensi dell'articolo 129 del Regolamento Interno il Consigliere proponente ha la facoltà di illustrare l'interrogazione per non più di un minuto. A ciascuna delle interrogazioni presentate risponde il rappresentante della Giunta per non più di tre minuti. Successivamente l'interrogante o altro Consigliere del medesimo Gruppo ha il diritto di replicare per non più di due minuti. Ricordo inoltre che le interrogazioni all'ordine del giorno dell'odierna Seduta di Question Time sono state elencate nell'ordine di presentazione.

Sistema monitoraggio tetti di spesa sanità privata accreditata
LONGOBARDI (De Luca Presidente)

Premesso che: le attività e le prestazioni assistenziali in Campania attraverso le Strutture sanitarie private accreditate prevedono che le stesse vengano erogate a fronte di un budget annuale predefinito, suddiviso in 4 trimestri; questo tetto di spesa prevede un sistema di monitoraggio trimestrale volto a verificare il rispetto del budget prefissato per tutte le branche della sanità privata accreditata; proprio questo meccanismo di controllo starebbe determinando enormi disagi alle strutture, agli operatori, ai pazienti, ai cittadini perché di fatto determinerebbe uno "stop and go", cioè ci si ferma e si riprende dopo qualche mese, uno stop and go periodico in quattro fasi dell'anno, ovvero per ogni trimestre il budget prefissato non basta a coprire il fabbisogno e la richiesta di cure e assistenza; in ogni trimestre dell'anno si registrerebbe una mancata erogazione di prestazioni sanitarie e cure assistenziali per circa 30- 40 giorni; molto spesso la mancata assistenza colpisce pazienti affetti da patologie croniche; per le strutture sanitarie private accreditate tale meccanismo di monitoraggio impedisce una corretta programmazione gestionale delle aziende e soprattutto del personale medico/sanitario obbligatorio previsto dalle norme vigenti; le norme regionali vigenti impongono obblighi ben precisi in ordine alle assunzioni di figure professionali specifiche, soprattutto con contratti a tempo indeterminato, rapportate ai carichi di lavoro delle strutture. Tutto ciò con il sistema di monitoraggio trimestrale sta creando molte difficoltà perché di fatto l'assistenza è garantita per appena 7 o 8 mesi l'anno impedendo alle strutture di funzionare e sopravvivere; va precisato che tale detto modello organizzativo non starebbe determinando i risparmi economici auspicati perché il sistema sanitario viene colpito sempre più da ulteriori aggravi di bilancio determinati dai contenziosi continui che si creano tra Regione Campania e strutture. Si chiede alla giunta regionale della Campania di verificare la possibilità di istituire un budget unico regionale annuale, senza determinare alcun ulteriore aggravio di spesa annuale per le branche della sanità privata accreditata, ovviamente per le casse e i conti pubblici, così da meglio controllare sia la spesa sanitaria complessiva sia l'efficienza e l'efficacia dell'intera gestione del comparto delle strutture convenzionate. Inoltre, di verificare la possibilità di istituire un Tavolo unico regionale di controllo e monitoraggio. Grazie.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Grazie Presidente. In merito alla problematica, la direzione generale per la tutela della Salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale ha relazionato come segue. Negli ultimi anni, la macro area della specialistica ambulatoriale è stata interessata da profonde trasformazioni sia dal lato dell'offerta pubblica e privata, come la ristrutturazione della rete dei laboratori, sia, dal lato della domanda, nella direzione di una maggiore appropriatezza, efficienza ed economicità delle cure. In questo quadro, già con la programmazione 2016-2017, formalizzata nel decreto commissariale n. 89 del 2016 recante "Definizione per gli Esercizi 2016 e 2017 dei limiti di spesa e dei relativi contratti con gli erogatori privati e successive determinazioni" si confermavano i volumi massimi di prestazioni e i correlati limiti di spesa stabiliti per il 2015 dal decreto commissariale n. 8 del 2016, con la sola eccezione di un incremento dei limiti applicati alla branca di radioterapia nella misura del 5 per cento per il 2016 ed un ulteriore 2 per cento per il 2017, tenuto conto del potenziamento, in corso dell'offerta pubblica, e si introducevano importanti modifiche in materia dei limiti di spesa per il 2016 e le 2017, poi recepiti negli allegati schemi contrattuali che hanno riguardato la limitazione della mobilità attiva extraregione, le prestazioni R e la trimestralizzazione a decorrere dal 2017 dei tetti di branca. Il decreto commissariale n. 89 del 2016 disponeva la trimestralizzazione dei budget che veniva così motivata: per garantire la continuità assistenziale per tutti i mesi dell'anno solare è stata prevista, dal 2017, l'applicazione in via trimestrale della regressione tariffaria secondo le regole declinate nell'articolo 5 bis dello schema di protocollo d'intesa con le Associazioni e di contratto. Tali regole si basano sulla suddivisione del tetto annuo di branca in undicesimi, per tener conto del minor fabbisogno che generalmente si registra nel periodo estivo. Sono state temperate dalla previsione della possibilità di riassorbire, nel trimestre successivo e comunque entro l'anno, limitati sforamenti dei budget trimestrali. Si ritiene opportuno e necessario introdurre quest'innovazione dal prossimo esercizio poiché richiede un breve periodo di avviamento tecnico. Il decreto n. 84 del 31 ottobre 2018 avente ad oggetto: "Limiti di spesa assegnati agli erogatori privati di prestazioni assistenza specialistica ambulatoriale per l'Esercizio 2018, e altre disposizioni relative all'assistenza ospedaliera erogata dalle strutture private", riconfermava poi la scelta della trimestralizzazione per prima introdotta dal richiamato decreto 89 del 2016 allo scopo di garantire la continuità assistenziale per tutti i mesi dell'anno solare con applicazione, via trimestrale, della regressione tariffaria. Il decreto commissariale n. 84 del 2018 introduceva inoltre l'ulteriore istituto dell'utilizzazione anticipata delle risorse relative all'ultimo trimestre 2018, stabilendo che per esigenze straordinarie il direttore generale per la tutela della salute, con nota del 4 settembre 2018, protocollo 556538, facendo seguito alle disposizioni impartite dal commissario ad acta con nota del 28 agosto 2018, ha comunicato alle A.S.L. la possibilità di utilizzare anticipatamente le risorse relative all'ultimo trimestre 2018 fermo restando l'impianto del DCA 89 /2016. Risulta opportuno precisare che trattasi di facoltà e non di obbligo, pertanto sono fatte salve le applicazioni dei limiti di spesa 2018 operate nel mese di settembre 2018 sia dalle A.S.L. che hanno ritenuto di avvalersi della suddetta anticipazione sia dalle A.S.L. che non se ne sono avvalse. X LEGISLATURA Atti assembleari Consiglio Regionale della Ovviamente non sfugge alla direzione generale per la tutela della salute che l'attuale sistema fondato su budget trimestrali non è esente da critiche. Ne è dimostrazione la circostanza che con decreto commissariale n. 50 del 28 giugno 2018, riguardante il Piano di riassetto della rete laboratoristica privata, ai sensi del decreto commissariale 109 del 2013 e successive modifiche, si è stabilito che verrà dettata una nuova specifica disciplina relativa ai tetti che dovranno essere calcolati per cittadino residente. Al contempo non può però sottacersi che sistemi fondati su budget annuali, hanno già dimostrato la loro inefficacia nel controllo della spesa. I nuovi modelli che si andranno ad adottare non potranno che tener conto sia dell'eventualità del superamento della trimestralizzazione sia dell'inefficacia di modelli fondati su budget unici annuali e in tal senso sono allo studio degli uffici regionali nuovi modelli di elaborazione dei fabbisogni e della macro area specialistica ambulatoriale già approvati in via preliminare dal Ministero della Salute e in istruttoria per la loro adozione.

LONGOBARDI (De Luca Presidente)

Grazie Presidente e grazie Assessore. Credo che dalla ricostruzione fatta dall'assessore Marchiello si evince un dato, mi fa piacere di aver verificato che c'è un dato di criticità perché se un modello funziona va detto che funziona, se non funziona vanno verificate e le inefficienze e le inefficacie. Questo modello della trimestralizzazione sta creando dei problemi seri perché lo "stop and go" che noi annunciavano è qualcosa che ricade non solo sulle strutture, ma sui cittadini. Lo "stop and go" vuol dire che ogni trimestre si lavora un mese e mezzo, vuol dire che al cittadino per quattro volte all'anno viene detto di dover tornare un'altra volta e, se gli viene un raffreddore, probabilmente salta anche il trimestre successivo. Questo è un dato serio. Se è un criterio che porta criticità, mi fa piacere avere anche ascoltato che prossimamente ci sarà la possibilità, rispetto alle criticità verificate, di creare un tavolo (questa è la cosa che vorresti lasciasse agli atti) sia con le rappresentanze sindacali di tutte le branche specialistiche, tutte le strutture che sono coinvolte nell'elaborazione dei nuovi modelli e dei tetti di spesa. Mi fa piacere che c'è quest'apertura ed è importantissimo dirlo in questa sede attraverso questa interrogazione. Mi fa soprattutto piacere che ha detto una parolina magica, ovviamente salvaguardando i limiti di spesa. Ci mancherebbe, per tutto ciò che viene elaborato, sancito e chiesto da parte delle rappresentanze delle strutture sanitarie private accreditate va a loro un ringraziamento perché la sanità è unica. Le strutture pubbliche e private accreditate devono avere pari dignità, ma attraverso questo modello bisogna dare risposte ai cittadini. Fatti salvi i limiti di spesa vuol dire elaborare un sistema che dia garanzia ai cittadini di avere una risposta sanitaria. Ciò che viene messo in evidenza è che molto spesso i cittadini con patologie croniche e oncologiche hanno difficoltà ad accedere alle prestazioni diagnostiche. Termino dicendo che non sempre il risparmio è il guadagno perché è ormai dimostrato dai fatti che tentare di risparmiare 12,00 euro o 20,00 euro per una visita specialistica, per un'analisi e per un'attività diagnostica con una complicanza è cento volte peggio perché le Casse pubbliche si aggravano con ricoveri inappropriati e ci si rivolge ad altre strutture che devono fare ulteriori prestazioni sanitarie. Questo è il modello da applicare. Mi fa piacere che agli atti resti l'apertura di poter elaborare un nuovo modello, ma con l'augurio che si possano sedere al tavolo tutte le compagini perché da loro devono arrivare gli spunti e con loro bisogna costruire un modello per il futuro. Verificheremo che tutto ciò vada in cantiere, anche perché una programmazione si fa prima che inizi il 2020 e mi auguro che avvenga a stretto giro.

Problematica cittadini senza fissa dimora
LONGOBARDI (De Luca Presidente)

Questa problematica riguarda i cittadini senza fissa dimora, ovviamente con un focus maggiore sui cittadini campani, soprattutto gli italiani. Da diverse settimane numerose associazioni di volontariato e promozione sociale segnalano che in Campania sono in grande aumento cittadini senza fissa dimora e coloro che sono impossibilitati a indicare la propria residenza; detta grave circostanza impedisce il godimento di diritti essenziali degli stessi cittadini, pregiudicandone fortemente l'attività della vita quotidiana; ad esempio, sono fortemente a rischio diritti come l'accesso alle cure e all'assistenza previsti dal Sistema sanitario nazionale, la possibilità di ricevere formale comunicazione e altri servizi previsti per i cittadini meno abbienti; tale complessa problematica merita la massima attenzione delle istituzioni pubbliche a cominciare da quella regionale; sarebbe più opportuno, mediante i comuni del territorio regionale, acquisire dati statistici ufficiali relativi al censimento aggiornato di cittadini campani senza fissa dimora; le ultime recenti normative nazionali emanate dallo Stato centrale starebbero determinando ulteriori difficoltà per i cittadini indigenti che, non avendo fissa dimora, non possono ottenere Il rilascio o il rinnovo dei documenti di identità, diventando, di fatto, dei cittadini fantasma; si chiede alla Giunta regionale della Campania di verificare quali iniziative si intendono porre in essere rispetto alla problematica segnalata per tutelare i diritti dei cittadini senza fissa dimora, valutando anche la possibilità di attivare un tavolo istituzionale congiunto con ANCI, Regione Campania e il Ministero competente.

FORTINI (Assessore alle Politiche sociali)

In merito alla richiesta di cui in oggetto, si rappresenta che la tematica della residenza anagrafica riferita ai senza fissa dimora riveste indubbiamente uno dei requisiti imprescindibili per l'accesso ai diritti fondamentali, ma, detto ciò, è anche da precisare che la competenza in materia è in capo alle anagrafi comunali. La Giunta Regionale della Campania ha comunque supportato la comunità di Sant'Egidio, ente che da sempre è in prima linea nell'accoglienza dei senza fissa dimora per la diffusione della guida Dove 2019, valido strumento per orientarsi tra i servizi dedicati a questa utenza e dove, tra l'altro, sono indicate anche le possibilità offerte dagli enti locali per la risoluzione delle problematiche inerenti la residenza anagrafica. Detto ciò, la Giunta regionale è disponibile a favorire ogni ulteriore azione che possa favorire la risoluzione delle problematiche rappresentate dalla sempre crescente platea dei senza fissa dimora. Noi ci sentiamo di accogliere la richiesta del Consigliere e inviteremo la Prefettura a convocare un tavolo al quale naturalmente non ci sottrarremo e saremo presenti.

LONGOBARDI (De Luca Presidente)

Mi fa molto piacere aver ascoltato le parole dell'assessore Fortini perché vanno nella direzione che auspicava. Abbiamo incontrato tantissime persone e tantissime associazioni che si occupano di questa problematica. Io, sinceramente, ammetto di aver ascoltato per la prima volta un problema così importante, le nuove normative, a prescindere dalle valutazioni politiche meno, dando un'incertezza a tutti i cittadini. Mi facevano l'esempio del divorziato che molto spesso è in grave difficoltà perché non ha una fissa dimora, non ha più residenza e domicilio e non può accedere alle cure del Servizio sanitario nazionale. È importantissimo attivare questo tavolo presso la Prefettura. Mi fa piacere che poi lo monitoreremo insieme perché tanti cittadini campani (ovviamente i cittadini italiani) in difficoltà attendono queste risposte. Mi fa molto piacere e monitoreremo affinché tutto possa andare nella direzione giusta per dare risposte alle persone che sono stati meno fortunati della vita.

Inoperatività dell'Ente d'ambito di Salerno
CAMMARANO (Movimento 5 Stelle)

Buongiorno Presidente. Buongiorno, assessore Bonavitacola. Premesso che la legge regionale 26 maggio 2016, n. 14 "Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti e dell'economia circolare" individua gli ambiti territoriali ottimali per l'esercizio associato delle funzioni relative al servizio di gestione integrata dei rifiuti da parte dei comuni e gli enti di governo dell'ambito (EdA) della Regione Campania, disciplinandone la forma di organizzazione; la predetta legge regionale definisce quali organi dell'ente d'ambito il Presidente, il Consiglio d'Ambito, l'Assemblea dei Sindaci, il Direttore generale e il Collegio dei Revisori dei Conti; l'articolo 26 della richiamata legge regionale stabilisce le competenze dell'Ente d'Ambito, prevedendo che esso, tra l'altro, predispone, adotta, approva ed aggiorna il Piano d'Ambito entro sessanta giorni dalla sua costituzione in coerenza con gli indirizzi emanati dalla Regione e con le previsioni del PRGRU; ripartisce, se necessario al perseguimento dì economie di scala e dl efficienza del servizio, il territorio dell'ATO in SAD; individua Il soggetto gestore del servizio di gestione integrata dei rifiuti all'interno dell'ATO o di ciascun Sub Ambito Distrettuale e affida il servizio; determina la tariffa d'ambito o di ciascun Sub Ambito distrettuale, Individuando per ogni Comune la misura della tariffa dovuta; considerato che: a) il funzionamento dell'Ente d'Ambito di Salerno, che comprende centosessantuno Comuni, è stato garantito solo nel luglio 2018 con l'approvazione del regolamento per lo svolgimento delle sedute e l'assunzione delle deliberazioni e con la nomina del Direttore generale dell'Ente (a seguito della designazione, nel marzo 2017, del Presidente); b) ciononostante, l'Ente, a oggi, non risulta pienamente operativo; c) invero, non è stato ancora adottato il piano d'ambito territoriale, previsto in articolo 34 e, dunque, non sono state individuate le aree in cui localizzare gli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani, questione centrale, soprattutto in vista dell'imminente chiusa per manutenzione dell'impianto di Acerra e della conseguente necessità di individuare siti temporanei di stoccaggio. Non sono stati costituiti i sub ambiti territoriali previsti dalla legge regionale 14/16, nonostante le richieste da parte di gruppi di comuni (Piana del Sele, Vallo di Diano, eccetera). Come emerge chiaramente, anche da fonti di stampa, vi sono stati aumenti indiscriminati delle tariffe a livello provinciale, determinazione rientrante nelle competenze dell'ente d'ambito. Rilevato che sul BURC del 25 marzo 2019, è stato pubblicato un avviso esplorativo per manifestazione interesse - indagine di mercato finalizzata a individuare un immobile da condurre in locazione passiva per adibirlo a sede dell'Eda Salerno, con una superficie complessiva minima pari a duecentocinquanta metri quadrati, senza dapprima considerare il patrimonio pubblico immobiliare della Provincia, del Comune Salerno o di altri centosessanta che costituiscono l'Eda. Gli aspetti evidenziati determinano una violazione del principio di economicità, cui deve ispirarsi l'azione amministrativa, stante l'erogazione delle retribuzioni dei vertici nonostante la palese inoperatività dell'Ente d'Ambito. Tutto ciò premesso e considerato, interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore all'Ambiente al fine dl sapere quali azioni intende intraprendere a fronte dell'inerzia dell'Ente d'ambito di Salerno, alla luce degli inadempimenti evidenziati, e per garantire l'operatività dell'Ente, centrale rispetto alla problematica della gestione del ciclo dei rifiuti e quali sono le tempistiche previste per l'adozione del piano d'ambito territoriale e per la costituzione dei sub ambiti territoriali.

BONAVITACOLA, Assessore all'Ambiente

Grazie Presidente. L'interrogante ha ricostruito in maniera puntuale lo stato dei fatti evidenziando che si tratta di problematiche dell'Ente d'Ambito, in alcuni casi dell'Ente d'Ambito e della Provincia di Salerno, nell'ambito dell'attuazione della legge regionale sul ciclo dei rifiuti, la 14 del 2016. In più occasioni, anche in quest'Aula, ho evidenziato una certa fatica delle Amministrazioni locali a dare vita agli organi di governo e a renderli pienamente operativi. Voglio anche ricordare che abbiamo alle nostre spalle decenni di commissariamenti nel ciclo dei rifiuti. Nel 2010, con le norme statali che dichiaravano la cessazione della fase emergenziale, fu approvato un modello tutto campano ne attribuiva alle Amministrazioni provinciali la gestione del ciclo dei rifiuti. Una singolarità nel panorama nazionale e di volta in volta, all'epoca ero parlamentare, dovevamo presentare emendamenti per garantire che i Comuni potessero svolgere o meno la raccolta dei rifiuti. Una vicenda che è ricollegata a scelte politiche perché vi fu in quella fase un avvicendamento politico al Governo delle Amministrazioni provinciali della Campania che portò i Governi dell'epoca, di centrodestra, a privilegiare le Province nella gestione del ciclo dei rifiuti. Nel 2015 avevamo alle nostre spalle una vicenda così composta, 15 anni di commissariamento e 5 anni di competenze attribuite alle Amministrazioni provinciali. Siamo partiti da zero. La legge 14 del 2016 ha previsto la costituzione degli Enti d'Ambito, sette, tre nella Città Metropolitana e quattro per le restanti Province, ed è stato necessario, in ossequio alla normativa statale in materia di gestione associata dei servizi pubblici locali, che tutti i Consigli comunali della Campania approvassero il medesimo Statuto. Non è stata una cosa facile, come comprensibile. In alcuni casi abbiamo dovuto attivare poteri sostitutivi. Una volta approvati gli Statuti è stato necessario procedere alle elezioni, c'è stato anche un problema interpretativo con l'Amministrazione centrale dell'Interno, in ordine alle modalità, se erano estensibili quelle degli Enti Locali o se non erano estensibili. Si sono persi dei mesi. Naturalmente c'è un altro fatto importante che gli Enti d'Ambito funzionano nella misura in cui hanno delle risorse attivabili per fronteggiare le prime spese fondamentali, dalla convenzione con i propri direttori generali. Per fortuna si è completato tutto questo iter, quindi adesso siamo di fronte a Enti che hanno costituito gli organi, hanno il collegio dei revisori, tutti e sette hanno nominato i direttori generali, io stesso ho promosso numerosi incontri per aiutare gli Enti in questa fase di avviso. Naturalmente c'è una dotazione iniziale che prevedeva 0,50 euro per abitante che i Comuni tardano a versare, c'è una dotazione a regime che riguarda l'aliquota tariffaria per fronteggiare il funzionamento di questi Enti che va a carico delle tariffe del servizio. Le Amministrazioni comunali con ritardi, anche connessi alle loro difficoltà finanziarie, non hanno puntualmente adempiuto. Stiamo immaginando di risolvere questo problema con un aiuto anche della Regione. Abbiamo avviato dei contatti con la tesoreria della Regione Campania per capire, attraverso un accordo di avvalimento tra Pubbliche Amministrazioni, se è possibile ovviare almeno a questa fase di startup con l'avvalimento della tesoreria regionale, ovviamente senza oneri per la Regione Campania. Tutto questo dovrebbe consentire a questi organismi di incominciare ad essere pienamente attivi. Devo dire che con differenti gradi di operatività siamo nella fase dell'avvio. Sicuramente il primo adempimento riguarderà il Piano d'ambito. Il Piano d'ambito lo possono redigere gli Enti nella misura in cui avranno un minimo di dotazione organica di personale per la quale stanno avviando le relative procedure. Abbiamo anche delle incombenze prioritarie. L'interrogante ricordava la vicenda dei sub ambiti distrettuali, l'Ente d'Ambito della Provincia di Salerno, che non è tra i più arretrati rispetto al panorama regionale, anzi, in alcuni casa si è mosso anche per primo, ha avviato a tutti i Comuni dell'Ente d'Ambito, fornendo anche delle indicazioni, per la costituzione dei sub ambiti distrettuali. Capite che in Province particolarmente estese la dimensione del sub ambito distrettuale consentirebbe di avvicinare la governance, secondo il principio di prossimità, alle realtà territoriali. Mi Poi c'è una corposa documentazione di atti che fornirò all'interrogante, mi risulta che stiano lavorando verso la costituzione di questi sub ambiti distrettuali, naturalmente con il consenso dei Comuni interessati. Da ultimo, sulla vicenda della fase critica che coinciderà con il fermo del termovalorizzatore di Acerra per la manutenzione straordinaria della turbina, quindi mentre abbiamo a cadenza semestrale le manutenzioni delle tre linee, questa volta sarà ferma la turbina, quindi all'interno del termovalorizzatore che per 35 giorni fermerà la sua attività. Abbiamo diramato per tempo adeguate istruzioni e invitato sia gli Enti d'Ambito, in particolare in questo caso le società provinciali che gestiscono gli Stir, ad affrontare per tempo questa problematica senza immaginare che ci sia una soluzione regionale. In ogni Provincia bisognerà far fronte a quest'esigenza di stoccaggio temporaneo, quindi ogni Provincia dovrà provvedere al fabbisogno della proprietà Provincia, non è che si individua un sito regionale che non si sa dove dovrebbe essere. Abbiamo anche messo delle risorse per consentire l'attrezzaggio di queste piattaforme. Alcune Province hanno già avanzato delle domande, qualche altra ancora è in itinere, però sono fiducioso che si definirà un programma adeguato a fronteggiare questa fase di temporanea emergenza. Naturalmente, l'auspicio dell'interrogante è anche il nostro, cioè quanto prima gli Enti d'Ambito entreranno a regime nel loro svolgimento, tanto più ci farà piacere perché avremo dato attuazione alla legge regionale. Potrei anche aggiungere che egoisticamente saremo sgravati di occuparci di cose che non sono di competenza regionale perché dovremmo occuparci non della gestione, ma se possibile della legislazione e della programmazione dell'uso delle risorse. Per i dettagli mi riservo di dare la documentazione che mi è stata fornita, in modo che l'interrogante possa avere contezza dei singoli atti.

CAMMARANO (Movimento 5 Stelle)

Assessore, la ringrazio per la risposta completa ed esaustiva. Il nostro auspicio è quello che funzionino soprattutto i sub ambiti anche perché riceviamo continuamente, lei lo sa, segnalazioni da parte dei Comitati, soprattutto gli stoccaggi temporanei che hanno paura che siano temporanei al momento, ma che poi diventino permanenti, per cui questa cosa, viste le cose passate, preoccupa molto. Tra l'altro, vorrebbe un piano che sia adatto alle esigenze territoriali. Nel caso specifico il Cilento e il Vallo di Diano sono un caso un po' a parte in Regione Campania e necessiterebbero di una visione un po' adattata alle loro esigenze, viste le caratteristiche del territorio e delle popolazioni minime e risicate che hanno in ogni Comune. Guarderò gli atti e aspetterò. Auspico anch'io che i su ambiti siano fatti in fretta per rispondere alle esigenze dei cittadini.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

È una storia che è andata in onda su "Le Iene". Hanno documentato il caso di un giovane disabile di Capri che, per ottenere una carrozzina regolarmente fornita dall'ASL Napoli 1 Centro a carico del Servizio sanitario regionale si è visto chiedere da un'azienda ortopedica napoletana un esborso supplementare di 4 mila 500 euro. sono giunte allo scrivente alcune segnalazioni, in corso di verifica, circa comportamenti anomali da parte di alcune ditte convenzionate con l'ASL per la fornitura di protesi ortopediche o ausili per disabili; atteso che: tentare di ottenere un lucro aggiuntivo a fronte di un prezzo di listino già corrisposto dal Servizio Sanitario Regionale è una condotta assolutamente inconciliabile con un regime di convenzione, oltre a rappresentare un atteggiamento profondamente disonesto nei confronti dell'ente e nei confronti dello stesso disabile; si interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere se sulla vicenda sia stata avviata un'indagine da parte dell'ASL Napoli 1 Centro di protesi ortopediche e ausili per disabili; se non si ravvisino gli estremi per avviare le procedure per la revoca delta convenzione tra il Servizio Sanitario Regionale e l'azienda protagonista della vicenda, una volta confermate le responsabilità della stessa; quali siano i controlli previsti dalla Regione e dalle Aziende Sanitarie Locali per vigilare sulla corretta erogazione delle protesi ortopediche e degli ausili per disabili.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Fermo restando che la trasmissione di "Le Iene" è recentissima, parliamo di pochi giorni, possiamo dire che il Commissario straordinario dell'ASL Napoli 1 ha comunicato di aver affidato al nucleo ispettivo aziendale, con nota protocollo 33688 del 17 aprile, un'indagine interna finalizzata ad appurare tutti gli elementi necessari a verificare se, alla luce degli stessi, si caratterizzi un comportamento scorretto nella tutela del diritto del paziente, ovvero nei confronti della stessa ASL, e contestualmente di aver disposto che il nucleo ispettivo inizierà "ad horas" la richiesta di attività di approfondimento e la completerà entro venerdì 26 aprile. Relazionerà nel dettaglio, evidenziando eventuali responsabilità e comportamenti omissivi, così da permettere al medesimo Commissario straordinario di adottare le eventuali azioni consequenziali. L'ASL Napoli 1 Centro ha altresì precisato che gli esiti della suindicata indagine saranno oggetto di successiva comunicazione e si è dichiarata disponibile per ogni ulteriore ed eventuale chiarimento, qualora necessario. Atteso il periodo festivo, il 26 aprile mi sembra più che congruo, è venerdì prossimo.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Mi reputo totalmente soddisfatto della risposta, dei tempi che sono stati annunciati e della solerzia con la quale si vuole fermare e indagare su un modo di comportarsi assolutamente indegno e inaccettabile, soprattutto quando si tratta di persone disabili.

Indebita richiesta da parte di un'azienda ortopedica per la fornitura di una carrozzina per disabili
BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

È una storia che è andata in onda su "Le Iene". Hanno documentato il caso di un giovane disabile di Capri che, per ottenere una carrozzina regolarmente fornita dall'ASL Napoli 1 Centro a carico del Servizio sanitario regionale si è visto chiedere da un'azienda ortopedica napoletana un esborso supplementare di 4 mila 500 euro. sono giunte allo scrivente alcune segnalazioni, in corso di verifica, circa comportamenti anomali da parte di alcune ditte convenzionate con l'ASL per la fornitura di protesi ortopediche o ausili per disabili; atteso che: tentare di ottenere un lucro aggiuntivo a fronte di un prezzo di listino già corrisposto dal Servizio Sanitario Regionale è una condotta assolutamente inconciliabile con un regime di convenzione, oltre a rappresentare un atteggiamento profondamente disonesto nei confronti dell'ente e nei confronti dello stesso disabile; si interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere se sulla vicenda sia stata avviata un'indagine da parte dell'ASL Napoli 1 Centro di protesi ortopediche e ausili per disabili; se non si ravvisino gli estremi per avviare le procedure per la revoca delta convenzione tra il Servizio Sanitario Regionale e l'azienda protagonista della vicenda, una volta confermate le responsabilità della stessa; quali siano i controlli previsti dalla Regione e dalle Aziende Sanitarie Locali per vigilare sulla corretta erogazione delle protesi ortopediche e degli ausili per disabili.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Fermo restando che la trasmissione di "Le Iene" è recentissima, parliamo di pochi giorni, possiamo dire che il Commissario straordinario dell'ASL Napoli 1 ha comunicato di aver affidato al nucleo ispettivo aziendale, con nota protocollo 33688 del 17 aprile, un'indagine interna finalizzata ad appurare tutti gli elementi necessari a verificare se, alla luce degli stessi, si caratterizzi un comportamento scorretto nella tutela del diritto del paziente, ovvero nei confronti della stessa ASL, e contestualmente di aver disposto che il nucleo ispettivo inizierà "ad horas" la richiesta di attività di approfondimento e la completerà entro venerdì 26 aprile. Relazionerà nel dettaglio, evidenziando eventuali responsabilità e comportamenti omissivi, così da permettere al medesimo Commissario straordinario di adottare le eventuali azioni consequenziali. L'ASL Napoli 1 Centro ha altresì precisato che gli esiti della suindicata indagine saranno oggetto di successiva comunicazione e si è dichiarata disponibile per ogni ulteriore ed eventuale chiarimento, qualora necessario. Atteso il periodo festivo, il 26 aprile mi sembra più che congruo, è venerdì prossimo.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Mi reputo totalmente soddisfatto della risposta, dei tempi che sono stati annunciati e della solerzia con la quale si vuole fermare e indagare su un modo di comportarsi assolutamente indegno e inaccettabile, soprattutto quando si tratta di persone disabili.

Misure per prevenire le conseguenze della prevista chiusura temporanea del termovalorizzatore di Acerra
BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Ringrazio il Presidente. Questo question time è dovuto alle continue notizie, in alcuni casi anche contraddittorie, che stanno emergendo sulla stampa ed è un modo per far luce e dare notizie chiare ai cittadini ed evitare allarmismi che possono contribuire ulteriormente a permettere che si creino situazioni spiacevoli, come sono avvenute in passato, legate all'emergenza rifiuti. Premesso che la Regione Campania ha da tempo programmato e fissato gli obiettivi di un corretto ciclo dei rifiuti fissando precisi target sia sul raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata sia sul trattamento delle stesse frazioni differenziate; la Regione Campania, in applicazione dell'articolo 45 della legge regionale 26 maggio 2016, n. 14, ha avviato un programma straordinario che ha tra gli obiettivi lo sviluppo e l'incentivazione del compostaggio di comunità per il trattamento della frazione organica dei rifiuti; nella seduta del 16 dicembre 2016, il Consiglio Regionale ha approvato il Piano Regionale dei Rifiuti Urbani (PRGRU), adottato con Deliberazione di Giunta regionale n. 685/2016 contenente l'aggiornamento del precedente Piano; Il Piano pone tra gli obiettivi, escludendo il ricorso a nuovi impianti di termovalorizzazione, il raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata, che include anche la frazione organica, ragione per cui la realizzazione degli impianti di recupero della frazione organica è una fase strategica per raggiungere un equilibro stabile nella gestione integrata dei rifiuti solidi urbani, con conseguente riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti urbani biodegradabili contribuendo al raggiungimento dell'obiettivo di cui all'articolo 5, paragrafo 2, della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti; tale programmazione ha permesso un considerevole aumento delle percentuali di rifiuti differenziati recuperati, tanto che alcuni comuni hanno registrato punte da record nazionale e la Campania risulta aver la migliore percentuale di rifiuti tra le regioni meridionali; in tale contesto, la maggiore criticità è rappresentata dal recupero della frazione organica da raccolta differenziata (F.O.R.U.) per la quale non sussiste l'autosufficienza di trattamento sia nell'ambito provinciale che in quello regionale; l'attuale capacità di trattamento deve essere necessariamente implementata dall'impiantistica attualmente in fase di completamento, dall'impiantistica in fase di iter autorizzativo e dalle proposte di realizzare gli impianti di trattamento della frazione organica negli ex STIR; in data 12 maggio 2016 è stato pubblicato dalla Regione Campania un avviso rivolto ai Comuni per manifestare l'interesse alla localizzazione sul proprio territorio di impianti di valorizzazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani provenienti da raccolta differenziata. Atteso che il Termovalorizzatore di Acerra a partire dal prossimo mese di settembre sospenderebbe l'attività per circa un mese per consentire la manutenzione della turbina, la cui ultima manutenzione risale al 2013. Interroga l'Assessore regionale all'Ambiente per conoscere come la Regione Campania intenda affrontare e risolvere le inevitabili ripercussioni che derivano dalla chiusura di un mese del Termovalorizzatore di Acerra; lo stato di attuazione della programmazione relativa alla realizzazione dei siti di compostaggio per il trattamento della frazione organica dei rifiuti.

BONAVITACOLA, Assessore all'Ambiente

Per quanto riguarda la problematica del Termovalorizzatore avevamo già anticipato, rispondendo alla precedente interrogazione, qual è il modo con cui noi abbiamo deciso di affrontare il problema. In termini dimensionali, tenuto conto della capacità di trattamento su base annua dell'impianto e del periodo di fermo che oscilla tra le previste 30 giornate, massimo 35, la stima che gli uffici hanno prodotto, per quanto riguarda il fabbisogno di stoccaggio temporaneo, ammonta alle 75 mila o 78 mila tonnellate. Come avevo già anticipato, escludiamo di individuare soluzioni su base regionale, ma di demandare alle singole società provinciali l'approntamento delle misure più opportune per fronteggiare questo fabbisogno straordinario. Naturalmente abbiamo comunicato, fin dall'ottobre 2018, il calendario delle manutenzioni, sia quelle ordinarie sia semestrali delle linee, sia questo fermo della turbina e abbiamo invitato le Amministrazioni provinciali e le società provinciali a prendere delle misure. Abbiamo anche individuato le risorse, 10 milioni di euro, per sostenere l'organizzazione di siti di stoccaggio temporaneo al servizio degli stir come esigenza prevalentemente connessa a quest'evento straordinario, ma anche come una cautela per altre esigenze straordinarie che potrebbero determinarsi. Alcune società provinciali hanno già formato le loro proposte, altre si sono riservate di farlo nei prossimi giorni. Vareremo questo punto con un quadro di insieme regionale le misure anche di sostegno economico per l'attrezzaggio di questi siti. Preciso che l'individuazione dei siti, cioè la loro localizzazione, è argomento estraneo alle competenze della Regione Campania perché è nelle attribuzioni delle Amministrazioni provinciali d'intesa con gli Enti d'Ambito competenti. È evidente anche che dovremo contemporaneamente, e stiamo lavorando anche in questa direzione, non solo garantire lo stoccaggio, ma garantire che questo stoccaggio sia temporaneo, cioè che questi quantitativi vengano destinati a smaltimento o al recupero energetico con modalità aggiuntive a quelle che sono le modalità di gestione del ciclo ordinario. Occorrerà che le società provinciali si diano carico anche di prevedere, oltre allo stoccaggio, anche le modalità di smaltimento di questi quantitativi. È una loro competenza, i costi che non sosterranno per il conferimento a termovalorizzatore saranno costi che vanno sulla tariffa, quindi sono risorse che potranno essere destinate ad altre modalità e attraverso gare appositamente promosse. Per quanto riguarda la problematica degli impianti di compostaggio, il programma è in avanzato stato di attuazione, naturalmente parliamo di impianti, non parliamo di carte, parliamo di siti, parliamo di espropri in alcuni casi, di concessione di aree in altre, parliamo di progetti anche impegnativi, parliamo di appalti, parliamo di affidamenti, parliamo di cantieri. Si tratta di un programma operativo molto impegnativo. Sapete che avevamo individuato come metodica, da un lato l'utilizzazione di alcuni capannoni in stir sottoutilizzati e peraltro avevamo avviato un avviso pubblico a cui hanno risposto molti Comuni e all'interno di quest'elenco abbiamo istruito le proposte localizzative e valutato quelle più convincenti, quelle che erano più coerenti con una serie di criteri anche di compatibilità sia per le caratteristiche del sito, la lontananza dai centri abitati, la non rilevanza di vincoli di carattere ambientale paesaggistico che fossero preclusivi della realizzazione degli interventi e ovviamente anche la fattibilità per quello che riguarda l'inserimento nel contesto territoriale, i collegamenti viari, eccetera. Sulla base di quest'istruttoria sono venuti fuori degli elenchi che sono noti, sono pubblici e che è inutile ripetere in questa sede. Ovviamente abbiamo anche uno stato di avanzamento differenziato, dove l'area era già disponibile siamo più avanti, dove occorre acquisirla le procedure sono un po' più indietro. La cosa importante è che stato firmato nei giorni scorsi l'accordo quadro per le progettazioni degli interventi che sono a diretta iniziativa regionale. Sapete che siamo stati costretti a svolgere una funzione di supplenza, in assenza degli Enti d'Ambito abbiamo dovuto caricarci, con la Regione Campania, di un'attività gestionale, cosa che non è fisiologica e non dovrebbe essere una regola. La Regione non dovrebbe occuparsi di questi aspetti, però in presenza della multa europea di cui un terzo è riferito alla carenza di impianti di compostaggio, non abbiamo potuto aspettare la piena operatività degli Enti d'Ambito, abbiamo dovuto avviare un programma di iniziativa regionale. Con la firma degli accordi quadro di progettazione, tutti gli impianti di iniziativa regionale avranno, entro poco tempo, i loro progetti per lo meno definitivi e attraverso l'utilizzo delle procedure di gara, ovviamente connesse alla rilevanza degli importi, ma parliamo di impianti che mediamente oscillano tra i 20 mila e le 30 mila tonnellate, quindi mediamente oscillano tra 10 e 20 milioni di euro come costo, quindi sono gare di rilevanza comunitaria, quindi occorrerà rispettare le norme vigenti per questa tipologia di impianto. Lo stato di avanzamento - credo - tenuto conto il contesto dal quale siamo partiti, è uno stato di avanzamento non risolutivo, ma che dimostra che abbiamo imboccato la strada giusta. È chiaro che, ma questo è abbastanza noto, anche nei Comuni che si sono meritoriamente candidati a ospitare questo tipo di impianti non sono mancate polemiche, preoccupazioni dei cittadini, organizzazione di Comitati e di manifestazioni spesso in dissenso con la localizzazione. Sono in alcuni casi preoccupazioni che muovono da valutazioni giuste, comprensibili, in alcuni casi assolutamente strumentali e inconsistenti. Naturalmente ribadisco che la Regione Campania ha una posizione molto chiara. Nella prima fase, avendo svolto una funzione di supplenza, abbiamo preso atto delle candidature dei Comuni, quindi non è che abbiamo noi scelto di andare ad atterrare lì o da quell'altra parte. In presenza di argomenti meritevoli di attenzione, in ordine a scelte localizzative e particolari, non abbiamo alcuna riserva mentale, ma demandiamo agli Enti d'Ambito competenti di individuare le soluzioni alternative. Non un saldo negativo, ma un saldo che deve dimostrare che l'impianto che non faccia nel sito A quel tipo di dotazione, quel tipo di fabbisogno, devo risolverlo nel sito B, nell'ambito dello stesso territorio. Questo ovviamente lo demandiamo alla pianificazione degli Enti d'Ambito. Quello che non possiamo accettare è che ci sia la politica del no a prescindere e ci siano delle responsabilità e la posizione di chi dice che "purché non si faccia da me, si faccia dovunque". Se tutti dicessero "Purché non si faccia da me, si faccia dovunque", il dovunque non esiste. Con questa metodologia c'è grande apertura e disponibilità al dialogo, ma anche grande chiarezza e determinazione. Credo che, alla fine, gli enti d'ambito vorranno trovare la quadra in alcune situazioni. Penso in Provincia di Avellino in particolare, qualcosa riguardante anche la Provincia di Caserta, ma penso che gli enti d'ambito vorranno trovare la quadra per dare una risposta ciascuno al proprio fabbisogno. Vale sempre il principio della provincializzazione, non nel senso di dare alle province delle competenze che non gli spettano, ma della dimensione territoriale all'interno della quale bisogna chiudere il ciclo. Chiudere il ciclo significa fare una raccolta differenziata, applicare le tariffe e fare gli impianti. Questa è la filosofia alla quale siamo ispirati ed è coerente, d'altronde, con la legge che abbiamo voluto approvare, la legge n. 14 del 2016.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Presidente, le chiederò una cosa anomala. Il mio diritto di replica, in realtà, consiste in altre due domande chiarificatrici, se ovviamente il Presidente Bonavitacola è in grado di rispondermi. La prima è la seguente: se ho capito bene (potrei non aver capito), il periodo in cui il termovalorizzatore di Acerra non sarà attivo non avrà ristori economici, quindi quei soldi potranno essere utilizzati per trovare le soluzioni alternative. Ho capito bene o ho capito male? Okay, continuerà a essere pagato. A questo si aggiungono gli altri soldi. Okay, perfetto. La seconda cosa che volevo dire e sulla quale sono assolutamente d'accordo concerne la vicenda degli impianti di compostaggio. Io ho seguito personalmente alcune situazioni, sono assolutamente d'accordo con il Presidente Bonavitacola quando ritiene che quando si dice "Basta che non lo fai da me, si fa altrove" significa non farlo in nessun posto. L'unica occasione in cui mi sento di sposare la protesta dei Sindaci quando avvengono delle cose anomale è se io sono al confine con un altro Comune, in quella zona non ho molto abitanti e, invece, il confine con quel Comune prevede una presenza sostanziale di abitanti su quel territorio e io, di fatto, sto dando la disponibilità a farlo in un altro Comune l'impianto di compostaggio. Sono assolutamente d'accordo nel farlo a prescindere perché io sono favorevole al compostaggio e ritengo che l'esperienza salernitana alla fine abbia portato dei risultati positivi abbia dimostrato che si può fare un impianto di compostaggio nel centro di una città, senza creare problemi, però, se degli amministratori scelgono dei punti del territorio che, di fatto, sono su altri comuni o al confine con altri comuni, devono avere il buon senso di chiedere anche ad altri. Per quanto attiene l'ultimo elemento, la seconda domanda che volevo fare al Presidente Bonavitacola, è questa: facciamo un'ipotesi, se una realtà provinciale non si riesce a organizzare, non è che li lasciamo allo sbando e non interveniamo e cerchiamo di evitare che, casomai, se una società provinciale non riesce a trovare questi siti, non riesce a intervenire e non riesce a pianificare, scattiamo in emergenza, perché, ovviamente, questo sarebbe un problema che riguarderebbe tutti.

BONAVITACOLA, Assessore

Ha fatto una variante in corso d'opera Borrelli. Partiamo dall'ultima. Noi non staremo a guardare, però mantenendo fermo il principio della provincializzazione del problema. Non è che una società provinciale si disinteressa, noi interveniamo e trasferiamo il problema in un'altra provincia. Il problema rimane in capo a quella provincia e, se la società provinciale è un po' distratta, cercheremo di chiamare a maggiore attenzione l'Amministrazione provinciale perché le società provinciali sono società in house di proprietà delle province e, quindi, bisognerà comunque trovare la soluzione all'interno di quel territorio. Per quanto riguarda la vicenda di costi, preciso che il termovalorizzatore di Acerra tratta rifiuti conferiti dagli STIR e pratica una tariffa di conferimento. La tariffa è funzione dei quantitativi, non del tempo che funziona il termovalorizzatore. Voglio dire, se loro impiegano il doppio del tempo per smaltire di rifiuti, pagano sempre gli STIR, le società provinciali, i rifiuti che conferiscono. È un loro problema se perdono tempo. Se c'è una fase di inattività, non c'è remunerazione del termovalorizzatore. Io ho detto un'altra cosa. I costi di conferimento, che in quel caso non andranno a chi gestisce il termovalorizzatore, ma andranno a eventuali altre modalità di smaltimento, potranno essere utilizzati dalla società provinciale. Vanno sempre a carico della tariffa. In quel caso quelle 70 mila tonnellate saranno finanziate con la tariffa attraverso conferimenti verso altri soggetti e altre tipologie. Se il termovalorizzatore è fermo, non riceve alcun tipo di compenso.

Mancato rinnovo contratto a tre dipendenti della società interinale Manpower S.r.l. già in servizio presso l'A.O. di Caserta
BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Il sottoscritto Consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli chiede, premesso che: presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere — Sezione Lavoro, è incardinato un ricorso da parte di tre dipendenti della società interinale Manpower s.r.l., vincitrice nel 2017 della gara per l'affidamento triennale del servizio di somministrazione lavoro presso l'Azienda Ospedaliera di Caserta "Sant'Anna e San Sebastiano"; i ricorrenti, che svolgevano funzioni di Operatori Socio Sanitari addetti alla movimentazione dei pazienti, lamentano la mancata proroga da parte della società Manpower del loro contratto alla scadenza del 31 ottobre 2017, di contro ad una scadenza dell'appalto a tutto il 2010; il mancato rinnovo sarebbe conseguente alla precisa richiesta da parte dell'Azienda Ospedaliera, considerata la dichiarazione della idoneità al lavoro "con limitazione per la movimentazione manuale di carichi gravosi e pazienti" a seguito delle previste visite periodiche; uno dei ricorrenti lamentava che la sua limitazione era derivata dall'adempimento dei compiti assegnati, più precisamente conseguente ad una manovra di spostamento di un paziente presso l'Ospedale di Caserta; la Manpower, quindi, optava per il non rinnovo del contratto con i tre dipendenti, anche se nell'ambito dei servizi di somministrazione forniti dalla Manpower S.R.I. all'Azienda Ospedaliera di Caserta rientrano ulteriori attività in altri ambiti, quali il laboratorio di analisi, che non richiedono la movimentazione di carichi gravosi; nel citato ricorso si afferma che la proroga veniva negata ai tre ricorrenti, mentre veniva riconfermata a tutto il personale già in forza alla Gesap (precedente titolare del contratto di somministrazione fino alla nuova gara) "ivi compreso alcuni dipendenti sforniti dei titoli abilitativi quali OSS"; chiede di conoscere: se risulta vero che il mancato rinnovo del contratto di lavoro con la Manpower S.r.l dei tre dipendenti sopra citati sia stato espressamente richiesto dall'Azienda Ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano" di Caserta, senza peraltro chiedere di adibirli a mansioni meno gravose; se tra i dipendenti della Manpower S.r.l. che svolgono attività lavorativa presso l'Azienda Ospedaliera risulti personale con limitazione per la movimentazione manuale di carichi gravosi e pazienti e, nel caso, a quali mansioni siano adibiti; se e quali provvedimenti l'A.O. di Caserta abbia adottato per verificare che i dipendenti in servizio a qualsiasi titolo presso l'ospedale abbiano i titoli abilitativi richiesti sia per O.S.S., e per gli infermieri anche l'iscrizione all'Albo delle professioni infermieristiche.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

Presso l'azienda ospedaliera di Caserta Sant'Anna e San Sebastiano è vigente da febbraio 2017 un contratto per la somministrazione di lavoro temporaneo con la società Manpower Group con la scadenza a gennaio 2020. Il 31 ottobre del 2017 venivano a scadenza naturale taluni rapporti di lavoro tra la società Manpower e i propri dipendenti. Nell'ambito dei rapporti con la società Manpower l'attuale Direzione aziendale attraverso gli uffici preposti manifesta periodicamente le indifferibili esigenze e le tipologie di attività da erogarsi senza mai entrare, però, nel merito dei nominativi dei singoli che saranno chiamati a svolgere tale attività. Al contempo, l'azienda ospedaliera rappresenta che, pur non conoscendo a quali dipendenti della società interinale il Consigliere interrogante intende riferirsi, allorquando sottolinea l'avvenuta proposizione di un ricorso giurisdizionale avverso la mancata proroga contrattuale disposta dalla società Manpower, allo stato, con riferimento al servizio in questione, risultano agli atti dell'azienda per chiamata in causa solo due ricorsi, di cui uno chiuso a favore dell'azienda con condanna del ricorrente. In merito all'ipotizzata mancata proroga del rapporto contrattuale, l'azienda sottolinea che detto rapporto è nell'esclusiva titolarità della società Manpower, come pure la selezione delle unità somministrate, mentre riguardo il fornitore Gesap, anch'esso citato nell'interrogazione di cui si discorre, questi non era titolare di un contratto di somministrazione, ma dell'erogazione di un servizio che la Commissione straordinaria, con la nuova gara, ha inteso includere in somministrazione. L'azienda coglie poi occasione per rappresentare che sta promuovendo un'attività di reclutamento del personale dipendente mediante la graduale riduzione dei contratti di somministrazione, come prescritto dalla norma e dalle disposizioni regionali. Conclusivamente, l'azienda comunica che diversamente da quanto prospettato, il mancato rinnovo di specie non è stato espressamente richiesto e che l'azienda può chiedere personale idonee alla mansione chiamata a svolgere, in caso di non idoneità ne può chiedere la sostituzione. Tra i dipendenti della Manpower che svolgono attività lavorativa presso l'azienda ospedaliera, risultano, come da atti in possesso del medico competente, due infermieri e tre operatori con limitazioni, ma tali da non impedire o ostacolare l'esercizio del mansioni loro assegnate come da rassicurazioni in merito al buon servizio risposto ricevute da parte dei direttori delle unità operative dove sono impiegati. L'azienda poi, in merito al possesso dei titoli abilitativi dei propri dipendenti, sottolinea di aver avviato in più circostanze richieste all'Ente infermieri professionali, assistenti salutari e vigilatrici di infanzia, i Pasvi, per l'accertamento dell'iscrizione all'albo delle professioni infermieristiche, operando direttamente di recente un controllo a campione. Per quanto riguarda i lavoratori somministrati, la società Manpower ha confermato di avere provveduto alla verifica dei titoli in occasione del cambio appalto e che procede regolarmente alla verifica in caso di nuove selezioni.

BORRELLI (Campania Libera - PSI - Davvero Verdi)

Solo per dire che anche in quest'occasione si dimostra un fatto che denunciamo da tempo, le società interinali sono un problema del nostro sistema sanitario e infatti avvengono sempre episodi di questo tipo. Per questo bisogna insistere nel fare concorsi e mobilità perché non possano succedere episodi di questo genere. Con le società interinali dove il rapporto non è tra l'azienda e il lavoratore, ma tra l'azienda sanitaria e la società interinale, tra l'altro ci costano il 30 per cento in più, avvengono sempre queste vicende, in questo caso sembra una discriminazione, in altri casi per motivi politici, sindacali, clientelari, familiari, criminali di altro tipo. Purtroppo devo riconoscere che nel casertano si fatto meno di tutti gli altri per debellare questo fenomeno.

Problematiche concorrenziali nel servizio di trasporto marittimo
DI SCALA (Forza Italia)

Grazie Presidente e grazie all'assessore Marchiello che sicuramente mi risponderà, ormai abbiamo un'interlocuzione particolare su quest'argomento. Non sto a rileggere il Question Time e tutta la normativa che è posta a base del trasporto marittimo, voglio soltanto richiamare il Regolamento emanato dal Presidente della Giunta Regione Campania in attuazione della normativa regionale che regola il trasporto pubblico locale marittimo, pur richiamando l'osservanza alla disciplina comunitaria del 1992 è stato fatto oggetto di osservazioni. Osservazioni che non ho fatto io, le ha fatte un'autorità ed è un'autorità che ha particolare rilevanza, laddove il sistema regolatorio regionale all'articolo 2 prevede un sistema autorizzatorio per l'esercizio dei servizi marittimi subordinato al solo rilascio di autorizzazione amministrativa da parte dell'Ente regionale. Questo sistema autorizzatorio, secondo le autorità competenti, non appare rispettoso di principi comunitari in tema di tutela della concorrenza, di libera prestazione dei servizi, di divieto di abuso di posizione dominante, non discriminazione e trasparenza. Pertanto, con un atto di grande rilevanza per questo settore, datato 17 dicembre 2018, l'antitrust ha sollevato una serie di criticità del sistema regolatorio regionale proprio sotto quest'aspetto, criticità che rischiano di determinare significative alterazioni del quadro concorrenziale e sicuramente insoddisfazione per chi fruisca del trasporto pubblico marittimo nel Golfo di Napoli. L'autorità per la concorrenza, con questo atto, ha invitato la Regione Campania ad una revisione del quadro regolamentare che era stato introdotto nel 2016 proprio per garantire una corretta applicazione della normativa europea in tema di cabotaggio marittimo. Secondo l'antitrust il sistema regolatorio regionale, basato su un impianto normativo autorizzatorio con pervasivi obblighi tariffari, non garantisce l'instaurazione di un libero mercato e, anzi, impedisce di stabilire la modalità più adeguata a garantire le esigenze di mobilità delle comunità isolane, ed anche sotto questo profilo non consente e il confronto concorrenziale e in assenza di ogni possibile pressione da parte della concorrenza potenziale. L'antitrust ha concesso alla Regione Campania un termine di 60 giorni dalla ricezione dell'atto che è stato ricevuto nello scorso dicembre, questi 60 giorni sono abbondantemente trascorsi ed entro quel termine la Regione avrebbe dovuto comunicare all'antitrust quali determinazioni ha adottato per superare le criticità concorrenziali sollevate nella nota. Tanto premesso, chiedo di conoscere se e quando siano state inoltrate all'autorità le comunicazioni richieste e i chiarimenti doverosi; quale iniziative siano state intraprese nell'immediato per superare le criticità concorrenziali evidenziate nell'atto di segnalazione dell'antitrust; e quali siano i tempi entro i quali possano essere definitivamente superate quelle criticità attraverso un'auspicabile riforma del sistema regolamentare regionale in materia. Grazie.

MARCHIELLO, Assessore alle Attività Produttive

La segnalazione pervenuta dall'autorità garante della concorrenza del mercato, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1987, di fine dicembre, è stata riscontrata dalla direzione generale per la mobilità con nota 98894 del 12 febbraio ultimo scorso in cui è stata fornita una breve, ma esauriente ricostruzione storica dei contesti e degli atti di regolazione adottati, contro deducendo al contempo alle osservazioni rappresentate dall'antitrust. Allo stato attuale non sono state apportate modifiche al quadro regolamentare vigente che così come illustrato dall'autorità, nelle sue diverse disposizioni e per le molteplici ragioni fattuali e strutturali, appare conforme con la normativa europea sulla liberalizzazione del cabotaggio marittimo e con i principi della concorrenza, nonché strettamente proporzionale agli obiettivi di tutela generale di politica trasportistica a tutela delle comunità isolane interessate. L'Amministrazione regionale, nel confronto dialettico avviato con l'autorità garante della concorrenza, si è resa disponibile, a seguito delle eventuali ulteriori osservazioni dell'autorità, e in considerazione della prossima adozione da parte dell'autorità di regolazione dei trasporti, di apposite misure regolatorie nel settore del cabotaggio marittimo a riponderare, ed eventualmente revisionare il quadro regolatorio vigente in materia di servizi di trasporto marittimo di linea autorizzati e di politica tariffaria, nonché a condividere, con la medesima autorità garante, anche previo apposita audizione in merito, ogni ulteriore misura regolatoria necessaria per la migliore tutela della concorrenza. Voglio solo precisare alla Consigliera che la materia mi interessa per i miei passati, c'è una nota molto lunga, circa 6 pagine, quella del 12 febbraio, con molti allegati, con la quale viene chiarito tutto il percorso fatto dalla direzione trasporti. Non ho la nota, però l'ho letta, se alla Consigliera interessa vediamo come farla avere. Sono 6 pagine dove viene chiarito tutto, è molto particolareggiata e ci sono molti allegati.

DI SCALA (Forza Italia)

La ringrazio, Assessore, perché mi ha finalmente chiarito che una risposta c'è stata, ma lei mi ha risposto dicendomi che c'è stata una risposta di sei pagine del 12 febbraio, ma noi non ne conosciamo il contenuto. Se l'Autorità garante ha fatto una richiesta, osservando che quel sistema regolatorio non conforme ai principi che intende tutelare e, quindi, deve essere rivisto e se la Regione dice "no, è conforme", ci devono essere dei motivi ben pregnanti e preponderanti perché questa conformità accampata dalla Regione sussista. Sicuramente ho interesse all'acquisizione di questo documento. Poiché sono sul terzo e l'argomento interessa anche me, come lei sa bene, assessore Marchiello, io faccio continue richieste di interrogazioni e istanze di accesso agli atti, alle quali non ho purtroppo riscontro puntuale da parte degli uffici competenti. Farà richiesta anche di quest'atto. Torneremo sicuramente sull'argomento perché sentire che la Regione è disponibile a sentire in audizione l'Autorità al fine di revisionare un quadro regolatorio vigente dopo le osservazioni che saranno eventualmente fatte significa soltanto rimandare il problema e prolungare la sofferenza dell'utenza che di questo sistema non è soddisfatta.

Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE (D'Amelio)

Comunico che con nota del 18 aprile 2019 la Giunta Regionale ha chiesto il rinvio dell'interrogazione avente ad oggetto "Procedure autorizzative di impianti di cremazione in Campania", a firma del consigliere Giampiero Zinzi, Registro Generale n. 322/2, per approfondimenti istruttori. Dichiaro chiusa la seduta di question time.

Attachments:
Download this file (ResocontoIX_10742.pdf)ResocontoIX_10742.pdf[Resoconto Integrale del Question Time del 19 aprile 2019]413 kB